domenica 12 marzo 2023

La SVB è fallita

 Se avete seguito anche solo distrattamente la settimana borsistica che è appena terminata vi sarete accorti che di movimento, purtroppo soprattutto di segno negativo, ce n'è stato ed anche parecchio... 

Le parole di Powell al senato e alla camera non hanno aiutato ed il colpo di grazia è arrivato con il fallimento della banca americana SVB. Forse il miglior modo per capire ed avere un'idea dell'aria che si è respirata questa settimana è quello di procedere per sommi capi in ordine cronologico.

Martedì 7 Powell ha parlato davanti alla Commissione bancaria del Senato americano e la replica è andata in scena il giorno dopo al Congresso: in sostanza non ha detto nulla di nuovo,  ma non poteva che essere così. In sintesi ha ribadito quanto segue:

  • "La Fed farà tutto il necessario per ridurre l'inflazione." Sappiamo che il target è il 2%,  ma sono in molti a credere che non sarà più possibile riportare l'inflazione a livelli così bassi senza rischiare una profonda recessione che forse, sotto sotto, è proprio quello che la FED vorrebbe. Un target attorno al 3% sarebbe a nostro giudizio più realistico.
  • Il livello finale dei tassi sarà probabilmente più alto di quello che il mercato sconta. Purtroppo stiamo parlando di qualche cosa sopra il 5% tendente anche verso il 6%. Ma vedremo la prossima settimana se il caso SVB, in ambito aumento dei tassi, sta sparigliando le carte e non diamo per scontato più nulla.
  • La politica restrittiva rimarrà tale per "qualche tempo". Ovviamente rimane nel vago e non quantifica i termini temporali ma è abbastanza certo che il famoso pivot (quando i tassi torneranno a scendere) non è per domani. Cosa significa avere dei tassi così alti per tanto (troppo) tempo bisognerebbe chiederlo a quelle aziende che sono parecchio indebitate...
  • "Se la totalità dei dati (macroeconomici) dovesse indicare un inasprimento (in ottica inflattiva) saremo pronti ad aumentare il ritmo dei rialzi". E' ovvio che già da mercoledì  tutte le antenne si sono orientate verso la pubblicazione dei dati americani (sempre loro!) soprattutto di giovedì e venerdì.

Comunque Mercoledì 8 pubblicano un paio di dati che sono un piccolo preludio a quelli di giovedì:

  • ADP di febbraio: 242k (attesi: 205k; precedenti: 119k).  L'adp indica i numeri dei posti di lavoro creati nell'economia privata. Sono più del doppio del dato precedente. Ennesima conferma della forza del mercato del lavoro americano.
  • JOLTS gennaio: 10.8 mio (attesi: 10.6 mio, precedente: 11.2 mio). L'indice  JOLTS (Job Openings and Labor Turnover Survey) fornisce un'indicazione sui volumi delle offerte di lavoro, sulle assunzioni e sul turnover, misurando l'eccesso di offerta di lavoro (posti vacanti) per un determinato settore e in un determinato periodo. Dato leggermente peggiore del previsto ma comunque i posti di lavoro vacanti sono sempre un numero importante...
Si incomincia a percepire un'aria da aumento dei tassi di mezzo punto ed il dollaro che si apprezza sopra i 0.94 centesimi contro chf e si approssima all'1.05 contro euro.

Poi Giovedì 9 è il turno dei dati sulla disoccupazione:

  • Jobless Claims al 3 marzo: 211k (atteso: 195k; precedente: 190k). Abbiamo qualche disoccupato in più ma nulla di eclatante. Infatti il mercato si sta convincendo che il rialzo di mercoledì prossimo è di mezzo punto e ne seguirà verosimilmente un'altro da 0.25%


Infatti in USA (in rosa)  il tasso attuale del 4.63 è atteso ad un anno al 5.40 e poi dovrebbe iniziare a scendere. Significa che il mercato giovedì scontava altri 78 basis points di aumento. (Date un'occhiata anche ad Europa e Svizzera giusto per informazione) 

I dati più importanti erano comunque attesi per venerdì 10:

  • Creazione di posti di lavoro per febbraio: 311k (atteso 225k; precedente: 504k dato rivisto da 517k). Con una tale creazione di posti di lavoro, ben superiore alle aspettative, il mezzo punto di rialzo era pressoché certo. 
  • Tasso di disoccupazione: 3.6% (atteso: 3.4%; precedente 3.4%) Un filino più alto delle attese ma comunque sempre troppo vicino al minimo storico... C'è paraddossalmente troppa gente che lavora!
  • Paghe orarie medie A/A per febbraio: 4.6% (atteso: 4.8%; precedente: 4.4%). Anche in questo caso un dato in ottica inflazione non bellissimo ma non esageratamente negativo. In sostanza chi lavora è pagato un po' di più.  




Poi venerdi, manco fosse un venerdì 13, la Silicon Valley Bank (SVB) è fallita (!) Si tratta di una delle prime 20 banche americane ed un crollo simile non succedeva dal 2008.  Bloomberg ci mette sull'attenti che "potrebbe essere solo la punta dell'iceberg". Non ci vogliamo neppure pensare! Ma in effetti pare ci siano una ventina di istituti specializzati in prestiti alle start ups che potrebbero ballare male. Non vogliamo tediarvi con i dettagli con hanno portato la SVB al fallimento, ma se la cosa vi interessa,  su internet trovate abbondante materiale che spiega l'evento con dovizia di particolari. A quanto pare, tanto per sdrammatizzare e fare un po' di gossip finanziario, Elon Musk sarebbe interessato ad un salvataggio della SVB, immaginiamo per la felicità degli investitori di Tesla... (vedremo se si tratta solo di una fake news...)

Quello che a noi interessa è la reazione del mercato:


In primo luogo si è preso un bello spavento ed il VIX  si è improvvisamente risvegliato dal letargo invernale schizzando quasi a 30 (ovale rosso). Per chi è solito vendere opzioni per incassare premi, lunedì prossimo potrebbe essere un giorno propizio...



Il Nasdaq Bank Index ha perso in pochi giorni quasi il 20%... Evidentemente qualche cosa era già nell'aria e venerdì si è palesato in tutta la sua drammaticità con volumi molto elevati. Il comparto bancario europeo ha purtroppo subito forti ribassi temendo, in parte a giusta ragione, che ci possono essere anche altre banche di respiro internazionale che potrebbero avere dei problemi con le società di nuova generazione alle quali hanno prestato del denaro. E' chiarissimo che questo evento andrà monitorato molto da vicino e raccomandiamo prudenza... Se necessario vi terremo informati.



Altro effetto da tenere in considerazione: abbiamo appena visto che giovedì il mercato scontava da qui ad un anno ulteriori 78 basis point di aumento; venerdì si sono ridotti a 11! Bisognerà monitorare da vicino la situazione bancaria americana e se quest'ultima dovesse in effetti essere preoccupante è abbastanza normale prevedere che la FED non getterà ulteriore benzina sul fuoco,  soprattutto considerando il fatto che le attuali difficoltà di parecchi istituti americani sono la logica conseguenza dell'aumento dei tassi. 



E' coerente pure la reazione dei Treasury che sono stati comprati a piene mani. I rendimenti sono subito scesi di una cinquantina di basis points mantenendo comunque uno spread tra il 2 anni (in nero) e il 10 anni (in rosso) di quasi 90 basisi points. Durante la settimana questo scarto è stato pure superiore ai 100 basis points come non succcedeva da più di 40 anni. Ora, indipendentemente da quello che sta succedendo nel settore bancario che comunque ne è una spia, questa differenza di rendimento porta acqua al mulino di coloro che si aspettano una recessione in arrivo per l'estate (ne abbiamo parlato diffusamente nel post del 5 gennaio ).



Con i dati pubblicati venerdi pomeriggio il dollaro si sarebbe dovuto apprezzare, ma anche in questo caso, coerentemente, si è subito adeguato alle nuove aspettative di aumento dei tassi che molto probabilmente saranno solo dello 0.25%. Tecnicamente contro chf, che in questi frangenti ritorna ad essere un safe haven, si è adagiato sul supporto dei 0.92 centesimi e speriamo che lo mantenga. Altrimenti saremo costretti ad alleggerire...


...ed anche contro euro, anche se in misura minore, il dollaro ha perso un po' di terreno.



Il rafforzamento del chf contro euro è pure la logica conseguenza di quanto sta accadendo. In questi frangenti infatti la valuta svizzera ritorna ad essere un bene rifugio.


Altro buon indicatore dello spavento che si è preso il mercato è l'oro che approfittando della situazione bancaria, del calo dei rendimenti e dell'indebolimento del dollaro, ha invertito un trend che lo stava portando sotto i 1800 dollari l'oncia. Vedremo lunedì se il fallimento di SVB si porterà appresso altre conseguenze nefaste ma quel che sembra certo è che diverse start ups e società legate al mondo delle cripto valute potrebbero in effetti accusare qualche problema. 

A questo punto vi starete chiedendo come stanno le borse...



 Iniziamo subito con il dire che non stanno benissimo: venerdi si sono prese anch'esse un bello spavento ed hanno chiuso in pesante rosso. Da notare che il Dow ytd è in negativo, lo S&P500 si è mangiato tutto il guadagno ytd e il Nasdaq ha perso metà di quanto guadagnato pure ytd. 

In Europa le cose sembrano andare un po' meglio ma le perdite di questa settimana sono di diversi punti percentuali. Fanalino di coda è la borsa svizzera che è praticamente tornata al valore di inizio anno. Non bello...

Come proseguiranno la loro evoluzione dipenderà molto da cosa succederà lunedì e se il caso SVB coinvolgerà anche altri istituti: se non è un cigno nero gli assomiglia molto anche se forse dobbiamo ammettere che qualche avvisaglia già c'era ma non ce ne siamo resi conto. Non dobbiamo dimenticare che il costo del denaro sta salendo rapidamente ed aumenti dei tassi di questa entità spesso si portano appresso conseguenze serie che non si manifestano immediatamente ma sono delle bombe a scoppio ritardato. A maggior ragione dobbiamo restare vigili.  E' infatti lo scopo principale dei nostri Appunti Finanziari, di più non si riesce a fare.



Tra giovedì e venerdi lo S&P500 ha bucato al ribasso tutte le medie mobile a 50, 100 e 200 giorni con volumi in rialzo... pessimo segnale... ci siamo dimenticati di allungare la linea arancione che funge da supporto, pure lui forato al ribasso. Stiamo pericolosamente rientrando nel trend ribassista partito a gennaio del 2022... Urge un rimbalzo!



Anche l'algoritmo di Ned Davis sembra essere stato preso di sorpresa, ma non poteva che essere così... I quasi cigni neri neppure lui li sa prevedere.



Lo stato di salute del nostro mercato è lì da vedere: la prognosi non è bella... Il movimento ribassista è stato accompagnato da volumi molto alti che ne amplificano la portata (freccia viola). Ci siamo per il momento fermati sul supporto (cerchio rosso) ma non possiamo dire come andrà avanti. Come detto dipenderà dallo sviluppo del caso SVB e già domani dovremmo avere un po' più di chiarezza o per lo meno è quello che speriamo. 

Putroppo possiamo dire addio agli effetti previsti dal spalla-testa-spalla rovesciato (in verde) che a causa di questa correzione ha perso di significanza. Scaramanticamente l'abbiamo lasciato sul grafico nella speranza di un "rimbalzone" ma realisticamente dovrà sparire dalla nostra analisi, peccato...

Non ci rimane che consolarci con un RSI che a 28 segnala un mercato in ipervenduto... vedremo la prossima settimana se vi sono società che sono state ingiustamente penalizzate dalla correzione e che potrebbero entrare nei nostri depositi, ma ovviamente non c'è fretta...

Buona domenica!




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