domenica 14 agosto 2022

Inflazione: un primo stop

 Se avete voglia di vincere facile, potete sempre scommettere su quale sarà l'argomento principale esposto nel nostro breve intervento domenicale... Avremmo voluto parlare d'altro ma non ne possiamo fare a meno in quanto era il dato più atteso della settimana se non addirittura di tutto il mese!



Mercoledì potrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere l'inizio di una inversione di tendenza: l'inflazione americana sembra essersi fermata e addirittura sta tentando di ritornare con i piedi per terra. Dal 9.1% della precedente rilevazione si aspettavano un 8.7%  ma che per fortuna non combacia con l'effettivo che è sceso all' 8.5%...


Ben sapendo che la FED ha uno sguardo di riguardo per la core inflation (senza cibo ed energia notoriamente più volatili) anche in questo caso possiamo tirare un respiro di sollievo anche se, come vedremo dopo, non vogliamo rilassarci più di tanto. Le insidie sono ancora molte...


Se spacchettiamo il dato, abbiamo una bella dimostrazione di quanto siano importanti i costi legati all'energia: l'inflazione americana è scesa (soprattutto) grazie alla marcata diminuzione della benzina e degli altri carburanti... speriamo che dur,  ma prima di far festa , vorremmo vedere cosa sta succedendo all'inflazione durante il mese di agosto...




...purtroppo i costi energetici in generale e le materie prime sono tornare a puntare verso l'alto. La cosa non ci lascia completamente tranquilli.

Comunque venerdì siamo stati gratificati da un altro dato che ha la sua importanza. Stiamo parlando del Consumer Sentiment per il mese di luglio e quello preliminare per agosto...



Questo indicatore l'avevamo già visto qualche settimana fa: è uno di quelli anticipatori che cercano di prevedere gli effetti sull'economia partendo dall'atteggiamento degli intervistati nei confronti di possibili acquisti che verranno fatti nei mesi successivi. Va da sé che un risultato crescente indica una maggior propensione al consumo futuro e quello del mese di agosto è decisamente un bel numero. In effetti il mercato l'ha premiato. 
Anche in questo caso comunque l'indicatore va meglio contestualizzato e vi invitiamo a seguirne l'evoluzione storica: non solo siamo abbondantemente sotto il livello pre-pandemico ma addirittura non abbiamo ancora recuperato neppure il livello del 2008... a partire dal 2008 si è parlato spesso di helicopter money (letteralmente soldi che cadono dal cielo...) a significare di quanto è stata generosa la politica monetaria (non solo) americana. Ora che questa politica sta diventando molto più restrittiva ci chiediamo qualche sarà la futura propensione al consumo degli americani. Ma forse una risposta a questa domanda già l'abbiamo data la scorsa settimana: torneranno ad accumulare debiti personali come non mai...


Piccola parentesi: non ci dobbiamo scordare che oltre all'aumento del costo del denaro, quasi tutte le banche centrali del mondo stanno in un qualche modo drenando liquidità dal sistema economico:



Abbiamo intercettato sul Sole 24 Ore un grafico che ci rammenta la correlazione diretta tra la liquidità in circolazione e l'andamento delle borse. Questa correlazione è sempre valida e quindi non ce la dobbiamo scordare... chiusa parentesi.


Ma torniamo a noi e al tormentone di questa estate,  ovverosia di quanti basis points sarà il prossimo aumento dei tassi della FED: eravamo (quasi) convinti che il prossimo aumento (settembre) fosse di 75 punti base ma con dei simili dati ed un'inflazione che finalmente sembra voler darsi una calmata forse solo 50 saranno sufficienti. Un indizio in tal senso potrebbe fornircelo la lettura delle minute dell'ultima riunione delle FED che verranno pubblicate mercoledì prossimo.

Ma forse, a ben pensarci, perché ci dobbiamo rompere la testa per una differenza di 25 punti base quando il mercato non sembra interesarsi più di tanto a questo giochino:




Il VIX non sembra segnalare nessuna tensione particolare, anzi, stiamo tornando quasi in territorio pre-pandemico...



...e pure il put-call ratio ci segnala che non si stanno spendendo troppi soldi per procurarsi delle coperture (anche se a ben vedere l'assicurazione la fai prima che la casa inizia a bruciare...).





Il Nasdaq sembra quello di una volta: dai minimi di giugno ha accumulato una performance  alla chiusura di venerdi (13'047) del 25%  il che significa che tecnicamente è rientrato in un bull market... (ovverosia quando si accumula una performance di oltre il 20% dal minimo del movimento discendente precedente)




... allo S&P500, che venerdi ha chiuso a 4280 punti, mancano 2.5 punti percentuali per poter affermare che sia anche lui in un virtuoso bull market... il superamento della media mobile dei 200 giorni (linea blu) dovrebbe aiutare.

Ergo: il modello di Ned Davis (la prossima settimana vi daremo un aggiornamento, promesso...) continua ad essere valido e questo per tutto il mese di agosto significa mercati al rialzo. (Jackson Hole permettendo.)



Non possiamo dirci un granché soddisfatti dal nostro indice: come previsto continua imperterrito a spostarsi lateralmente. E' vero: non è il momento dei titoli value ma comunque avrebbe potutto, anche solo per simpatia, seguire l'esempio americano (scherziamo, e quando mai gli indici si muovono per simpatia? sarà il caldo che ci porta a sragionare...). Se non andiamo sopra gli 11'250 ci sarà poco da fare...

Gli altri indici europei sono leggermente più pimpanti ma non più di tanto... Forse il motivo lo possiamo ricercare nel grafico seguente:



Putroppo americani ed europei non vivono sotto lo stesso cielo! I nostri problemi con i costi dell'energia che non accennano a diminuire non sono gli stessi che hanno gli amici statunitensi...anzi, se non viene a piovere decentemente, il peggio potrebbe ancora non essere arrivato... E questo la borsa lo sa!


Buon Ferragosto!!!


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