domenica 6 ottobre 2024

Ritorna l'inflazione?

 Abbiamo appena archiviato il terzo trimestre di quest'anno e, malgrado un mese d'agosto piuttosto ballerino, per essere storicamente quello più debole per i mercati finanziari non possiamo lamentarci più di tanto. L'inflazione sembra essere indirizzata nella giusta direzione, le principali Banche Centrali continuano il loro ciclo di tagli ai tassi che dovrebbe evitare l'entrata in recessione dell'economia e lo scenario geo-politico, che in altri tempi ci avrebbe fatto vedere i sorci verdi, per il momento non sembra preoccupare più di tanto gli investitori. I dati americani del terzo trimestre debutteranno la prossima settimana e gli analisti non si aspettano sorprese tali da farci rizzare i capelli in testa.  Tutto bene quindi? Sembrerebbe, ma questa settimana abbiamo avuto il tempo di scartabellare qualche grafico e ci siamo accorti che qualche cosa non sta andando proprio nelle giusta direzione... 


Il Vix, la nostra cartina di tornasole dello stato di salute emotivo dei mercati, parla abbastanza chiaro: da diverse settimane non c'è verso di rilassarsi e pur restando attorno al 20 è come se lievitasse in un costante stato di pre-allarme senza sapere bene di cosa aver effettivamente paura...

Una di queste paure potrebbe essere il coinvolgimento diretto dell'Iran nel conflitto Mediorientale con conseguenze non facilissime da immaginare a parte il classico aumento del costo del petrolio che è già sotto i nostri occhi:



...rimane abbondantemente sotto gli 80 $ per barile ma...


...negli ultimi tre giorni il prezzo è salito di quasi un 10%...

...mentre le scommesse tramite opzioni riguardanti il prezzo del barile a 100$ per novembre sono letteralmente esplose. Non arriverà a 100 $ ma intanto c'è chi specula...



Non scordiamoci che l'Iran è il terzo produttore mediorientale ed ogni giorno sforna quasi 4 milioni di barili, non sono gli oltre 9 dell'Arabia Saudita, ma tutto sommato non è un quantitativo insignificante. Per quello che finanziariamente ci concerne, dovremo entrare in fibrillazione qualora leggeremo di un blocco allo stretto di Hormuz o, ancora peggio, di un attacco israeliano all'isola di Kharg  che è il luogo in cui l'Iran carica la maggior parte delle sue esportazioni di greggio. (Clicca sull'immagine per una miglior visione).


Nel frattempo anche l'indice dei valori energetici elaborato da Bloomberg, dopo diversi mesi che volgeva al ribasso, ha ripreso a salire: siamo ancora sotto i valori di inizio anno ma sta cambiando decisamente direzione e sembra aver l'intenzione di voler forare al rialzo tutte le medie mobili... Per l'inflazione non è una buona notizia.


Così come non è una buona notizia per l'inflazione la ripresa delle quotazioni delle materie prime.

***

Vi sarà pure giunto alle orecchie dello sciopero di tutti i portuali che operano nella costa orientale degli Stati Uniti che rivendicano un nuovo contratto di lavoro collettivo con tanto di raddoppio dello stipendio. Circa il 60% del commercio americano che sfrutta il trasporto via containers è stato coinvolto e, fortuna vuole, che il 3 di ottobre lo sciopero è stato sospeso fino al 15 gennaio per lasciare il tempo necessario alla rinegoziazione di un nuovo contratto. E' stato calcolato che un simile sciopero crea danni quantificabili in circa 4 miliardi di dollari al giorno ma quello che più spaventa è l'interruzione della catena di approvvigionamento che, memori di quanto successo durante il periodo del covid, può creare danni inenarrabili rallentando i siti di produzione e spedendo l'inflazione alle stelle. 

Senza entrare troppo nei dettagli,  questo sciopero ha ben messo in evidenza quanto sia imminente un profondo cambiamento generazionale del quale non conosciamo ancora gli effetti sul tessuto economico ma ne sentiremo parlare sempre con maggior frequenza.  MarketWatch, una testata economica online, in un articolo del quale vi proponiamo un breve estratto,  mette in risalto la natura del problema: 

"Nonostante le campagne di reclutamento sottolineino l'elevata retribuzione e la stabilità della carriera di scaricatore di porto, è improbabile che la realtà degli orari imprevedibili, del lavoro massacrante e della limitata flessibilità del lavoro sui moli nazionali risuoni allettante ad una generazione più giovane che, in ambito lavorativo,  dà la priorità all'equilibrio tra vita privata e lavoro e alle opzioni di lavoro a distanza, rispetto alla retribuzione lucrativa dello scaricatore di porto.

Questi cambiamenti demografici e generazionali avvengono mentre gli operatori portuali guardano all'automazione per aumentare l'efficienza e ridurre la dipendenza dal lavoro umano, aggravando ulteriormente la crisi del lavoro. Come evidenziato dallo sciopero, i sindacati si oppongono strenuamente a questi cambiamenti, considerando l'automazione come una minaccia esistenziale per i posti di lavoro. Ma anche se i sindacati riuscissero a rallentare la marcia delle macchine, si troverebbero di fronte a una cruda realtà: meno lavoratori giovani e forse meno lavoratori che vogliono lavorare sui moli."

Stiamo entrando nel sociologico e non è qui il luogo adatto per discuterne ma è innegabile che, presto o tardi,  saranno molti i settori che avranno problemi simili. I giovani hanno un'altra visione del lavoro e forse è questo il vero cambiamento che dovremo affrontare. Ne riparleremo di certo.

***

Anche questa settimana non possiamo passare sottotraccia alcuni dati pubblicati in America; abbiamo scleto quelli inerenti il mercato del lavoro che, come sappiamo, è sotto la lente d'ingrandimento della FED:

  • Posti vacanti agosto: 8 mio (atteso: 7.7 mio; precedente: 7.7 mio)
  • Nuovi posti economia privata (ADP) settembre: 143k (atteso: 128k; precedente: 103k)
  • Nuove buste paga non agricole settembre: 254k (atteso: 150k; precedente: 159k)
  • Disoccupazione settembre: 4.1% (atteso: 4.2%; precedente: 4.2%)
  • Salari orari yoy: 4% (atteso: 3.9; precedente: 3.8)



Soprattutto le nuove buste paga non agricole di settembre, pubblicate venerdì pomeriggio, avranno rovinato la giornata a Powell. Il dato si discosta ampiamente dalle aspettative e mette in risalto come l'economia americana non sembra proprio pronta ad entrare in una fase di contrazione, hard o soft che dir si voglia, ed ora sono in molti a dire che il taglio ai tassi di mezzo punto effettuato a settembre è stato un azzardo:  c'è il rischio concreto che l'inflazione possa tornare a rialzare il capo. Quello che è certo è che un altro taglio di mezzo punto, in queste condizioni, sarà difficile da vedere. Accontentiamoci di un quarto e forse neppure quello, dicono i pessimisti... (prevedere se la FED a novembre farà un taglio da mezzo o un quarto sarà il tormentone del mese di ottobre... prepariamoci)

La reazione dei Treasury non si è fatta attendere...

... la curva rischia di tornare nuovamente inversa (il corto che rende più del lungo). Infatti a separare il rendimento del TB decennale dal TB a 2 anni ci sono solo 4 basis points. Tornare a vedere rendimenti sopra il 4% non è impossibile.


Anche il comparto obbligazionario in dollari, come è normale che sia, non l'ha presa troppo bene ed ha subito corretto lasciando sul posto almeno un punto e mezzo di quanto accumulato da inizio 2024. Rischiamo che l'anno, per le obbligazioni in dollari, malgrado la discesa dei tassi non sarà di quelli che resteranno imperituri nella nostra memoria.


Anche le obbligazioni in euro, sebbene in minor misura, sono state vittime di una presa di profitto... Speriamo che anche in Europa non si debba iniziare ad osservare una ripresa dell'inflazione... non vogliamo neppure pensare a come potrebbe reagire la Lagarde...

***



Come ci segnala Ned Davis il mese di ottobre potrebbe essere bello ballerino. Se ha ragione che da dopo le elezioni in poi ci sarà una ripresa dei mercati fino alla fine dell'anno allora i ribassi potrebbero diventare un'occasione per rimpolpare la quota azionaria nei nostri depositi. Ma non vogliamo pensarci già adesso e soprattutto vediamo se una correzione ci sarà...



... è abbastanza probabile che durante la pubblicazione dei dati societari del terzo trimestre ci saranno di tanto in tanto alcuni numeri deludenti che indurranno alla vendita ma non ci aspettiamo, fatto salvo eventi geo-politici inaspettati, crolli spettacolari. Ricordiamoci che questo è un anno elettorale...  Insomma, crediamo proprio che non faremo la fine del povero  Willy anche se potenzialmente ci sarebbero le condizioni per vedere una correzione di almeno una decina di punti percentuali (che sarebbe salutare).

Infatti per capire come sono quotati i mercati azionari la scorsa settimana abbiamo scomodato il concetto di P/E che ci ha messo sull'attenti che se compriamo ora,  compriamo caro. Altri due parametri ci dicono la stessa cosa:



Il P/E di Shiller è una versione rivista e corretta del classico P/E ma tiene conto anche dei cicli economici. Infatti gli utili (E) sono quelli medi degli ultimi 10 anni rettificati per l'inflazione. In questo modo si riesce a valutare meglio se il mercato è sopravvalutato o meno rispetto alla sua storia. Nell'immagine vediamo lo S&P500 che con un 36.60 non è ancora arrivato ai massimi dell'inizio 2000 ma siamo comunque sopra i livelli del 1929... il solo nominare questa data un po' di farfalle nello stomaco te le fa venire. Ovviamente siamo in un periodo storico molto diverso da quello di inizio 900 ma comunque sia dobbiamo prendere atto che il principale indice azionario americano non lo regalano... Colpa dei titoli tecnologici, vero, ma allora deve farci ancor più paura quello che è successo all'inizio del nuovo millennio con l'avanzata del fenomeno internet oggi sostituito dall'intelligenza artificiale: il P/E di Shiller era a quasi a 45 e poi sappiamo cosa è successo...

Un altro modo per valutare il mercato, per intenderci quello preferito da Warren Buffett, è confrontare il valore del mercato di tutte le azioni americane con il prodotto interno lordo degli USA (PIL):


Siamo a 190... non aggiungiamo altro e comprendiamo meglio come mai Buffett stia alleggerendo la posizione azionaria.

Il messaggio è sempre lo stesso: con l'AI siamo in presenza di un cambio di paradigma epocale dal quale pare nascerà una nuova società che porterà benefici a tonnellate. Questo in un futuro non troppo lontano; il presente ci dice di stare prudenti con le azioni in quanto i mercati sembrano essere maledettamente costosi o detto, con le parole di un analista, "è un disastro in attesa di accadere".



Certo che dopo aver visto il P/E di Shiller fa un certo effetto trovare lo S&P500 (+20.57% ytd) vicino ai massimi storici. Il trend rialzista di medio periodo per il momento è sempre confermato (freccia verde) e i 5650 sembrano essere il nuovo supporto statico sul quale l'indice rimbalza... vedremo fra qualche giorno se saprà resistere alla pubblicazione dei dati del terzo trimestre... come detto prudenza e se a qualcuno vien voglia di prendere una parte dei profitti...non abbiamo nulla in contrario.


 Discorso simile per il Nadaq (+20.83% ytd). I 18'000 punti sembrano fungere da supporto statico ma non lo diamo ancora per scontato... Non escludiamo del tutto che il target a medio possano essere ancora i 19'000 e rotti punti segnalato dal tratto in blu... anche qui i risultati saranno determinati... prudenza.


L'Eurostoxx50 (+9.59% ytd) sembra voler confermare il trend laterale che lo contaddistingue dal mese di marzo in poi (eccezion fatta per agosto). Non è stata una settimana facile e qualcuno ne ha approfittato per scaricare le posizioni come confermato dai volumi in rialzo... Continuerà a svilupparsi lateralmente? L'Europa non è messa benissimo, sarebbe quindi già un buon risultato .


Lo SMI (+7.72% ytd) sta lottando caparbiamento contro sé stesso...infatti con una certa regolarità qualche suo componente di un certo peso gli gioca contro (Nestlé e Roche in primis) e anche questa settimana non fa eccezione. Diciamo che il trend di medio periodo è ancora confermato. Non ci piace il fatto che le due medie mobili a 50 e 100 giorni sono state forate al ribasso; quella dei 200 giorni (in blu) potrebbe comunque fungere da supporto ed è quello che speriamo. A livello di RSI siamo in posizione neutra e questo ci rincuora, grosse correzioni non dovremmo vederle.


Per curiosità vi facciamo vedere il mercato Cinese (il CSI300 questa settimana era chiuso per festività, riaprirà il 7.10)... La bomba sganciata dal governo cinese sembra proprio che abbia fatto effetto. Durerà? forse, intanto vediamo come aprirà martedì dopo una settimana di festeggiamenti...

***

Se c'è un settore che ha reagito con una certa veemenza ai dati sul lavoro americani di questa settimana è il forex:


Dollaro/franco ha testato ripetutamente il supporto a 0.84 per poi prendere il volo venerdì pomeriggio dopo la pubblicazione delle nuove buste paga non agricole uscito inaspettatamente in forte rialzo. Con un dato del genere è abbastanza probabile che la FED rinunci ad un altro taglio consistente dei tassi a novembre e si accontenterà di un quarto di punto. Il dollaro si è subito apprezzato e 0.86 sembra essere la resistenza più prossima... non siamo lontani.


Anche contro euro il dollaro si è apprezzato in maniera consistente tanto da rientrare nel canale di scorrimento laterale che lo caratterizza dall'inizio del 2023. La media mobile a 50 giorni è stata forata e la prossima settimana vedremo se quelle a 100 e 200 giorni faranno da supporto (probabile). Per il momento il dollaro lo teniamo, noi lo vendiamo solo se supera con convinzione 1.12.



Mini ripresa anche per l'euro contro franco che comunque deve fare i conti con la media mobile dei 50 giorni che funge da resistenza e con la resistenza statica a 0.9420... per il momento abbiamo l'impressione che più che apprezzarsi si sposterà lateralmente ma per poterne essere certi serve ancora del tempo. Ovviamente gli eventi geo-politici sono sempre in agguato ed il franco è decisamente la valuta  rifugio per eccellenza...


A detta di molti analisti il bitcoin è pronto a fare il salto per andare sopra i 75'000$. Può darsi ma prima di tutto deve riuscire a superare i 69'500 dollari... se non ce la fa la direzione è quella segnalata dalla freccia rossa...

Buona domenica!


Nessun commento:

Posta un commento