Putroppo le tensioni geo-politiche tra Russia ed Ucraina continuano. Mercoledì scorso doveva essere il giorno X dell'attacco, ma le informazioni in possesso dei servizi segreti probabilmente non erano esatte. Qualcuno suggerisce che prima di vedere un attacco bisogna attendere la fine delle Olimpiadi invernali e quindi la prossima settimana potrebbe essere quella buona. Nel frattempo la diplomazia internazionale sta facendo del suo meglio per disinnescare l'ordigno bellico ma temiamo che i risulati non siano soddisfacenti (nella foto: Di Maio incontra Lavrov ma non ci vuole uno specialista in body language per intuire come è andata a finire...). Quindi non ci rimane altro da fare che ascoltare Biden, che è più che sicuro che l'attacco è cosa certa. Bisogna ammettere che potrebbe anche aver ragione: stamani stanno arrivando notizie poco rassicuranti dal Donabass e prepariamoci quindi ad affrontare un po' di volatilità supplementare nelle settimane a venire. Va sottolineato che gli effetti di un conflitto sui mercati di norma è temporalmente (e cinicamente) piuttosto limitato: passata la reazione emotiva, l'unica cosa che interesserà agli investitori sarà solo sapere di quanto salirà il prezzo del gas e del petrolio.
A proposito di petrolio, pare che gli accordi antinucleari in Iran stiano finalmente per diventare una realtà e presto un milione di barili supplementari potrebbe fare la sua apparizione sul mercato: è vero che sui 93 milioni necessari ogni giorno per far funzionare l'economia mondiale 1 mio di barili è poca cosa, ma con il livello raggiunto dalle quotazioni dell'oro nero anche una milionata di barili può farne scendere il prezzo.
Lunedì l'America è chiusa (President Day) ed il lungo week end statunitense giustifica la chisura di venerdì non esaltante, come non esaltanti sono state le borse per tutta la settimana: prevediamo che la strada per gli assets a rischio sarà accidentata anche nei prossimi giorni e lo resterà fino a quando non si saprà se l'Ucraina eviterà di essere invasa.
In queste condizioni a brillare è solo l'oro:
Durante la settimana il metallo giallo sembra essersi riappropriato del suo ruolo di asset difensivo ed in caso di conflitto lo vedremo sicuramente superare quota 1900 $ per oncia. L'oro ci ha fatto penare lo scorso anno ma oggi, averlo in deposito, ci fa stare meglio...
A non stare meglio è sempre l'inflazione:
... e negli USA i costi di produzione sono alle stelle e con ogni probabilità in parte sono già stati trasferiti sul consumatore... Insomma pare che ad aleggiare sopra l'inflazione ci sia una sorta di tempesta perfetta dove tutti (ma proprio tutti) gli elementi che la favoriscono sono contemporaneamente presenti!
... in controtendenza, e stiamo cercando di capire se è solo temporanea, è il Baltic Dry Index, che misura l'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli. Un simile ribasso potrebbe segnalare una minor richiesta di trasporto merci a seguito di una domanda che inizia a diminuire. La cosa ci sembra strana ma, se confermata, potrebbe essere il primo segnale di un rallentamento oppure è solo una pausa temporanea dovuta al fatto che spedire merci via nave e poi non riuscire a scaricarle, come sta succedendo, è come non spedirle e quindi si temporeggia. Vedremo nelle prossime settimane se ci sarà una ripresa oppure se siamo di fronte ad un rallentamente più duraturo che potrebbe anche avere benefici effetti sull'inflazione.
Prendiamo un BTP italiano, cedola 0.95%, durata 10 anni: a metà dicembre quotava ancora 100%, oggi siamo a 91.93% con una perdita momentanea di 8 punti percentuali (sono quasi 8 anni di resa cedolare!) e stiamo parlando di un noioso titolo di stato, non di una società quotata al Nasdaq...
Anche le obbligazioni a corto termine, meno sensibili alle aspettative di rialzo dei tassi, non sono rimaste immuni da perdite e non osiamo pensare alle loro quotazioni in caso di inversione della curva (quando il corto rende più del lungo termine). Sapere di avere una buona riserva di cash sui conti correnti non ci dispiace, anche perché prima o poi queste obbligazioni andranno comprate o ricomprate ma a prezzi decisamente minori e rendimenti più attraenti...
Forse non si parlerà più di profitti record ma non dobbiamo scordarci che comunque l'economia cresce, ci sarà qualche aggiustamento al ribasso delle quotazioni di quelle società che hanno ancora multipli troppo alti e che non sono allineati con uno scenario di crescita più moderata, ma non pensiamo, fino a quando non saremo in presenza di uno scenario di recessione conclamata, che i mercati azionari non hanno più nulla da dire. Anzi, se pensiamo all'inflazione, un buon numero di società, sopratutto quelle value che magari operano in un regime di scarsa concorrrenza, potrebbero addirittura approfittarne in quanto di solito riescono abilmente a scaricare i loro costi sul consumatore finale. Ripetiamo: uno scenario di alta inflazione prolungata è decisamente negativo sorpattutto per il settore obbligazionario (ma con anni di tassi a zero ce lo siamo dimenticato...)
Segnaliamo inoltre un fenomeno che sta interessando l'universo delle piccole e medie società che sono state ultimamente vittime di un sell-off importante e che forse vanno invece rivalutate. Non diciamo di comprarle subito, ma almeno averle inquadrate nel retrovisiore bisognerebbe farlo e poi, a tempo debito, le potremo comprare magari con l'ausilio di un ETF sul Russell 2000.
Due parole sullo SMI che veneredi ha chiuso a 12'010 punti e che a questi livelli non ci lascia proprio tranquilli: l'attuale livello di chiusura è sotto la media mobile dei 200 giorni... c'è già andato in diverse occasioni nelle scorse settimane ma poi si è sempre ripreso. Non vorremmo che a causa della reazione emotiva ad un eventuale invasione dell'Ucraina decidesse di andare definitivamente a sfondare il supporto degli 11'870 punti dove anche i nostri nervi (come ben sapete) subiranno un attacco difficile da controllare. Shortare un future sullo SMI può in questo caso sempre essere una buona soluzione ;-)
In caso di attacco all'Ucraina, il dollaro contro euro dovrebbe apprezzarsi... ma non siamo certi che lo stesso movimento lo farà contro franco svizzero che in queste situazioni di tensione dà il meglio di sé stesso rafforzandosi...
Piccolo aggiornamento della situazione nel Donbass alle 17:14: Francia e Germania stanno invitando i propri connazionali a lasciare il paese... non un buon segnale.
Buon week end!
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