(Vignetta pubblicata da Milano-Finanza)
Anche il mese di maggio ci è passato sotto il naso e non ce ne siamo quasi accorti! Doveva essere, come da tradizione, il mese del "sell in May and go away" ma, borsisticamente parlando, è stato invece uno dei migliori dal 2009... meglio così!
Ora tutta l'attenzione è già rivolta al 6 di giugno quanto verosimilmente la BCE si deciderà a tagliare i tassi di un quarto di punto: è quello che si aspettano almeno l'80%-90% degli analisti e degli attenti osservatori del mercato.
Che ci sia la necessità di tagliare i tassi del nostro continente non ci sono molti dubbi, considerato che anche l'IFO, uno degli indicatori chiave dello stato di salute dell'economia tedesca pubblicato il 27 maggio, non è stato all'altezza delle aspettative:
- IFO maggio: 89.3 (atteso: 90.4; precedente: 89.4)
Il grafico parla chiaro:
Malgrado un leggero miglioramento negli ultimi mesi, questo indice rimane ben al di sotto di quella che era la media dei gloriosi anni dell'econonia tedesca. E' evidente che ha bisogno di un aiuto e molti altri Stati non son da meno...
Poi venerdì 31.5 esce un dato non bellissimo e riguarda l'inflazione europea stimata per il mese di maggio:
- CPI Eu stimato maggio: 2.6% (atteso: 2.5%; precedente: 2.4%)
Stiamo comunque parlando di un leggero aumento dell'inflazione che a nostro avviso non stravolge quello che è il trend generale del rincaro europeo: da inizio anno i prezzi si sono stabilizzati; è vero che non sono ancora al 2% come vorrebbe la BCE, ma possiamo anche iniziare ad accettare che l'inflazione possa stabilizzarsi ad un livello leggermente superiore all'obiettivo del 2% senza fare grandi danni soprattuto se, grazie ai tagli, avremo un'economia più scattante.
A questo punto ci verrebbe voglia di dire che un taglio ai tassi per giovedì prossimo è cosa fatta ma se rivolgiamo lo sguardo ai mercati non sembra che stiano anticipando un taglio:
Infatti, a meno che qualche cosa ci sfugga, i rendimenti, ben sapendo che i mercati giocano d'anticipo, sarebbero già dovuti andare nell'altra direzione e non di certo al rialzo come stanno facendo da praticamente inizio anno. Anche in questi ultimi giorni, e oramai al taglio di giorni ne mancano una manciata, le vendite sul Bund tedesco si sono intensificate spedendo il rendimento a 2 anni al 3.09% e quello a 10 anni al 2.66%. E' un movimento simile a quello dei Treasury, fatto salvo che quello americano è giustificato dal fatto che in effetti di tagli per il 2024 non ne sono attesi molti e forse addirittura nessuno.
Insomma, quest'anno guadagnare qualche soldo con le obbligazioni è fino ad oggi molto complicato ed infatti il Bloomberg Total Return (quotazione + cedola) in euro segna ancora un -1.55% e quello in dollari è anche peggio con il suo -3.30%.
Già che ci siamo possiamo dare un'occhiata anche all'Eurostoxx50 (+10.22% ytd) che come temevamo è andato sotto i 5000 punti per recuperare solo il venerdì sul tardo pomeriggio.
Se ingrandiamo il grafico per mettere meglio in evidenza i movimenti delle ultime settimane appare chiaro che durante la seduta di mercoledì (terzultima barra) ha rotto il supporto a 5000 punti per effettuare un pullback che l'ha riportato in zona 5000 (vedi freccia verde).
Putroppo in questi casi, se giovedì la BCE deciderà di non tagliare, è probabile che rivedremo l'indice ripartire al ribasso almeno fino ai 4'480 punti, poi vedremo cosa succede. Alleggeriremo un po' le posizioni SE l'indice sfonderà anche questa quota.
In caso di taglio ai tassi potremmo anche vedere un po' positività tornare sul mercato e non saremo noi a lamentarci! :-)
Sicuramente anche voi vi sarete posti la domanda di cosa potrebbe succedere se i tassi NON vengono tagliati e dare una risposta non è difficilissimo:
Prima di tutto dovremo digerire un po' di delusione, forse non tanto per il mancato taglio, ma per la prova provata che la BCE non ha il coraggio di muoversi in autonomia e sembra essere sempre dipendente dalle mosse della FED. Se così sarà, siamo proprio curiosi di sentire come giustificherà la Lagarde l'eventuale mancato taglio.
Di norma quando le aspettative per un taglio ai tassi non sono rispettate e le giustificazioni non convincono, possiamo attenderci qualche movimento di mercato non proprio simpatico:
- Considerato il livello raggiunto dai mercati azionari, che sono stati spinti al rialzo anche dall'aspettativa di un taglio ai tassi, aspettiamoci un po' di correzione. Magari quella che doveva esserci a maggio (anticipata in parte ad aprile) potrebbe ritornare d'attualità...
- I prezzi delle obbligazioni tenderanno anch'esse al ribasso con un inevitabile aumento dei rendimenti ... la tendenza già in atto verrebbe probabilmente accentuata... non bello. Anche certi spread, come ad esempio quello tra il Bund e il BTP, potrebbero subire un allargamento.
- L'euro tenderebbe a rafforzarsi.
- I costi di indebitamento potrebbero subire anch'essi un rialzo.
- Per qualche tempo il sentimento degli investitori non sarà ai massimi e ci vorrà un po' per allentare la delusione... compresa la nostra.
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Diamo ora un'occhiata a cosa è successo dall'altra parte dell'Atlantico: tre dati ed una notizia hanno attirato la nostra attenzione:
Il Pil americano del primo trimestre è stato rivisto al ribasso:
- PIL Usa primo trimestre (rivisitazione): 1.3% (previsto: 1.6; precedente: 3.4%)
La crescita nel primo trimestre è stata più lenta ed un ruolo di non secondaria importanza l'ha giocato la spesa dei consumatori che è stata registrata al ribasso: più o meno avevamo già sottolineato negli scorsi Appunti come i risparmi dei consumatori americani si erano assottigliati e soprattutto l'uso delle carte di credito, letteralmente esploso, non poteva crescere all'infinito (soprattutto con i tassi debitori al 21%-22%).
Un dato confortante è quello riguardante la fiducia dei consumatori americani per il mese di maggio che è tornata a salire dopo tre mesi che era stata registrata al ribasso:
- Fiducia consumatori maggio: 102 (atteso: 96; precedente: 97.5)
Potrebbe essere uno dei motivi che hanno spinto gli analisti a pronosticare il PIL americano del secondo trimestre più pimpante di quello osservato nel primo. Vedremo se la tendenza continuerà anche nel mese di giugno; se così sarà non è in effetti escluso che la crescita americana sia ripartita con maggior convinzione. Ovviamente questo dato ha un risvolto negativo e potrebbe convincere la FED che in effetti non c'è una gran fretta nel dover tagliare i tassi...
...anche se l'inflazione sembra esser più amichevole così come dimostrato dal PCE che, rammentiamo, per quel che concerne il rincaro è l'indicatore maggiormente seguito dalla FED:
- PCE yoy aprile: 2.7% (atteso: 2.7%; precedente: 2.7%)
- Core PCE yoy aprile: 2.8% (atteso: 2.8%; precedente: 2.8%)
Recentemente avevamo registrato lo sconforto della FED a riguardo di un ritorno al rialzo dell'inflazione. Il PCE di aprile dovrebbe tranquillizzare un pochino gli animi di Powell e compagni anche se certamente, di quei 2.7% e 2.8%, saranno poco soddisfatti ritenendoli valori ancora troppo elevati.
La notizia che francamente non abbiamo ancora completamente afferrato è quella inerente il processo a Trump che si è concluso con una condanna per i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels. Come c'era d'aspettarselo Donald non l'ha presa bene e non ha risparmiato, nel suo stile piuttosto sgangherato, critiche pesanti al sistema giudiziario americano ed ai suoi giudici accusati di essere faziosi. Per la cronaca Trump, dopo la condanna, è stato ricoperto di donazioni dai suoi supporters...
Ora la domanda che tutti si pongono è se in queste condizioni sarà ancora eleggibile: le risposte che abbiamo letto sono variegate e ci vorrà un po' di tempo per capire quale sarà il destino del Tycoon... noi per il momento non lo diamo ancora per spacciato ma se lo sarà è ovvio che lo scenario politico americano, che per il momento lo dà quale futuro presidente degli USA, è destinato ad un bel rimescolamento di carte che di certo non lascerà il mondo della finanza completamente indifferente...
Non vogliamo neppure pensare alla reazione dell'elettorato di Trump che come ben sappiamo (vedi 6 gennaio 2021 con l'attacco al Campidoglio) non si fanno molti problemi a reagire andando abbondantemente sopra le righe. Affaire à suivre molto da vicino...
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Come abbiamo già sottolineato, lo S&P500 (+10.64% ytd) ha avuto il miglior mese di maggio dal 2009 (+4.8%) ma ora sono parecchi gli analisti che, in assenza (quasi certa) di tagli ai tassi e con la stagione degli utili praticamente terminata, stanno cercando di capire quali potrebbero essere gli stimoli necessari per andare avanti in attesa della metà di luglio quando inizierà la pubblicazione dei dati del secondo trimestre.
A quanto pare c'è una domanda, posta in modo quasi spasmodico, che si stanno facendo in molti a riguardo della quantità di denaro che saranno in grado di produrre i server dotati di AI: prosaicamente parlando è sempre e solo una questione di denaro ed un mezzo cigno nero potrebbe scaturire dallo scoprire che, dopo aver speso montagne di miliardi per l'hardware, di soldi se ne faranno troppo pochi... Anche questo sarà un capitolo da seguire con attenzione.
Se ingrandite il grafico cliccandoci sopra, vi accorgerete che durante l'ultima seduta della settimana qualche cosa deve essere successo: forse la pubblicazione del PCE che è risultato conforme alle aspettative ha messo tutti di buon umore ma non pensiamo che sia sufficiente a rilanciare le quotazioni con volumi notevoli (avvistati su tutti i mercati, europei compresi) che si vedono solo ogni tre mesi quando per le opzioni e i futures è il venerdì delle Quattro Streghe...
Per fortuna c'è stata questa reazione altrimenti rischiavamo di chiudere sotto i 5'200 e poi chissà cosa sarebbe successo. A questi livelli (il record storico non è distante) può succedere veramente di tutto...
Anche il Nasdaq (+11.48%) una volta segnato il record storico in prossimità dei 17'000 punti si è preso un attimo per respirare. A dir la verità anche questo indice non ha iniziato la giornata di venerdì alla grande e la fluttuazione giornaliera è stata notevole. Poteva terminare la sessione con un grande passivo ma come le altre borse la chiusura è stata praticamente al prezzo con il quale ha aperto coadvato pure da volumi importanti. Fino alla prossima tornata di dati societari (metà luglio), di questi movimenti molto ampi dovremo farci un po' l'abitudine.
Prima di procedere ad una veloce analisi tecnica del nostro indice, ci sembra importante sottolineare un dato che è stato pubblicato questa settimana a riguardo delle esportazioni svizzere che nel mese di aprile sono cresciute di un eccellente +9.1% a 23.4 miliardi di franchi grazie soprattutto al settore chimico-farmaceutico che, con 13 mia di franchi, ha trascinato con decisione le esportazioni. E' un chiaro segnale che lasciar indebolire un poco il franco svizzero è un toccasana per l'industria di esportazione e non ci vuole una laurea in economia per capirlo... Vi rammentiamo che da inizio anno la nostra valuta ha perso il 5.29% contro euro ed il 7.21% contro dollaro.
Non sembrava una settimana facile per lo SMI (+7.75% ytd) ma la pubblicazione del dato sull'esportazione ha portato un po' di ottimismo soprattutto per le aziende esportatrici, ottimismo che poi si è sparso un po' in tutto lo SMI. A brillare è stata finalmente Nestlé che probabilmente, se il franco non tornerà a rivalutarsi troppo (vedremo cosa succede se la BCE taglierà i tassi...), potrà cercare di recuperare un po' del terreno perso tra lo scorso anno e l'inizio del 2024.
12'080 punti sono comunque un bella resistenza e per il momento non appare facilmente superabile... ma vedremo giovedì prossimo se la BCE farà la cosa giusta trasmettendo un po' di positività anche al nostro mercato che allora sarà autorizzato a sperare in un taglio ai tassi anche da parte della BNS a fine giugno ( o magari anche prima...)
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Abbiamo parlato delle valute... stiamo cercando i grafici che probabilmente sono rimasti nella stampante... accidenti! Vorrà dire che per una volta ne faremo a meno... sorry !
Godetevi la domenica!
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