domenica 4 luglio 2021

3-2-1: via al secondo semestre


 

Ci siamo lasciati alle spalle un semestre piuttosto positivo. Non entriamo nei dettagli ma salutiamo volentieri la bella performance delle borse Europee che per una volta si sono distinte su quelle Americane. E' probabile che il cronico ritardo delle nostre borse in combinazione con una strategia della BCE,  obbligata a perseverare con gli aiuti, abbia convinto gli investitori che puntare qualche soldo sul nostro continente  sia cosa giusta.

Un po' meno bene, a sorpresa, le borse asiatiche: i ritmi di crescita delle loro economie dovrebbero rendere attraenti le loro azioni ma così non è stato. Sappiamo che ci sono problemi di indebitamento, in tanti casi eccessivo,  ai quali aggiungiamo, soprattuttto se parliamo della Cina, le ingerenze del governo preoccupato per l'eccessivo accumulo di potere di alcuni colossi ai quali stanno mettendo dei paletti non ben visti dagli investitori. E' comunque un mercato che ci interessa e ne riparleremo nelle prossime settimane.

Ma ora concentriamoci sul secondo semestre. Chissà cosa ci aspetta... Partiamo da una constatazione.

Ci stiamo chiedendo da qualche giorno che cosa potrebbe ancora sorprendere positivamente i mercati: la pandemia iniza ad essere sotto controllo; l'economia è in ripresa,  tanto da aver resuscitato miracolosamente anche l'inflazione; la crescita degli utili societari ci sembra abbastanza scontata;  la fine degli aiuti statali non è proprio per domani e quindi il carburante per la crescita nei prossimi trimestri è garantito... Cosa si può aggiungere di positivo che ancora non sappiamo? Non molto. 

E' più probabile che qualche cosa possa non andare per il verso giusto: la variante del virus Delta plus potrebbe essere più invadente del previsto con conseguenze facili da immaginare;  la crescita economica essere meno brillante di quanto i numeri vorrebbero farci credere; gli utili societari non è detto che possano salire all'infinito. E se un'inflazione sostenuta è qui per rimanerci, che ne saranno dei tassi? Potremmo continuare ma fermiamoci qui, siamo certi che avete capito.

Putroppo, per comprendere veramente a che punto siamo, l'unica cosa che possiamo fare è prestare maggior attenzione alla trafila di numeri e dati che verranno pubblicati settimanalmente incrementando lo sforzo interpretativo.

Vediamo quelli di venerdi scorso:

La creazione di nuovi posti di lavoro, esclusi quelli agricoli,  era uno dei dati più attesi: si aspettavano 720 mila nuovi posti e ne sono stati creati 850 mila, non male apparentemente.

Poi vivisezioni il numero e ti accorgi che un po' meno della metà di questi posti di lavoro sono stati creati nel settore ospitalità e tempo libero e di questi 200k li ha creati la ristorazione (bar e ristoranti) che sappiamo come vengono remunerati... Il commercio al dettaglio ne ha creati 67k ma incombe sulla loro testa l'incognita delle vendite online. Mentre il settore industriale, quello che dovrebbe sostenere una buona parte della crescita, di posti ne ha creati 20 mila che non ci pare una cifra consistente. Rincariamo la dose pensando che il settore auto ha perso 12'300 posti mentre quello delle costruzioni ha subito una flessione di 22'000 unità. Insomma la carenza di microprocessori ed il rincaro e la scarsità del legname stanno lasciando il segno.  In sostanza numero buono ma non buonissimo.


Anche il numero della disoccupazione non ci sembra consono a quello di una società in piena espansione economica: atteso un 5.6% uscito con un 5.9% (peggiore anche del precedente) il dato ha sorpreso, ma forse non più di tanto. Un sondaggio, svolto tra coloro che un impiego non ce l'hanno, ha cercato di stabilirne i motivi: al primo posto troviamo la paura di tornare al lavoro in quanto temono di buscarsi il covid. Di questo non dubitiamo ma probabilmente la paura svanirà appena gli aiuti statali verranno meno. Non è comunque un bel segnale...




Paghe orarie medie: in due anni e mezzo sono salite di un buon 10% (non male, pensate a quando aveve avuto l'ultimo aumento di stipendio...) Il dato è positivo e potrebbe stimolare la propensione al consumo che va di pari passo con l'inflazione. Ma se ha ragione la FED dovrebbe essere solo temporaneo... Vedremo.


Ma veniamo ai mercati


Venerdì lo S&P500 ha chiuso a 4'352 punti inanellando 7 sedute positive. Non sarà troppo?! Comunque per il momento tutto sta andando secondo le aspettative che come ben sapete per quello che ci riguarda  sono influenzate dall'algoritmo di NDR. All'obiettivo dei 4500 punti non manca molto, poi vedremo. NON diamo però per scontato che assisteremo ad una presa di profitto così consistente come prevede lo schema ma una correzione prima o poi è fisiologica.

Ma guardiamolo da vicino lo schema:


Come detto è da qualche anno che seguiamo le indicazione di NDR che punta più che altro a suggerirci quello che dovrebbe essere il TREND del mercato,  ma quest'anno lo schema soprende per la sua precisione. 

A giorni le società inizieranno la pubblicazione degli utili (come già detto dovrebbero essere abbastanza aderenti alle aspettative) e la nostra attenzione sarà comunque rivolta alle aspettative future che di solito si accompagnano ai numeri. 

Quello che francamente ci preoccupa è il fatto che meno del 50% delle società presenti nell'indice stia trattando sopra la media mobile dei 50 giorni. Di rimando significa che oltre il 50% dei titoli ha già iniziato a muoversi al ribasso e con una simile dinamica sarà sempre più difficile sostenere il trend dell'indice.



Il nostro indice è invece nuovamente entrato in una dinamica di spostamento laterale. Venerdi ha chiuso a 11'964 punti e per vedere nuovi rialzi dovremo attendere il superamento di quota 12'080. Pronti ad un nuovo alleggerimento sotto quota 11'870.




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