Tutta la nostra attenzione questa settimana, ma non poteva essere altrimenti, è stata catturata dagli eventi politici europei che da un paio di settimane a questa parte stanno modificando, e non di poco, gli equilibri di due nazioni che proprio marginali non sono: la Francia, come molti altri paesi europei, si sta spostando decisamente verso destra mentre oltre Manica il nuovo governo inglese, come non accadeva da molto tempo, è tornato saldamente nelle mani della sinistra.
Ma procediamo con ordine.
Giovedì 4 luglio gli elettori inglesi si sono dati appuntamento alle urne e senza mezzi termini hanno scelto il nuovo inquilino di Downing Street numero 10, quel Keir Starmer che sono andati pescare tra le fila del centro sinistra ponendo così fine a 14 anni di dominio conservatore sotto il quale si è materializzata una Brexit piena di promesse e buoni propositi ma che, sono i numeri a dirlo, non si sono mai concretizzati. 412 seggi ad appannaggio dei Laburisti sui 650 a disposizione è quasi un plebiscito e la dice lunga su quanto siano esasperati i cittadini di Re Carlo.
Non sta a noi esternare un giudizio sulle scelte politiche degli Inglesi; quello che possiamo fare è però dare un'occhiata, giusto per curiosità, a quanto è successo in questi ultimi 14 anni in ambito finanziario e per farlo abbiamo semplicemente incrociato tre indici di borsa:
In blu troviamo lo S&p500 (linea blu) americano che dal 2010 ad oggi è cresciuto del 437%. La performance si commenta da sola. In seconda posizione troviamo l'Eurostoxx50 (linea verde) che nello stesso periodo ha messo a punto un +94.6% che giudichiamo onorevole ma nulla di più, mentre il FTSE inglese (linea rossa) si è fermato ad un +67%...
... pure la sterlina ha avuto i suoi problemi: se contro Euro la svalutazione è stata solo del -7.4% (linea blu) il confronto con il dollaro -22% (linea verde) e con il chf -30% (linea rossa) diventa quasi imbarazzante...
Per la cronaca: FTSE100 e lira sterlina, conosciuto il nuovo primo ministro inglese, strano ma non hanno fatto una piega chiudendo la giornata in negativo come tutti gli altri mercati europei...
Ci fermiamo per un instante per permettervi di fare le vostre riflessioni... poi passiamo ad altro.
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Domenica 7 luglio scatta l'ora X per il governo Macron che dovrà necessariamente scendere a patti con la sinistra quadripartita del Nouveau Front Populaire (NFP) per cercare di arginare la destra del Rassemblement National che non avrà la maggioranza assoluta - è complicato acchiappare 289 seggi - ma sarà di certo molto ben attrezzata per dare filo da torcere all'attuale inquilino dell'Eliseo e ai suoi alleati. Ne uscirà una Francia caotica e difficile da governare: tanto per cercare di capire in quale ginepraio sarà costretto ad infilarsi Macron, siamo andati a dare una sbirciatina al programma del NFP:
- Ripristino delle tasse sul patrimonio
- Aumento del salario minimo del 14%
- Tassa sui superprofitti
- Aumento della tassa sulle successioni (che già oggi ci sembra una fucilata...)
- Eliminare la flat tax sui redditi da capitale
Difficile dire se presto si tornerà ad una curva "normale" dove il corto (linea rossa) rende meno del lungo (linea nera)... quello che possiamo osservare è un effettivo movimento ribassista dei rendimenti dei Treasury su tutte e due le durate...
...movimento che non sembra aver influenzato più di tanto il comparto obbligazionario in dollari ma potrebbe iniziare a farlo se l'inflazione americana (CPI), che verrà pubblicata il prossimo giovedì 11, andrà nella direzione auspicata dalla FED (attesa una riduzione dell'inflazione generale dal 3.3% al 3.1% mentre la core CPI è prevista invariata al 3.4%)
Lo S&P500 (+16.72% ytd) ha messo a segno l'ennesimo record storico e si trova ad un passo dai 5'600 punti (freccia nera). E' abbastanza probabile che assisteremo ad un riaggiustamento del target per fine anno che sarà spostato a 5'800 (a noi sembra una esagerazione ma tant'è...). Attenzione: venerdì prossimo prenderà il via la pubblicazione dei dati del secondo trimestre e come da tradizione inizieranno le banche. Se giovedì i dati sull'inflazione saranno decenti così come decenti dovranno essere i dati trimestrali, allora pensiamo che in effetti i 5'800 punti non sono irraggiungibili ... Ma con un P/E di 24 tutto può succedere; noi per il momento continuiamo a seguire il trend...
Anche il Nasdaq (+22.26% ytd) non si sta facendo mancare proprio nulla e passa da un record storico all'altro favorito anche dalla leggera diminuzione dei rendimenti. In caso di una presa di profitto non escludiamo che possiamo assistere alla chiusura di un piccolo gap (freccia blu) apertosi a quota 17'200 punti circa. Fino a quel livello cercheremo di mantenere la calma, mentre saremo costretti ad essere più incisivi con le vendite se andremo sotto i 17'200 punti.
Vale la pena sottolineare che il 2 luglio sono stati resi noti le stime dell'inflazione europea per giugno:
- CPI EU anno su anno giugno : 2.5% (atteso: 2.5%; precedente: 2.6%)
- Core CPI EU anno su anno giugno: 2.9% (atteso: 2.8%; precedente: 2.9%)
- CPI anno su anno giugno : 1.3% (atteso: 1.4%; precedente: 1.4%)
- Core CPI anno su anno giugno: 1.1% (atteso: 1.3%; precedente: 1.2%)
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