Dobbiamo ammettere, ma scommettiamo che siamo in buona compagnia, che non abbiamo le idee molto in chiaro su cosa sta veramente succedendo in Ucraina. Bisognerebbe poter entrare nella testa di Putin per comprenderlo, ma sospettiamo che non è sufficiente: qualcuno ha azzardato che il capo del Cremlino sia, ed usiamo un eufemismo, psicologicamente instabile e forse da come si sta comportando non possiamo dargli tutti i torti. Da vent'anni al potere, si sa che il potere logora, si è forse trovato probabilmente in una posizione scomoda e qualcuno gli ha suggerito che la miglior difesa è l'attacco. Infatti sta attaccando tutti: i suoi ministri per primi e a seguire i paesi del vecchio blocco sovietico con l'Ucraina in testa. Eccovi un brevissimo e molto parziale resoconto di quanto accaduto fino ad oggi:
Il 22 febbraio le truppe di Putin entrano nel Donbass (questa data passerà sicuramente alla storia tanto quanto l'11 di settembre per gli americani) e le borse di mezzo mondo si allarmano.
Capitoleranno il 24 di febbraio quanto i Russi mettono i piedi fuori dal Donbass puntando con decisione verso Kiev e i suoi governanti con l'intenzione di rovesciare, Putin dixit , "quella banda di drogati e neonazisti" (sic). Le ritorsioni di Stati Uniti ed Europa si annunciano tremende ed i mercati non reggono alla pressione e vanno in profondo rosso.
Risorgono miracolosamente il 25 febbraio dove assistiamo ad un recupero delle borse piuttosto sorprendente:
Cerchiamo di capirne il perché:
1) Le tremende ritorsioni annunciate da USA ed Europa non sono così facili da implementare. Il bugiardino che le accompagna suggerisce che un embargo sul gas ed il petrolio russo potrebbe avere gravi conseguenze per l'approvvigionamento energetico di parecchi paesi europei, Germania ed Italia, in testa. Inoltre la Russia potrebbe facilmente vendere i suddetti prodotti alla Cina senza subire praticamente conseguenze alcuna. I cinesi non aspettano altro...
La quotazione del petrolio, da oltre 100$ al barile è scesa a 93$ dopo aver annunciato la rinuncia all'embargo. L'inflazione ringrazia.
Stanno pensando di bloccare anche l'esport di grano e altri proditti simili ma servono anche a noi e soprattutto all'Italia che gli puoi togliere tutto ma non a) il calcio e b) la pasta; chi di noi non sarebbe disposto ad andare in guerra per un piatto di maccheroni? Ma poi le cose si complicherebbero tremendamente.
2) L'esclusione della Russia e delle sue banche dal circuito Swift è una buona idea ma prima ovviamente si sta cercando di capire quali potrebbero essere le conseguenze per l'Europa e per tutti coloro che utilizzano questo protocollo. Oggi esistono altre vie per far circolare il denaro e Putin potrebbe utilizzarle rendendo in tal modo meno efficace questo provvedimento. Ergo: per il momento si continua a cincischiare.
3) Dubitiamo che l'esclusione della Russia dall'Eurovision Song Contest, annunciata ieri, possa convincere Putin a ritornare sui propri passi. Qualche chance in più potrebbero invece avere quei provvedimenti che vanno a colpire i suoi averi personali così come quelli degli oligarchi a lui vicini; è vero che quest'ultimi gli devono molto ma comunque una serie di oligarchi con i beni esteri congelati sono una rogna che anche per Putin sarebbe meglio evitare.
4) I mercati si sono tranquillizzati quando Biden ha pronunciato le parole magiche "non invieremo soldati USA in Ucraina" e se non lo fa lui figuriamoci l'Europa. Per il momento quindi questa guerra è e rimane ben localizzata. Ammettiamolo, non ci pare che siano in molti ad aver voglia di menar le mani per salvare l'Ucraina dalle sgrinfie della Russia. E' vero che l'America si è offerta di accogliere Zelensky negli USA facilitando la sua fuga, ma soprendentemente l'attuale presidente dell'Ucraina ha risposto che "non ho bisogno di un passaggio, ma di munizioni!"
Zelensky è un comico che si è inventato politico e molto probabilmente se avesse accettato un esilio dorato in America in molti l'avrebbero capito. In realtà stiamo assistendo alla trasformazione di un comune cittadino in quello che probabilmente diventerà l'Eroe di questa guerra, comunque essa vada a finire. Abbiamo davanti a noi altri esempi di comici che hanno tentato la via della politica ma quello di Zelensky ci pare un esperimento decisamente ben riuscito.
5) La posizione della Cina come al solito è sfuggente: strizza l'occhio a Putin (dal quale sta comprando il grano) ma allo stesso tempo afferma che rispetta la sovranità di Kiev... Forse è un modo indiretto per dire a Putin di darsi una calmata. Chi lo sa.
6) Come ben sappiamo l'inflazione è il vero problema da risolvere e le banche centrali sono già sul piede di guerra: abbastanza probabile che quanto sta succedendo in Ucraina possa convincere la FED ad essere meno aggressiva e rinunciare, a marzo, ad un aumento dello 0.5% tutto d'un fiato optando per un quarto di punto. Escluderemmo che alla BCE venga in mente di aumentare i tassi proprio adesso e rimandiamo così il discorso probabilmente all'anno prossimo. I mercati stanno quindi festeggiando, per il momento, il fatto di non doversi preoccupare troppo dei tassi di interesse.
Come andrà avanti questa storia purtroppo non lo sappiamo e bisognerà seguire passo passo l'evoluzione degli eventi. Dipenderà molto anche dalla durata del conflitto: se breve e poco doloroso probabilmente gioverà a tutti; se lungo e ingarbugliato produrrà una lista infinita di preoccupazioni che terranno alta la tensione nei mercati. Quest'ultima opzione a noi sembra abbastanza probabile in quanto per occupare in modo definitivo Kiev la devi quasi radere al suolo ma non pensiamo che Putin miri a questo. Quindi se la dovrà vedere con l'orgoglio degli Ucraini che non esitano a rispondere alle cannonate con le molotov, scontro impari, ma pur sempre un segnale che non si arrenderanno tanto facilmente.
Pur non sapendo come andrà a finire, un'occhiata a qualche grafico per fare il punto alla situazione la possiamo dare:
Lo S&P500 è da più di una settimana che naviga sotto la media mobile dei 200 giorni, non un bel segnale, ma venerdì con uno scatto di reni si è issato sopra la resistenza dei 4268 punti. Riuscire a ribucare verso l'alto la 200 giorni dipenderà solo da Putin...
Anche il nostro indice SMI ha avuto le sue belle gatte da pelare: bucato il triangolo si è sviluppato un movimento ribassista che si è concluso, come da manuale (vedi linee rosse verticali), a 11'500 punti. Il rimbalzo di venerdi è stato poderoso, siamo ancora sotto la 200 giorni ma come detto se Putin fa il bravo (pare che abbia anche proposto di sedersi ad un tavolo negoziale...) si potrebbe anche continuare a salire.
Aspettiamo comunque a gioire: vediamo lo SMI sul medio periodo. La rottura del supporto dinamico c'è stata ed il recupero di venerdì è un classico pull back: significa che se non si rientra in fretta nel canale ascendente, si riparte nuovamente al ribasso...
Il dollaro si è ben rafforzato contro euro raggiungendo quota 1.11 prima di risalire: se, e ripetiamo se, il conflitto sarà di lunga durata meglio tenere il dollaro ben stretto...
Contro chf invece sta continuando a muoversi lateralmente. In questi frangenti di instabilità geo-politica anche il chf tende a rafforzarsi. Ergo, le due monete si annientano vicendevolmente, da qui si spiega la lateralità del loro movimento.
Anche in questo caso se il conflitto perdura, non saremmo sopresi se andassimo verso la parità... altrimenti, magari anche grazie ad un aiutino della BNS si potrebbe recuperare quota 1.04-05.