Alzi la mano chi si è accorto che il primo semestre del 2023 è già alle nostre spalle... Incredibile! Comunque sia, ci siamo presi il tempo per dare una controllata alla qualità delle nostre previsioni che avevamo esposto il 5 gennaio 2023.
In quella occasione si ravvisavano due possibili eventi che avrebbero potuto impattare i mercati finanziari in modo importante:
- La Cina, che risolti i suoi problemi con il covid, torna a crescere come sa fare d'abitudine con un PIL che aumenta del 5%-6% all'anno. Putroppo i guai con il covid sembrano essere risolti ma la crescita non è quella attesa e, in controtendenza con il resto del mondo, sono tra i pochi Paesi che stanno tagliando i tassi per cercare di galvanizzare un'economia che pare asfittica. Un'economia cinese che non tira, piaccia o meno, è un problema che si estende fino alle nostre latitudini.
- Il conflitto Russia-Ucraina è, per il mondo della finanza, un potenziale apportatore di guai seri ma, come spesso accade, il principo di assuefazione ha reso per il momento questa guerra un no-event... Lo sarà quando si arriverà a trovare una soluzione al conflitto.
"Riassumendo: con le previsioni degli analisti abbiamo un rapporto di odio-amore e preferiamo i segnali che ci lancia l'analisi tecnica. Il 2022 è stato un anno caratterizzato da una guerra che non era facilmente pronosticatile e dalla fallimentare gestione cinese della pandemia che ha prolungato i problemi di molte catene di approviggionamento. Le cose potrebbero cambiare nel 2023, vi è solo da sperarlo, e diamo già per scontato che l'America entrerà in recessione probabimente durante l'estate. Un problema in più per la FED che dovrà ad un certo punto decidere se sia meglio abbattere l'inflazione oppure evitare che l'economia cada in una profonda recessione: il mercato crede nella seconda opzione. L'algoritmo di Ned Davis ha detto la sua e bisognerebbe, se ha ragione, investire con decisione nelle borse (a nostro giudizio soprattutto europee) ma dobbiamo comunuque essere certi che il trend negativo che si è avviato a gennaio del 2022 sia superato: giocare d'anticipo non sarà facile."
Cosa dire?
Per il momento Cina e guerra russo-ucraina non sembrano preoccupare più di tanto i mercati. La recessione in USA, per quanto attesa, fatica a manifestarsi a causa di un mercato del lavoro molto tonico che tiene a sua volta alta la fiducia dei consumatori (martedì 27.6 il Consumer confidence era a 109.7 (atteso: 104; precedente: 102.5): fino a quando questa fiducia non si sfalda, per il PIL a stelle e strisce è una buona notizia (infatti giovedì hanno rivisto il PIL del primo trimestre dall'1.3% a 2%). Ciò non toglie che tutta l'attenzione della FED e di un gran numero di altre banche nazionali sia ancora rivolta alla lotta all'inflazione:
Entro la fine dell'anno in America sono attesi ancora un paio di aumenti. Lo stesso dicasi per l'Europa. Mentre la Svizzera si dovrebbe accontentare ancora di un aumento. Poi vedremo se e quando nel 2024, inflazione permettendo, i tassi inizieranno a scendere.
Per terminare, come non menzionare l'algoritmo di Ned Davis che ha fatto egregiamente il suo lavoro: la sua aderenza con la realtà ha dell'incredibile. Questa settimana non abbiamo l'aggiornamento ma, considerando come si è chiusa la sessione di venerdì, possiamo già immaginare che non siamo lontani dal picco di metà luglio...
Anche l'invito ad investire soprattutto nel mercato europeo, come vedremo fra poco, è stata una buona idea. Un po' meno, accidenti, aver insistito con la borsa Svizzera.
Ma vediamo un po' di dati concreti:
Da inizio anno il Nasdaq, spinto dalla fantasia scatenata dall'intelligenza artificiale, ha fatto faville e per il medesimo motivo anche lo S&P500 non si è comportato affatto male. Praticamente fermo il Dow.
Come appena detto, i due indici possono ringraziare quella decina di titoli che sono stati galvanizzati da tutto quello che gira attorno al fenomeno dell'intelligenza artificiale....
...non sono pochi i settori dello S&P 500 che sono addirittura in negativo da inizio anno e la cosa non dovrebbe lasciarci indifferenti. Ci stiamo chiedendo cosa potrebbe succedere quando quella manciata di titoli che hanno brillato si decideranno a correggere...
...cosa che per il momento sembrano non aver intenzione di fare: lo S&P500 venerdì ha beneficiato dei dati americani positivi per tentare di raggiungere i 4500 punti ma non sarà facile: siamo in ipercomprato e soprattutto non vorremmo che fossimo in presenza di due massimi che potrebbero dare il via ad una piccola correzione... Comunque per chi è entrato a metà dicembre ha dovuto subire un pull back che richiedeva nervi saldi ma poi, raggiunto il supporto (cerchio verde), il tutto è ripartito nella giusta direzione.
La borsa superstar è stata indubbiamente quella tecnologica americana per i moviti appena menzionati. Dobbiamo ora stare attenti in quanto l'indice, una volta uscito dal triangolo ascendente, ha raggiunto il suo target (linea blu); una pausa di riflessione potrebbe essere necessaria prima di cercare di attaccare i 13'850 punti...
Bene hanno fatto le borse europee che hanno approfittato di quotazioni piuttosto a buon mercato rispetto a quelle americane. Fanalini di coda Svizzera (con Roche: -5.85%, Nestlé: +0.43%, Logitech: -6.69% e Zurigo: -3.93%) e UK. Spicca la performance della borsa italiana che riflette la crescita della sua economia che per una volta è davanti a quella tedesca...
L'Eurostoxx50 oramai è al quinto tentativo per cercare di superare quota 4'440... se il mood positivo continua potrebbe anche farcela, i volumi sono leggermente al rialzo e non siamo ancora arrivati in zona ipercomprato... chi ha comprato agli inizi di settembre 2022 non deve comunque lamentarsi... ;-)
Del nostro mercato ne abbiamo parlato in lungo e in largo: per il momento dobbiamo metterci il cuore in pace. Non è il suo momento. Venerdì ha avuto uno scatto d'orgoglio (freccia blu) e lo prendiamo come segno di buona volontà, ma i volumi rimangono insignificanti... siamo già in clima vacanziero da diverse settimane. A sua discolpa dobbiamo ammettere che il vero segnale d'acquisto sul nostro mercato è arrivato verso fine marzo (cerchio verde)... considerato il ritardo rispetto alle altre borse europee abbiamo ancora un piccolo margine di speranza per quanto concerne un tentativo di recupero...
Per quanto riguarda le borse asiatiche, spicca la performance del Nikkei che approfitta di una drammatica svalutazione della sua moneta: francamente non ce lo saremmo mai aspettati. Per contro quella di Hong Kong riflette il momento di difficoltà della economia cinese che non può non avere ripercussioni sulle quotazioni azionarie. Potrebbe essere un monito nell'eventualità che anche l'economia americana dovesse entrare in una debole recessione (forse di salva in caso di soft landing...).
Le materie prime registrano con anticipo quando il ciclo economico tende ad indebolirsi: con la Cina che viaggia a scartamento ridotto e il settore manifatturiero americano che fa fatica a crescere, il risultato da inizio anno non poteva che essere quello esposto qui sopra. Si salva l'oro, non tanto perché è un buon antagoista dell'inflazione ma perché stanno continuando gli acquisti delle banche centrali Russa, Indiana e Cinese...
Malgrado il differenziale dei rendimenti a suo favore, il dollaro ha perso quasi un punto e mezzo nei confronti dell'euro e francamente siamo un po' sorpresi. Il franco svizzero si dimostra sempre valuta forte anche perché in questo caso c'è lo zampino della nostra Banca Nazionale che negli utlimi mesi ha venduto valuta estera contro chf per oltre 30 miliardi di chf: un altro modo, oltre a quello di alzare i tassi di interesse, per combattere l'inflazione. Il rafforzamento della moneta rende le importazioni più a buon mercato ma rende la vita a chi esporta un pochino più difficile. Chiedere alle società che compongono lo SMI (e a molte dello SPI) cosa ne pensano a tal proposito...
Terminiamo con le Crypto. Non siamo ancora dei grandi fans di queste monete alternative: per il momento vediamo solo il lato speculativo, che ha i suoi pregi, ma a queste condizioni non può entrare a piene mani nelle nostre asset allocation... Comunque una cosa è certa: queste monete sono qui per restare e la prova è che sono molti gli operatori che stanno creando etf e simili per poterli tradare in modo semplice e si spera sicuro. Il movimento di questa asset class per il momento si spiega solo in questo modo. Allergici alle speculazioni astenersi.
Buona settimana!
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