Volevamo iniziare questo nostro ultimo post dell'anno con un po' di retrospettiva ma ci siamo detti che d'informazioni su come è andato quest'anno finanziario ve ne abbiamo fornite molte. Se poi qualcuno ama approfondire o capire meglio cosa è successo, siamo certi che troverà tonnellate di ragguagli nei siti economici. Se avete delle domande che rimangono senza una risposta, potete sempre provare a scriverci utilizzando la mail con la quale vi segnaliamo l'avvenuta pubblicazione del post e cercheremo di darvi il nostro parere.
Siamo quindi dell'idea che è meglio utilizzare il nostro tempo per cercare di capire come dovremo affrontare il 2025. Partiamo!
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Come ben sapete, uno dei nostri obiettivi è quello di monitorare i trend dei mercati nell'intento di mettere voi e noi sull'attenti quando una tendenza di medio/lungo periodo sta per cambiare direzione e ne abbiamo l'evidenza. In tal caso bisogna agire con una certa solerzia apportando i necessari correttivi all'interno delle nostre asset allocation.
Non siamo comunque i soli che hanno deciso di seguire con attenzione la tendenza dei mercati, tendenza che notoriamente è nostra amica ("the trend is your friend") ma c'è qualcuno, che ben conosciamo, che addirittura il trend cerca di anticiparlo in quanto pure lui è convinto che "the trend is more important than the level" invitandoci quindi a guardare al quadro generale, rappresentato dalla direzione e dalla persistenza del movimento in essere. Questo approccio vale per qualsiasi strumento finanziario si voglia analizzare.
Nel caso specifico è da diverso tempo che ci mette a disposizione la sua previsione sull'andamento dello S&P500 per l'anno che verrà e oramai sappiamo che il suo modello, per quanto non deve mai essere preso per oro colato, ha una capacità anticipatoria piuttosto sorprendente;.
Ecco come Ned Davis, è ovviamente di lui che stiamo parlando, vede il 2025 dello S&P500:
Siete sorpresi vero? E' da due anni che questo indice sale ben oltre il 20% ed una pausa sarebbe più che comprensibile; invece sembra sia pronto a fare un nuovo salto del 10% che lo porterebbe attorno ai 6'600 punti per fine 2025. Un valore che non si discosta troppo dalle previsioni medie degli altri analisti che si situano in un range tra i 6'500 e i 7'000 punti.
Interessante notare come l'inizio dell'anno non sarà di quelli al fulmicotone almeno fino all'insediamento di Trump (20 gennaio), vi sarà un lieve aumento a febbraio seguito da un paio di mesi di spostamento laterale; da aprile agli inizi di luglio dovremmo avere un periodo di crescita importante (5-6 punti percentuali) seguiti da una fase di consolidamento piuttosto lunga (da luglio a fine ottobre) per poi terminare in buon rialzo. Detta così è tutto semplice, poi vedremo cosa in effetti ci riserverà il 2025...
(per gli interessati, a margine del nostro intervento domenicale, spieghiamo come Nad Davis elabora il suo grafico)
A questo punto ci stiamo chiedendo cosa in effetti potrebbe tenere intatto l'attuale trend di medio periodo dello S&P500 e buttiamo lì due o tre risposte:
- Trump e la sua voglia di deregolamentare il sistema economico a quale aggiungiamo un importante taglio alle le tasse.
- L'onda lunga dell'intelligenza artificiale che dovrebbe rendere sempre più efficienti i processi di produzione a favore di un crescente numero di aziende.
- Gli utili per azione che sono previsti per il 2025 a 275$ ovverosia un aumento del 13% rispetto al 2024.
- La principale preoccupazione degli investitori pare sia il pericolo di trovarsi invischiati in una guerra commerciale globale. Lo scorso anno il tema... non era neppure un tema. Segno dei tempi ed evidentemente la nuova amministrazione Trump ne è la causa. Vedremo se effettivamente Trump avrà interesse a scatenare una guerra che potrebbe potenzialmente essere dannosa per tutti. Siamo dell'idea che in gran parte stia bluffando ma ovviamente non tutti la pensano come noi: trovarsi impegolati in una simile guerra sarebbe catastrofico per l'economia e di rimando per i mercati finanziari. Abbiamo inserito in fondo al nostro post un articolo dell'Economist che indica, largo circa, quali sono gli spazi di manovra che Trump può utilizzare per realizzare il suo programma: ci pare una lettura di un certo interesse e che mette in una prospettiva più realistica quello che può fare da quello che verosimilmente potremmo derubricare come semplice "materiale buono per una campagna elettorale".
- L'affievolirsi dell'entusiasmo nei confronti dell'Intelligenza Artificiale : sarebbe devastante accorgersi che tutta l'efficienza promessa dall'AI non è per subito ma si necessita di molto tempo prima di vederne i benefici che ovviamente non possono avantaggiare solo una manciata di società (leggi M7) ma devono coinvolgere tutto il sistema economico.
- Un'inflazione vischiosa più del previsto è il cruccio numero uno della FED. Come abbiamo già visto la scorsa settimana si è premurata di sottolineare che la prospettiva di un aumento del rincaro è tutt'altro che teorica e quindi è già entrata in modalità difensiva programmando non più di due tagli dei tassi per il 2025 ed altrettanti per il 2026. I mercati se ne faranno una ragione e dovranno evitare reazioni isteriche se una buona parte delle sedute della FED si chiuderanno con un nulla di fatto per quanto concerne la riduzione del costo del denaro.
Sarebbe veramente mortale per il trend dello S&P500 se addirittura i tassi dovessero salire. Questo è il vero pericolo del 2025 e vale per tutti noi non solo per gli americani. Prima seduta della FED nel 2025: 28-29 gennaio e nessun taglio ai tassi è previsto...
- Osservazione finale: interessante constatare che lo scorso anno il principale pericolo percepito dagli investitori era di gran lunga costituito da un hard landing dell'economia americana che per fortuna nostra non si è manifestato... oggi il tema è stato declassato e non sembra far paura a molti.
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Anche l'anno scorso, durante le sedute prima della fine dell'anno, lo S&P500 non ha proprio brillato... d'altronde dopo una cavalcata del 25.18% una pausa se la può anche concedere. Probabilmente resterà in stand by fino al 20 di gennaio cercando di barcamenarsi senza fare troppi danni. L'importante, per quel che ci concerne, è che continui a restare all'interno del canale del trend ascendente di medio periodo. Capiremo subito dopo il 20 se i 6'600 punti per fine anno saranno un target raggiungibile.
Pure il Nasdaq (+31.38% ytd) sembra rimanere senza troppi problemi all'interno del canale ascendente, anche se un piccolo brivido venerdì l'abbiamo vissuto: i Magnifici 7, nel loro insieme, hanno perso il 2.3% e non essendo abituati a simili scossoni che fanno un certo effetto. Per il momento manteniamo la calma: vedremo nei prossimi giorni se ci sarà subito un recupero (non pervenuto neppure nell'after hours...).
Piccolo ma importante scatto d'orgoglio per l'Eurostoxx50 (+8.35% ytd) che è riuscito ad issarsi sopra la resistenza dei 4'868 punti. Non pretendiamo molto ma sarebbe estremamente importante che riprendesse a muoversi per lo meno lateralmente in un range tra i 4'868 punti e i 5'100.
L'aver pure forato dal basso verso l'alto le medie mobili a 50 e 100 giorni è già di per sé un bel segnale... ne aspettiamo con ansia altri!
La scorsa settimana avevamo segnalato l'ipervenduto sullo SMI (+4.05% ytd) che poteva risolversi con un movimento rialzista di qualche centinaio di punti come poi si è effettivamente avverato. Purtroppo i volumi sono rimasti piuttosto modesti, come è anche normale sul finire dell'anno, con un buon numero di operatori in vacanza. E' imperativo che in un qualche modo si riesca ad uscire da quel canale discendente tratteggiato che inizia, ogni settimana che passa, a diventare sempre più significativo. Rimanere sopra gli 11'450 punti sarà comunque molto importante. Fingers crossed!
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Per il momento il dollaro è in una fase rialzista di breve termine difficile da contrastare ma con il Treasury a 10 anni che rende il 4.66% e quello a due il 4.33% le chances che continui a salire sono parecchie. Contro franco è riuscito a chiudere sopra la mini-resistenza posta a 0.8950 ed ora la strada verso lo 0.9070 sembra spianata, soprattutto considerando una media mobile a 50 giorni (linea viola) che non solo ha incrociato quella a 100 (linea verde) ma sta pure facendo la stessa cosa con quella a 200 (linea blu)... Più bullish di così!
Anche contro euro il dollaro continua a mostrare i muscoli ma per il momento non riesce ad andare oltre 1.0350... vedremo la prossima settimana se andrà a testare ancora quella che è l'attuale resistenza a 1.05 per poi addirittura superarla anche se non sarà facile. Diremmo che nuovi acquisti di dollaro contro euro solo se si va con convinzione sotto l'1.0350.
L'euro contro franco si è finalmente scrollato di dosso il supporto a 0.93 per finire la settimana con un centinaio di basis points a suo favore. In effetti con i rendimenti sul franco che stanno andando su tutta la curva molto vicino allo zero si poteva prevedere uno scatto di reni della valuta europea... lo so, fa un certo effetto... speriamo che il movimento sarà confermato anche la prossima settimana anche se superare lo 0.9420 non sarà una passeggiata.
Buon anno a tutti i nostri lettori!
Il prossimo post verrà pubblicato domenica 12 gennaio
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Vale la pena per una volta spendere due parole su come Ned Davis arriva all'elaborazione del suo grafico. Come al solito un bel colpo di mano ce lo offre l'Intelligenza Artificiale:
Ned Davis Research (NDR) è noto per il suo approccio metodico e basato sui dati, e per elaborare i suoi grafici predittivi sull'andamento dell'S&P 500 utilizza una banca dati estremamente vasta, che include non solo le quotazioni storiche dello S&P 500 sin dalla sua nascita, ma anche una vasta gamma di indicatori economici, finanziari e tecnici.
Elementi principali della metodologia di Ned Davis:
Dati storici completi dello S&P 500:
- NDR lavora con le quotazioni storiche dello S&P 500 dal momento della sua creazione (1928), analizzando l'andamento dei prezzi, i rendimenti, le volatilità, i drawdown e altri fattori rilevanti.
- Integra anche i dati pre-1928, quando necessario, utilizzando indici simili per costruire serie temporali più lunghe.
Analisi ciclica:
- Utilizza cicli storici come il ciclo annuale, il ciclo presidenziale e il ciclo decennale.
- Confronta i dati attuali con le medie storiche e individua modelli ricorrenti nel comportamento dei mercati.
Indicatori economici e fondamentali:
- Include variabili macroeconomiche come inflazione, tassi di interesse, crescita economica, utili aziendali e valutazioni (es. rapporto prezzo/utili - P/E).
- Analizza la relazione tra il comportamento dello S&P 500 e l'economia reale.
Indicatori di sentiment e flussi di mercato:
- Tiene traccia di dati sul sentiment degli investitori, come gli indicatori di paura e avidità (Fear & Greed Index) e i flussi verso i fondi azionari.
- Analizza il posizionamento degli investitori istituzionali e retail.
Tecniche avanzate di statistica e machine learning:
- Combina approcci quantitativi avanzati, come modelli di regressione e analisi di correlazione, per trovare pattern nei dati.
- Utilizza grafici e indicatori proprietari, come il suo famoso Global Recession Probability Model.
Perché utilizza una banca dati così vasta?
La filosofia di Ned Davis è radicata nella convinzione che:
- "Don’t Fight the Tape" e "Don’t Fight the Fed": I dati storici e il contesto economico-finanziario globale offrono preziose informazioni sul possibile comportamento futuro del mercato.
- Un'enorme quantità di dati consente di ridurre i bias cognitivi e di prendere decisioni basate su evidenze statistiche, non su emozioni o intuizioni.
Dove Donald Trump sarà limitato e dove no
La scala MAGA di plausibilità politica fornisce una pratica guida in cinque parti
19 novembre 2024
Di John Prideaux, redattore per gli Stati Uniti, The Economist
Il 47° presidente americano sarà meno vincolato di quanto lo sia stato il 45°, pur essendo la stessa persona. Donald Trump godrà di maggiore deferenza da parte del suo staff, del suo partito e dei tribunali rispetto al suo primo mandato. Questo non significa che non ci saranno vincoli per lui. Dove ci si può aspettare che riesca a realizzare il suo programma di politica interna nel 2025 e dove invece avrà difficoltà?
Mentre si candidava alle elezioni, il Presidente Trump ha presentato 20 priorità politiche principali, supportate da un documento di 16 pagine che entra un po' più nel dettaglio. Un modo pratico per pensare all'autorità e ai vincoli presidenziali è quello di classificarli su una scala di plausibilità maga a cinque punti, dalla categoria cinque (certo che accadrà) alla categoria uno (certo che non accadrà). Nel prossimo anno ci saranno battaglie interne al partito tra le fazioni repubblicane. I tribunali non permetteranno a Trump di fare tutto ciò che vuole. Il sistema federale americano delega importanti poteri agli Stati e alle città. E il tempo stringe, perché di recente i presidenti che iniziano con una tripletta perdono il controllo della Camera due anni dopo. L'interazione di questi vincoli determinerà ciò che Trump potrà realizzare.
Nella categoria cinque - i punti fermi - c'è la promessa di “rendere l'America il produttore dominante di energia”. Questo perché l'America, che produce più barili di petrolio di qualsiasi altro Paese, è già il produttore dominante. Lavoro fatto! Lo stesso vale per la promessa di portare l'America a “livelli record di successo”: su molte misure economiche l'America è già lì. La promessa di rendere di nuovo belle le sue città è più soggettiva. Ma, con la possibile eccezione di Houston (che ha un altro fascino), le grandi città americane sono meraviglie estetiche e continueranno a esserlo anche nel 2025.
Tra le promesse che appartengono alla quarta categoria - altamente probabili - ci sono quelle di eliminare il mandato per i veicoli elettrici (ev) e di tagliare le costose normative. Il mandato per i veicoli elettrici era un ordine esecutivo dell'amministrazione Biden e quindi può essere annullato da un ordine esecutivo dell'amministrazione Trump, senza bisogno di leggi. Il potere di ridurre la regolamentazione risiede in gran parte nella burocrazia federale, che Trump ridurrà con l'aiuto di Elon Musk. Nella quarta categoria rientra anche l'impegno a mantenere il dollaro come valuta di riserva mondiale. È difficile che questo cambi nel corso del prossimo anno o dei prossimi quattro. Lo stesso vale per le promesse di non tagliare Medicare o la Social Security, o di aumentare l'età pensionabile. Il controllo del Congresso dovrebbe consentire a Trump di estendere i tagli fiscali del 2018: è molto probabile che ciò avvenga anche nel 2025.
Un modo pratico per riflettere sull'autorità e sui vincoli presidenziali è quello di classificare le politiche su una scala di cinque punti.
Nella categoria tre - probabile - si trova uno dei principali impegni di politica interna di Trump: aumentare drasticamente le tariffe sulle importazioni. La piattaforma politica non indica una cifra: si limita a dire che i repubblicani sosterranno “tariffe di base” sui beni prodotti all'estero. Una tariffa universale del 20%, promessa da Trump in campagna elettorale, avrebbe probabilmente bisogno dell'approvazione del Congresso, il che rappresenta un vincolo. Il sostegno alle “tariffe di base” è però più vago. Sarà poi difficile realizzare la promessa di “tenere gli uomini fuori dagli sport femminili”. Ma l'amministrazione emetterà un ordine esecutivo che vieta la partecipazione di ragazze trans allo sport femminile nelle scuole e nei college che ricevono finanziamenti dal governo federale.
Nella seconda categoria - possibile, ma meno probabile - c'è l'altra promessa interna di Trump: “realizzare la più grande operazione di deportazione della storia americana”. Il record recente del maggior numero di persone deportate in un singolo anno è detenuto dall'amministrazione di Barack Obama, che al suo apice ne ha deportate poco più di 400.000. Un po' più indietro, si pensa che l'amministrazione di Dwight Eisenhower abbia deportato poco più di 1 milione di persone nel 1954 (è difficile essere precisi perché i registri di allora sono meno completi). Se questo è il parametro di riferimento, sarebbe molto difficile superarlo senza imbrogliare, ad esempio classificando come deportato qualcuno respinto al confine. Anche “sigillare il confine” sarà difficile: gli attraversamenti irregolari sono stati elevati durante il primo mandato di Trump fino a quando non è stato chiuso il confine meridionale. I tentativi di dissuadere gli immigrati attraverso politiche straordinariamente dure, come la separazione delle famiglie di immigrati, sono stati fermati da Trump dopo che sono stati ampiamente denunciati come crudeli. Anche questo è un vincolo.
Rimane la categoria uno, le politiche che hanno meno probabilità di realizzarsi nel 2025. La promessa di Trump di rendere i campus universitari nuovamente patriottici è, fortunatamente, destinata a fallire. Un'università patriottica sembra una cosa da Pechino, non da Boise. Gli studenti presumibilmente amano il loro Paese tanto quanto gli altri cittadini, ma il fulcro della grandezza dell'America è che non possono essere costretti a farlo, tanto meno dal Presidente. Per quanto riguarda la promessa di “riportare la pace in Europa e in Medio Oriente, e di costruire un grande scudo missilistico Iron Dome in tutto il nostro Paese, tutto made in America”: se il Presidente Trump sarà in grado di porre fine alla guerra in Ucraina senza capitolare con la Russia e di portare una pace duratura tra Israele e i palestinesi, potrebbe lasciare un'eredità superiore a quella di qualsiasi altro Presidente dai tempi di Ronald Reagan. È qualcosa a cui aspirare.