sabato 21 ottobre 2023

Manteniamo la calma…

 Questa settimana non riusciamo a pubblicare Appunti Finanziari come vorremmo… dovremmo aspettare lunedì ma considerato quanto sta succedendo sui mercati non possiamo aspettare l`inizio della prossima settimana per riflettere e mettere un po‘ di ordine nelle nostre idee. Cercheremo, se necessario, di recuperare i grafici che ci servono dal web ma a dire la verità quel che più importa è cercare di capire da quali eventi sono dominati i mercati delle ultime e se possibile delle prossime settimane in modo tale da capire quando bisognerà approfittare dell’apparente caos per finalmente aumentare il rischio nei depositi. 

Sono mesi che stiamo attendendo delle correzioni importanti ed abbiamo l’impressione che si stanno materializzando. La liquidità non ci manca di certo ed un approccio piuttosto prudente ci ha permesso di non esagerare nell‘imbottire di azioni i depositi. Purtroppo per le obbligazioni ci vorrà ancora un po‘ di pazienza e restiamo molto corti.

Partiamo da un dato di fatto: questa settimana i mercati azionari che siamo soliti seguire hanno perso parecchio del loro valore ed anche la performance da inizio anno, per quanto buona, non è più eccellente come lo era anche solo qualche settimana fa.

  • S&P500.       : -2.38% (+10.02% YTD)
  • Nasdaq.        : -3.16% (+24.05% YTD)
  • Eurostoxx50 : -2.70% (+6.09% YTD)
  • SMI              :  -5.33% (-3.55% YTD)
Ora quello che a noi più importa è cercare di capire da cosa sono dominati i mercati nelle prossime settimane e, andando per ordine di importanza, siamo giunti alla seguente conclusione.

La Guerra

Una buona parte dell‘attenzione dei mercati finanziari è rivolta al conflitto Israelo-palestinese che proprio questa sera (sabato 21 ottobre) potrebbe far scattare l‘ora X per l‘invasione Israeliana nella striscia di Gaza. Quello che un po‘ cinicamente interessa ai mercati finanziari è che l‘attuale conflitto non si allarghi ad altri Paesi e termini il più presto possibile. Insomma, un‘escalation sarebbe deleteria per tutti, non solo per la finanza in generale. 

Ci sono due osservati speciali, petrolio e gas, dove i prezzi per il momento ci sembrano ancora relativamente sotto controllo (il WTI è passato dagli 87.69$ al barile della scorsa settimana agli attuali 88.75$) ma potrebbero sfuggire di mano nel caso di un coinvolgimento di altre Nazioni con evidenti pressioni sull‘inflazione di molti paesi.  Abbiamo la sensazione che i prossimi giorni potranno essere cruciali…

I Tassi di interesse

Quando Hamas ha iniziato a lanciare razzi in direzione di Israele, la prima reazione dei mercati è stata quella di acquistare Treasury americani: se vi ricordate la scorsa settimana i rendimenti erano scesi ma poi, lemme lemme , considerato che il conflitto sembra essere circoscritto a due Paesi, si è tornati alla normalità. Una normalità che ci dice che i rendimenti, soprattutto negli USA resteranno alti per più tempo del previsto e ovviamente questa ipotesi ha ricominciato a dare fastidio alle borse che hanno reagito di conseguenza al ribasso.
Fino a quanto non si manifesteranno chiaramente delle crepe nelle abitudini dei consumatori americani, che continuano imperterriti a consumare, la retorica dell‘higher for longer non sarà facile da scardinare.

Il 17.10 sono stati pubblicati i retail sales americani:
  • Retail sales: +0.7% (atteso: +0.3%; precedente: +0.8%)
Significa che i nuclei famigliari hanno ancora sufficiente potere d‘acquisto per mantenere l‘economia americana in espansione; se questo potere deriva dal lavoro, dalla bassa disoccupazione oppure si stanno dando fondo ai risparmi o peggio ancora è il risultato di un elevato indebitamento, poco importa. Quel che conta è che per il momento si consuma!  La FED non sarà contenta e se non aumenterà i tassi ai primi di novembre, potrebbe farlo nell‘ultima sessione dell‘anno (15.12)… oppure rinviarla all‘anno nuovo. La nostra sensazione è che per il momento potrebbero anche soprassedere e questo potrebbe essere ben visto dal mercato. Il tradizionale rally di Natale non è totalmente da escludere.


I risultati aziendali

A pesare sui listini, e questo vale in particolare per la borsa svizzera, sono state delle trimestrali non esaltanti.  Roche in primis,  ha pubblicato i dati del trimestre dove si evidenzia una riduzione di circa il 6% delle vendite soprattutto a causa della debole performance del comparto diagnostica (che era oltremodo attesissima e quindi non si capisce il clamore creato dalla notizia).  Come sospettavamo, ci ha messo lo zampino anche la forza eccessiva del franco svizzero che purtroppo inizia a farsi sentire con una certa evidenza nei bilanci delle società che esportano molto.  

In America a creare un po‘ di malumore ci hanno pensato i numeri di Tesla che non sono esaltanti,  numeri che hanno indotto Elon Musk ad indicare nell‘eccessivo aumento dei tassi di interesse la causa dei suoi problemi. Proprio tutti i torti non li ha.

Da contrappeso fungono i numeri di Netflix, che grazie anche alla recente politica restrittiva riguardante i codici di accesso ai loro servizi, hanno notevolmente aumentato la loro quota di utenti. E‘ sempre una cosa che piace molto al mercato e quindi è stata premiata con un corposo rialzo del 16%

Insomma, per fortuna che i numeri ed i bilanci delle società hanno ancora un posto nella moderna finanza anche se, ve ne sarete accorti, spesso e volentieri si ha l’impressione che a contare siano più le sciocchezze che circolano nei canali social che non i bilanci certificati delle aziende.

 Le prossime settimane

Vogliamo chiudere questi brevissimi Appunti con un messaggio: l’andamento delle quotazioni delle borse non è una linea retta che cresce indefessamente. Per loro natura le correzioni sono un fenomeno naturale anche se dobbiamo ammettere che sempre più spesso i ribassi sono violenti e sembrano non darci più nessuna speranza. In realtà anche dalle peggiori delle situazioni siamo sempre riusciti a riemergere e non vediamo il perché questa correzione deve essere diversa dalle altre. 
Sappiamo che l‘economia non se la passa benissimo ma non sarà così per sempre, le guerre incidono sulle quotazioni soprattutto nel breve termine, poi, purtroppo, subentra un periodo di assuefazione e quasi quasi ce le dimentichiamo. Rimangono i risultati delle aziende, che fino a prova contraria continuano a guadagnare un sacco di soldi, anche se a volte meno del previsto ma , accidenti, i guadagni sono miliardari e non sempre sono correttamente quotati. Ergo, non perdiamoci d‘animo e con calma e senza fretta vediamo come riuscire ad approfittare di questi ribassi che aspettavamo da tanto tempo.

Buon week end!



 















 

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