Undici giorni dopo esserci presi un bello spavento siamo tornati ai piedi della scala! Non siamo noi a dirlo ma basta gettare un'occhiata all'indice VIX, quello che misura la paura del mercato, per rendercene conto: venerdì ha chiuso la sessione settimanale a 14.8 lasciandoci con un grosso punto interrogativo stampato sulla faccia.
Ma cosa diavolo è successo per generare una tale volatilità? Molti analisti hanno giustificato questi movimenti adducendo ad una probabile entrata in recessione dell'economia americana e a sostegno della loro ipotesi hanno pure fatto appello alla regola di Sahm ma, come vedremo fra poco, questa teoria per il momento non regge.
La spiegazione di un tale movimento è a nostro giudizio più tecnica e cercheremo di esporla brevemente cercando di fare un po' di chiarezza... (per chi non è interessato a capire cosa è successo può tranquillamente andare al prossimo paragrafo segnalato con i ***) :
- La scorsa settimana abbiamo visto come lo yen è stato vittima di un feroce carry trade avviatosi almeno un paio di anni fa. In sostanza gli speculatori (ma non solo loro...) hanno preso in prestito tonnellate di yen a tassi molto vicini allo zero. Questo denaro è poi stato trasformato in dollari (ma non solo...) ed è stato utilizzato per acquistare Treasury dai rendimenti vicini al 5% mentre una parte consistente è di certo confluita nel mercato azionario alimentando un trend che ha portato lo S&P500 ed il Nasdaq a mettere a segno reiterati massimi storici. Sicuramente anche i Magnifici 7 hanno beneficiato di questa manna. Ricordiamoci una regola: tutto quello che è preso in prestito prima o poi deve essere restituito...
- Ma di quanti soldi stiamo parlando? Purtroppo con precisione non lo sappiamo ma le cifre sono consistenti: uno studio di UBS quantifica il carry trade yen-dollaro in almeno 500 miliardi mentre JP Morgan stima che in ballo ci siano addirittura qualche migliaio di miliardi. Insomma, non riuscire a quantificare con precisione le dimensioni del carry trade è una parte del problema in quanto non si sa con certezza dove potremmo andare a parare. Ecco da dove deriva l'ansia dei mercati di questi giorni e che spiega una parte dei 65 punti raggiunti dal VIX in un men che non si dica.
- Il 19 marzo di quest'anno la Banca del Giappone rialza una prima volta i tassi di interesse portandoli allo 0% e alla fine di luglio procede ad un ulteriore rialzo dello 0.25% generando con questa seconda mossa un'azione di ricopertura dei debiti contratti in yen. La festa sembra quindi finita. In buona sostanza si vende a piene mani dollari, si ricompera la valuta giapponese che nel giro di 3 giorni si apprezza di quasi un 10% e si rimborsano i prestiti in yen. Allo stato attuale si stima che quasi i 2/3 dei prestiti siano stati restituiti ma il dato ve preso veramente con le pinze dal momento che non sappiamo esattamente quali sono le cifre in gioco.
- E' abbastanza probabile che una buona parte dei dollari utilizzati per il riacquisto degli yen provengano dalla vendita di azioni che hanno in tal modo subito consistenti ribassi: se ben ricordate il Nasdaq è collassato del 20% e lo S&P500 ha perso quasi 10 punti percentuali. Purtroppo al peggio non c'è mai fine e quando i mercati subiscono perdite consistenti come quelle di inizio agosto ad alimentarle ci sono pure i margin call promossi dalle banche che hanno concesso prestiti dietro garanzia di un deposito titoli. Quando il valore dei titoli, a causa del crollo, non è più sufficiente per garantire i margini richiesti dalla banca o si apporta del denaro fresco (raramente fattibile) oppure la banca ti obbliga a vendere i titoli in deposito contribuendo in tal modo ad accentuare i ribassi delle borse. Fine della storia.
- Prezzi alla produzione a/a luglio: +2.2% (atteso: 2.3%; precedente: 2.7%)
- Consumer Price Index luglio: 2.9% (atteso: 3%; precedente: 3%)
- Core Consumer Price Index luglio: 3.2% (atteso: 3.2%; precedente: 3.3%)
- Vendite al dettaglio luglio: 1% (atteso: 0.4%; precedente: -0.2%)
- Vendite al dettaglio senza auto luglio: 0.4% (atteso: 0.1%; precedente: 0.5%)
- Nuove richieste disoccupazione agosto 10: 227k (atteso: 235k; precedente: 234k)
- Richieste continue 3 agosto: 1'864k (atteso: 1'870; precedente: 1'871k)
- Sentimento dei consumatori agosto (dato preliminare): 67.8 (atteso: 66.6; precedente: 66.4)
Salta all'occhio come Tesla non riesca a soddisfare le aspettative degli analisti e pure Apple non riesce più a stupire come una volta. Bene Amazon che dei M7 sembra essere quella che è maggiormente in grado di creare sorprese positive. Aspettiamo con ansia per fine mese (28.8) i numeri di Nvidia che come potete osservare sono attesi in netta diminuzione: si passa da un utile per azione di 6.12$ del primo trimestre ad un'attesa di 0.64 centesimi... ovviamente non si può crescere all'infinito.
Meta ed Nvidia sono superstars, le altre si tallonano l'un l'altra senza riuscire a mettere a segno gli stessi risultati (eccezionali) conseguiti lo scorso anno. In effetti si inizia a capire che i grandi vantaggi che porterà l'intelligenza artificiale debbono essere diluiti su di un lasso di tempo molto più lungo del previsto. Insomma: i grandi miglioramenti attesi non sono tutti per domani.
Come al solito impressiona per precisione... Ad una prima lettura superficiale eravamo convinti che la correzione di fine luglio / primi giorni di agosto non fosse stata catturata. Sbagliato! L'unica cosa che gli si può rimproverare è di non aver azzeccato correttamente la sua ampiezza, ma la direzione (ed è quello che conta) è molto precisa. Se continua ad essere così accurato, possiamo stare abbastanza tranquilli ancora per una decina di giorni, poi tra settembre ed ottobre dovremo allacciare le cinture di sicurezza. Per chi lo volesse, stiamo pensando di proteggere un pochino i portafogli e se ne saremo convinti shorteremo dei futures sugli indici in modo da passare settembre ed ottobre non completamente full invested in ambito azionario. Se siete interessati fatevi avanti...
Fa in effetti impressione vedere la ripartenza dello S&P500 (+16.45% ytd) dopo che la scorsa settimana aveva raggiunto il supporto a 5230 punti: il timore che venisse sfondato era alto ma per fortuna il rimbalzo c'è stato ed ora siamo in prossimità della resistenza dei 5'600 punti. C'è solo una cosa che ci inquieta un pochino: questo rimbalzo è avvenuto, senza un aumento significativo dei volumi. Cosa significa? La scarsità di volume indica che il rimbalzo è avvenuto senza troppa convinzione - molti investitori sono rimasti in disparte - e potrebbe anche ribaltarsi da un momento all'altro. La prossima settimana sarà importante osservare se l'indice avrà la forza di superare i 5'600 punti e se lo farà, per essere un movimento rilevante, dovrà avvenire con volumi in netta crescita. Altrimenti siamo quasi certi che una volta raggiunta la resistenza si tornerà a scendere. Quindi un po' di prudenza è d'obbligo ricordandoci pure che siamo ritornati praticamente da dove siamo partiti un paio di settimane fa... un po' d'inquietudine è giustificata...
Ancora più evidente la ripresa dell'Eurostoxx50 (+7.06% ytd) senza il supporto dei volumi fatto salvo per la giornata di venerdì (vedi freccia viola nei volumi). La prossima settimana sarà fondamentale ritornare sopra i 4'868 punti e soprattutto sarà importantissimo restarci... senza il sostegno dei volumi non sarà facile.
Il franco svizzero un po' di valore questa settimana l'ha perso a favore del dollaro (in immagine) e dell'euro.
L'euro contro dollaro da giugno a questa parte ha mostrato una certa tendenza al rafforzamento. Non è ancora riuscito ad issarsi stabilmente sopra 1.11 e fino ad allora noi teniamo il dollaro. Tra la decisione sui tassi della BCE e quella della FED passerà una settimana: ambedue le banche centrali sembrano aver l'intenzione di fare la stessa mossa annullandosi l'una con l'altra. Intuitivamente tagliando prima la BCE dovremmo avere un leggero aumento del dollaro che si riposizionerebbe verosimilmente al centro del canale di scorrimento orizzontale. Poi vedremo dove vorrà andare dopo la decisione della BCE. Non crediamo comunque che si apprezzerà più di tanto. Per il momento lo spostamento laterale resta ancora il nostro scenario preferito.
L'oro, è proprio il caso di dirlo, continua a brillare di luce propria! E' aiutato da una parte dalla retorica sul taglio dei tassi americani ed europei e dall'altra dalla sempre sostenuta attività delle solite Banche Centrali che stanno comprando a piene mani. Tecnicamente, dopo aver superato la resistenza dei 2420 dollari per oncia, è abbastanza probabile che il nuovo target lo troviamo a 2'560 $. Per il momento la vendita di oro è fuori discussione!
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