sabato 10 dicembre 2022

*#@!!☠️$?!



Non vi nascondiamo che quando ieri alle 14:30 abbiamo visto il dato sui Prezzi alla Produzione americani (PPI) non siamo riusciti a trattenere la stizza (*#@!!☠️$?!). Che peccato! Dovremmo essere sulla strada giusta per vedere finalmente un'inflazione scendere  ma,  se produrre costa sempre un occhio della testa,  questo dato non sarà piaciuto a Powell e compagni. Infatti i rendimenti americani sono subito saliti di una decina di punti base, non moltissimo,  ma abbastanza per dare fastidio alle borse che in effetti hanno chiuso la giornata in negativo come d'altronde hanno fatto per tutta la settimana (una delle peggiori da due mesi a questa parte...).

Come ben sapete la prossima settimana  è probabilmente una delle più importanti dell'anno ed il dato sull'inflazione americana di martedì è attesissimo. Il PPI di ieri doveva fungere da apripista e spianare la strada ad un'inflazione che dal 7.7% di ottobre dovrebbe scendere al 7.3%,  mentre la core inflation (ricordate? quella più seguita dalla FED) dovrebbe passare dal 6.3% al 6.1%.

Siamo andati a curiosare tra alcune variabili che influenzano l'inflazione e le premesse, PPI a parte, sono buone:

 


Il costo delle materie prime in generale è al ribasso (sarebbe comunque meglio che si decidano ad andare sotto la line nera del supporto...)



Anche l'energia sembra avere imboccato con una certa decisione la strada del ribasso...



 ...aiutata anche (ma non solo) dal prezzo del petrolio che a 72$ al barile si sta avvicinando ai minimi dell'anno.



Per contro il prezzo del gas (nell'immagine il future ad un mese) è in salita, ma siamo anche in pieno inverno e la domanda sale di conseguenza.


Anche i prezzi dei trasporti marittimi sono in forte discesa e stanno tornando quasi ai valori pre-pandemici...

Abbiamo letto da qualche parte che gli americani hanno speso 9.2 miliardi di dollari solo durante il Black Friday, una cifra considerevole che potrebbe far pensare che non hanno perso il vizio degli acquisti compulsivi, ma qualcuno sottolineava che il successo della giornata è stato sancito solo perché moltissima merce è stata venduta con sconti da capogiro.

Insomma, potremmo continuare a lungo a portare acqua al mulino che macina un'inflazione al ribasso ma qui ci fermiamo. Aspettiamo cosa ci dicono i numeri di martedi prossimo e speriamo che siano per lo meno aderenti alle aspettative. Poi prepariamoci all'aumento dei tassi americani di mercoledi (0.5% atteso) e giovedi  e vedremo se la BCE e la BNS faranno, in un impeto di emulazione,  lo stesso rialzo o decideranno di essere più aggressive. Poi i giochi per questo balordo 2022 saranno fatti e dalla prossima settimana ci concentreremo sulle previsioni.



Per lo S&P500 non è stata una settimana gloriosa, se non ci sbagliamo è la peggiore da quasi tre mesi a questa parte. Venerdì ha chiuso a 3934 punti adagiadosi sulla media mobile dei 100 giorni che fa da supporto. Sarebbe stato bello se fosse riuscito a superare la resistenza dinamica (linea rossa) dove probabilmente avrebbe potuto tentare di dare continuità al trend (linee tratteggiate) mentre il fallimento di questo movimento significa che il mercato orso avviatosi ad inizio genniao di quest'anno è ancora in essere. Non vorremmo che il rialzo,  avviatosi durante il mese di settembre, sia un semplice rimbalzo all'interno di un movimento ribassista di lungo corso... Per il 2023 non sarebbe un bel segnale...



Anche per lo SMI di gloria, durante questa settimana che sta per finire, ce n'é stata poca. Comunque avevamo avvisato che delle prese di profitto, considerato il livello d'ipercomprato della scorsa settimana, potevano esserci e ci sono effetivamente state. Ha chiuso a 11'068 punti, a livello di RSI (freccia nera) siamo diventati neutri ma quello che ci piace di più è il fatto che la correzione, soprattutto negli ultimi due/tre giorni,  è avvenuta con volumi molto bassi (freccia rossa) a significare che i movimenti ribassisti non sono stati causati da un'ondata di vendite fuori controllo. Insomma: nessuno ha venduto a piene mani e la cosa ci fa piacere. Anche nel caso del nostro indice sarebbe comunque buona cosa che si riuscisse ad andare sopra la media mobile dei 200 giorni (linea blu) e sarà determinanante la prossima settimana.



Facciamo ancora molta fatica a comprendere il movimento sul dollaro/franco: è vero che la nostra Banca Nazionale Svizzera si appresta giovedi prossimo ad aumentare i tassi (atteso 0.5% ma da non escludere pure uno 0.75%...) e non disdegna l'idea di un franco svizzero forte in ottica anti-inflazione, ma tra la nostra moneta e quella americana ci son sempre una valanga di punti percentuali che ci separano:



 Fra un anno il mercato si aspetta che i rendimenti sul dollaro saranno al 4.63% contro l'1.47% della Svizzera.... più che sufficiente per continuare a far da traino alla valuta americana... o forse ci sbagliamo? Lasciamo aperta la domanda e vediamo se la prossima settimana quando le Banche Centrali si saranno espresse e avremo (si spera) qualche dettaglio supplementare per capire meglio la dinamica tra le due valute.



Per chi guarda invece l'evoluzione del dollaro nei confronti dell'euro in questo caso la dinamica sembra abbastanza chiara,  per lo meno dal punto di vista tecnico: siamo in un canale che ci sta portando verso 1.0750. Tutte le medie mobili sono state ampiamente superare e sul breve non vediamo cosa possa fermare il rafforzamento dell'euro... lo verremo probabilmente a sapere tra martedi e giovedi.


Considerata l'importanza della prossima settimana, se sarà necessario,  vi terremo informati con dei brevi e puntuali Appunti... Per questa settimana basta così, andare oltre non ha senso.

Buon week end!



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