A quanto pare la situazione macro-economica europea è di una certa gravità e da giovedì ne abbiamo le prove: la Lagarde si è ammorbidita! Non diminuirà i tassi domani mattina ma oramai si tiene pronta a farlo poiché , con le carte che ha in mano, non può attendere troppo a lungo come potrebbe invece permettersi di fare la sua cugina Federal Reserve. E' abbastanza probabile che prima dell'estate la situazione economica la obbligherà ad intervenire almeno con un paio di tagli dello 0.25% tanto per incominciare... I dati sull'inflazione in suo possesso indicano che il trend ribassista è in atto alimentato pure dal rallentamento dell'economia, rallentamento che non può più essere ignorato come traspare anche dalla mitigata retorica Lagardiana. Bene così. Come vedremo dopo a quanto pare il mercato ha apprezzato il suo intervento.
Non vi nascondiamo che le preoccupazioni per la situazione nel Mar Rosso sono tutt'altro che affievolite ed in questo momento è forse l'evento che più di tutti potrebbe scompaginare le carte in tavola: urge una soluzione al problema o prima o poi l'inflazione potrebbe anche ripartire al rialzo...
Facciamo ora un salto dall'altra parte dell'Atlantico dove giovedì 25 è stato pubblicato il dato preliminare del Prodotto Interno Lordo (PIL) per l'ultimo trimestre del 2023. Nel terzo trimestre l'economia americana cresceva ancora di un robusto 4.9% ma considerato il soft landing in corso le attese per l'ultimo scorcio dell'anno si erano fatte più caute: le previsioni di crescita non andavano oltre il 2% (e pure meno...) ma sono state puntualmente smentite dal dato reale, quel 3.3%, che sta a significare che l'economia tutto sommato non se la sta passando poi così male soprattutto se pensiamo che circa 18 mesi fa avevamo previsto che sarebbe dovuta entrare in recessione durante il 2023.
Come al solito il PIL americano è stato trainato dalla spesa degli americani, che nel dicembre 2023 è salita dello 0.7% (atteso: 0.5%; precedente: 0.4%), alimentata dall'ennesimo aumento dei salari (+0.3% a dicembre) e dall'impiego di quello che è rimasto dei risparmi che però ora si trovano ai minimi degli ultimi 12 mesi... Vien quindi da chiedersi per quanto tempo ancora potranno continuare a spendere, ma questa sembra più una domanda da europei preoccupati per il futuro e siamo certi che non sono molti gli americani che, volendo godersi il presente, se la stanno ponendo: ne consegue che ancora per un po' potremo contare sull'elevata propensione al consumo degli statunitensi e questo è il miglior supporto che esista per gli utili delle aziende americane.
Già che stiamo parlando di utili, la prossima settimana sarà una di quelle pesanti. Come promesso vi alleghiamo il calendario di quelli delle Magnifiche 7 dove si evince che, nei prossimi giorni, 5 di loro pubblicheranno i numeri del quarto trimestre 2023. C'è da scommettere che un po' di movimento in borsa lo creeranno soprattutto se gli investitori dovessero accorgersi che gli ingenti investimenti di capitale necessari per sviluppare l'intelligenza artificiale non riusciranno a produrre l'aumento di produttività sperato. Se fosse il caso, il rischio di un declassamento delle M7 è reale ed una bolla potrebbe anche scoppiarci tra le mani...
Ma cominciamo a vedere la prossima settimana cosa hanno prodotto nell'ultimo trimestre del 2023 e poi faremo i nostri commenti il prossimo week end.
I dati di Tesla non sono stati esaltanti anzi, diciamolo pure, non sono proprio piaciuti ma, considerato quanto il settore delle auto elettriche sta attualmente soffrendo, non è stata proprio una sorpresa... quello che ha meravigliato gli investitori è stato sentire un Elon Musk, piuttosto sottotono e molto meno pimpante del solito, esprimersi sugli scenari futuri dei veicoli a batteria e metterci sull'attenti che se non facciamo qualche cosa prima o poi le auto elettriche cinesi ci seppelliranno... Questa volta non stava scherzando e quindi se qualcuno ha una buona idea nel cassetto è arrivata l'ora di tirarla fuori. Discorso simile vale anche per i pannelli solari made in China, ma questa è un'altra storia che magari vi racconteremo nei prossimi appunti...
L'erosione degli utili per azione (EPS) di Tesla preoccupa gli investitori e la loro reazione non è tardata ad arrivare:
Da inizio anno il titolo ha perso il 26.25% ed il suo trend é lì da vedere... Questa reazione tutto sommato è del tutto naturale: se deludi le aspettative il mercato ti punisce. Quello che ci preoccupa è il fatto che le società che hanno mostrato dei risultati migliori delle aspettative non sono state premiate dagli investitori, mettendo in chiara evidenza quanto il mercato sia "tirato" in questo momento. Un esempio per tutti è la svizzera Logitech che questa settimana ha pubblicato numeri abbondantemente superiori alle aspettative...
...ma, contrariamente al suo solito, ha reagito violentemente (-10%) alle parole del suo CEO che a margine dei risultati ha accennato al fatto che quest'anno sarà difficile replicare un risulato simile a quello del 2023.
Quindi le parole nelle prossime settimane avranno un peso specifico importantissimo, come sempre accade quando i mercati sono ipercomprati. Un po' di prudenza è d'obbligo ed anche se salutiamo con grande piacere i rialzi delle borse i nostri piedi sono sempre ben piantati per terra.
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A costo di essere noiosi e pedanti non possiamo esimerci dal tenere sotto controllo le aspettative del mercato a riguardo al taglio dei tassi di interesse.
Dopo la riunione della BCE di giovedì 25 abbiamo capito che la Lagarde inizia a considerare la possibilità di una riduzione del costo del denaro ma sicuramente NON a marzo e quindi si dovrà obbligatoriamente attendere l'11 aprile oppure il 6 di giugno. Comunque sia, se inizierà il 6 di giugno con un taglio dello 0.25%, resteranno ancora 4 riunioni utili per tagliare il resto... In questo momento il mercato sta scontando che i tagli inizieranno ad aprile ed è in effetti, considerato lo stato dell'economia europea, uno scenario verosimile. Avremo dei problemi con i mercati solo se i tagli avverranno ad estate inoltrata o solo a partire dall'autunno.
Per quanto riguarda la FED la situazione potrebbe essere più complessa. Un passaggio di un articolo dell'Economist (27 gennaio, pag 63) sintetizza efficacemente il problema: "L'ipotesi che i tassi possano rimanere alti è plausibile" ed in riferimento all'anno elettorale sottolineano che "il pericolo di un allentamento troppo precoce della politica monetaria e di un ritorno dell'inflazione, come accaduto negli anni '70, incombe già sulla Fed. In una campagna presidenziale con Donald Trump, un taglio dei tassi troppo rapido potrebbe avere conseguenze ancora più gravi. Si alzerebbe inevitabilmente il grido che i funzionari (della Fed) hanno abbandonato il loro mandato nel tentativo di stimolare l'economia, compiacere agli elettori (soprattutto democratici) e tenere Trump fuori dalla corsa presidenziale." In effetti l'articolista potrebbe anche avere ragione e se ce l'ha, allora i quasi 6 tagli previsti sono troppi.
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...Per il momento ci limitiamo ad osservare la loro performance da inizio anno: Tesla ed Apple a parte... encomiabile.
Per il Nasdaq possiamo fare un copia-incolla di quanto detto per lo S&P500 e la somiglianza dei due grafici è talmente evidente che non ci vuole molto a capire che i due sono trainati dal medesimo drappello di azioni con le Magnifiche 7 a fare da apripista...
Come vi avevamo preannunciato, la Lagarde giovedì è finalmente riuscita a galvanizzare un pochino le borse europee... non che questo sia un suo compito ma salutiamo con piacere la performance dell'Eurostoxx50 che venerdì si è issato oltre il suo record storico che resisteva da oltre 20 anni. A dir la verità, più che la Lagarde, a trainarlo sono state le azioni del settore del lusso (LVMH (+ 12.81%); Hermes int. (+6.83%) e Kering (+6.59%)) ma comunque l'idea che anche in Europa un taglio ai tassi lo si potrà vedere aiuta. Ora abbbiamo un problema: difficile dire come questo indice potrà evolvere... se rientra sotto i 4600 punti è ipotizzabile che continui a spostarsi lateralmente in un range tra i 4'400 punti e 4'600. Ma la rottura di venerdì dei 4600 punti potrebbe ora spingerlo verso l'alto con un possibile obiettivo a 4'800... lo capiremo (forse) la prossima settimana.
Anche l'indice SMI venerdì ha avuto il suo momento di gloria ed è riuscito a contrastare il trend laterate avviatosi nel mese di dicembre 2023 e si è portato sopra la linea di resistenza degli 11'250 punti... insomma per un paio di mesi si è fermato a prendere un bel respiro ed ora, speriamo, sta cercando di raggiungre gli 11'600 punti. Bene anche il golden cross delle medie mobili: la 50 giorni (linea viola) sta per forare al rialzo la media dei 200 giorni (linea blu) come indicato dalla freccia verde; è un buon segnale della forza rialzista del movimento in corso in quanto il golden cross suggerisce che i prezzi a breve termine (50 giorni) stanno crescendo più rapidamente della loro media sul lungo termine (200 giorni). Meno bene i volumi: sono un po' scarsini ma comunque quelli di venerdì erano in rialzo e danno significanza alla rottura della resistenza. Attenzione che presto saremo in ipercomprato...
Come vi abbiamo preannunciato quest'anno vogliamo mettere l'accento sui trend. Detto, fatto: guardate quello di medio termine riguardante usd/chf... non ci sono dubbi che le due righe rosse stanno disegnando un percorso ribassista confermato pure dal death cross (l'opposto del golden...) delle medie mobili. Ci è piacituo il rimbalzo della valuta americana che dagli 84 centesimi ha riportato il dollaro a 0.8640 ma saremo tranquilli solo quando si riuscirà in un qualche modo a superare la resistenza dinamica (linea rossa superiore) a significare che forse dal trend ribassista si può anche uscire. Difficile a breve ma non impossibile... Chissà perché abbiamo sempre questa impressione che la nostra Banca Nazionale potrebbe decidere di punto in bianco di iniziare a tagliare i tassi sul franco, forse è solo un pio desiderio ma un aiutino Jordan potrebbe anche darcelo!
Confermatissimo il trend laterale di euro/usd... per il momento teniamo il dollaro e come ribadito a più riprese saremo venditori (parziali) solo sopra 1.11.
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