Questa settimana tre sono stati gli eventi che hanno catturato la nostra attenzione: il CPI americano e le attese riunioni della Banca Nazionale Svizzera (BNS) e della BCE; ovviamente eravamo curiosi di vedere come i mercati europei avrebbero reagito allo scontatissimo taglio dei tassi.
Ma procediamo ordinatamente:
CPI
Mercoledì 11 dicembre il Bureau of Labor Statistics pubblica il tasso d'inflazione americano per il mese di novembre:
- CPI yoy nov. : 2.7% (atteso: 2.7%; precedente: 2.6%)
- Core CPI yoy nov. : 3.3% (atteso: 3.3%; precedente: 3.3%)
Quelli americani (Treasury 10 anni (nero) e 2 (rosso)) sono in chiaro rialzo e rischiano di dover salire ulteriormente a causa di una inflazione che fatica a raggiungere il 2% e che ora è pure minacciata dal programma economico di Trump. Buono per il dollaro, meno per le borse, un dramma per le obbligazioni.
Chi aveva dollari e si è accontentato d'investirli a breve o brevissimo termine non ha fatto una lira di danno ed ha incassato, su base annua, una bella cedola che puo' andare dal 4.5% al 5 e qualche cosa. Coloro che si sono fatti prendere la mano ed hanno allungato esageratamente le scadenze, non solo ci hanno rimesso la cedola ma hanno pure perso un pezzettino del capitale investito. Le obbligazioni hanno semplicemente reagito al fatto che la FED non è obbligata in questo momento ad applicare una politica troppo espansiva dei tassi, anzi, potrebbe addirittura essere costretta a stoppare il movimento ribassista e procedere persino con dei momentanei rialzi...
E' chiaro a tutti che il solo movimento che possono fare i tassi europei è quello di scendere ed allora allungare, senza strafare, le durations dei nostri portafogli obbligazionari può avere un senso. Da inizio anno siamo positivi, non di molto, ma qualche punto percentuale l'abbiamo portato a casa. Ma che fatica!
Il flusso di denaro che sta confluendo verso gli etf dedicati alle borse americane è impressionante ed il movimento è certamente influenzato dalle performances poco gloriose del mercato obbligazionario e dalle enormi aspettative che l'Intelligenza Artificiale sta generando. Fino a quando questa massa di denaro continuerà ad affluire verso gli etf difficilmente assisteremo a dei veri e propri cambiamenti di trend.
"In ambito finanziario, un cigno nero è un evento raro, totalmente imprevedibile e con conseguenze potenzialmente devastanti per i mercati e l'economia (e per i nostri depositi, NDR). Solo a posteriori, dopo un processo di razionalizzazione di quanto è successo, il cigno nero diventa un evento prevedibile".
Dobbiamo essere sempre coscienti che simili movimenti non ti lasciano neppure il tempo di respirare e quando ci riesci i danni, quelli grossi, sono già tutti davanti a noi. Probabilità di evitare il peggio: pressoché nulle. E' giusto che lo si sappia.
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Purtroppo ci siamo persi il grafico dello S&P500 nei gangli della rete e per questa settimana ci dobbiamo accontentare del Nasdaq (+32.74% ytd) che ha chiuso la settimana, dopo aver messo a segno mercoledì il suo record storico, praticamente invariato. I 20'000 punti prima di essere definitivamente superati dovranno essere digeriti, altrimenti qui si rischia l'indigestione. Abbiamo tempo fino a mercoledì per assimilare la grande abbuffata di questi ultimi giorni, poi saremo nelle mani della FED...
Dobbiamo ammetterlo: forse ci saremmo aspettati maggior entusiasmo dopo il taglio ai tassi ma nella realtà l'Eurostoxx50 (+9.88% ytd) non ha fatto una piega chiudendo addirittura in leggera perdita rispetto alla settimana precedente. I 5'000 punti iniziano ad essere la nuova resistenza e probabilmente la media mobile dei 200 giorni (linea blu) farà sicuramente da supporto. Se ci spostiamo lateralmente fino alla fine dell'anno e portiamo a casa quasi un 10% di performance non ci dispiacerebbe affatto!
Una piccola scossa, dopo il taglio di mezzo punto dei tassi, l'abbiamo vista ma se neppure l'aspettativa di vedere i tassi a zero riesce a smuovere significativamente il nostro SMI (+5% ytd) significa che gli investitori sono veramente scoraggiati e noi pure... Purtroppo la media mobile dei 50 giorni (linea viola) sta tentando di perforare dall'alto verso il basso quella dei 200 giorni (linea blu): per nulla un buon segnale in quanto questo movimento è la conferma che la situazione è delicata... (vedi freccia rossa)
Abbiamo disegnato il triangolo nel quale si è infilato il nostro indice e questo ci lascia aperta la porta ad un minimo di speranza: se la foratura sarà verso l'alto (lo sapremo settimana prossima) forse riusciremo ad aggiungere qualche punto percentuale alla performance di fine anno. Purtroppo il triangolo è una figura di consolidamento, una sorta di pausa che il mercato si prende prima di ricominciare a rimettersi in moto, dando continuità al trend in corso: nel caso dello SMI, il trend a breve termine, è al ribasso da molte settimane, accidenti! Fondamentale: mai andare sotto gli 11'450 punti.
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Chi in questo momento non se la passa poi così male è il dollaro americano: contro franco continua per il momento ad apprezzarsi e la cosa ci fa solo che piacere: 0.8950 è una piccola resistenza che probabilmente fino a mercoledì prossimo non sarà superata. Poi vedremo cosa farà e cosa ci dirà Powell: un taglio di un quarto di punto è già ampiamente scontato e quindi non dovrebbe impattare più di tanto sul dollaro. Se però dovesse rinunciare al taglio o ci farà capire che di fretta proprio non ne ha, allora quota 0.92 potrebbe non più essere un miraggio.
Per il momento il supporto a 1.05 di euro/dollaro sta tenendo ma la tentazione, da parte della valuta americana, di andare con decisione sotto questo livello è tanta e potrebbe anche farcela. Oramai le medie mobili (guardate tutti gli incroci ribassisti) suonano come campane a morto per la valuta europea ma una sorta di spirito di sopravvivenza le consente di non arrendersi... almeno per un po' ancora.
Il bitcoin è in fase di consolidamento e non può che essere così dopo la cavalcata che ha fatto quest'anno... sarà anche una crypto ma a certe regole in ambito finanziario non si sfugge, anzi...
E' solo recentemente che seguiamo il bitcoin con una certa assiduità ma malgrado la nostra inesperienza ci stiamo accorgendo che tutto sommato, pur essendo un asset (ups: stavamo per dire una valuta...) proveniente dal vuoto siderale dello spazio, sta molto rapidamente assimilando le regole del gioco in vigore sul pianeta terra. Spieghiamoci meglio: nasce come alternativa alla finanza tradizionale, bene. Per diversi anni nessuno se lo fila e ci siamo accorti della sua esistenza solo quando è riuscito a moltiplicare pani e pesci. Oggi te lo ritrovi in molte asset allocation di banche e gestori patrimoniale esterni che se ne sono appropriati alla vecchia maniera: emettendo etf dedicati come se piovesse. Bene per il bitcoin, che è andato alle stelle, molto meno bene il fatto che sta iniziando a comportarsi come una commodity tradizionale... molti puristi stanno già storcendo il naso. Su questo tema ci ritorneremo...
Buona domenica!
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