Diciamolo subito: scampato pericolo...! L'After-Hours del titolo Nvidia con quel -7% subito dopo la pubblicazione dei dati del secondo trimestre - decisamente l'evento clou della settimana che sta per finire - marcava malissimo! Da come si stavano mettendo le cose, a causa di una parziale delusione per i risultati della più radiografata delle azioni dell'indice Nasdaq, era lecito pensare che il giorno dopo una bella correzione del settore tecnologico su larga scala non ce la toglieva nessuno. Ed invece no! Evidentemente le imminenti elezioni presidenziali americane e la certezza dell'avvio dei tagli ai tassi da parte della FED hanno avuto la meglio sulla voglia di scaricare le posizioni.
E' anche probabile che la notte abbia portato consiglio in quanto i risultati del secondo trimestre di Nvidia non erano poi così male ed hanno, come al solito, superato le aspettative. Quello che non è piaciuto molto agli investitori sono state un paio di cose: la prima riguarda l'erosione dei margini di profitto e la seconda cosa che non è piaciuta è il ritardo accumulato (si parla di tre mesi) dal nuovo chip Blackwell B200 che mette in evidenza qualche piccola crepa nella catena produttiva. Comunque sia, quando un'azienda riesce a fatturare una trentina di miliardi di dollari a trimestre, l'azione mette a punto un +141% in 8 mesi e come se non bastasse la società annuncia uno share buyback da 50 miliardi forse non è il caso di fare troppo i pignoli e si rinviano le prese di profitto su Nvida attendendo tempi peggiori... Ovviamente tutto il Nasdaq e d'intorni ringrazia!
Per curiosità alleghiamo anche le performance ytd dei Magnifici 7:
...sono sempre buone ma non sono i numeri stellari dello scorso anno (Nvida a parte...)
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Abbiamo menzionato il taglio ai tassi: nel mese di settembre BCE (12.9), FED (19.9) e BNS (26.9) siamo certi che taglieranno i tassi di un quarto di punto ma non di più. Gli altri tagli seguiranno dopo le elezioni americane. Perché ne siamo così certi? Basta dare un'occhiata ad alcuni dati di recente pubblicazione:
1) BCE
E' di venerdì la notizia che l'inflazione generale in Europa sta andando, come lo sta facendo da tempo, nella giusta direzione:
- CPI A/A agosto (P): 2.8% (atteso: 2.8%; precedente: 2.9%)
In effetti non possiamo andare fieri della crescita economica europea: in 5 anni l'UE ha segnato una crescita annua dell'1%; la Spagna ha fatto leggermente meglio; Italia e Francia seguono a ruota ma non dimentichiamoci che il loro PIL è stato gonfiato a suon di debiti (Bruxelles infatti ha avviato una procedura per deficit eccessivo). Quel che fa specie è vedere una Germania praticamente ferma al palo: non gli penderà sulla testa una procedura europea per deficit eccessivo ma anche avere una legge che gli impone il pareggio di bilancio pare che non giovi più di tanto. Certo è che quando la locomotiva si ferma son guai un po' per tutti, Svizzera compresa. Siamo convinti che davanti a questi numeri anche la Lagarde non potrà esimersi da un altro taglio ai tassi... 0.25% è meglio di niente.
2) FED
In America vi segnaliamo tre dati pubblicati questa settimana:
- Beni durevoli luglio: +9.9% (atteso: 5%; precedente: -6.95%)
- Fiducia dei consumatori agosto: 103.3 (atteso: 100.8; precedente: 101.9)
- Personal Consumption Expenditures A/A luglio: 2.6% (atteso: 2.7%; precedente: 2.6%)
Considerata la sperimentata validità del metodo di Ned Davis (oramai è da almeno 3 anni che lo seguiamo con una certa soddisfazione) tenderemmo a pensare che una qualche minusvalenza la potremmo anche vedere...
... la correzione di inizio agosto aveva portato i P/E dei principali indici borsistici in una zona più sostenibile, il pronto recupero che n'è seguito ci ha riportati da dove eravamo partiti, ovverosia con dei rapporti Prezzo/Utili che in un confronto storico ci stanno segnalano che i mercati sono quasi tutti piuttosto sopravvalutati, Svizzera compresa. Si salva l'Europa che con un P/E di 14, anche storicamente parlando, ha delle quotazioni ancora sostenibili. Comunque per tutte le altre borse basta qualche dato fuori posto e/o un po' di tensioni geo-politiche supplementari per rimettere in moto la macchina dei ribassisti.
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Putroppo per lo S&P500 (+18.42% ytd) ci sembra di aver scorto un doppio massimo (le due mezzelune rosse) che notoriamente segnala un potenziale cambiamento del trend che da positivo potrebbe girare in negativo... sono soprattutto i volumi al rialzo in prossimità del secondo massimo che preoccupano un po': come si può leggere nei manuali di analisi tecnica i volumi al rialzo durante la formazione del secondo massimo "suggeriscono che c'è ancora una significativa partecipazione del mercato, ma il fatto che il prezzo non riesca a superare il primo massimo indica una potenziale debolezza"; in parole povere se non si riesce ad oltrepassare i 5'650 punti dobbiamo aspettarci uno storno che dalla nostra esperienza possiamo quantificare in circa 400 punti (quasi un 8%). Ovviamente facciamo tutti il tifo per un superamento della resistenza dei 5'650 punti ma ricordiamoci che quel livello è il record storico dello S&P500 e superarlo non sarà facilissimo. Insomma: serve un po' di prudenza...
Chi invece sembra che stia perdendo un po' di momentum è il Nasdaq (+18% ytd) che ci pare meno pimpante del solito... anche l'oscillatore RSI punta al ribasso ed i volumi al rialzo purtroppo segnalano che i venditori sono all'opera. Oramai i risultati del secondo trimestre sono noti e bisognerà attendere ancora un mese e mezzo prima di vedere come sono andati i numeri del terzo trimestre sperando di ricevere buone notizie. Se ci sono nei depositi azioni con performances da capogiro forse è saggio prendere parzialmente qualche profitto.
Abbiamo apprezzato molto la reazione dell'Eurostoxx50 (+9.65% ytd) che ha avuto la forza di tornare per lo meno dentro il canale di scorrimento laterale. Sarà a causa del P/E particolarmente attraente o forse è una reazione anticipata all''imminente secondo taglio ai tassi, fatto sta che ritrovarlo a questi livelli fa piacere. Sarebbe di ottimo auspicio se durante la prossima settimana si riuscisse a superare i 5'000 punti e tentare di andare a fare una visitina alla resistenza dei 5130. Non sembra impossibile...
Sorprendente anche la reazione dello SMI (11.66% ytd) galvanizzato da qualche buona notizia societaria e soprattutto aiutato da parecchia liquidità proveniente da coloro che hanno venduto euro e dollari in cambio della nostra divisa: l'unico investimento che ha un certo senso, se si hanno franchi svizzeri, è proprio quello di far capo ai titoli azionari. Il reddito fisso oramai fornisce rendimenti da zero virgola qualche cosa... troppo poco!
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