mercoledì 18 maggio 2022

Paura della FED


Anticipiamo di qualche giorno il nostro consueto intervento settimanale in quanto abbiamo intercettato questo  sondaggio di Bank of America che ha chiesto a 288 gestori di fondi quali sono, a loro giudizio, i principiali rischi che possiamo riscontrare in un mercato come quello attuale dominato da non pochi fattori di disturbo.

La distribuzione delle risposte non ci sorprende ed in effetti le preoccupazioni derivanti da  quello che sarà l'intervento della FED nelle prossime settimane non deve generare ansia solo all'investitore professionista ma in generale a tutti coloro, che a vario titolo, si interessano di finanza e/o si occupano di investimenti. 

In effetti al primo posto troviamo proprio l'assillo per una FED troppo hawkish, seguita dalla paura di una recessione globale, che in gran parte potrebbe essere anche figlia della futura attività della banca centrale americana, che a sua volta si sta armando per entrare in guerra contro un'inflazione che da passeggera rischia di trasformarsi in permanente.

Capita a fagiolo l'intervento di Powell, che su invito del Wall Street Journal, ieri si è espresso a tutto tondo proprio sull'attività futura della FED. Intervento che stamani abbiamo potuto leggere nei report che quotidianamente riceviamo e che ci ha lasciati un po' perplessi. 

Il presidente della FED ha esordito tranquillizzando la platea dicendosi certo che "un atterraggio morbido" per l'economia statunitense è certamente possibile. Evidentemente i Governatori devono aver messo in linea di conto che l'atterraggio dell'economia a stelle e strisce potrebbe anche essere di altro tipo e non necessariamente morbido. Ad ogni buon conto iniziare una conferenza mettendo le mani avanti non sembra di buon auspicio. 

Cosa vuol fare Powell lo riassumiamo ridotto all'osso, pardon, all'essenziale usando le sue parole: "Dobbiamo vedere l'inflazione scendere in modo chiaro e convincente, quindi continueremo a spingere (leggi: ad alzare i tassi a suon di 50 basis point cadauno) finché non osserveremo la sua riduzione".  Obiettivo: riportarla al 2%. Poi aggiunge: "Questa non è una previsione o una dichiarazione di forward guidance (ci chiediamo allora cosa sia...) e nei prossimi mesi potrebbero accadere cose che sfuggono al controllo della Fed".  Di bene in meglio verrebbe da dire, ma alle parole di Powell i mercati azionari statunitensi ieri sera hanno reagito molto positivamente; francamente fatichiamo a capire tutta questa euforia... Ed infatti oggi le borse si rimangiano quanto accumulato nella giornata di ieri.

Vogliamo rendere questa pillola ancora più amara? Dai, proviamoci:

Dagli ultimi dati che ci giungono dal sistema economico statunitense, scopriamo che il credito al consumo è letteralmente esploso (52,5 mia $) e ci viene segnalata la più alta variazione netta mensile mai registrata: solo per le carte di credito, il debito è aumentato di 31,3 mia di $. Ciò significa che gli americani stanno consumando (e sembra una buona notizia...) ma è anche evidente che i risparmi accumulati durante la pandemia sono esauriti e la gente deve ricorrere ai prestiti per continuare a consumare. Lo sappiamo: gli americani sono i numeri uno dell'indebitamento, soprattutto quando i tassi erano a zero,  ma indebitarsi per consumare a tassi sempre più elevati ci sembra un tantino pericoloso e di solito è il primo passo verso una recessione.

Cosa se ne deduce?

Tutto e niente verrebbe voglia di dire ma ci limitiamo a consigliare, ancora per un po', prudenza. I mercati (azionari e del reddito fisso) sono da settimane in correzione e non vediamo l'ora che cambino tendenza ma per farlo in modo convincente dovremo attendere, come accennato sabato scorso, qualche segnale di capitolazione del mercato. Segnali che non abbiamo ancora visto...

Per il momento stiamo assistendo a quello che in gergo tecnico viene definito, e ci scusiamo anticipatamente nei confronti degli amanti di questi felini, come "the Dead Cat Bouce" o nel più italico "rimbalzo del gatto morto" a significare che qualsiasi cosa,  cascando soprattutto da altezze considerevoli,  presto o tardi impatta su di una superficie dalla quale se ne deriva un rimbalzo. Ma il rimbalzo ha un limite fisiologico e non è detto che dopo una simile caduta tutto continua come se nulla fosse... ma questo bisognerebbe chiederlo al gatto... 

Quindi stiamo attenti a non confondere un rimbalzo tecnico con un vero e proprio cambiamento del trend...




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