venerdì 1 luglio 2022

Inflazione più perniciosa che mai!

 Dal forum della BCE a Sintra dello scorso week end torniamo (virtualmente) a casa con due perle di saggezza che vogliamo condividere con voi:

 

  1. "Abbiamo capito quanto poco sappiamo delle dinamiche dei prezzi" (Jerome Powell ) 

  2. " Dobbiamo dimenticarci gli scenari del passato caratterizzati da bassa  inflazione" (Christine Lagarde )

 

Detto dai due governatori delle più importanti Banche Centrali al mondo, la cosa non ci lascia proprio completamente tranquilli in quanto: 

 

  1. se la dinamica dei prezzi non la conoscono loro (quelli delle banche centrali per intenderci) ci sfugge chi a tal proposito dovrebbe avere le idee maggiormente in chiaro. Se qualcuno per caso fa parte di questo fortunato gruppo di illuminati (*), alla prima occasione utile chieda di Powell e gli spieghi bene le dinamiche legate al processo inflattivo…
    Noi siamo sempre convinti che questa  inflazione non è legata a doppia mandata ad un eccesso di domanda ma bisogna trovare il colpevole da un’altra parte:  indichiamo soprattutto il rincaro energetico quale principale imputato, rincaro che trae la sua forza dal conflitto armato che si sta svolgendo a pochi chilometri da qui.
    E’ abbastanza chiaro a tutti che questa guerra nessuno ha una gran fretta di farla finire in quanto sono in molti  che in questo momento si stanno beando di un prezzo del petrolio oltre i 100 dollari al barile ed in cima a questa lista ci mettiamo gli USA.  Per un ritorno alla normalità c’è sempre tempo e purtroppo anche l‘Ukraine Recovery Conference, prevista a Lugano la prossima settimana, si preannuncia come un buon esempio di "occasione persa" e dall'incontro non ci aspettiamo nulla di trascendentale.

    Comunque un po' di luce in fondo al tunnel del rincaro delle materie prime (altro componente fondamentale di questa inflazione) la stiamo vedendo Un bel -12.9% è un bel segnale:





  2. Per tutta una serie di motivi che magari spiegheremo in un altro post, la Lagarde ha ragione: la bassa inflazione per un po' sarà solo un ricordo e sta già mettendo le mani avanti. 
    Infatti è più che consapevole che l’esercizio che è chiamata a fare ha una elevata probabilità di non finire benissimo per alcuni e solo benino per altri, scontentando in tal modo tutti.
    Il compito più complesso ed insidioso è quello di abbattere uno dei grandi tabù dei banchieri centrali e che potrebbe anche mandare in corto circuito la politica della BCE: infatti non si riesce ancora  a capire  bene come farà a conciliare un aumento dei tassi, quindi con una mano drenare liquidità dal sistema, per poi con l’altra mano continuare ad acquistare obbligazioni dei paesi fortemente indebitati  evitando nel contempo  accuratamente che i cosiddetti Paesi Frugali  vadano in escandescenza. Vi sembra complicato? Lo è!

 

 


        Performance YTD delle principali borse mondiali al 30.06.22
 

 

Insomma, ce n’è abbastanza per capire come mai siamo confrontati con il peggior semestre che i mercati finanziari abbiano vissuto dal 1970! A questo punto non si può pretendere che la fiducia dei consumatori sia alle stelle e non escludiamo che una recessione sia quasi servita su di un piatto d‘argento. 

Prima di parlare di recessione (ricordate: due trimestri consecutivi di PIL al ribasso) c’è tempo: prepariamoci invece ad analizzare come si sono sviluppati gli utili aziendali nel secondo trimestre e se da una loro lettura si riuscirà a percepire se le borse andranno avanti a soffrire.  Dobbiamo pazientare ancora una decina di giorni e poi si inizierà a ballare.

 

Però, prima di gettare una rapida occhiata alle borse,  non possiamo fare a meno di guardare da vicino cosa sta succedendo al franco svizzero. A differenza delle altre Banche Nazionali, quella Svizzera non pare essere troppo espansiva e ciarliera. Anzi, proprio non parla se non costretta! Alle parole di norma si fa anticipare dai fatti ed il mezzo punto di aumento che ci ha regalato un paio di settimane fa ne è un concreto esempio. Infatti siamo stati tutti colti di sorpresa e l'aumento dei tassi è stato giustificato da Jordan adducendo ad un inasprimento importante dell‘inflazione in Svizzera (vero) che si accompagna dalla debolezza del franco (…diciamo che facciamo fatica a crederci). Fatto sta che: 

 


Il dollaro ha smesso di crescere e sembra essere inchiodato tra lo 0.9550 e lo 0.96...




...mentre l‘euro/chf è persino andato sotto la parità. 

 

Diciamo che per essere una moneta debole (Jordan dixit) a noi sembra un super franco e se per il momento la BNS non interviene, come ha fatto in passato per evitare un rafforzamento eccessivo della nostra valuta, è semplicemente dovuto al fatto che una moneta in questo stato di forma è un buon antidoto (forse l'unico valido) per combattere l‘inflazione importata. Per le esportazioni si farà come sempre affidamento sulla capacità della nostra industria di adattarsi rapidamente anche agli scenari più complessi, ma ovviamente di questo franco forte se ne sarebbe anche fatto a meno. Comunque, come già detto più di una volta, chi ha franchi per il momento se li tenga ben stretti.



Vediamo un paio di indici:



Lo S&P500 proprio non ce la fa a stare sopra i 3800 punti, sarebbe un segnale importante anche al fine di andare a chiudere il gap segnalato dal cerchio rosso. Per il momento abbiamo sempre quei 3'550 punti nel nostro mirino... comunque fino alla pubblicazione dei dati societari non ci aspettiamo più movimenti di rilievo essendo il mercato già entrato in un clima estivo.




Anche lo SMI non sembra avere le idee molto in chiaro su quale sia la migliore delle direzioni da prendere. Purtroppo possiamo solo constatare che restiamo all'interno del canale discendente che sta caratterizzando il movimento del nostro indice a partire da metà aprile. 10'530 devono essere assolutamente confermati e non superati al ribasso altrimenti non escludiamo che il prossimo stop è a 10'000 punti. Diciamo che procedere con prudenza è consigliato


Mentre stiamo scrivendo sono usciti i dati  sull'inflazione in Europa per il mese di giugno... non buonissime notizie:



dato precedente: 8.1, atteso 8.5, effettivo 8.6. Sembra non esserci una fine al rialzo del rincaro ma dobbiamo pensare che gli effetti della riduzione dei prezzi delle materie prime si faranno sentire un po' più avanti nell'anno, mentre i costi dell'energia faticano, come abbiamo visto, a scendere e quelli sì che fanno male!


Buon week end!


(*) Uno che sembra avere le idee in chiaro sull'inflazione ed il suo sviluppo nella storia recente è Fugnoli, che con il suo Il Rosso e il Nero è sempre un valido punto di riferimento per chi vuol cercare di capire cosa succede nel mondo della finanza. Per leggere l'articolo, consigliatissimo, clicca qui

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