domenica 21 gennaio 2024

Le banche centrali non hanno fretta di tagliare



Chi si aspettava, in apertura di questo 2024,  una partenza al fulmicotone sarà rimasto deluso e ne ha ben donde! Stiamo ovviamente parlando dei mercati finanziari che, contrariamente al loro solito, si sono avviati in sordina. Se gettate una rapida occhiata alle performances delle borse mondiali aiuta a chiarire il concetto, concetto che possiamo tranquillamente estendere anche al comparto del reddito fisso. Si salva, per il rotto della cuffia, solo la borsa americana grazie all'exploit di venerdì trainata dai retail sales di giovedì e dal solito settore tecnologico.

Comunque spiegare un avvio così deludende è relativamente facile.

Se vi ricordate bene la scorsa settimana abbiamo cercato di evidenziare come una grossa fetta del successo o meno dell'anno finanziario 2024 ruota attorno alle aspettative dei futuri tagli ai tassi di interesse. Rammentiamo che le attese sono per 6 tagli in Europa e America (che a noi sembrano troppi...)  e di 3 tagli per la Svizzera (che ci sembrano corretti...).

Ebbene è bastato qualche dato macro ed una maggior attenzione agli eventi nel Mar Rosso per avviare in seno agli operatori del mercato un ridimensionamento delle aspettative...

Andiamo in America. Per la serie "le buone notizie sono cattive notizie" il 17.01.24 sono stati pubblicati i dati dei retail sales per i mese di dicembre: +0.6% (atteso: +0.4%; precedente: +0.3%). Insomma la voglia di consumi degli americani è dura da scalfire ed un simile dato è la dimostrazione che l'economia a stelle e strisce può ancora contare sulla loro naturale propesione alla spesa. Il 25 gennaio vedremo se il PIL USA sarà in effetti in forte rallentamento oppure saremo confrontati con un dato più alto delle aspettative (atteso: +1.7%; precedente: +4.9%). E' chiaro che un simile contesto non mette fretta alla FED... l'americano continua a consumare, l'economia non sta entrando in recessione... ergo: i tagli possono anche aspettare. Manco farlo apposta il giorno dopo, uno dei Governatori della FED (Bostic), se ne esce con un'affermazione che conferma quanto abbiamo appena detto: "sarei favorevole ad un taglio dei tassi durante il trimestre luglio-settembre" il che significa che se non tagliano a luglio si dovrà necessariamente andare a settembre... Ad agosto: tutti in vacanza! 

Per dovere di cronaca portiamo alla vostra attenzione anche uno studio di Bank of America che sta valutando, a causa della vischiosità dell'inflazione, uno scenario estremo in cui si prevede che nessuna banca centrale dei G10 taglierà i tassi quest'anno... scenario al quale ovviamente non vogliamo neppure pensare... ma qualcuno lo sta facendo al posto nostro!

Facciamo ora un salto in Europa dove la situazione per la BCE si fa più ingarbugliata: 


Il 15 gennaio abbiamo la conferma che per la Germania il 2023 è stato un anno di recessione: la crescita annua segna un -0.30%... E' abbastanza chiaro che alle nostre latitudini abbiamo bisogno di un alleggerimento del costo del denaro...


...ma il 17 gennaio prendiamo nota che l'inflazione europea (yoy) è salita al 2.9% (atteso: 2.9%; precedente: 2.4%). Dopo mesi di costanti ribassi non è un bel dato e come detto starà creando un bel po' di discussioni in seno ai membri della BCE che tra dare fiato all'economia tedesca e combattere l'inflazione temiamo che quest'ultima opzione abbia il sopravvento.

Ergo, le attese per i tagli ai tassi, sia in America che in Europa, sono passati dai 6 di inizio anno agli attuali 5. Per la Svizzera i tagli rimangono, per il momento, i 3 previsti.

Ci siamo comunque chiesti se questi rigurgiti d'inflazione possono rovinare effettivamente la festa. Abbiamo selezionato i grafici dei principali componenti che possono spingere nuovamente l'inflazione al rialzo e li vogliamo guardare insieme a voi,  tanto per capire se dobbiamo iniziare a preoccuparci nuovamente:


L'indice Bloomberg delle materie prime non sembra voler puntare al rialzo, anzi... Con il settore industriale americano non proprio in piena forma, con la locomotiva europea in recessione e con una Cina che lo scorso anno è cresciuta "solo" del 5.2% (il minimo sindacale per tenere a galla la sua economia) non vediamo per il momento grosse spinte al rialzo.


Anche all'indice dei costi energetici poteva, con tutte le tesioni geo-politiche in corso, andare peggio... E' vero che sembra aver avviato un mini trend rialzista (freccia rossa) ma tutto sommato il prezzo del greggio sono settimane che naviga tra i 71$ e i 74$ mentre è dal 2023 che il prezzo del gas si è stabilizzato e siamo abbondantemente sotto i prezzi raggiunti durante la prima fase dell'attacco russo all'Ucraina. Insomma, non vediamo per il momento un surriscaldamento eccessivo dei prezzi in questo settore.


Anche l'indice Baltic Dry, che monitora i costi di trasporto via mare, sembra più influenzato dalla dinamica del mercato delle materie prime (che abbiamo visto punta al ribasso...) piuttosto che esser dominato dai recenti eventi nel Mar Rosso... Comunque l'intervento armato degli USA di questi ultimi giorni dovrebbe farci riflettere... evidentemente qualche pericolo (di natura economica) devono averlo percepito.


A preoccupare è invece il costo dei containers: nel giro di qualche settimana è passato dai 1600/1700$ ai quasi 3800$... potrebbe iniziare a far del male.

Riassumendo: per il momento non sembrano esserci le condizioni  per un rilancio in grande stile dell'inflazione. E' più probabile che a preoccupare le banche centrali siano i comportamenti dei consumatori americani e la consapevolezza che portare l'inflazione dal 3% al 2% è quell'ultimo miglio che sembra a portata di mano ma che un allentamento dei tassi nel momento sbagliato potrebbe rendere vano. Anche il mercato sembra esserne cosciente ed infatti le aspettative ora non sono più per 6 tagli ma iniziano ad esserne prezzati solo 5;  sicuramente il primo taglio non sarà a marzo.  

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Ma come hanno reagito i mercati?



Le obbligazioni in euro faticano un po'... come detto in Europa un taglio ai tassi sarebbe il benvenuto ma per il momento in casa BCE si bada soprattutto all'inflazione...



... in America il decennale è tornato a rendere il 4.13% ed anche il 2 anni ce lo ritroviamo al 4.43%... siamo lontani dal 5% raggiunto ad ottobre ma comunque il rialzo dei rendimenti sta un po' disturbando il settore delle obbligazioni in dollari...

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Sul fronte azionario siamo andati a vedere che aria tira:


Il Vix, il famoso indice della paura, non sembra per il momento segnalare un aumento della temperatura... siamo abbondantemente sotto il 20...


...mentre il put/call ratio ci suggerisce che qualche soldino in più per comprarsi un'assicurazione il mercato l'ha speso... per la serie "sono tranquillo ma una piccola assicurazione la sottoscrivo..."



Anche se in America il taglio ai tassi non è per domani, l'indice S&P500 (+1.47% ytd) venerdì si è concesso il lusso di segnare il suo record storico... chi l'avrebbe mai detto che superare la resistenza dei 4'818 punti sarebbe stato così facile... Ovviamente il merito se lo prende il settore tecnologico che come lo scorso anno sta dettando i ritmi della crescita di questo indice...


...basta guardare i Magnifici 7 come si stanno comportando da inizio anno.


Come al solito l'amico Ned Davis ha catturato correttamente i movimenti dello S&P500 e se continuerà ad aver ragione l'indice non salirà ancora di molto prima di prendersi una pausa nel mese di maggio. Teniamolo presente prima di fare, presi dall'entusiasmo, nuove posizioni...


Ovviamente anche e soprattutto il Nasdaq (+2% ytd) avrebbe voglia di rivedere i massimi storici a 16'000 punti e venerdì ci ha dato una bella dimostrazione di forza riportando l'indice in zona ipercomprato con volumi in leggero rialzo... sarà interessante vedere se i risultati del 4 trimestre dei Magnifici 7 e relativi outlook daranno una ulteriore spinta... ma quando pubblicano? ...tabellina delle date nei prossimi Appunti.

Purtroppo l'Eurostoxx50 (-1.61% ytd) dopo aver raggiunto i 4'600 punti come da programma ha intrapreso un percorso in discesa che l'ha portato a testare il supporto dei 4'400 punti prima di rimbalzare leggermente... Per il momento è lo specchio della sua economia: il mood non è al massimo. Saremmo già contenti se si avviasse uno spostamento laterale, come pare essere il caso, con supporto a 4'400 punti e resistenza a 4'600.


Chi è in chiaro spostamento laterale è proprio lo SMI (+0.11% ytd): supporto a 11'000 punti e resistenza a 11'300 punti con la media mobile dei 200 giorni (linea in blu) anche lei a fare da supporto... per il momento non possiamo ambire a molto altro...

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Un'occhiata ai cambi dobbiamo darla. L'idea che l'inizio della riduzione dei tassi non è per il mese di marzo ha creato un po' di movimento rafforzando soprattutto il dollaro:


Come avevamo già annunicato noi saremo venditori di dollari solo quando la sua parità contro euro dovesse superare 1.11... ci siamo andati vicini ma ancora una volta la resistenza ha fatto il suo lavoro ed ora ci troviamo nella terra di nessuno. Comunque con l'interessante resa che il dollaro offre ci accontentiamo anche solo di un andamento laterale.



Non vi neghiamo che fino alla fine di dicembre dollaro/franco è stata una fonte inesauribile di fastidiosi mal di pancia e siamo solo che contenti di vedere una reazione al rialzo della valuta americana... In fondo rappresenta pur sempre una economia che sta crescendo e che offre dei tassi di interesse di tutto rispetto. E' vero che durante la pandemia gli americani si sono riempiti di debiti ma quale nazione non ha fatto la stessa cosa? Di norma questi ritracciamenti coprono il 50% dell'ultimo movimento effettuato e quindi non saremmo sorpresi se a breve rivedremo il dollaro a 0.88 contro franco.



Quante volte ci avete sentito dire che il chf è troppo forte? Innumerevoli! Purtroppo saremo costretti a ripeterlo fino a quando il trend sarà quello attuale. Salutiamo con piacere il rimbalzo della valuta europea avviatosi da inizio anno ma saremo veramente soddisfatti solo quando vedremo l'euro sfondare al rialzo la resistenza dinamica (linea rossa tratteggiata)... non siamo lontanissimi da questo obbiettivo ma ci vorrebbe un aiutino da parte della nostra Banca Nazionale Svizzera... Jordan, se ci sei batti un colpo!


Buona domenica a tutti!


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