Ci siamo lasciati la scorsa settimana, un po' frettolosamente e ce ne scusiamo, con l'idea che sul fronte di guerra israelo-palestinese si stesse per muovere qualche cosa di importante... non che non stia accadendo nulla, non fraintendeteci, ma circolava insistente la notizia che, al nord della striscia di Gaza, un intervento militare in grande stile da parte delle truppe israeliane non era da escludere... Siamo ancora in una fase di attesa, i mercati ne sono consapevoli, ma avendo una certa idiosincrasia nei confronti delle incertezze, hanno passato la settimana sul chi vive. Inoltre un allargamento del conflitto è possibile in ogni momento; l'intervento americano in Siria ne è la conferma: per il momento sembra senza troppe conseguenze ma la situazione potrebbe evolvere non necessariamente nella direzione che tutti noi auspichiamo...
Abbiamo iniziato ad abbozzare i nostri Appunti venerdì nel tardo pomeriggio. Nel frattempo durante il fine settimana in effetti qualche cosa di serio si sta muovendo come ci si aspettava: le comunicazioni sono interrotte, internet è saltato e soprattutto ci sono infiltrazioni di carri armati e truppe a nord di Gaza che spostano il conflitto su di un altro livello... vedremo domani quale sarà la reazione dei mercati anche se francamente, considerato quanto sta accadendo, è l'ultima cosa che ci vien da pensare...
Dovremo avere ancora un po' di pazienza, ma se c'è stata l'accortezza di tenere una parte del portafoglio in liquidità, vi saranno ottime possibilità di rientro; di questo ne siamo certi. Per fortuna a noi la liquidità non manca... e la pazienza pure.
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In Europa giovedì 26.10 la giornata è stata dominata dall'attesissima riunione della BCE ma, per comprendere a fondo le decisioni che sono state prese dal direttorio della Banca Centrale Europea, è utile dare un'occhiata al grafico seguente:
Come abbiamo già visto più di una volta, i PMIs sono indici che forniscono in tempo reale lo stato di salute del settore manifatturiero o dei servizi di una nazione. Quando questi indici fluttuano al di sotto del 50, segnalano una contrazione dell'attività economica che spesso potrebbe sfociare anche in una recessione.
Nel nostro caso, se l'attività manifatturiera americana è in prossimità del 50 (beati loro), non possiamo dire lo stesso di quella europea dove il trend è chiaramente al ribasso e sotto il 50 ci siamo andati da un bel pezzo. Non vi sarà sfuggito che il dato peggiore, e non di poco, è quello tedesco... ancora oggi facciamo fatica a crederci! Una Germania in recessione non piace a nessuno; le conseguenze sono facilmente immaginabili...
Ma torniamo a giovedì 26: la BCE, dopo 10 rialzi consecutivi, si è concessa una pausa di riflessione evitando l'undicesimo rialzo; con i dati che abbiamo appena visto non è stata una sorpresa.
Ma come ha giustificato una tale decisione la Lagarde? Ridotto all'osso il suo intervento pubblico è riassumibile come segue:
- Qualcuno si è divertito a spolpare il suo discorso e pare che abbia utilizzato ben 9 volte, in tutte le sue varianti, il termine "debole" riferendosi alle condizioni dell'economia europea.
- La contrazione della produzione manifatturiera non le piace affatto ed inizia a vedere un fenomeno simile affacciarsi anche nel mondo dei servizi...
- L'impatto dei 10 aumenti dei tassi comincia a farsi sentire... in effetti, come da manuale, ci vogliono non meno di 12/18 mesi prima che gli aumenti facciano il loro effetto...
- Ha salutato con piacere il netto calo dell'inflazione europea di settembre al 4.3% (in effetti un anno fa era oltre il 10%) ma "è assolutamente prematuro discutere di un taglio dei tassi di interesse". Insomma, il mantra dell' "higher for longer" è stato ribadito.
- 25.10: vendita di nuove case (sett.) : 759k (atteso: 680k; precedente: 676k)
- 26.10: PIL terzo trimestre : 4.9% (atteso: 4.7%; precedente: 2.1%)
- 26.10: Initial joless claims (21.10) : 210k (atteso: 207k; precedente: 200k)
- 26.10: Odini beni durevoli (sett.) : 4.7% (atteso: 2.0%; precedente: -0.1%)
- 27.10: PCE index yoy : 3.4% (atteso: n.a. ; precedente: 3.4%)
- 27.10: core PCE index yoy : 3.7% (atteso: 3.7%; precedente: 3.8%)
- Alphabet : -12.05%
- Tesla : -14.59%
- Microsoft : -0.36%
- Amazon : +5.90%
- Meta : -4.22%
Siamo tornati leggermente sopra i 2000 $ per oncia e andare oltre non è impossibile se si continua a respirare un'aria molto pesante nel settore medio-orientale. Per chi è particolarmente avverso ad ogni tipo di pericolo, ovviamente diremmo di tenere le posizioni di metallo giallo in deposito. Noi ne abbiamo sempre qualche punto percentuale e in questo momento fa il suo servizio... non cose mirabolanti ma attutisce un pochino i colpi bassi della borsa e del reddito fisso.
Per quanto riguarda le obbligazioni in euro forse è un po' presto per vedere una reazione decisa alle parole della Lagarde di giovedì. Vedremo la prossima settimana se qualche cosa, come sembra, si sta muovendo. Dall'ultima nostra osservazione (2 settimane fa) un mezzo punto si è aggiunto ad una performance che si avvicinava allo zero assoluto. Se c'è una situazione economica che proprio non avrebbe bisogno di ulteriori aumenti dei tassi è proprio quella europea ed il mercato del reddito fisso potrebbe anche approfittarne.
Purtroppo questa volta non possiamo restare ammirati dalla precisione dell'algoritmo dell'amico Ned Davis. Come lui stesso ama sottolineare "il trend è più importante del livello" ed effettivamente il trend è cambiato e di certo non è lo spostamento laterale che aveva previsto fino a dicembre... restiamo possibilisti nei confronti di un rally di fine anno: con i chiari di luna che abbiamo visto e pensando anche solo ad un rimbalzo tecnico non è completamente da dimenticare. Comunque raggiungere performances a due cifre sarà piuttosto complicato.
Anche il Nasdaq (+20.80% ytd) è entrato tecnicamente in un territorio di correzione (succede quando abbiamo oltre il 10% di minusvalenza dall'ultimo picco) ed il perseverare dei rendimenti in zona 5% non lo aiuterà di certo a riprendersi con facilità. Sappiamo bene quanto questo mercato sia sensibile all'alto costo del denaro e lo spostamento all'interno del canale ribassista non fa altro che confermarlo. I 12'200 punti sono comunque un supporto di tutto rispetto (sorry, il grafico è un po' corto ma se l'allunghiamo il supporto appare in tutta la sua solidità) ed il fatto di essere quasi in territorio di ipervenduto anche in questo caso potrebbe favorire un rimbalzo tecnico.
Si dice spesso che "la borsa è lo specchio dell'economia che rappresenta" ed anche se questa affermazione un po' grossolana adrebbe meglio specificata, riteniamo che in questo preciso momento si adatta bene all'Eurostoxx50 (5.82% ytd) che in una manciata di settimane ha perso più del 10% del suo valore. Venerdì si è adagiata sull'iportante supporto dei 4000 punti e sembra volersi prendere una pausa. Ci preoccupano e non poco tutti gli incroci delle medie mobili che potete facilmente osservare: quella dei 50 giorni (in viola) ha praticamente forato al ribasso sia quella a 100 che a 200 e, bruttissimo segnale, anche quella a 100 (in verde) sta per forare al ribasso quella dei 200 giorni (in blu). Consola il fatto che i ribassi degli ultimi giorni sono avvenuti con volumi al ribasso... probabilmente non siamo in presenza di un sell off selvaggio ma potrebbe diventarlo se i 4000 punti non verranno confermati la prossima settimana.
Quando finalmente l'abbiamo vista, ci è andato il pranzo di traverso... Stiamo parlando del nostro SMI (-3.78% ytd) e di quella che tecnicamente viene definita una "bearish flag", ovverosia una bandiera ribassista... con un po' d'immaginazione potete vedere il pennone di questa bandiera (parte dai 10'880 punti e scende fino ai 10'250 punti (freccia rossa grande)) poi durante la settimana che sta per finire si è consolidata la vera e propria bandiera o drappo che dir si voglia (freccia blu). Di norma questa è considerata una figura di continuità, ciò significa che se non arriva un rimbalzo (magari favorito dall'evidente stato di ipervenduto del nostro mercato) il movimento in corso (che è ribassista) proseguirà e abbiamo serie probabilità di andare a fare una visita al supporto dei 10'000 punti.
Questa settimana il franco svizzero (qui contro dollaro) sembra aver perso un po' di smalto e la valuta america sta risalendo la china oltre lo 0.90. L'incrocio con la media mobile dei 200 giorni (in blu) potrebbe dare al dollaro quello slancio per riportarlo in zona 0.92. Ovviamente domani mattina vedremo se la nuova fase del conflitto mediorientale richiamerà gli investitori alla prudenza ed in quel caso il chf sarà nuovamente richiesto.
Il dollaro sembra avere tutta l'intenzione di rafforzarsi nuovamente contro euro. In effetti con l'economia che si ritrova e il differenziale dei tassi (quasi 200 basis points a suo favore) la cosa non ci sorprende. Se rompe 1.0550 il prossimo obiettivo è 1.0250.
L'euro sul finire della settimana si è rafforzato contro chf. Sembra strano e vedremo lunedì se questo trend continuerà. Va comunque sottolineato che anche la nostra banca nazionale si sta accorgendo che non possiamo accettare un eccessivo rafforzamento della nostra valuta e quindi i messaggi che arrivano dalla BNS si sono in effetti un pochino ammorbiditi: franco svizzero forte si, ma fortissimo non va bene.
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