domenica 9 febbraio 2025

Arrivano i dazi? Maybe...

 

Se non avete le idee in chiaro su cosa sta succedendo ai mercati finanziari di mezzo mondo, potete sempre consolarvi pensando che non siete i soli! E' abbastanza probabile che proprio mentre state leggendo questi nostri appunti milioni di investitori, approfittando del week end,  stanno cercando di fare un po' di ordine nella propria testa ma, il vero problema,  è che non si sa bene da dove cominciare... Forse l'immagine che meglio di tutte riassume lo stato d'animo di chi si occupa di finanza è quella che ci viene offerta dal VIX che nell'ultimo mese, di spaventi,  ce ne ha fatti prendere ben più di uno...

Ovviamente è facile puntare il dito contro uno stravagante Trump che non perde occasione per stravolgere persino le più elementari regole della comunicazione tanto da fare esclamare a JP Morgan che "Trump è contro il mercato": il pulpito è uno di quelli importanti e sicuramente il messaggio non sarà sfuggito a Donald... Speriamo ne faccia tesoro. 

Quello che constatiamo è che il Presidente degli Stati Uniti d'America se ne inventa una al giorno: si va dai dazi contro Canada e Messico annunciati il venerdì dell'altra settimana e poi subito rinviati di un mese il lunedì successivo, alle mire sulla Groenlandia e sul Canale di Panama e concludiamo questa poco esaustiva lista con l'idea di ricollocare temporaneamente qualche milionata di palestinesi fuori dalla striscia di Gaza per poi procedere alla sua ricostruzione con il chiaro obiettivo di trasformarla nella "Riviera del Medio Oriente"... Netanyahu ha definito l'idea "straordinaria", mentre le  Nazioni Unite hanno criticato duramente il piano, definendolo "una sciocchezza" anche se siamo certi che il termine che avevano in mente per definire la sparata di Trump, impronunciabile,  è un tantino più forte...

In effetti lo stile comunicativo di Trump sembra non piacere troppo pure ai mercati americani che,  come vedremo più tardi, fanno fatica a macinar performance.

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Ma non possiamo addossare tutte le colpe a Trump: i risultati del quarto trimestre 2024 stanno uscendo a ritmo serrato. Per quanto riguarda le società dello S&P500 i numeri sono in gran parte piuttosto soddisfacenti e per il momento superano di un +6% le aspettative (una decina di giorni fa eravamo a +8% se ben ricordate...) ma quello che sta un pochino preoccupando sono i numeri dei Magnifici 7, sempre buoni ma non buonissimi, e soprattutto l'outlook non è quello che gli investitori vogliono sentirsi dire:


Per il momento le Big Tech stanno parlando molto (anzi moltissimo) di investimenti futuri che oramai stanno raggiungendo cifre spaventose ma non hanno un'idea precisa di quando si potrà iniziare a raccogliere i frutti di questi sforzi colossali. Il caso DeepSeek, per quanto già parzialmente ridimensionato, ha poi lasciato un segno nel subconscio di noi investitori e se si venisse a sapere che si può effettivamente sviluppare un'AI efficiente a costi calmierati nessun investitore nelle attuali Big Tech sarebbe particolarmente felice. Un segnale di un certo "fastidio" i mercati l'hanno dato e per coloro che sono interessati,  abbiamo riportato a margine del nostro intervento qualche numero e i relativi grafici a riguardo dei M7. 

Per chi non ha voglia di approfondire diciamo solo che vedere un Nasdaq da inizio anno a +1.10% esemplifica più di mille parole la difficoltà momentanea di questo settore. E' comunque molto probabile che sia solo una pausa di consolidamento ma comunque non siamo più abituati a vedere questo indice così spento e fa ovviamente un certo effetto.

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Per capire meglio il comportamento dei mercati di questa settimana non possiamo fare a meno di gettare un'occhiata ai dati sul mercato del lavoro americano. Ne sono usciti parecchi e confermano i timori della FED che, come sappiamo, in fatto di tagli ai tassi ha tirato il freno a mano:

  • Posti vacanti dicembre: 7.6 mio (atteso: 8 mio; precedente: 8.2 mio)
Qualche posto vacante in meno, nulla di grave per il momento: se perdi il posto di lavoro non dovresti avere troppi problemi a trovarne un'altro. 

  • ADP gennaio: 183k (attesto: 150k; precedente: 176k)
Per quanto questo dato, riguardante la creazione di posti di lavoro nel settore privato, non sia uno dei preferiti della FED, sapere che soprattutto nel settore dei servizi si continua ad assumere corrobora la visione attendista di Powell & Compagni.

  • Creazione posti di lavoro non agricoli: 143k (atteso: 169; precedente: 307k)
Ad inizio anno le statistiche a proposito dei nonfarm payrolls sono sempre un pochino deboli e gli incendi nella zona di Los Angeles e le avverse condizioni meteo hanno pure giocato un ruolo. Va anche detto che il dato precedente era straordinariamente elevato a conferma che il tessuto economico è ben lungi dal concedersi una pausa come lo confermano pure i dati sul tasso di disoccupazione e le paghe orarie:
  • Tasso disoccupazione gennaio: 4% (atteso: 4.1%; precedente: 4.1%)
  • Paghe orarie yoy: 4.1% (atteso: 3.7%; precedente: 4%).
Quindi la disoccupazione rimane storicamente bassa, i salari addirittura sono in aumento ergo: rendimenti del Treasury a 10 anni al rialzo di quasi 10 bps (sono al 4.496%) e possiamo per il momento metterci l'anima in pace che di tagli ai tassi non ve ne saranno a breve. Nasdaq e S&P500 devono farsene una ragione e noi investitori dobbiamo accettare che per il momento di grandi performance non se ne vedranno.

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Goldman Sachs si è presa la briga di calcolare quale potrebbe essere l'effetto dei dazi sullo S&P500 se Trump decidesse di applicarli come ce li ha comunicati: una correzione di almeno un 5% non ce la toglie nessuno e poi bisognerà vedere cosa succederà agli utili delle società di questo indice che per il 28% vengono prodotti fuori dagli Stati Uniti; forse un 5% è una visione ancora ottimistica...


Ci siamo accorti che il nuovo assetto del nostro Bloomberg non è ancora come lo vorremmo... potete vedere la chiusura di venerdì nella freccia nera a destra del grafico... scomodo: vedremo di sistemare il grafico per la prossima settimana...

Come abbiamo già sottolineato lo S&P500 (+2.45% ytd) alla pari del suo cugino tecnologico non sta brillando. Siamo sempre e comunque vicini ai massimi storici ma se lo scorso anno era un continuo record dietro l'altro, quest'anno di record storici ne abbiamo visto uno soltanto... tutto il resto è consolidamento. Vale comunque la pena sottolineare che il trend al rialzo è sempre in essere anche se i volumi sono leggermente calanti (freccia blu). Molto in effetti dipenderà da cosa vorrà fare Trump con i dazi e quel che preoccupa è che per il momento la sua attenzione è rivolta ai paesi tutto sommato amici quali Messico e Canada... i prossimi osservati speciali saremo quasi certamente noi Europei che con gli USA abbiamo rapporti di amicizia consolidati. Ci stiamo chiedendo come intenderà trattare i nemici, quelli veri, e quali potrebbero essere le conseguenze per il mercati azionari...


Anche il Nasdaq ( +1.10%ytd) non riesce a brillare più di tanto a dimostrazione del fatto che se i Magnifici 7 non "tirano" la tendenza è quella di muoversi sul posto. Superare i 20'000 punti per il momento non se ne parla...  il trend positivo è confermato ma siamo in pre-allarme: se il triangolo blu venisse forato al ribasso, dal trend positivo potremmo anche uscire e la cosa non ci piace!


L'Europa per il momento non ha ancora subito le ire di Trump ma pare sia solo una questione di tempo (la prossima settimana ne sapremo qualche cosa di più...) ciò nonostante ha continuato il suo percorso rialzista che però, tecnicamente parlando, ci pare essere giunto al capolinea (vedi linea blu verticale). Per l'Eurstoxx50 (+8.77% ytd) andare oltre i 5'400 punti non sarà facile e se saremo sanzionati forse varrà la pena portare a casa qualche guadagno...



Per pura curiosità siamo andati a vedere dove si trova il massimo storico dell'Eurostoxx50 e per rintracciarlo dobbiamo andare indietro di un quarto di secolo quando il 31 marzo del 2000 questo indice ha segnato  5'522 punti... non siamo lontani ma francamente in questo preciso momento storico quei 200 punti che ci separano dal record ci sembrano troppi... Dovremo pazientare...




Altra distrazione: il grafico dello SMI se l'è mangiato la stampante... riutilizziamo quello delle scorsa settimana: il nostro indice (+8.55% ytd) è riuscito ad aggiungere altri 300 punti e questo non può che farci molto piacere: hanno contribuito un pochino tutti i settori ma a muoversi ( e si vede...) sono stati soprattutto Roche e Novartis... C'è ancora del potenziale ma ovviamente quanto detto per l'Europa vale anche per noi. Speriamo nella clemenza di Trump. Comunque se si mette male qualche presa di profitto la faremo.

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Abbiamo capito tutti che se Trump insiste con il voler sanzionare tutti i paesi che a suo giudizio stanno sfruttando gli USA (Svizzera compresa...) la scure dei dazi verrà calata sopra le nostre teste... il minimo che può capitare è che il dollaro continui ad apprezzarsi. Lo sappiamo tutti che gli effetti inflazionistici dei dazi preoccupa la FED  mentre in Europa (Svizzera compresa...) i tassi non possono che scendere pena, come ha sottolineato l'Economist di questa settimana, una profonda stagnazione dell'economia. Comunque sia il dollaro contro franco (che si muove con una certa regolarità) fa molta fatica a superare la resistenza dei 0.9250 centesimi. I dazi darebbero una spinta. Se Trump dovesse rinunciarci allora bisognerà alleggerire un po' di dollari.



Anche contro Euro il dollaro continua a rafforzarsi: dopo aver sfondato il supporto a 1.05 è sceso per qualche settimana, ha poi messo a segno un classico pull back (...è andato a rivedere l'1.05 che si è trasformato da supporto in resistenza) per poi riprendere il suo cammino di rafforzamento. Non pensiamo che la parità 1:1 sia per subito ma diciamo che la direzione è quella...


Difficile dire dove vuol andare euro/chf: il trend sembra in effetti ascendente ma non riesce ad andare con convinzione sopra i 94 centesimi... ci prova ma non s'impegna! Diciamo che anche se rimane a questi livelli ci sta bene. Contrarissimi invece ad un eccessivo rafforzamento del chf....



Forse la cosa più deludente del bitcoin è che si tratta di un asset digitale che è nato con l'intento di far da antagonista alle valute tradizionali e quindi dovrebbe muoversi seguendo logiche solo sue. Ci eravamo illusi che lo si potesse utilizzare per diversificare veramente i portafogli invece continua sempre più a comportarsi come un'asset class tradizionale... l'unico vantaggio è che adesso sappiamo anticipare meglio i movimenti futuri: ad esempio attorno ai 91'000, e ci arriverà, se avete l'animo degli speculatori bisogna provare a comprarlo.



Quando il mondo è in subbuglio l'oro fa il suo dovere di safe haven... chi ce l'ha se lo tenga in quanto è a 3'000 $ che vogliono spedirlo. Fin lassù ci arriverà, magari anche prima del previsto...


Buona domenica!


Abbiamo scopiazzato da Barron's qualche numero e commenti vari riguardante i dati dei Magnifici 7 che hanno già pubblicato i risultati. Ve li proponiamo abbinati al loro grafico. Come vedrete non tutto è andato per il verso giusto... unica eccezione per il momento: Meta.


I grandi risultati di Big Tech


Siamo circa a metà della stagione degli utili del quarto trimestre, con i risultati disponibili per la maggior parte dei pesi massimi del mercato: Alphabet, Amazon, Apple, Meta  e Microsoft.


Nvidia pubblicherà i risultati del trimestre fiscale novembre-dicembre-gennaio il 26 febbraio.


L'inizio dell'anno è stato contrastante per le fab five, che hanno una capitalizzazione di mercato combinata di oltre 13.000 miliardi di dollari. Meta ha fatto un'impennata, salendo già del 21%, mentre Apple è scesa del 7% dall'inizio del 2025. Amazon è in rialzo del 9%, il guadagno di Alphabet è stato ridotto all'1% da una flessione successiva agli utili e Microsoft è in calo dell'1%. 


Negli ultimi tre mesi del 2024, le cinque società hanno registrato un utile netto di 128 miliardi di dollari su un fatturato di 523 miliardi di dollari. È molto?

La forte crescita delle entrate pubblicitarie è stata un tema ricorrente, così come gli enormi piani di spesa in conto capitale legati all'intelligenza artificiale. Il rallentamento della crescita dei ricavi del cloud, di fondamentale importanza, ha fatto vacillare i risultati di molte aziende del Big Tech.


Ecco alcuni punti salienti delle relazioni sul quarto trimestre di ogni azienda di questa settimana e della scorsa:




Alphabet

Cosa è stato comunicato: 26,5 miliardi di dollari di utile netto, o 2,15 dollari di utile per azione (+31%), su un fatturato di 96,5 miliardi di dollari (+12%).

Previsioni: 2,12 dollari di utile per azione e 96,7 miliardi di dollari di fatturato

L'aspetto positivo: le entrate pubblicitarie di YouTube sono aumentate. La casa madre Google investirà 75 miliardi di dollari in spese di capitale per accelerare le iniziative di intelligenza artificiale nel 2025.

Gli aspetti negativi: L'importante crescita dei ricavi del cloud è rallentata, con un aumento del 30% rispetto a un anno prima, contro un aumento del 35% nel trimestre precedente. Inoltre, non ha rispettato le aspettative.


La reazione del titolo: Il titolo Alphabet è sceso del 7,3% mercoledì.



Amazon

Cosa è stato comunicato: 20,0 miliardi di dollari di utile netto, o 1,86 dollari di utile per azione (+86%), su un fatturato di 187,8 miliardi di dollari (+10%).

Previsioni: 1,49 dollari di utile per azione e 187,3 miliardi di dollari di fatturato.

Gli aspetti positivi: Le vendite della settimana del Black Friday e del Cyber Monday hanno battuto i record. I ricavi pubblicitari sono aumentati.

Gli aspetti negativi: Le prospettive di fatturato e di profitto di Amazon per il primo trimestre sono state entrambe ben al di sotto delle aspettative. I ricavi del cloud AWS sono aumentati di un 19% in meno del previsto.

La reazione del titolo: Il titolo Amazon è sceso di circa il 3% nelle contrattazioni after-hours di questa sera.



Apple

Cosa è stato comunicato: 36,3 miliardi di dollari di utile netto, o 2,40 dollari di utile per azione (+10%), su 124,3 miliardi di dollari di fatturato (+4%).

Previsioni: 2,35 dollari di utile per azione su un fatturato di 124,1 miliardi di dollari.

Aspetti positivi: La base installata di dispositivi Apple ha superato i 2,35 miliardi. L'azienda ha registrato una crescita a due cifre nei settori Mac, iPad e servizi.

Gli aspetti negativi: le vendite di iPhone sono diminuite dell'1% rispetto all'anno precedente. Il fatturato complessivo in Cina è diminuito dell'11%. Il management prevede che il fatturato del trimestre in corso crescerà solo “a una cifra medio-bassa”.

La reazione del titolo: Le azioni Apple sono scese dello 0,7% venerdì.



Meta

Cosa è stato comunicato: 20,8 miliardi di dollari di utile netto, o 8,02 dollari di utile per azione (+51%), su 48,4 miliardi di dollari di fatturato (+21%).

Previsioni: 6,76 dollari di utile per azione su un fatturato di 47 miliardi di dollari.

Il lato positivo: Meta ha superato di un miglio le stime sugli utili. Il numero di annunci visti dagli utenti è aumentato del 6% e i prezzi medi degli annunci sono saliti del 14%.

Gli aspetti negativi: Le prospettive di guadagno di Meta sono state deboli. Il management prevede una crescita delle spese del 22% nel 2025. TikTok non è stato vietato.

La reazione del titolo: Giovedì scorso il titolo Meta è salito dell'1,6%.



Microsoft

Cosa è stato comunicato: 24,1 miliardi di dollari di utile netto, o 3,23 dollari di utile per azione (+10%), su 69,6 miliardi di dollari di fatturato (+12%).

Previsioni: 3,11 dollari di utile per azione su un fatturato di 68,8 miliardi di dollari.

Il lato positivo: Gli utili e il fatturato sono stati battuti e il management prevede una crescita a due cifre delle vendite e degli utili per quest'anno.

Gli aspetti negativi: I ricavi da Azure e da altri servizi cloud sono aumentati del 31%, in rallentamento rispetto alla crescita del 33% del trimestre precedente. La minaccia di DeepSeek incombe sul piano di spesa di Microsoft per l'intelligenza artificiale da 80 miliardi di dollari per il 2025.

La reazione del titolo: Microsoft ha perso il 6,2% giovedì scorso.


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