domenica 24 aprile 2022

Il nervosismo si fa strada...

 Ci siamo lasciati un paio di settimane fa con una guerra in corso, un'inflazione mondiale galoppante e gli utili (al ribasso) del primo trimestre in arrivo: detta così nulla di buono all'orizzonte ed in effetti due settimane dopo poco è cambiato e quel poco in peggio.

La guerra diventa sempre più un rebus e la sua fine non sarà per domani: neppure la data del 9 maggio, un giorno simbolico durante il quale 77 anni fa i comandanti in capo della Wehrmacht tedesca firmarono la resa, sarà probabilmente l'ultimo giorno delle ostilità; sarebbe probabilmente piaciuto a Putin poter declamare il 9 la denazificazione dell'Ucraina ma dovrà farsene una ragione e pensiamo che questo conflitto durerà molto più a lungo con tutte le conseguenze del caso.

L'inflazione in effetti galoppa di gran carriera, alimentata anche dai venti di guerra,  e stiamo disperatamente cercando dei segnali di un suo rallentamento: putroppo non arrivano o se arrivano non sono sufficienti per far cambiare il trend:


Le materie prime hanno ripreso a salire: due settimane fa l'indice indicava un valore di 126.40 siamo oltre i 130...


...e pure l'energia non scherza, anzi, si è issata dai 46.75 di quindici giorni fa agli attuali 50.46 e non vi sarà sfuggito che ha raggiunto, qualche giorno fa,  pure un massimo di 55.

Insomma, per il momento è difficile pensare che senza un intervento deciso delle Banche Centrali il rincaro possa scendere di suo. Sarebbe bello,  ma è sperare troppo e con la speranza nel mondo della finanza non si va molto lontano...

Attendiamoci quindi agli inizi di maggio un aumento dei tassi americani di uno 0.5%, come confermato mercoledì da Powell. Sarebbe una sorpresona se l'aumento fosse tutto in una volta dello 0.75%,  ma tra i governatori della FED c'è chi è convinto che questa inflazione la si vince solo con una cura da cavallo... 

Anche in Europa l'inflazione è un problema che pesa 7,4 punti percentuali: a dire il vero il dato atteso di giovedì scorso era del 7.5% quindi leggermente più alto. Ci piacerebbe pensare che forse abbiamo raggiunto il picco ma non ce la sentiamo ancora di essere così ottimisti.

La BCE prima di intervenire dovrà comunque terminare il QE e quindi bisognerà attendere il terzo trimestre: per i tedeschi la situazione è indigesta e potrebbero anche forzare la mano per ottenere una fine anticipata degli aiuti e convincere la Lagarde ad intervenire con decisione sui tassi magari già durante l'estate...

A quanto pare qualcuno ci crede:



... l'euro da quando circola questa ipotesi ha virato al rialzo sia contro franco che contro dollaro.

E' chiaro che tutto questo parlar di rialzo dei tassi non piace troppo alle borse che stanno diventando nervose:


Lo S&P500 americano ha tentato di riportarsi sopra i 4530 punti, e sarebbe stato un bel segnale, ma le ultime due sedute sono state pesantemente negative ed il recupero è fallito. 


Il Nasdaq è dallo scorso dicembre che sta soffrendo il rialzo dei tassi che, come ben sappiamo, è veleno per le società tecnologiche. Oltre ai tassi, a dimostrazione di un nervosismo crescente, bastano risultati di poco sotto le aspettative ed un outlook non particolarmente accattivante per vedere reazioni di panico generalizzato: date un'occhiata, quale esempio significatico, a Netflix:


...se vi concentrate bene potete ancora sentire il rumore dello schianto... Ha perso 200'000 abbonati (ma con l'interruzione del servizio in Russia ha dato l'addio a 700'000 clienti ) ed anche le previsioni del secondo trimestre non sono rosee: altri 2 mio di clienti potrebbero migrare su altre piattaforme...

Insomma la concorrenza inizia a farsi sentire e sono parecchie le società del Nasdaq che potrebbero subire un trattamento simile. Una su tutte: pensiamo a Tesla, che ha ancora un vantaggio di qualche anno sulla concorrenza, ma presto o tardi gli altri la acchiapperanno... Ma per allora Musk sarà già su Marte.



Il 2022 dovrebbe essere l'anno delle azioni europee ma per il momento Putin ha rovinato la festa, soprattutto ai Tedeschi che non sanno più che pesci pigliare per sganciarsi dal gas russo... Sotto i 14'000 ci sono altri 600-700 punti di voragine.



La borsa svizzera tutto sommato sembra tenere meglio, ma non la possiamo immaginare completamente  scorrelata dal contesto internazionale: sta pericolosamente flirtando con la media mobile dei 200 giorni (linea blu) ma se non rimbalza la prossima settimana ci sono buone probabilità che il temuto gap indicato dalla freccia rossa sarà colmato portandosi appresso una perdita dell'indice del 3%. 

In tanti ci avete chiesto cosa sta succedendo al titolo della Roche:


Putroppo il titolo, un po soprendentemente considerati i rating degli altri analisti che vedono Roche tra i 380 e 420 chf, è stato messo su sell da UBS. Diciamo che per consigliare di vendere Roche ci vogliono solidi motivi e la principale banca svizzera ne elenca 3: a) Roche dipende troppo dal successo dei nuovi farmaci che sono ancora in fase di sperimentazione; b) la banca si aspetta che Roche non raggiunga le medie del settore per quanto riguarda gli utili per azione; c) molto dipende dal successo che avrà il farmaco che sta sviluppando contro l'Alzheimer ( e tutti noi sappiamo quanto sia perniciosa da combattere questa malattia...). Comunque sia, se la vediamo nuovamente a 340 un pensierino ce lo facciamo...


Insomma, per quanto riguarda il reddito fisso,  teniamo ancora giù le mani. Per le azioni ci sembra che a breve il potenziale ribassista sia maggiore di quello che le porterebbe al rialzo. Quindi, un po' di pulizia andrebbe fatta magari partendo dai titoli che in un contesto come questo non si riprenderanno molto facilmente e, perché no, daremmo anche una sforbiciata a quelli che hanno ancora accumulato una buona performance positiva. Protezione del portafoglio sempre consigliata... ;-)





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