Questa settimana anticipiamo la consueta pubblicazione delle nostre osservazioni su Appunti Finanziari in quanto è arrivato il momento di tirare un po' il fiato e fino alla metà di agosto seguiremo i mercati ma non ve ne daremo conto… Sorry, ma siamo certi che capirete! 😉
Gli eventi che anche questa settimana meritano la nostra attenzione sono sempre gli stessi:
1) Elezioni francesi
Per quanto riguarda la creazione di un nuovo governo, ci pare di aver capito che siamo ancora in alto mare. Le dimissioni di Attal sono state accettate da Macron ma ha chiesto all'attuale primo ministro di restare in carica almeno fino alla fine delle Olimpiadi poi si vedrà come proseguire.
Da quello che traspare dalla stampa transalpina si ha il sospetto (ma in realtà è una certezza) che nella coalizione di sinistra un nome da proporre come primo ministro non lo si trova. Stanno litigando come non mai e i personalismi frammisti a dosi di egocentrismo esagerato stanno creando un caos difficile da districare. E' come dire che l'alleanza delle sinistre ha tenuto giusto il tempo per mettere il bastone tra le ruote alla destra del Rassemblement National ma poi, ad obiettivo raggiunto, ognuno se n’è andato inesorabilmente per la sua strada.
A questo punto ci verrebbe quasi voglia di dire che tutto sommato Macron la sua scommessa l'ha vinta: la destra è stata depotenziata grazie ad una sinistra che si è alleata unicamente a tal proposito. Poi l'unione è svanita un nano secondo dopo come neve al sole lasciando dietro a sé l'impressione che solo un'unione di stampo centrista sia in grado di trovare la quadra e governare il paese transalpino. Ma è solo un'impressione e prendetela come tale... De plus en plus une affaire à suivre… Il CAC 40 non sembra essere preoccupato più di tanto ed oggi è stata una delle migliori borse europee.
2) Elezioni americane
Per una buona parte dei Repubblicani Trump va fatto Santo subito! Il proiettile che era destinato a centrare la sua capoccia è di certo stato deviato da una mano divina e quel centimetro che è bastato a fare in modo che la storia non prendesse un'altra tragica direzione entrerà a pieno titolo nella categoria dei miracoli da tramandare ai posteri.
La sua vittoria alle elezioni sembra cosa fatta ma siamo per natura abituati a non dare mai nulla per scontato: a quanto pare Biden - questo è il secondo miracolo al quale assistiamo in pochi giorni - si sta chiedendo se Kamala Harris potrebbe essere una buona presidente degli USA... Per la prima volta negli atteggiamenti del Presidente prevale un minimo di razionalità dove entra in gioco anche la possibilità di un ritiro dalla corsa alla Casa Bianca ma poi, passato l'attimo di lucidità, aggiunge laconico che "sarebbe bello se me l’ordinasse il mio dottore". Sentitevi liberi di pensare quello che volete…. Forse la Harris non è la nostra prima scelta ma oramai ai miracoli ci stiamo facendo l'abitudine e non è ancora escluso che qualche nome spendibile in casa democratica lo possono anche trovare… un po' in zona Cesarini me che importa!? Mentre stiamo scrivendo apprendiamo che secondo il Washington Post "anche per Obama Biden deve valutare il ritiro"... e non è escluso che possa avvenire entro la fine di questa settimana.
Da un punto di vista finanziario più prosaicamente dobbiamo annotare che il mercato per il momento continua a credere in un taglio ai tassi per il mese di settembre: i più spericolati, e non sono pochi, stanno scommettendo che si possa addirittura assistere ad un taglio di mezzo punto: sarebbe il terzo miracolo in poco tempo... forse è chiedere un po' troppo!
3) BCE
Oggi, 18 luglio, la BCE ha deciso di non decidere di tagliare ulteriormente i tassi: restiamo fermi al 3.75%. Nulla di inaspettato. Avevamo tutti avuto l'impressione che il taglio di giugno fosse l'unico modo che la Lagarde aveva per togliersi dal ginepraio nel quale si era trovata a furia di promettere tagli ma ben sapendo che farne seguire altri a breve non sarebbe stata una passeggiata di salute e così è stato! Quando arriveranno altri tagli non è dato sapere ma pensiamo non prestissimo. A tal proposito vi facciamo leggere quanto testé pubblicato dalla segreteria della BCE subito dopo l'odierno annuncio:
"Le informazioni in arrivo sostengono ampiamente la precedente valutazione del Consiglio direttivo sulle prospettive di inflazione a medio termine. Mentre alcune misure dell'inflazione di fondo sono aumentate a maggio a causa di fattori una tantum, la maggior parte delle misure sono rimaste stabili o sono diminuite a giugno. In linea con le aspettative, l'impatto inflazionistico dell'elevata crescita dei salari è stato attenuato dai profitti. La politica monetaria mantiene le condizioni di finanziamento restrittive. Allo stesso tempo, le pressioni sui prezzi interni sono ancora elevate, l'inflazione dei servizi è alta e l'inflazione complessiva rimarrà probabilmente al di sopra dell'obiettivo anche nel prossimo anno."
Linguaggio criptico ma tra le righe traspare anche l'ammissione che questa inflazione, maledettamente appiccicosa, non raggiungerà tanto facilmente il target stabilito, quel 2% che oramai pare una chimera. Sarebbe quasi meglio mettersi il cuore in pace, ammettere che forse un'inflazione al 2.5%-2.75% non è poi la fine del mondo, e finalmente procedere ai tagli prima che l'economia si trovi senza manco accorgersene in recessione…
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Come ben sapete da quasi 10 giorni in America è iniziata la pubblicazione degli utili del secondo trimestre e le aspettative, come al solito, sono piuttosto ambiziose... Siamo andati a vedere come stanno le cose per i titoli dello S&P500. Una cinquantina di società su 500 hanno già pubblicato; il risultato per il momento non è molto significativo ma ci fornisce già qualche indicazione:
Per quanto riguarda gli utili, delle 50 che hanno pubblicato 24 società hanno battuto le aspettative, 17 sono uscite come da aspettative mentre solo 9 sono risultate sotto quanto atteso. Anche se è presto tirare delle conclusioni, se il bel tempo lo si vede dal mattino diremmo che anche questa volta grosse delusioni derivanti dalla pubblicazione dei dati non dovremmo averne...è ovviamente un segnale incoraggiante per le borse americane in generale.
Ciò non toglie che negli scorsi giorni abbiamo assistito a delle prese di profitto di dimesioni che non si vedevano più da parecchio tempo. Lo S&P500 (+17.63% ytd) per il momento sembra voler confermare il supporto a 5'600 punti ma se il supporto non tiene scenderemo come minimo a 5'500 sperando che poi non si avvi una correzione più corposa.... Un supporto degno di questo nome lo troveremmo solo a 5'230 punti. E' vero che Ned Davis aveva previsto la correzione ma anche se non avvenisse con l'ampiezza da lui prevista non ci lamentiamo di certo!
Fa ancora più impressione la correzione di questi ultimi 2 giorni subita dal Nasdaq (+20.10% ytd) trascinata al ribasso dai M7 con Nvidia in testa... Una parte di questa correzione la possiamo di certo imputare allo stato di ipercomprato che caratterizzava fino a qualche giorno fa questo indice (una correzione quindi è ben accetta) ma una parte difficile da quantificare comunque non marginale sta probabilmente scontando quello che potrebbe essere l'intervento dell'Amministrazione USA in termi di futuri dazi e restrizioni alle esportazioni. Per il momento sono soprattutto quest'ultime che, in varia misura, possono aver indotto non pochi investitori alla prudenza. Vi sarà capitato di leggere in questi giorni di alcune iniziative governative che vietano l'esportazione di materiale e componentistica (soprattutto tecnologico) verso paesi poco amici: uno di questi è guarda caso la Cina. Un amico con il quale abbiamo commentato la notizia giustamente sottolinea come di solito questo genere di azioni tendono a tornare indietro come un boomerang... Non è il solo a pensarlo ed una correzione decisa come quella osservata in questi giorni a giudicare dai volumi lo dimostra...
SE la correzione continua non spaventiamoci troppo, probabilmente andrà a chiudere il gap segnalato dalla freccia blu, ma se chiuso il gap l'indice non dovesse rimbalzare allora dobbiamo iniziare a preoccuparci sul serio.
Per quanto riguarda l'Eurostoxx50 (+8.60% ytd) per il momento restiamo all'interno del canale di scorrimento laterale. Abbiamo però il sospetto che, a giudicare dal trend di corto termine rappresentato dalla freccia rossa, potrebbe anche sfondare il supporto dei 4'868 punti ed avviare una correzione che lo potrebbe spingere in basso fino a raggiungere il livello di 4'650 punti o giù di lì... E' chiaro che se la Lagarde oggi avesse fornito dati incoraggianti avemmo pensato che si poteva anche scampare alla correzione ma dobbiamo essere realisti. Sotto i 4868 punti procediamo ad un alleggerimento senza esagerazioni e poi vedremo raggiunti i 4650 punti che aria tirerà...
Se qualcuno è in grado di spiegare a noi comuni mortali cosa è successo, dopo la pubblicazione dei dati di Novartis (oggi -4.01%) e ABBN (-5.63%) per altro entrambi sopra le aspettative ma con effetti non proprio felicissimi sulle quotazioni, gli saremmo eternamente grati. Non vi nascondiamo il nostro disappunto... Peccato perché lo SMI (+10.36% ytd), galvanizzato da una Roche che in una settimana è salita del 10%, era in procinto di raggiungere il nostro target posto a 12'550 punti, target che per un po' non è più alla nostra portata. Comunque non disperiamo in quanto se in America è il mercato ritardatario delle Small Cap che sta tirando (anche questa settimana il settore ha fatto faville)... in Europa può essere arrivato il nostro turno: da peggior borsa da inizio anno fino a qualche settimana fa, siamo al terzo posto dietro l'Italia (+14.44%) e Spagna (+10.85%) e a pari merito con la Germania (+10.36%). Fanalino di coda la Francia (+1.34%) per ovvi motivi.
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Quello che abbiamo assistito questa settimana sembra molto uno scenario da risk off: borse giù, oro alle stelle, franco svizzero in rafforzamento... Per fortuna il dollaro sembra essersi fermato in prossimità del supporto e stamani è già rimbalzato a 0.8886 ma comunque sia abbiamo l'impressione che se effettivamente sarà Trump a guidare l'America per i prossimi 4 anni maggiore sarà la volatilità sul dollaro. Lo sanno tutti che il duo Trump-Vance punta ad avere un dollaro debole per incentivare le esportazioni ma vedremo se a) sarà facile esportare come hanno in mente e b) quali saranno le conseguenze sull'inflazione dovute alla debolezza della valuta e come la FED reagirà di conseguenza.
L'Euro continua la sua corsa contro il dollaro pure questa settimana... Si trova in ipercomprato e quindi a questi livelli ci aspettiamo una correzione che lo riporterà sotto 1.09... per il momento non abbiamo problemi a confermare che lo spostamento laterale è sempre in corso (oramai da inizio 2023).
Come abbiamo già sottolineato sembra che il chf sia in modalità risk off ed in questi giorni si è rafforzato senza motivi apparenti anche contro euro... abbiamo purtoppo rotto il supporto a 0.9690 e saremmo già contenti se il suo percorso si fermerà in prossimità della media mobile a 200 giorni (in blu) che potrebbe fungere da supporto.
Non possiamo non parlare dell'oro che in questi giorni contina a mettere a segno nuovi record storici...il movimento è sorretto da una domanda di oro fisico che non accenna a diminuire. Ovviamente gli scenari geo politici piuttosto instabili aiutano... Tecnicamente non ci meraviglieremmo più di tanto, ora che la quotazione ha rotto i 2440 $, se fra qualche settimana vedremo la quotazione salire in direzione dei 2550$. Per UBS il nuovo target è ancora più ambizioso ed è posto a 2600$. Chi ha l'oro se lo tenga!
Ci risentiamo in agosto!
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