domenica 16 luglio 2023

Dollaro sotto pressione!

Chiediamo subito venia ma Appunti Finanziari di questa settimana si presenta in versione estiva e ci limiteremo all‘essenziale ripromettendoci di approfondire alcuni argomenti nelle prossime puntate.


Ovviamente il dato più atteso,  non solo della settimana ma del mese tutto intero,  è stato il CPI americano di giugno: dal 4% del mese precedente, era atteso al 3.1% ma la realtà è stata ancora più generosa e ci ritroviamo con l‘inflazione made in USA al 3% YoY. Diremmo che il trend ribassista del rincaro è confermato ed è un fenomeno generalizzato e coerente con la politica monetaria delle principali Banche Nazionali; se non fosse così, ci sarebbe veramente da preoccuparsi…


Rimane ancora da sciogliere il nodo della Core Inflation, che risulta essere più tignosa di quella generale,  ma anch‘essa è in calo: dal 5.3% precedente, era attesa al 5% ma siamo scesi durante il mese giugno al 4.8%. Bene così.




Ha destato una certa sorpresa il Consumer Sentiment rilevato venerdi 14 dall‘Università del Michigan, che è uscito ben al di sopra delle aspettative: 72.6 (atteso 65.5; precedente 64.4) ed ha messo a segno il valore più alto dal settembre 2021; un simile incremento non si vedeva dal 2006! Ad onor del vero e al di là del notevole incremento, tale indice rimane ancora lontano dai valori pre-pandemici segno che forse, sotto sotto, un po' di preoccupazione per l'economia americana continua a sussistere...



Ci è sembrata chiarificatrice la nota redatta venerdì da Dimon, il CEO di JP Morgan che, in occasione della pubblicazione dei dati sopra le aspettative del suo istituto, ha ben riassunto il particolare momento che sta vivendo l‘economia del suo paese:


I consumatori sono in buona forma, stanno spendendo la loro liquidità in eccesso.  Anche se dovessimo entrare in recessione, ci andiamo a condizioni sono piuttosto buone; la richiesta di prestiti è bassa e i prezzi delle case sono ancora buoni. Ma i venti contrari sono sostanziali e in qualche modo senza precedenti. C'è la guerra in Ucraina, la stretta quantitativa, le enormi esigenze fiscali dei governi come non si sono mai viste, il Quantitative Tightening (la politica monetaria che riduce il bilancio di una banca centrale)  come non abbiamo mai sperimentato prima. Credo che la gente dovrebbe fare un respiro profondo e fermarsi un attimo a riflettere. Non sappiamo se queste cose potrebbero portarci a un atterraggio morbido, a una recessione lieve o a una recessione dura. Ovviamente, speriamo per il meglio.“ 


Insomma a quanto pare anche Dimon si aspetta uno scenario economico non proprio dei migliori ma il consumatore americano non sembra troppo preoccupato. Vedremo...


Come hanno reagito i mercati?


Quello che è certo è che il dato sull'inflazione americana che si è portato in zona 3% è piaciuto a molti investitori che probabilmente si stanno convincendo che la FED ha spazio per allentare la sua politica monetaria restrittiva e stanno scommettendo che il prossimo rialzo, previsto per il 27 luglio, potrebbe anche essere l'ultimo:




La fluttuazione settimanale dello S&P500 sempre supportare questa ipotesi...



...ed anche il Nasdaq continua la sua salita: protagonisti continuano ad essere i titoli dell'intelligenza artificiale che potrebbero sostenere questo indice almeno fino alla fine del mese,  quando la maggioranza delle aziende coinvolte nel discorso AI pubblicheranno i numeri. Insomma, il mese di luglio svelerà le sue carte solo verso la fine... fino ad allora saranno solo speculazioni...



Il nostro indice SMI sta cercando di mettercela tutta per recuperare qualche punto percentuale e speriamo che la reazione mostrata negli ultimi 2 giorni di borsa possa continuare anche la prossima settimana. Ma qualche dubbio rimane e siamo probabilmente nelle mani del franco che sembra non aver nessuna voglia di indebolirsi:






Come è uscito il dato sull'inflazione americana per il dollaro sono stati giorni complicati: ovviamente i rendimenti della valuta americana sono subito scesi e contro chf siamo andati anche sotto gli 0.86 centesimi per recuperare solo sul finire della settimana; all'inizio della stessa eravano attorno agli 0.89 centesimi... 3.5% di perdita in 5 giorni non è un bel vedere...



lo stesso dicasi per euro/dollaro,  anche se l'impatto del dato inflattivo americano è stato più moderato,  ma stiamo comunque parlando di quasi un paio di punti percentuali...


Sinceramente un dollaro così sottotono non ce lo saremmo mai aspettato... difficile capire cosa sta effettivamente succedendo. Domani cercheremo di capirlo...






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