mercoledì 21 settembre 2022

Tassi: una raffica di aumenti


 Questa sera alle 20:00 saremo tutti con il naso puntato sullo schermo di Bloomberg per vedere come Powell intende procedere nella lotta all'inflazione: le attese sono per un aumento (scontato) di 75 basis points ma non sono esclusi i 100 considerando che ieri lo ha fatto la Banca Centrale Svedese, un po' a sorpresa, concedendosi un deciso movimento dei tassi come non si era mai visto.

Purtroppo sappiamo che questa battaglia contro il rincaro non la si vincerà solo a suon di aumenti del costo del denaro, che ha un'influenza su molte variabili che costituiscono l'inflazione,  ma non su tutte. E' per questa ragione che Powell potrebbe decidere di aumentare di tre quarti di punto evitando il punto pieno che spaventerebbe un mercato che già spaventato lo è a sufficienza.

Ciò non toglie che sono parecchi gli analisti che ci mettono sull'attenti: se la "core inflation" americana (oggi al 6.1%) non accennerà a diminuire, non sarà impossibile vedere i tassi FED spingersi fino al 4.5% prima di prendersi una pausa... Ciò significa che ci sono all'incirca altri 200 bps di aumento da prendere in considerazione...


...i rendimenti del Treasury a 2 anni già si stanno adeguando a questa aspettativa e presto saranno sopra il 4%...



...e quelli a dieci anni, un po' in ritardo a causa dell'inversione della curva, ci stanno arrivando. 



Non un bel momento per le obbligazioni e non solo per quelle americane. Il processo di aumento dei tassi in Europa è in uno stato meno avanzato di quello americano ma, purtroppo, temiamo che sia solo una questione di tempo prima di vedere un movimento simile. 

Come ripetuto spesso: non siamo ancora compratori di obbligazioni. NON c'è fretta.


Nelle ultime settimane abbiamo ripetuto fino alla noia che per vedere un'inflazione a livelli più decenti , dobbiamo assistere ad una diminuzione dei costi dell'energia e delle materie prime. In questo senso le cose non stanno andando poi così male:



Le materie prime si sono assestate ed hanno una tendenza ad uno spostamento laterale: stiamo comunque tenendo d'occhio un leggero aumento avvenuto agli inizi di settembre. Per il momento la media mobile dei 200 giorni sta facendo da resistenza... non vorremmo vedere un deciso superamento di questa media che potrebbe dare l'avvio ad un rialzo più consistente...



Anche per quanto riguarda i costi energetici la situazione si sta evolvendo in un modo tutto sommato positivo grazie alla riduzione del prezzo del petrolio e soprattutto a quello del gas decisamente importante per noi europei e per la nostra inflazione.



E' di stamani la notizia che Putin sta modificando la sua strategia ed ha annunciato che "l'operazione militare speciale", attualmente in corso,  verrà tramutata in una "mobilitazione militare parziale": insomma, 300'000 poveri riservisti sono stati richiamati in servizio e questo è bastato a dare una sterzata rialzista sia al prezzo del petrolio sia a quello del gas. Speriamo che non sia l'inizio di una nuova fase dell'invasione Ucraina e soprattutto che non gli salti in mente di utilizzare qualche ordigno nucleare tattico... altrimenti con i costi dell'energia siamo punto a capo e si ricomincia a salire.


Non è un mistero che se non si riesce ad infiacchire l'inflazione a suon di aumento dei tassi e di riduzione dei costi energetici ci penserà una bella recessione a riportarci con i piedi per terra.

Qualche segnale in tal senso sta iniziando a fare capolino e siamo dell'opinione che una fase recessiva dell'economia mondiale sia pressoché inevitabile.



Il Baltic Dry, che monitora i costi dei noli della navi cargo, ha subito una notevole riduzione a segnalare che già da diversi mesi il traffico navale orientato al trasporto delle merci si è ridotto...



Lo stesso tipo di messaggio ci è stato dato da Fed Ex (e verosimilmente seguirà anche UPS) che nei giorni scorsi si è premurata di farci sapere che è in atto un peggioramento delle condizioni commerciali  in tutto il mondo, la qualcosa la si evince da una riduzione dei trasporti via strada e da un rallentamento del traffico dei container. Il crollo della quotazione di FED Ex è la conseguenza di questo scenario.



Anche Ford ha dei (soliti) problemi: i colli di bottiglia sono tutt'altro che risolti e la carenza cronica di micro chips  mette in seria difficoltà tutta la produzione e di conseguenza si vende meno. La reazione della borsa è coerente con il tipo di annuncio...

Fra tre settimane inizierà la stagione della pubblicazione degli utili del terzo trimestre e toccheremo con mano lo stato di salute di molte aziende: è sempre più probabile che non sarà facile continuare a sfornare bilanci che apparentemente se ne fanno un baffo di tutto quello che sta succedendo in giro per il mondo. Non saremo sorpresi se qualche crepa negli utili aziendali inizierà a farsi vedere...



La statistica, che si deriva dopo aver osservato la reazione dei mercati dopo un annuncio di aumento dei tassi, ci dice che potremmo anche vedere nei prossimi delle borse più positive di quello che ci si aspettata. (poi qualcuno ci deve spiegare il perché...)  Se questo schema verrà replicato saremo ovviamente molto contenti anche se, come sappiamo,  prima o poi le statistiche vengono sistematicamente smentite. A noi basta che lo S&P500 rimanga in zona 3820/30...



...e che lo SMI non sfondi quota 10'360. A tal proposito domani è il turno della nostra Banca Nazionale Svizzera nel farci sapere cosa vuol fare dei suoi di tassi: atteso 0.75 ma se non si vuol esser da meno degli Svedesi anche un 1% di aumento non è escluso... per la buona pace dell'euro/chf che sfonderà quota 0.95. Per quanto riguarda la borsa ci lasceremo sorprendere...


Buon pomeriggio!


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