The Economist, 14.06.2024
Cosa dire? Settimana interessante quella che sta per finire ma decisamente poco entusiasmante soprattutto per i mercati europei.
Ci è parso di capire due cose:
- Per dei tagli ai tassi d'interesse degni di questo nome, sia in Europa che in America, dovremo attendere il 2025.
- Gli azzardi politici non piacciono per nulla ai mercati finanziari indipendentemente dall'orientamento politico che li ha generati.
Ma andiamo con ordine.
Mercoledì 12 giugno l'appuntamento per i mercati finanziari americani era duplice: al mattino si sono confrontati con i dati riguardante il rincaro mentre nel primo pomeriggio hanno dovuto prendere atto delle decisioni dalla FED che, come largamente atteso, ci ha fatto capire che per un taglio ai tassi c'è sempre tempo.
La mattinata era partita bene grazie ai dati sull'inflazione che dimostrano come il rincaro si sta consolidando:
- Core CPI yoy maggio: 3.4% (atteso: 3.5%; precedente: 3.6%)
L'indicatore d'inflazione preferito dalla FED si è ridotto a maggio di uno 0.2% superando anche le aspettative; Powell sarà stato contento, è un'ulteriore conferma che si è sulla buona strada...
- CPI yoy maggio: 3.3% (atteso:3.4%; precedente: 3.4%)
Bene anche il CPI che ha ridotto di uno 0.1% la sua crescita...
Abbiamo comunque l'impressione che l'inflazione americana si stia consolidando attorno agli attuali valori e non riesce ad andare nella direzione del 2% che, come ben sappiamo, è l'obiettivo di molte Banche Centrali... Come abbiamo già sottolineato la volta scorsa, non sono pochi gli economisti che affermano che per vedere un'inflazione raggiungere il target prefissato si necessita addirittura di un aumento dei tassi non ci sembra opportuno. Quindi un'alternativa valida, che facciamo nostra, potrebbe essere quella di riformulare il target rialzandolo verso il 2.5%-2.75%.
Se osserviamo il dot plot pubblicato a margine della riunione della FED, praticamente di grandi ribassi per il 2024 i rappresentanti del Federal Open Market Committee non ne prevedono (vedi cerchio rosso). Se proprio si deve tagliare, per dare un contentino ai mercati, sarà un quarto di punto ma solo dopo le elezioni: avrebbe anche senso in quanto saremmo a cavallo del 2025 e si potrebbe poi pensare di far seguire questo primo taglio agli altri 4 previsti per l'anno nuovo. Come ci suggerisce il dot plot alla fine del 2025 dovremmo (condizionale non solo obbligatorio, di più!) ritrovare i tassi dei FED Funds attorno al 4.25%.
Per curiosità siamo andati a controllare quando la FED ha deciso di modificare i tassi di interesse un paio di mesi prima delle elezioni presidenziali: è capitato una sola volta nel 1980 quando però l'America era confrontata con un'inflazione al 12.6% e non si poteva rinviare il rialzo dei tassi. Se ne deduce che anche questa volta a settembre, dal momento che non c'è un bisogno spasmodico di farli scendere, non sarà facile veder ritoccare i tassi; come detto è molto più probabile che rinvieranno la decisione a dopo le elezioni.
Ça va sans dire che la qual cosa avrà anche un effetto sui tassi Europei: non pensiamo che la Lagarde taglierà nuovamente i tassi senza che prima facciano la stessa cosa gli americani... Insomma dobbiamo armarci di pazienza.
Torniamo in Europa. Quella che doveva essere una noiosissima elezione del Parlamento Europeo ha avuto dei riflessi non propriamente attesi tanto da mettere in forse la tenuta di alcuni Governi. Il caso francese è emblematico ed ha convinto (o costretto) Macron addirittura a sciogliere le camere ed indire elezioni anticipate.
Per il famoso politologo e stratega Alain Minc la scelta di Macron è incomprensibile: "se gli va bene otterà il caos, se gli va male il Rassemblement National al potere" e non esclude che possa avere anche delle conseguenze personali tali da convincerlo ad abbandonare la presidenza. Macron non sembra proprio uno sprovveduto: è consapevole che può perdere al primo turno ma considerando che in questo momento la destra si sta dilaniando e la sinistra ricompattando (anche solo per il tempo di una elezione...) spera di rimettere a posto le cose al secondo turno... Ma se non ha fatto bene i calcoli allora c'è la probabilità di fare la fine di un certo Renzi e deve prepararsi ad un "ciaone" in salsa francese (Brigitte permettendo...).
Quello che a noi interessa di più è la reazione dei mercati che notoriamente vedono gli sconquassi politici come fumo negli occhi:
Il CAC 40 (-0.53% ytd) ha perso dai massimi il 9.42% con un'accelerazione dei ribassi proprio in concomitanza dell'annuncio di Macron di andare ad elezioni anticipate.
Purtroppo l'indice ha azzerato i guadagni da inizio anno... ora apparentemente si è adagiato su di un supporto ma non sappiamo quanto solido possa essere... dovremo aspettare lunedì per vedere se l'emotività del momento si è ridotta durante il week end oppure dobbiamo prepararci ad una settimana ancora piuttosto volatile... Malauguratamente, come vedremo fra poco, un po' tutte le borse europee sono state influenzate dal clima post elettorale e la cosa non ci piace.
Comuque sia quando c'è della tensione nell'aria il mercato tende a mettersi al riparo e non c'è nulla di meglio da fare che acquistare carta del debito pubblico soprattutto quello tedesco (almeno fino quando continuerà a beneficiare dello statuto di risk free): la reazione al ribasso dei rendimenti causata dai massicci acquisti di Bund tedeschi è ben evidenziata nell'ovale...
...e malgrado gli inevitabili allargamenti degli spread tra il Bund tedesco e quello delle altre Nazioni meno virtuose, l'indice Total Return delle obbligazioni in euro, sta colmando le perdite accumulate da inizio anno... come dire che non tutti i mali vengono per nuocere.
***
Se l'Europa è in subbuglio, dall'altra parte dell'Atlantico si fa festa un giorno sì e l'altro pure! A quanto pare non c'è verso di vedere il mercato americano prendersi una pausa di riflessione... l'Intelligenza Artificiale avanza spedita e di tempo per tirare il fiato non sembra essercene... bello, fin troppo! Come ben sapete noi seguiamo i trend e fino a quanto non abbiamo l'impressione che siamo confrontati con una inversione di tendenza teniamo le posizioni. Per il momento la strategia funziona grazie anche ad uno S&P500 al rialzo del 13.87% ytd.
Ancora meglio ha fatto il Nasdaq (+17.84% ytd) dove questa settimana dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione ha aperto addirittura con un gap... Siamo in nettissimo ipercomprato ed i volumi sembrano in leggero calo... forse una correzione sta arrivando ma non dovrebbe essere nulla di serio. Una piccola pausa ci vuole.
E' chiaro che quando un indice come il CAC40 si ritrova con i guadagni azzerati da inizio anno, anche per l'Eurostoxx50 (+7.03% ytd) qualche contraccolpo ci deve essere e in una settimana ha perso quasi 5 punti percentuali... non pochi! Non vi nascondiamo che un minimo di preoccupazione ce l'abbiamo soprattutto ora che il supporto a 4'868 punti sembra essere stato sfondato... non saremmo meravigliati se la settimana prossima andremo a coprire il gap creatosi verso la fine del mese di febbraio a 4'787 punti (indicato dalla freccia viola). Non manca molto ma poi lì si deve fermare altrimenti supporti significativi non ce ne sono molti fino ai 4'600 punti, il che significherebbe un'ulteriore correzione del 5%.
E' abbastanza chiaro che in questo momento il mercato europeo è in preda alle emozioni scatenate non solo dalla decisione di Macron di andare ad elezioni anticipate. E' evidente che il risultato scaturito dalle urne europee sta spostando l'ago della bilancia piuttosto verso destra e da questo punto di vista una lettura più attenta dei programmi economici s'impone: dobbiamo ammettere che alcune delle proposte che sono passate sotto i nostri occhi un pochino ci preoccupano in quanto sono allettanti ma sono pure finanziariamente difficili da sostenere; questo i mercati lo sanno e s'inquietano.
Ci torna prepotentemente in mente il 2022 e l'esperienza dell'inglese Truss che in 45 giorni di governo è quasi riuscita ad affondare il debito pubblico inglese... poi l'hanno manda a casa ed i mercati hanno tirato un sospiro di sollievo...
Ci torna prepotentemente in mente il 2022 e l'esperienza dell'inglese Truss che in 45 giorni di governo è quasi riuscita ad affondare il debito pubblico inglese... poi l'hanno manda a casa ed i mercati hanno tirato un sospiro di sollievo...
Attenzione, non stiamo dicendo che la sinistra governa meglio della destra o viceversa e non è nemmeno una questione se al governo ci sia un uomo o una donna: noi cerchiamo di essere neutrali ed il nostro obiettivo è semplicemente quello di anticipare quello che potrebbe accadere se un certo programma piuttosto che un altro s'impone sulla scena pubblica di un Paese e quali potrebbero essere le conseguenze per i portafogli in gestione in modo, se possibile, da saperci regolare per tempo.
Tutto sommato lo SMI (+8.14%) ha retto bene: con il risveglio soprattutto di Roche l'indice è riuscito a limitare i danni e si è adagiato sui 12'000 punti ma lì deve rimanere! Non sappiamo fino a quando riuscirtà a non farsi troppo influenzare dal clima che vige nelle borse europee... per il momento sembra riuscirci...
***
Come sempre accade quando ci sono momenti di tensione, il franco svizzero ha una tendenza a rafforzarsi e anche questa volta non fa eccezione. Contro dollaro, malgrado i tassi americani sembrano voler restare agli attuali livelli ancora per parecchi mesi, la nostra valuta si sta rivalutando e venerdì ha chiuso appoggiandosi sul supporto rappresentato dalla media mobile dei 200 giorni. Degli alleggerimenti sono stati fatti e ne seguiranno degli altri solo se andremo sotto lo 0.8850.
Quasi inutile affermare che il perdente di questa settimana è la parità euro/chf: è un vero peccato per chi ragiona in franchi in quanto l'euro si stava comportando contro la nostra più che dignitosamente ed ora bisognerà attendere la prossima settimana per vedere se il clima politico lo porterà a testare il livello di 0.9430 che sarebbe pure il suo nuovo supporto dopo che per un paio d'anni è stata la sua resistenza (vedi linea rossa tratteggiat . NON dimentichiamoci dell'appuntamento di giovedì 20 giugno con la BNS: non sarà facile vedere un ulteriore taglio ai tassi ma le condizioni per farlo ci sarebbero... in caso di un taglio non è escluso, considerato il netto ipervenduto dell'euro, che assisteremo ad un rimbalzo.
Buona domenica!
Nessun commento:
Posta un commento