domenica 15 ottobre 2023

Venti di guerra

 Non passa settimana che qualche nuova tessera si aggiunge al sempre più complesso puzzle dei mercati finanziari e, tanto per affievolire quello stato di ansia che ci prende quando abbiamo l'impressione che qualche cosa sta sfuggendo dalle nostre mani, abbiamo provato, seppure in modo disordinato, a fare la conta degli eventi problematici potenzialmente nefasti per i mercati e che ad oggi sono ancora alla ricerca di una soluzione:

  • Iniziamo dalla Cina e dai due colossi immobiliari Country Garden ed Evergrande: il primo qualche giorno fa non è stato in grado di onorare i suoi impegni per un corrispettivo di circa 60 milioni di dollari.  Lo spettro del fallimento si sta sempre più consolidando e con la cassa sotto pressione potrebbe essere questione di settimane... Evergrande non è messa meglio e se anch'essa dovesse subire la stessa e probabile sorte di Country Garden possiamo esser certi di trovarci confrontati ad un fallimento che quantifichiamo in mezzo trilione di dollari; un fallimento simile non mancherà di farsi sentire anche dalle nostre parti.
  • Gli scioperi del settore auto in America sono tutt'altro che conclusi: è di questa settimana la notizia che 8700 collaboratori della Ford nel Kentuchy hanno aderito alla protesta e le catene di produzione di furgoni e pick-up si sono fermate. Se pensiamo che questo stabilimento genera 25 miliardi di dollari di proventi all'anno (un sesto delle entrate di Ford) il danno che ne può conseguire è notevole; si temono effetti a cascata su altre fabbriche e sui fornitori.
  • Il Congresso americano è ancora senza il suo Speaker e la cosa evidenzia come il partito repubblicano sia fondamentalmente ancora piuttosto disunito. Intanto il tempo scorre ed i piani di spesa per l'anno fiscale 2024 non sono ancora stati approvati; lo spettro dello shutdown è tutt'altro che teorico. 
  • Già che siamo negli Stati Uniti ci restiamo... L'Economist durante la settimana ha evidenziato quello che fondamentalmente già potevamo supporre:


La spesa per gli interessi del debito pubblico americano supererà a breve quella per la difesa nazionale e sta puntando a sorpassare anche quella dedicata ai costi della salute. Si capisce a questo punto quanto sia importante abbattere l'inflazione in tempi rapidi in modo tale da poter attuare una politica dei tassi meno restrittiva. Se lo stato è indebitato, lo sono anche un gran numero di americani che stanno mettendo la propria carta di credito a dura prova... il 25 ottobre Visa pubblicherà i dati: sarà una bella occasione per fare il punto della situazione.

  • Un altro campanello d'allarme, che arriva sempre dagli States e che ci può aiutare a comprendere meglio lo stato di salute dell'economia,  è la statistica relativa ai fallimenti aziendali:



...dopo un 2021 e 2022 relativamente calmi sotto il punto di vista degli insuccesi aziendali, nel 2023 la statistica ci sta dicendo che i fallimenti sono tornati a farsi vedere... anche in questo caso temiamo che la veloce salita dei tassi di interesse ci abbia messo lo zampino...

  • Oltre un anno e mezzo di guerra tra Russia ed Ucraina ci ha quasi assuefatto a tutte le notizie che arrivano da questo fronte che è stato, come è comprensibile che sia, quasi totalmente oscurato da quanto sta accadendo nei pressi della striscia di Gaza. La guerra in Ucrania è lungi dall'essere finita ma intuiamo che qualche cosa di importante potrebbe anche succedere a breve soprattutto perché da più parti il sostegno a Zelensky potrebbe affievolirsi...

***

Ma veniamo a noi. La scorsa settimana avevamo terminato il nostro intervento ipotizzando per quella entrante un aumento della volatilità causato dallo scellerato intervento armato da parte di Hamas. In effetti qualche cosa in questo senso si è iniziato a muovere,  ma dobbiamo ammettere che ci aspettavamo anche di peggio. E' comunque abbastanza probabile che, con l'inizio delle operazioni militari israeliane nel nord della striscia di Gaza, gli indici di volatilità saliranno ulteriormente e si passerà definitivamente in modalità risk-off dove notoriamente gli investitori tendono a ridurre o ad evitare del tutto l'assunzione di rischi.


Il VIX in effetti si sta stabilizzando attorno al 20. Dobbiamo ammettere che ci potevamo aspettare ben altro: per il momento il conflitto israeliano-palestinese sembra molto ben localizzato... ma il solo sospetto che potrebbe allargarsi alle nazioni confinanti sarebbe più che sufficiente per spingere il VIX verso il 30. Paesi da tenere sott'occhio: Iran, Siria ed Egitto.


Siamo andati a dare un'occhiata al PutCall ratio ed in effetti da inizio settembre gli investitori sono più propensi ad acquistare protezione intensificando l'impiego di opzioni di vendita (put).  Di norma il rapporto di put verso i call (opzioni di acquisto) è di 0.6 ma il cerchio rosso evidenzia come da un paio di settimane spesso il rapporto è di 1:1. Insomma un po' di preoccupazione la vediamo.



Anche l'oro, che da marzo sta soffrendo a causa dell'impennata dei rendimenti sul dollaro, si è risvegliato e dall'attacco ad Israele è salito di quasi sei punti percentuali incrociando al rialzo tutte e tre le medie mobili... se il conflitto dovesser acutizzarsi è probabile che lo vedremo anche più sù... dire dove non è comunque facile... dipende per quanto tempo gli investitori staranno in modalità risk-off. Purtroppo in questo caso l'analisi tecnica ci aiuta poco.



La voglia di sicurezza degli investitori la si vede anche analizzando i rendimenti dei Treasury americani: dal 6 di ottobre sono tornati i compratori, soprattutto coloro che hanno bisogno di sentirsi in un qualche modo protetti, che non hanno lesinato gli acquisti facilitati, dobbiamo stottolinearlo, da rendimenti che oramai su quasi tutta la curva dei tassi si approssimano o addirittura superano il 5%. La forte domanda ha per qualche giorno fatto cambiare il trend dei rendimenti del debito pubblico americano che puntano al ribasso. Chissà se dura... Come vedremo dopo, considerata l'inflazione americana, non sarà facile vedere i tassi scendere.


Che dire? Dal punto di vista valutario il franco svizzero è una superstar... in questi frangenti la nostra moneta dà sempre il meglio di sé rafforzandosi contro quasi tutte le monete internazionali... Contro Euro poi vince facile...


...un po' più dura la competizione contro il dollaro, complice anche l'evidente ipercomprato della valuta americana che già a metà settembre (cerchi rosso)  lasciava intravvedere una qualche presa di profitto ma il rendimento al 5% ha frenato la caduta.  Per il momento 0.90 sembra essere un supporto... ma come detto stiamo vivendo una situazione particolare e tutto può succedere... mentre stiamo scrivendo è in corso una controffensiva israeliana portata avanti da terra, aria e mare...  Può succedere di tutto!


Contro la valuta europea il dollaro ha mantenuto la sua posizione di forza anche se per il momento non riesce ad andare sotto l'1.05... ma è solo una questione di tempo: il supporto a 1.0550 è stato forato e con quello che sta succedendo non può che andare avanti a rafforzarsi...


***




Giovedì 12.10 tutta l'attenzione del mondo finanziario era catalizzata sulla pubblicazione dell'inflazione americana per il mese di settembre :
  • CPI          : 3.7% (atteso: 3.6%; precedente: 3.7%)
  • Core CPI : 4.1% (atteso: 4.1%; precedente: 4.3%)
Inflazione che era stata preceduta mercoledì 11.10 dall'indice dei costi di produzione:
  • PPI yoy    : 2.2% (atteso: 1.9%; precedente: 1.6%)

Sorprese di un certo spessore non ce ne sono state ma dobbiamo constatare che l'inflazione rimane a dei livelli che sicuramente non piacciono alla FED... l'aumento dei costi alla produzione non aiuta di certo a migliorare il quadro della situazione... 

I costi dell'energia stavano da diversi mesi andando nella giusta direzione ma purtroppo temiamo che quando verrà pubblicato il CPI per il mese di ottobre la componente energetica sarà tornata a salire:



Il petrolio (nell'immagine il WTI) dal 6 di ottobre è salito di oltre il 7%...


...mentre il gas (in immagine il prezzo del future ad un mese) ha ricominciato a salire con una certa violenza. Abbiamo dato un'occhiata ai siti internet: in questo momento le notizie che arrivano dalla striscia di Gaza non sono molto rassicuranti...

***

La terza stagione degli utili in America ha preso il via venerdì scorso con la classica pubblicazione dei dati delle principali banche: ne parleremo più in dettaglio la prossima settimana. Per il momento ci limitiamo a segnalare l'aumento dell'utile netto di JP Morgan (+35%), quello di Citigroup (+2%) e la presa di posizione di FactSet che si aspetta utili migliori rispetto ai primi due trimestri. Vedremo...




Malgrado i venti di guerra l'S&P500 (+12.72% ytd) è rimbalzato dal suo supporto ed ha compiuto il classico ritracciamento del movimento avviatosi a fine agosto. Ora le cose si fanno un po' più complicate in quanto la media mobile dei 50 giorni sembra intenzionata a forare al ribasso quella dei 100 (freccia rossa) che attualmente fa da resistenza. Molto dipenderà dai dati trimestrali e soprattutto dall'evoluzione del conflitto. In questo momento fare previsioni anche solo a breve termine è parecchio complicato ma il buon senso ci dice che avremo davanti a noi qualche settimana piuttosto complessa...


Discorso molto simile anche per il Nasdaq (+28.10%ytd): bene il rimbalzo, occhio all'incrocio delle medie mobili che quando si forano dall'alto verso il basso non è mai un bel segnale... Sappiamo quanto l'indice tecnologico sia stato dominato quest'anno dalle performances di una manciata di titoli (BigTech) che pubblicheranno i loro numeri quasi tutti solo verso la fine del mese... dovremo portare un po' di pazienza.


Putroppo per l'Eurostoxx50 (+9.03% ytd) i 4220 punti, che costituivano un supporto piuttosto convincente , una volta forato al ribasso (inizi di settembre) questo livello si è trasformato nella sua resistenza... per il momento il trend ribassista non sembra molto aggressivo, diremmo che la voglia è più quella di spostarsi lateralmente... ovviamente conflitto palestinese permettendo...



Che peccato! Lo SMI (+1.59% ytd) si stava finalmente spostando nella giusta direzione e ce la stava mettendo tutta nel tentativo di recuperare una performance che lo vede, ingiustamente, relegato nelle ultime posizione della graduatoria delle borse europee. Il rimbalzo di questa settimana era convincente, la media mobile dei 50 giorni (in viola) forata dal basso verso l'alto, i volumi c'erano... Vedremo domani se il suo carattere difensivo l'aiuterà a restare a galla...

Buona domenica!

PS: il prossimo nostro intervento probabilmente verrà pubblicato lunedi 23.10.2023



Nessun commento:

Posta un commento