Due settimane fa avevamo ricordato come novembre, statisticamente, sia il mese migliore per i mercati azionari. Ma per il novembre 2025 questa regola sembra valere poco evidenziando, una volta ancora, come le statistiche sembrano fatte per essere smentite.
In ambito sociologico, dove la statistica è pane quotidiano, questo concetto è stato rielaborato e portato all’estremo: per i sociologi ci sono le bugie, ad un gradino superiore troviamo le maledette bugie e al vertice dominano le statistiche!
In fondo, una statistica non è altro che il prodotto di un modello che cerca di semplificare una realtà complessa: per quello che ci concerne non conosciamo nulla di più intricato dell'universo della finanza. E' un mondo che tutti vorrebbero imbrigliare, semplificare e dominare ma nessuno - speriamo neppure l’AI - riesce a farlo se non in modo inevitabilmente approssimativo.
Ergo, non drammatizziamo troppo se talvolta abbiamo l’impressione di procedere a tentoni: se frequenti l’ambiente finanziario, prima o poi ti capiterà. È successo persino a Michael Burry, probabilmente il più celeberrimo dei contrarian — per intenderci il contrarian è un investitore che agisce in modo opposto rispetto al sentiment dominante del mercato. Compra quando gli altri vendono e viceversa — che ha da poco chiuso il suo fondo d'investimento ammettendo laconicamente: «Non capisco più il mercato». E pensare che è stato il primo a scommettere in modo massiccio contro il mercato immobiliare americano prima della crisi del 2008...
Ma con Burry non possiamo che essere solidali. Prendiamo Palantir, società simbolo del settore AI, che continua a salire imperterrita nonostante un P/E del tutto fuori contro; malgrado ciò noi continuiamo a comprarla...! A seconda dei modelli utilizzati — ancora una volta, quando si parla di finanza nulla è mai certo né univoco — il suo forward P/E oscilla tra 172 e 266. Ciò significa che un investitore, per avere Palantir in portafoglio, è disposto a pagare tra 172 e 266 dollari per ogni singolo dollaro di utile atteso. Per molti si tratta di una follia, soprattutto se si considera che il forward P/E del Nasdaq è intorno a 35…
Tornando a Palantir, per far scendere il P/E verso la media del suo mercato di riferimento in un lasso di tempo variabile tra i 4 e i 6 anni, la società dovrebbe mantenere una crescita degli utili tra il 40% e il 50% annuo costantemente. È un ritmo estremamente impegnativo, sostenibile solo da società con un'esplosione della marginalità e dei ricavi. Per il momento la nostra sembra farcela: gli ultimi dati trimestrali (Q3 2025) ci dicono che i numeri ci sono ma è abbastanza intuitivo immaginare cosa può succedere ad una società del genere se qualche cosa non dovesse girare per il verso giusto anche solo per qualche trimestre.
Questo tipo di preoccupazione è quello che sta togliendo il sonno agli investitori: per molti il settore dell'AI è a rischio bolla. Questa sensazione genera ansia e allora i player finanziari entrano in modalità risk-off ed iniziano a liberarsi di tutto quello che potrebbe in un qualche modo scoppiargli tra le mani. Si vende tutto, soprattutto ciò che sembra quotato, almeno sul breve termine, in maniera esagerata: si cede il bitcoin, si vende l'oro (!) e si alleggeriscono i titoli legati all'AI. Si chiede poi protezione ai beni rifugio. Considerato che l'oro, per il momento, sembra non essere percepito come tale, non rimane molto altro da fare che comprare franco svizzero. E' quello che è successo, come vedremo fra poco, questa settimana.
***
Per alcuni economisti dovevamo prepararci al disastro ma per fortuna coloro che hanno propiziato lo shutdown non se la sono sentita di rovinare il black friday, il cyber monday e tutto quel bailamme di acquisti che precedono il Natale. Quindi hanno trovato, in Zona Cesarini, un compromesso che ha messo fine allo shutdown più lungo della storia americana (43 giorni) consentendo la riapertura delle attività governative almeno fino al 31 di gennaio del prossimo anno, poi si vedrà. Non siamo ancora in grado di calcolare quanti danni ha provocato all'economia americana questa chiusura forzata delle attività governative ma, di certo, ha generato una serie di inconvenienti non da poco. Uno di questi è l'assenza di dati macroeconomici che molto probabilmente, a giudicare dalle esternazioni di alcuni suoi membri, stanno mettendo in difficoltà la FED che fra meno di un mese (9.12.2025) dovrebbe decidere se procedere ad un taglio dei tassi:
Dato per scontato un mese fa (94%) oggi gli investitori pensano che ci sarà un taglio dello 0.25% al 44%... Non una bella notizia per il bitcoin, l'oro e i mercati azionari che infatti hanno già reagito...
***
Una (apparente) buona notizia per la Svizzera: la delegazione di imprenditori che, guidati da una stella cometa, sono giunti nella grotta della Casa Bianca portando in dono Rolex, lingotti d'oro e 200 miliardi di investimenti negli USA ha ottenuto quello che voleva: essere trattata da nazione europea con i dazi al 15% e non allo scandaloso 39% come fossimo un paese in via di sviluppo. Ovviamente tutti, Consiglio Federale in primis, hanno tirato un sospiro di sollievo ma da questa storia il nostro Paese non ne esce troppo bene... Un esame di coscienza andrà fatto. Ad Appunti Finanziari comunque interessa soprattutto cosa ne pensa il mercato: la borsa, prevedendo un simile epilogo, aveva già reagito in settimana e ne siamo soddisfatti; il franco, per contro, così forte non ce l'aspettavamo ma sospettiamo che con l'abbassamento dei dazi non ha nulla a che fare... lo vedremo dopo.
***
Il modello di Ned Davis prevede per lo S&P 500 un trend in buon rialzo. A noi la situazione sembra un po’ meno brillante e ci stiamo preparando ad un movimento più laterale che con ogni probabilità ci accompagnerà fino a fine anno.
In attesa dei dati macro di novembre — sembra ormai chiaro che quelli di ottobre non li vedremo — la prossima settimana, grazie ai dati societari, potrebbe riservare qualche movimento interessante.
Mercoledì Nvidia pubblicherà i risultati del terzo trimestre: l'attesa è per risultati a dir poco stellari. Anche il settore retail merita attenzione: è utile per valutare come e quanto stanno spendendo i consumatori americani. Home Depot (martedì), Target(mercoledì) e Walmart (giovedì) saranno osservati speciali.
***
Lo S&P 500 (+14,49% YTD), dopo essere uscito dal canale ascendente, è sceso a testare il supporto statico dei 6.700 punti. Nel corso della settimana ha effettuato un classico pullback, per poi chiudere venerdì praticamente sugli stessi livelli di lunedì mattina.
L’indice si trova ancora poco sopra il supporto, ma potrebbe essere un margine sufficiente per consentirgli un rimbalzo. La nostra impressione è che, più che un vero cambio di trend, si possa ipotizzare un appiattimento del movimento, con una possibile fase laterale che potrebbe protrarsi fino a fine anno.
Non sarebbe affatto drammatico. Il modello di Ned Davis, al contrario, contempla un rally di fine anno: e se così fosse, non potremmo che esserne lieti.
Dei timori legati alla possibile sopravvalutazione dei titoli associati all’AI abbiamo già discusso, ma è evidente che molti investitori iniziano a nutrire qualche inquietudine. Va però osservato un aspetto interessante per quel che concerne il Nasdaq (+18.59% ytd) : l’estensione dell’indice negli ultimi giorni di contrattazione.
Si vende molto, è vero, ma allo stesso tempo si compra altrettanto.
Sospettiamo che dietro questi movimenti ci sia la mano dei piccoli investitori—una massa ormai enorme e organizzata in comunità sui siti specializzati—che da tempo abbiamo imparato a riconoscere come una delle forze capaci di muovere davvero i mercati.
Per ora, la media mobile a 50 giorni continua a fungere da solido supporto e non si rilevano segnali di cambiamento di trend particolarmente preoccupanti. Anche il canale ascendente (linee verdi) si conferma robusto.
Dopo una lettura più attenta dobbiamo ammettere che il canale ascendente di breve periodo dell’Eurostoxx50 (+16,29% YTD) merita di essere ridisegnato con maggiore precisione. Ci ripromettiamo di farlo la prossima settimana.
Nel complesso, la settimana è stata più che soddisfacente, con un progresso del 2,59% rispetto al venerdì precedente: un risultato tutt’altro che trascurabile, che conferma come le borse europee abbiano ancora qualcosa da dire.
Avrete inoltre notato che la performance dell’indice è stata superiore a quella dello S&P 500 e, considerando che il dollaro ha perso il 12,22% contro l’euro da inizio anno, investire in Europa si è rivelato senz’altro un buon affare.
Restiamo convinti che il target a 5.870 punti rimanga raggiungibile.
Il recente pellegrinaggio a Washington di imprenditori e politici svizzeri, come già accennato, ha dato nuovo slancio allo SMI (+8,91% YTD), almeno nei primi due o tre giorni di contrattazioni. Peccato che le prese di profitto di venerdì abbiano rovinato quella che avrebbe potuto essere una delle migliori settimane dell’anno. Nonostante ciò, non possiamo certo lamentarci: il guadagno settimanale è stato del 2,90%.
I 12.400 punti sembrano ora essersi trasformati in un supporto convincente e, per quanto ci riguarda, il target di breve a 13.700 punti rimane immutato. Ci vorrà un po’ di pazienza, ma se saremo accompagnati da un rally di fine anno, l’obiettivo appare senz’altro raggiungibile.
***
L’inquietudine degli investitori, questa settimana, si è riversata tutta sul franco svizzero. Forte la pressione sul dollaro, che ha sfondato il supporto a 0.7920, fortunatamente senza particolare convinzione.
Per il momento abbiamo evitato il rischio di una discesa verso i 78 centesimi, livello che potrebbe diventare il prossimo obiettivo qualora il cambio non riuscisse a mantenersi sopra l’attuale supporto.
Difficile prevedere se assisteremo ad un rimbalzo della valuta americana ma considerato il momentum non ci facciamo troppe illusioni.
Anche l'euro si è rafforzato negli ultimi due giorni di borsa ma tutto sommato con movimenti non eclatanti. Per noi rimane è sempre valido lo scenario di uno spostamento laterale che continuerà almeno fino alla fine dell'anno.
Ben diversa l'evoluzione dell'euro contro franco svizzero: in settimana abbiamo assistito ad uno sfondamento del supporto a 0.9216 e siamo andati per un attimo a vedere lo 0.9181 che possiamo considerare il minimo storico di questa parità (non vogliamo considerare i 75 centesimi che per un istante abbiamo visto quando la BNS nel 2015 ha tolto il floor a 1.20... ma ce lo ricordiamo bene!). Per il momento non sembra che la BNS abbia voglia di intervenire più di tanto, movimenti di acquisti massicci di euro non se ne sono visti. Speriamo solo che non stia pensando ai tassi negativi ma dobbiamo prepararci a questa evenienza. Ci aggrappiamo al RSI che segnala un ipervenduto e speriamo in un rimbalzo ma, come nel caso del dollaro, il momentum è quello che è e non ci facciamo troppo affidamento.
Dal 6 ottobre, quando il Bitcoin ha toccato e superato per un attimo i 126.000 dollari, la discesa è stata rapida e significativa: parliamo di circa -30%, un calo che sta facendo male a molti, soprattutto a chi ha acquistato in leva e sospettiamo non siano pochi. I margin call delle banche sono sempre in agguato...
Ad essere sinceri, non ci aspettavamo che il supporto a 98.500 dollari venisse violato con tanta facilità, ma così è stato. Il prossimo livello rilevante, che riteniamo piuttosto solido, si colloca intorno ai 92.000 dollari, zona nella quale gli investitori più “sportivi” potrebbero valutare un rientro.
Attenzione però: se anche i 92.000 dovessero cedere, il rischio è di scivolare rapidamente verso i 85.900 dollari. Prudenza, quindi!
Se ricordate bene, la scorsa settimana l’oro si trovava ancora all’interno del suo triangolo di consolidamento e ci aspettavamo una fuoriuscita imminente, senza però sapere in quale direzione. Oggi la direzione è chiara: al rialzo. Come previsto dall’analisi tecnica, il prezzo ha rapidamente raggiunto il target di 4.230 dollari l’oncia.
Venerdì, tuttavia, il metallo giallo è stato improvvisamente venduto a piene mani, probabilmente da quegli investitori in leva costretti a liquidare posizioni a causa dei margin call, dove sei costretto a buttare via un po' di tutto, oro compreso.
Non siamo comunque particolarmente preoccupati; anzi, questa correzione potrebbe persino rappresentare un’opportunità per incrementare leggermente l’esposizione.
Buona domenica!