domenica 18 febbraio 2024

Settimana di conferme

 E' stata soprattutto una settimana di conferme e la cosa non ci dispiace affatto! Con questo non vogliamo dire che non ci piacciono le sorprese (soprattutto quelle positive, ovviamente...) ma nel nostro lavoro preferiamo di gran lunga aver a che fare con dei noiosissimi scenari più o meno intelligibili piuttosto che fare i salti mortali per riaggiustare i portafogli soprattutto quando le sorprese assomigliano molto a dei cigni neri...

Lunedì 12 febbraio, l'inflazione svizzera per il mese di gennaio ci ha sorpreso e ce la siamo ritrovata all'1.3% (atteso:1.7%; precedente: 1.7%) e riconferma ancora una volta che nel nostro continente il rincaro è al ribasso trainato, purtroppo, da condizioni economiche piuttosto incerte che in effetti necessiterebbero di un aiutino da parte delle banche centrali. Le danze pensiamo che potrebbero essere aperte proprio dalla BNS che, come ben ricordate, fu la prima in Europa ad applicare una politica restrittiva. Vedremo.

Il giorno dopo, martedì 13 febbraio,  negli USA,  al contrario di quello che sta succedendo dalle nostre parti, prendiamo atto che l'inflazione è in effetti parecchio appiccicosa e ce la ritroviamo al 3.1% (atteso: 2.9%; precedente: 3.4%).


Come avevamo sottolineato la scorsa settimana, abbiamo la prova che il principale responsabile di tutta questa vischiosità sono i servizi (in giallo) seguiti, ma da lontano, dal costo del cibo (in blu) mentre l'apporto dei costi energetici è negativo (in rosso)...



...mentre la core inflation ( quella che finisce sotto la lente della FED), tolti cibo ed energia, è al 3.9% (atteso: 3.7%; precedente: 3.9%) ed è composta unicamente dal rincaro dei servizi: per essere chiari sono i costi generati principalmente dagli affitti, dai servizi medici, dall'istruzione, dai trasporti e dai servizi pubblici.

Come se non bastasse, giovedì 15 febbraio sempre negli USA, i prezzi all'importazione per gennaio sono aumenti dello 0.8% (atteso: -0.1%; precedente: -0.7%) e questo malgrado il recente rafforzamento del dollaro. E' chiaro che se si dovesse continuare su questa strada prima o poi questo rincaro non mancherà di far sentire i suoi effetti sull'inflazione futura...

Va comunque sottolineato che sempre giovedì le vendite al dettaglio americane sono risultate al ribasso: -0.8% (atteso: -0.3%; precedente: +0.4%)... insomma a gennaio si è consumato di meno ma questo, dopo la consueta abbuffata del mese di dicembre, ci può stare e compensa un pochino il rincaro delle importazioni.

Purtroppo, e questo dato non potrà essere ignorato da Powell, venerdì 17 febbraio l'indice dei prezzi alla produzione (PPI) di gennaio è salito dello 0.3% (atteso: 0.1% ; precedente: -0.1%) mentre il core PPI mostra un aumento dello 0.6% (atteso: 0.1%; precedente: 0.2%) ragionevolmente causato dall'aumento dei salari e del costo dei servizi in generale.

Di aumenti del costo delle materie prime...


...e di quelli energetici...



...per il momento proprio non se ne parla. Meglio così.



Oramai gli investitori americani hanno riposto nel cassetto la speranza di vedere per quest'anno almeno 6 tagli ed hanno ridotto le loro aspettative ad una cifra più realistica di 4 tagli. In Europa se ne attendono ancora 5 ma sarà probabile che presto anche da noi le speranze saranno ridotte a 4 tagli. In Svizzera si punta ancora su 3 tagli che, considerata la nostra inflazione, non ci sembrano fuori luogo.



Da inizio anno i rendimenti dei Treasury americani (in nero il 10 anni; in rosso il 2 anni) sono al rialzo...



... e gli effetti sulle obbligazioni in dollari non mancano, purtroppo, di farsi sentire.



Si comportano un pochino meglio le obbligazioni in euro ma per vedere un effettivo cambiamento del trend i tassi devono iniziare a scendere oppure devono arrivare segnali chiari da parte della BCE che presto si è pronti a ridurli...


Chi in questo momento sta maggiormente approfittando della riduzione del numero di tagli attesi è il dollaro che da inizio anno continua a rafforzarsi. Contro euro si sta ancora spostando lateralmente ma sembra voler puntare con decisione verso quel 1.0550 sotto il quale potrebbe avviarsi un nuovo trend ascendente...


Anche contro chf la valuta americana mostra una forza che l'ha portato ad impattare la resistenza del canale discendente (vedi cerchio verde)  e sembra pronto a sfondarla o per lo meno ci sta provando. Ha incrociato dal baso verso l'altro praticamente tutte e tre le medie mobili (linee viola, verde e blu) e se continua con questa esuberanza non faremo fatica a vederlo attorno ai 90 centesimi.



Già che stiamo parlando di valute vediamo anche euro/chf: è abbastanza chiaro che il franco svizzero in queste ultime settimane sta mostrando una certa debolezza. Se sia il risultato delle aspettative per i 3 tagli ai tassi oppure sia la Banca Nazionale Svizzera che si è rimessa a comprare valuta estera non lo sappiamo. Quello che vediamo è che non siamo più così lontani dalla resistenza dinamica (linea rossa tratteggiata) che se dovesse essere superata avvierebbe un probabile cambio nel trend che aspettiamo da anni... ma forse questo è chiedere troppo. Per  il momento per coloro che pensano in euro il franco ce lo teniamo.



Oramai i superlativi per le borse americane si sprecano e sembrano in effetti essere entrate in uno stato di grazia che se da un lato fa non solo piacere, di più!, dall'altro inizia un poco a preoccupare in quanto sappiamo che prima o poi una correzione dovrà esserci e probabilmente sarà una di quelle che non passerà inosservata (Ned Davis la prevede per il mese di maggio... promesso: la prossima volta vi mettiamo il grafico...). Venerdì, dopo la pubblicazione del PPI, a dir la verità c'è stato un piccolo rallentamento che ha impedito allo S&P500 (+4.94% ytd) di chiudere per l'ennesima settimana con un guadagno; ma forse più che il PPI è il week end prolungato (lunedì è tutto chiuso per il President Day) che ha suggerito di prendere qua e la qualche profitto. Ricordatevi che mercoledì 21 Nvidia pubblicherà gli attesissimi dati: dovessero deludere gli investitori prepariamoci ad un atterraggio non proprio morbido... Comunque sia per il momento l'indice, pur trovandosi da settimane in ipercomprato, sembra non voler accennare a cambiare il suo trend che rimane solidamente rialzista sostenuto da volumi addirittura crescenti.


Lo stesso discorso vale per il Nasdaq (+5.09% ytd) che sta cercando con costanza di battere sé stesso ma per il momento senza successo. Vedremo se mercoledì sarà il giorno giusto per issarsi definitivamente sopra i 16000 punti...



Anche l'Eurostoxx50 (+5.40% ytd) sembra esser tornato con convinzione ad essere rialzista. Dopo un paio di settimane di prestazioni incolori che l'avevano scaraventato fuori del trend ascendente di inizio anno ha ritrovato la forza di crearne uno nuovo e per il momento sembra funzionare. Sarà l'idea dei 5 tagli ai tassi oppure è l'effetto dello Zew tedesco di martedì scorso uscito inaspettatamente al rialzo (19.9; atteso: 17.3) che dà un minimo di speranza che l'economia tedesca non sia proprio morta e defunta. Potrebbe anche essere il suo P/E particolarmente attraente rispetto a quelli americani o forse c'è lo zampino di una non brillantissima performance del reddito fisso europeo, fatto sta che una tale forza non la si vedeva da anni e non saremo certo noi a lamentarci!



Che sia la volta buona? Il nostro SMI (+1.55% ytd) venerdì sembra essere riuscito ad issarsi sopra la resistenza del canale di spostamento laterale (freccia blu) e speriamo che ci resti! Se ce la fa non disperiamo che possa raggiungere persino gli 11'500 punti... non sarebbe chiedere molto. La rottura è avvenuta con volumi al rialzo e questo lascia ben sperare... ovviamente non possiamo ringraziare le solite tre azioni (Roche, Nestlé e Novartis) che con coerenza e testardaggine si rifiutano di fare il loro lavoro... possiamo solo sperare che il mood negativo, che in effetti sta disturbando il settore farmaceutico di tutto il mondo,  possa presto cambiare d'umore e che il franco continui ad indebolirsi con una certa costanza aiutato magari dai tre tagli ai tassi che tutti si aspettano... allora le cose potrebbero cambiare radicalmente. Come si dice in questi casi: la speranza è l'ultima a morire!


Buona domenica!!


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