venerdì 15 ottobre 2021

Tapering oramai scontato


 

Era da un paio di settimane che non abbiamo più pubblicato lo schema elaborato da NDR: la temuta correzione di settembre c'è stata solo in parte ed ora dovremmo attenderci uno spostamento più che altro laterale del mercato fino alla fino dell'anno. Che dire, probabilmente abbiamo avuto l'ennesima prova che si può imbrigliare il mercato all'interno di un algoritmo solo per un tempo limitato ma alla lunga, essendo la finanza tutt'altro che una materia scientifica, non la si può confinare all'interno di un sistema sine die. Nulla di grave, abbiamo sempre detto che quel che importa ( e lo dice a chiare lettere anche NDR) è il trend, che per quello che concerne la borsa americana non è lontano dal rientrare sopra la media mobile dei 50 giorni (vedi grafico qui sotto, linea viola).



Questa settimana ci è sembrato di avere avuto qualche conferma in più su dove andranno prossimamente i rendimenti, vale a dire verso l'alto. Il CPI americano ha confermato quanto già si sospettava, ovverosia l'inflazione è qui per rimanerci per un po' (sicuramente più di quanto la FED gradirebbe): l'aumento è stato dello 0.4% su base mensile mentre è del 5.4% quella annua. Non è comunque una sorpresa il fatto che leggendo le minute della FED, che sono stati pubblicate mercoledì, si viene a sapere che il tapering verrà annunciato a novembre ed si inizierà con una riduzione degli acquisti di asset per 10 mia di dollari per i titoli del Tesoro e di 5mia nel caso dei titoli garantiti da ipoteche. Diamo oramai per scontata l'operazione che a quanto pare ha lasciato il mercato abbastanza indifferente ed ora dovremo solo concentrarci su quando sarà dato il via al primo aumento dei tassi che potrebbe anche avvenire nella seconda metà del 2022 (la qualcosa probabilmente verrà accolta con molta meno indifferenza...).



Se ne deriva che almeno fino alla metà del 2022 vi sarà in circolazione una certa liquidità supplementare che fungerà da traino per i mercati azionari e saranno solo deludenti e generalizzati dati societari che potrebbero scatenare un panico da sell-off.

A quanto pare il perseverante rincaro delle materie prime, che in questi  giorni ha raggiunto un record storico,  ai quali aggiungiamo i costi di trasporto e quelli energetici non hanno ancora intaccato la capacità della aziende di creare utili che si avvicinano alle aspettative; lo vedremo comunque nelle prossime settimane. Potranno esserci dei problemi per quelle società che pubblicheranno utili al di sotto delle aspettative (andate a vedere oggi il meno 14% di Temenos) ma non prevediamo vendite da panico generalizzato.


Sulla scorta di quanto sopra riportato, stiamo procedendo ad acquisti mirati su società (soprattutto svizzere ed europee) che hanno corretto magari in eccesso, ovviamente senza esagerare, ma pensiamo che a questi livelli un po' di liquidità possa essere drenata dai conti correnti.

Il mercato Svizzero che è stato tra i più (e forse ingiustamente) penalizzati, offre qualche buona opportunità (con i dividendi di alcune società che raggiungono il 6-7%) e pesiamo che sia in grado di issarsi ben sopra i 12'000 punti.

Nessun commento:

Posta un commento