Tutta l'attenzione del mondo della finanza era rivolta alle mosse della FED che mercoledì 18 dicembre ha deciso, come ampiamente scontato, di alleggerire il costo del denaro di un quarto di punto che si somma agli altri tre già effettuati e che porta il tasso ufficiale americano tra il 4.25% e il 4.5% ovverosia 100 bps in meno da inizio anno.
Un buona notizia insomma ma che viene subito e pesantemente oscurata da quelle che sono le previsioni per il futuro che, nel caso della FED, vengono trimestralmente riassunte e condensate nel famoso dot plot ovverosia il grafico a punti realizzato facendo riferimento al livello dei tassi di interesse previsto dai membri del Federal Open Market Committee (FOMC) per l'anno in corso e per i due anni successivi al quale si aggiunge una previsione sul lungo termine. La densità dei punti indica quanto siano in accordo i membri del FOMC mentre una discreta dispersione dei punti segnala divergenze importanti in seno al comitato.
Mercoledì nel primo pomeriggio, ancor prima di aver gettato un'occhiata al dot plot, abbiamo subito registrato qualche cosa d'insolito:
il VIX si è impennato, da15 a 27, come quando un evento di una certa gravità incombe sui mercati... poi, analizzando il dot plot, abbiamo compreso la natura di tanta volatilità.Per capirci meglio dobbiamo fare un passo indietro di tre mesi e vedere il dot plot del 18 settembre:
allora il Fomc era convinto che i tassi potessero essere tagliati nel 2025 dalle 5 alle 6 volte raggiungendo un range tra il 3% ed il 3.5%.... mentre per il 2026 si sarebbe dovuti andare sotto il 3%...
Ma dovrà farsene una ragione, soprattutto se i dati macroeconomici americani continueranno ad essere come quelli pubblicati questa settimana. Ne abbiamo selezionati alcuni:
- Vendite al dettaglio nov. : +0.7% (atteso: 0.5%; precedente: 0.5%)
- Richieste disoccupazione 14.12 : 220k (atteso: 230k; precedente: 242k)
- Leading indicators nov. : 0.3% (atteso: -0.1%; precedente: -0.4%)
- PIL terzo trim (seconda revisione) : 3.1% (atteso: 2.8%; precedente: 3.0%)
- Core PCE yoy : 2.8% (atteso: 2.9%; precedente: 2.8%)
A dir la verità un motivo che suggerirebbe una riduzione del costo del denaro ci sarebbe: il debito americano oramai è fuori controllo e non farà che salire: siamo ad un passo dai 34 trilioni di dollari ed il loro finanziamento tendenzialmente resterà molto oneroso. Non è difficile prevedere uno scontro, anche piuttosto energico, tra la nuova amministrazione Trump e la FED che verrà messa sotto pressione come non mai... Non sarà un bel momento per l'indipendenza della banca centrale americana e vedremo come i mercati reagiranno a questo conflitto che pare inevitabile...
E' altresì chiaro che alti tassi più a lungo toglieranno probabilmente un po' di smalto all'oro, dovrebbero favorire un dollaro più tonico e creeranno qualche problema supplementare alle aziende parecchio indebitate. E' pure noto che un costo del denaro elevato, tra i molti svantaggi, riduce pure il valore attuale dei flussi di cassa futuri, un parametro fondamentale che viene tenuto in grande considerazione nella valutazione delle aziende quotate. Con dei P/E non proprio a sconto potremmo avere dei problemi... Non sorprende quindi la reazione particolarmente negativa della borsa alla nuova visione della FED per gli anni 2025 e 26.
Nel frattempo i rendimenti dei Treasury continuano con coerenza a salire...
...ed altrettanto coerentemente il valore delle obbligazioni in dollari continua a scendere. L'indice total return da inizo anno è sempre più negativo.
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Per il momento il trend a medio termine dello S&P500 (+24.34% ytd) sembra esser salvo anche se il recupero che ha fatto sul finale di contrattazioni venerdì non gli ha permesso di superare la media mobile dei 50 giorni che ora fa da resistenza. Sarebbe molto importante che riuscisse a superare la 50 giorni in modo tale da allontanarsi dalla linea del supporto... (vedi freccia blu). Per il momento comunque teniamo le posizioni.
Va anche sottolineato che venerdì era il giorno delle tre streghe ovverosia quell'appuntamento trimestrale dove contemporaneamente scadono le opzioni sia sugli indici che sulle azioni e scadono pure i futures sugli indici azionari. Per curiosità vi alleghiamo un grafico che bene illustra l'enorme movimento che si genera in questa particolare giornata:
Stiamo parlando di trilioni di dollari di scadenze solo per il mercato americano... se aggiungiamo il resto del mondo potete capire come mai ogni tre mesi e si possono vedere movimenti anomali e difficilmente spiegabili... Magari in uno dei prossimi post si potrebbe parlare dell'affascinante mondo dei derivati ma a volte non siamo proprio sicuri di voler mettere il naso dentro un universo che, per quanto affascinante, costituisce forse una delle maggiori insidie alla stabilità dei mercati: se dovesse saltare in aria le conseguenze sarebbero letali per molti se non per tutti noi investitori...
Anche il Nasdaq (+30.39% ytd) ha fatto la sua bella correzione settimanale (-2.35%) ma tra tutti gli indici che seguiamo è quello che si trova in una posizione tutto sommato tranquilla. Il trend rialzista è confermato e si è tolto di dosso in questi giorni un po' di pressione eccessiva; a livello di RSI si trova in una zona neutra ed è ancora sopra tutte e tre le medie mobili. Per il momento non siamo preoccupati.... anche qui teniamo le posizioni.
Non possiamo essere così tranquilli per quanto riguarda le borse europee: è evidente che sono sempre a traino di quelle americane con l'aggravante che nel nostro continente stiamo vivendo tante piccole e grandi crisi politiche che si aggrovigliano ad un contesto economico che non è dei migliori, anzi... in queste condizioni è piuttosto comprensibile come mai le nostre borse non hanno lo smalto di quelle americane.
Abbiamo ingrandito il grafico dell'Eurostoxx50 (+7.54% ytd) per avere una miglior visione degli ultimi movimenti: la scorsa settimana era rientrato brillantemente nel canale di spostamento laterale ma venerdì proprio non ce l'ha fatta a confermare i 4'868 punti ed ha chiuso sotto questo livello in prossimità della media mobile dei 100 giorni a fare da resistenza (freccia blu). Peccato ci voleva proprio un nonnulla per farlo rientrare... A livello di RSI pure questo indice è in zona neutra, meglio così... vedremo se nella sessione di lunedì riuscirà a farci contenti. Putroppo mancano poche sedute alla fine dell'anno e quel che è fatto è fatto... Poteva essere un anno più che discreto ma è andata così, peccato!
Cosa dire dello SMI (+2.22% ytd) ? E' la grandissima delusione di questo 2024.... capiamo benissimo che è un indice piccolino, costituito da 30 società in buona parte vocate all'esportazione e che stanno subendo la forza dirompente del franco svizzero ma comunque un trattamento simile non ce l'aspettavamo soprattutto ora che tutta la curva dei rendimenti sulla nostra valuta è più vicina allo 0% che non allo 0.5%. Se hai franchi svizzeri in portafoglio e li devi investire, alla borsa non sfuggi... malgrado questo venerdì abbiamo rischiato di chiudere la giornata con una performance da inizio anno vicina allo zero! Per fortuna un rimbalzo sul finale ha riaggiustato un pochino la situazione.
Tecnicamente il potenziale ribassista dovuto allo sfondamento verso il basso del triangolo è già stato esaurito...speriamo di risalire velocemente sopra gli 11'450 punti altrimenti bisogna pensare a dei decisi alleggerimenti... Che rabbia! Siamo comunque in ipervenduto ed una reazione è probabile che la vedremo. Se si vuol rientrare la cosa più semplice sarebbe per il momento comprare un semplicissimo etf...se poi siete sportivi ce ne sono anche in leva.
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Abbiamo visto il dollaro/franco andare per un attimo sopra lo 0.90 per poi ritracciare. Forse una pausa ci vuole prima di tentare di attaccare lo 0.92... se i rendimenti americani dovessero continuare a salire (non comunque scontatissimo... sono già parecchio alti) forse ce la facciamo. Comunque sia per chi pensa in chf ed ha molti dollari qualche piccola presa di beneficio si potrebbe fare...
Euro/dollaro sta facendo, al contrario, il movimento che ha fatto quanto ha superato quota 1.11. Infatti siamo andati sotto l'1.05 e avremmo pensato a dei movimenti di acquisto di dollari più massicci ma in realtà restiamo in una zona tra 1.04 e 1.05... per il momento aumentare il dollaro se si pensa in euro non lo faremmo: c'è ancora una probabilità che si possa rientrare nella zona 1.05-1.11 per poi andare via lateralmente.
Se neppure i rendimenti vicini allo zero riescono a smorzare la forza del franco svizzero, non sappiamo più che pesci pigliare... l'unica via sarebbe quella di tornare ad un regime di tassi negativi! Non ci vogliamo neppure pensare ma non lo possiamo escludere.
Per il momento lo 0.93 sembra un supporto decente. Speriamo che venga confermato anche nelle prossime settimane... Ad ogni modo stiamo chiudendo l'anno come l'abbiamo aperto, ma è una magra consolazione.
L'oro pare essersi preso una pausa di riflessione: la politica della FED e il rafforzamento del dollaro gli hanno tolto per il momento un po' di smalto. Siamo dell'idea che per un po' si sposterà lateralmente senza fare troppi danni. Se va sotto la linea di supporto tratteggiata, forse per chi ne ha molto una presa di beneficio potrebbe essere un'idea...
Buone feste a tutti i nostri lettori! 🍾🥂
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