domenica 21 agosto 2022

Le minute della FED

 Una cosa è certa: finanziariamente parlando questo 2022 non lo dimenticheremo molto facilmente! I primi sei mesi sono stati a dir poco agghiaccianti con perdite di un'ampiezza tale che non se ne ha memoria di altre così consistenti. Poi, come se nulla fosse, assistiamo negli ultimi due mesi ad un recupero che, per lo meno negli Stati Uniti, ha riportato il Nasdaq in un bull market e poco ci manca che anche lo S&P500 segua a ruota. 

I motivi di un tale recupero li vogliamo velocemente elencare:

. Tecnicamente dopo delle cadute violente, trovata una base sufficientemente solida, si rimbalza e l'ampiezza di questo movimento può essere da un 20% fino ad un 50% del movimento ribassista precedente. E' quello che sta accadendo. Bello,  però dobbiamo stare attenti perché la forza di gravità potrebbe rientrare in gioco...

. In America stanno creando posti di lavoro come se piovesse, le aziende assumono a seguito di una domanda crescente e, cosa non da poco,  riescono a ribaltare i maggiori costi di produzione sui consumatori che per il momento continuano  a spendere (beati loro...) per la felicità di un buon numero di società che anche nel secondo trimestre hanno messo a segno guadagni sopra le aspettative. Fino a quanto si potrà andare avanti così non lo sappiamo ma per il momento nessuno sembra preoccuparsene.

. Il processo inflattivo pare essersi fermato e potrebbe anche essere pronto (materie prime e costi energetici permettendo) a fare retromarcia. Questo almeno è quello che c'è nella testa di molti investitori  e  in parte anche nella nostra...

Poi mercoledì sono state pubbicate le minute dell'ultima riunione della  FED che ci hanno riportato con i piedi per terra. Come al solito questo rapporto va letto tra le righe e se abbiamo fatto bene i compiti possiamo riassumere il  messaggio di Powell e compagni nel modo seguente: "è abbastanza probabile che gli investitori si stiano montando la testa (vedi i recenti consistenti rimbalzi) dando per scontato che la lotta all'inflazione inizia a dare i primi frutti. Noi però non ne siamo troppo convinti in quanto gli effetti della nostra politica monetaria li vedremo non fra qualche settimana ma fra parecchi mesi (6-9-12 mesi) e fino ad allora staremo in campana." Ergo: i tassi continueranno a crescere. Forse un po' meno del previsto ma li faremo salire ulteriormente e questo il mercato se lo stava quasi dimenticando.

Il ritorno alla realtà è stata una questione di un attimo ed ha comportato un riaggiustamento della percezione del livello dei tassi attesi dal mercato: 

Negli USA siamo attualmente al 2.38% e l'estate prossima il mercato stima che saremo 118 punti base più in alto... la reazione al rialzo dei rendimenti dei Bonds governativi, scesi ben al di sotto del 3%, si sta già concretizzando in questi giorni. 


Se aggiungiamo il fatto che la curva dei rendimenti americana è da parecchi mesi costantemente  inversa (il corto rende più del lungo ed è forriera di una probabile recessione) ecco spiegato il nervosismo dei mercati azionari di questi ultimi giorni. 



Vi avevamo promesso un aggiornamento dell'algoritmo di Ned Devis: ci stiamo avvicinando di gran carriera al mese di settembre dove il trend dello S&P500 potrebbe subire un rallentamento. Considerata la natura predittiva particolarmente efficace del modello di Devis diremmo di prestare un po' di attenzione e magari fare un po' di cassa in attesa della ripartenza di metà ottobre. Forse è arrivato il momento di fare un pochino di ordine all'interno dei portafogli, cosa che faremo la prossima settimana.

Ricordiamoci che il prossimo week end ci sarà il simposio dei banchieri centrali a Jakson Hole: di solito è una scampagnata per addetti ai lavori ma questa volta, considerta la quantità di inflazione in circolazione nel mondo, potrebbe assumere un interesse che di norma non gli è proprio. E' probabile che tutto quello che verrà discusso sarà a dir poco vivisezionato e se arrivano messaggi poco graditi saremo costretti a dar ragione una volta di più a Ned Devis.

Dai che diamo un'occhiata ai due indici prima di passare all'Europa:


E' chiaro a tutti che un discorso di rendimenti al rialzo non giova al Nasdaq che comunque non poterva continuare a salire con questi ritmi senza concedersi una pausa di riflessione. E' probabile che andremo ad appoggiarci sulla media mobile dei 200 giorni (linea verde) attorno ai 12'200 punti. E' troppo presto per dire se siamo di fronte ad una ripresa del movimento ribassista ma non possiamo escludere con certezza questa ipotesi. Quindi: un po' di prudenza non guasta. Magari se vi sono dei guadagni portateli a casa...


Peccato, mancava veramente poco al superamento della media mobile dei 200 giorni che avrebbe spinto l'S&P500 in un bull market. Potremmo rivedere i 4000 punti ma per fortuna i volumi sono ancora bassi...


Se l'America non se la passa così male, purtroppo non possiamo dire altrettando delle economie europee che stanno combattendo lo spettro di una profonda crisi energetica che sembra per il momento non aver fine o forse l'avrà solo quando si decideranno a far cessare una guerra che non riusciamo più a capire e per questo fa ancora più paura. 



L'altra guerra, quella contro l'inflazione, per il momento non la stiamo vincendo: nell'area dell'euro il rincaro si è attestato all'8.9% in rialzo rispetto a giugno (8.6%) ed in Inghilterra siamo addirittura in doppia cifra con un bel 10.1% tendendente al 13% per fine anno e con una sterlina che , malgrado gli aumenti dei tassi, sta sprofondando. Non se ne esce!

Con un simile scenario è facilmente comprensibile che non sia facile farsi prendere dagli entusiami e quindi abbiamo le borse europee che arrancano e anche quella svizzera non fa difetto:



Bisogna riconoscere alla nostra borsa una certa qual tenacia nel volersi spostare lateralmente: è come un elastico che si sta attorcigliando caricandosi di energia. Speriamo che quando si deciderà a rilasciarla la direzione che prenderà sia quella rialzista,  ma considerato che il mese di settembre potrebbe non essere dei migliori la cosa non ci lascia proprio completamente tranquilli. E se facessimo un po' di protezione?



Attenzione anche ad euro/chf: per noi il target rimane sempre 0.95. Per il momento chi ha franchi svizzeri, come stiamo dicendo da un po', se li tenga.



Euro/usd: temiamo che la prossima settimana rivedremo la parità fra le due monete e purtroppo  per il semplice gioco della differenza dei rendimenti tra le due valute non possiamo escludere che si possa anche andare sotto l'uno...


Godetevi la domenica!




 


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