"Washington we have, maybe, a problem!" L'SOS è partito mercoledì notte dal quartier generale del partito democratico statunitense un nano secondo dopo l'apparizione televisiva di Biden dove, in mondovisione, è andato in onda il primo (e probabilmente ultimo) dibattitto tra i due pretendenti alla Casa Bianca, uno spettacolo che il giornalista del Corriere della Sera Matteo Persivale non ha lesinato a definire "inverecondo" durante il quale "Donald Trump ha fatto la cosa che gli riesce meglio da 78 anni a questa parte, cioè essere Donald Trump". In effetti ha esordito invocando - e pareva esser serio - un controllo antidoping da propinare al Presidente Biden alludendo al fatto che senza qualche sostanza dopante non sarebbe stato in grado di partecipare al dibattito. Se questo è stato l'inizio, vi lasciamo immaginare tutto il resto: chi ha seguito il dibattito in diretta, sa come lo spettacolo è andato avanti... Qualcuno si è pure divertito, manco fossimo sui banchi di scuola, a contare quante sono state le bugie che Trump ha rifilato con nonchalance ai telespettatori in un'ora e trenta di dibattito: pare siano state almeno 38, una marea!
Comunque sia, fin dalle prime battute, una cosa ci è parsa evidente: l'interesse per i contenuti del dibattito televisivo è passato subito in secondo piano. Tutta l'attenzione si è concentrata sulla tenuta psicofisica del Presidente degli Stati Uniti d'America che in effetti è parsa, ipso facto, piuttosto vacillante tant'è che alla fine del massacro mediatico è arrivata subito la moglie Jill e se l'è portato via.
A questo punto per i Democratici di vie di fuga ne restano poche ed anche ammettendo di trovarne una non sembra facilissimo imbastire, a così pochi mesi dalle elezioni presidenziali, una campagna elettorale degna di questo nome. Trump, se non lo ferma qualche accidenti giudiziario, ha serie probabilità di ridiventare il quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti.
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Anche in Francia c'è qualcuno che passerà un paio di week end sui carboni ardenti! Le intenzioni di voto parlano chiaro: Rassemblement National (Le Pen/Bardella): 36%; Nouveau Front Populaire: 28% ed il blocco centrale dei marconisti si ferma al 20%. Se queste percentuali verrano confermate dopo il voto odierno e riconfermate anche il week end del 7 luglio, possiamo dire che a Macron i calcoli, questa volta, non gli sono venuti bene... I mercati finanziari lo sanno:
Il CAC40, dopo un timido tentativo di recupero, ha terminato la settimana 150 punti sotto la chiusura dello scorso venerdì. E' chiaro che prima di tentare un recupero si vuol capire come andrà a finire la scommessa di Macron. Se riesce ancora una volta a rivoltare la frittata ci sarà qualche buona azione da comprare...
Anche gli OAT (i titoli di stato francesi) stanno soffrendo e lo spread nei confronti del Bund tedesco continua a salire... Per la grandeur francese un altro boccone amaro da inghiottire in quanto ora i rendimenti si trovano accumunati a quelli di Portogallo, Spagna e Slovenia. Qualcuno lo deve dire ai Francesi!
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Siamo consapevoli che i dati macro non vi piacciono ma questi li dovete vedere. Stiamo parlando dell'attesissimo PCE e del Core PCE americani pubblicati venerdì pomeriggio che, come ben sapete, sono i misuratori dell'inflazione a stelle e strisce preferiti dalla FED:
- PCE yoy maggio: 2.6% (atteso: 2.6%; precedente: 2.7%)
- Core PCE yoy maggio: 2.6% (atteso: 2.6%; precedente: 2.8%)
- Personal income maggio : +0.5% (atteso: 0.45; precedente: 0.3%)
- Personal spending maggio : +0.2% (atteso: 0.3%; precedente: 0.1%)
- Consumer confidence giugno: 68.2 (atteso: 66; precedente: 65.6)
Reazione dei rendimenti del Treasury a 2 anni:
Dopo la pubblicazione dei PCE, che confermano quanto il processo di riduzione dell'inflazione sia in atto e che lascia aperta la strada ad un taglio ai tassi, i rendimenti iniziano comprensibilmente a scendere (cerchio rosso). Poi risalgono con una certa vigoria un'ora e mezza dopo in concomitanza con la pubblicazione del Consumer confidence sopra le aspettative e che annulla de facto l'effetto dei PCE. Capirci qualche cosa non è facile... Il tormentone del taglio ai tassi continua: che si faranno è certo, il problema è quando? Una possibile soluzione l'ha suggerita questa settimana il Fondo Monetario Internazionale che consiglia alla FED di procedere ai tagli solo verso la fine dell'anno. E' probabile che finirà così (ma non perché lo dice il FMI...)
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La settimana borsistica non è stata delle più esaltanti. L'atmosfera è quella da vacanze imminenti e si ha quindi la tendenza a tirare un po' i remi in barca. Il clima politico poi fa il resto...
Ci stiamo chiedendo una cosa:
L'algoritmo di Ned Davis in effetti non sbaglia un colpo: o meglio, un colpetto l'ha sbagliato non avendo previsto che la correzione che doveva esserci per il mese di maggio è stata anticipata ad aprile. Per il resto la previsione non fa una grinza ma ci stiamo chiedendo se per caso anche la correzione che Ned Davis prevede per fine luglio (cerchio rosso) non la si possa vedere anticipata di qualche settimana: non che sia una correzione di quelle che ci azzerano la performance da inizio anno ma comunque pur sempre di una correzione stiamo parlando... noi procediamo con calma e stiamo a vedere come girano la frittata i francesi. Per quanto riguarda gli americani vediamo se nelle prossime settimane spunta dal cilindro un nuovo candidato democratico o se Biden, se glielo lasceranno fare, tirerà dritto per la sua strada.Se guardate bene il grafico venerdì lo S&P500 (+14.48% ytd), sull'onda della pubblicazione dei dati PCE, ha messo a segno un ennesimo record storico (5523 punti) per poi ripiegare alla pubblicazione del consumer confidence e chiudere sui minimi di giornata. Significa che a questi livelli ogni dato pubblicato è sempre più importante e basta un piccolo scostamento (in + o in -) dalle aspettative per generare delle reazioni piuttosto marcate soprattutto quando il dato pubblicato è di quelli che potenzialmente fanno risalire l'inflazione. Dobbiamo tenerne conto e se questa benedetta inflazione non scende dove vuole la FED avremo dei problemi. Comunque sia godiamoci per il momento questo trend rialzista!
Anche per il Nasdaq (+18.13% ytd) vale lo stesso discorso. Il trend positivo è sempre in essere: l'Intelligenza Artificiale continua a solleticare gli investitori e per un po' ancora si andrà avanti così. Attenzione: fra un paio di settimane si parte con la pubblicazione dei dati del secondo trimestre. Fino ad allora non prevediamo grossi scostamenti ma la previsione di Ned Davis potrebbe trovare terreno fertile in occasione dei primi risultati pubblicati soprattutto se deluderanno le aspettative. Ovviamente massima attenzione non solo ai M7 ma a tutto quello che gira attorno all'AI soprattutto in tema di revenues: insomma bisogna iniziare a vedere dei guadagni altrimenti certi P/E non sono più sostenibili a lungo...
Se fossimo a scuola e l'Eurostoxx50 (+8.24% ytd) fosse uno dei nostri allievi, fatto l'appello, sul registro delle presenze segneremmo un'assenza giustificata: è tutta la settimana che non succede nulla ma siamo in piena formazione del nuovo governo Europeo (l'Italia è infuriata...) e soprattutto le incertezze francesi pesano; un po' di anemia non ci spaventa ma non vorremmo che fosse la calma prima della tempesta.
Ci fa piacere che per il momento si riesce ancora a confermare il supporto a 4868 punti che a sua volta conferma il trend laterale in essere da qualche mese. Sarà interessante vedere come reagiranno i mercati europei ai risultati del primo turno francese. SE le intenzioni di voto saranno rispettate ci sarà una bella sterzata a destra, poi per Macron seguiranno 6 giorni al fulmicotone dove dovrà cercare di rigirare la frittata... se al primo tentativo gli rimane appiccicata al soffitto della cucina non sarà una settimana simpaticissima... siamo pronti a shortare futures se dovesse servire.
Anche per il nostro SMI (+7.69% ytd) non è stata una settimana di quelle che non ci scorderemo più... l'importante è che si stia consolidando attorno ai 12'000 punti. Anche se si trascina fino alla fine dell'anno su questi livelli saremmo già contenti. Abbiamo provato a disegnare quel triangolo rosso che di norma è appunto una figura di consolidamento e che si risolve con un foramento verso l'alto o il basso dei lati del triangolo. Temiamo la foratura ribassista in quanto in questo caso il target è qualche cosa che si avvicina molto agli 11'700/11'600 punti.
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Sul fronte cambi, continua il leggero allentamento del franco svizzero:
A 0.90 centesimi ci è arrivato ma ora, per andare oltre, bisogna superare la resistenza che si è creata a partire da metà marzo... se fosse il caso è probabile che il dollaro si stabilizzerà attorno ad un valore compreso tra i 0.90 e 0.915 centesimi.
Euro/dollaro lo lasciamo commentare da voi... più laterale di così si muore...
Continua anche il rafforzamento dell'euro contro franco: la prossima settimana vedremo come reagirà al risultato delle elezioni francesi... non è escluso che se Macron risulterà pesantemente in difficoltà si possa vedere un ritorno sulla valuta svizzera. Se non fosse il caso il prossimo stop l'euro lo trova a 0.9690...
Buona domenica! (uggiosissima, almeno dalle nostre parti...)
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