domenica 2 febbraio 2025

FED e BCE: due strade diverse

 Il 4 ottobre 1957 una sfera di alluminio dal diametro di 58 cm e dal peso complessivo di 83.6 chilogrammi iniziò a girare attorno alla terra ad un'altezza compresa tra i 215 e 939 km  emettendo un segnale radio udibile in tutto il mondo. Ogni 96 minuti completava un giro attorno alla terra. Allo stupore generale per un simile evento si aggiunse una buona dose d'incredulità quando si venne a sapere che lo Sputnik, questo era il nome della sfera, l'avevano messo in orbita i Russi! Fu subito evidente che l'URSS, a quei tempi,  era tecnologicamente più avanzata dei rivali americani. Oggi un evento del genere entrerebbe di diritto nella categoria dei "cigni neri" dove ci infiliamo tutto quello che è difficilmente prevedibile e che si caratterizza per l'alto impatto sull'economia e la finanza.

Ma perché, e non siamo i soli, tiriamo in ballo lo Sputnik? Vi sono delle similitudini con quanto accaduto questa settimana soprattutto quando ci si è accordi che DeepSeek, una app che ambisce a fare concorrenza a ChatGPT, è stata la più scaricata dall'Apple Store. Manco fosse lo Sputnik, la notizia in un baleno ha fatto il giro del mondo e si scopre che l'applicazione, rigorosamente Made in China, è stata creata da un nerd che, con soli 5.6 mio di dollari di investimento, ha messo a punto l'algoritmo e lo ha istruito a dovere tanto da non aver nulla da invidiare alla più blasonata applicazione made in USA che, per svilupparla, probabilmente ci sono voluti centinaia di milioni.

La reazione dei mercati finanziari è stata, prima di stupore generale ("in fatto di AI anche i Cinesi possono dire la loro"), poi tutta l'attenzione si trasferita sull'aspetto finanziario della vicenda:  anche se 5.6 mio di dollari appaiono veramente troppo pochi per sviluppare una simile applicazione, è comunque probabile che si possa produrre qualche cosa d'interessante senza necessariamente spendere 500 miliardi (vedi progetto Stargate). Risultato: lunedì il Nasdaq ha chiuso a -3.22% mentre il titolo di Nvidia ha bruciato qualche cosa come 600 miliardi di dollari di capitalizzazione. Ma quello che è peggio è che questa vicenda ha inoculato il dubbio che forse si può fare di più spendendo di meno. Anche Trump se n'è accorto ed ha tentato, a modo suo,  di dare un colpo di mano al settore:  gli ha seraficamente consigliato, citiamo, di "svegliarsi"!

Come vedremo dopo è abbastanza probabile che il settore tecnologico americano abbia bisogno, finanziariamente parlando, di una pausa di consolidamento. Non pensiamo proprio che il settore debba svegliarsi, è già bello desto, deve forse capire meglio in quale direzione dovrà dirottare le sue immense risorse poi, come sono arrivati sulla Luna prima dei Russi, arriveranno dove vorranno arrivare (su Marte?) anche prima dei Cinesi.

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Mercoledì 29 gennaio in serata la nostra attenzione era tutta rivolta alla FED che, come era facile immaginare, NON ha ridotto i tassi di interesse. Il perché lo ha ben spiegato Powell in conferenza stampa. I motivi sono sempre i soliti e riassumiamo i punti principali:

  • La crescita economica americana è solida e la crescita del PIL americano per il 2024 è ben superiore al 2% (ultimo dato: 2.3% per il q4).
  • Il mercato del lavoro rimane solido,  la disoccupazione è da parecchi mesi bassa e mostra una certa stabilità.
  • L'inflazione non è ancora dove dovrebbe essere (2%) e c'è grande interesse per capire in quale direzione vorrà andare Trump; fino ad allora l'approccio della Banca Centrale è quello del "wait and see". Trump non gradisce questa posizione e accusa la FED di non aver risolto il problema del rincaro. Venerdì hanno pubblicato il PCE: 2.6% ed il Core PCE: 2.8%; in effetti l'inflazione non accenna a scendere.
A tal proposito bisogna subito dire che pure Trump ci sta mettendo del suo nel complicare la vita a Powell: dal 1 di febbraio i dazi del 25% sulle importazioni da Messico e Canada e del 10% su quelle cinesi sono entrati in vigore. Gli economisti hanno già calcolato che potrebbero far aumentare l'inflazione americana di uno 0.8% rispedendola sopra il 3%. Vedremo presto se così sarà. Sono molti gli analisti che iniziano a credere che per quest'anno, di riduzione dei tassi americani, non se ne vedranno.


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Continua invece il processo di alleggerimento dei tassi messo in atto dalla BCE. Giovedì 30 gennaio abbiamo assistito ad un ulteriore taglio di 25 punti base e la qualcosa era ampiamente scontata. Nelle condizioni in cui si trova l'economia europea non si poteva fare diversamente. Comunque sia, brava Lagarde che giustifica il taglio come segue:
  • Il processo disinflazionistico è ben avviato e non dispera di riportare l'inflazione al 2% nel corso dell'anno (settore dei servizi permettendo...)
  • L'economia europea mostra segnali di stagnazione soprattutto nel quarto trimestre del 2024 e senza aiuti non si prevedono grossi miglioramenti.  Il settore manifatturiero è in grande difficoltà e non se ne esce.
  • L'approccio della BCE è come sempre basato sui dati e i futuri tagli saranno dettati dalle condizioni economiche.
  • Intravvede un rischio:  è preoccupata per la destabilizzazione del commercio globale innescato dai probabili dazi introdotti dagli americani che senza dubbio influenzeranno negativamente la crescita economica e l'evoluzione dell'inflazione. 
In effetti i dazi potrebbero interferire nel processo di recupero dell'economia europea che è anche alle prese con una crisi politica di non poco conto: Francia e Germania sembrano per il momento difficilmente governabili e l'Europa stessa non sembra avere le idee molto in chiaro su come sarà possibile contrastare i dazi di Trump. 
Per fortuna nostra i mercati azionari europei non sembrano preoccuparsi più di tanto.

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Venerdì siamo stati impegnati a chiudere un ciclo e ad aprirne uno nuovo! Siamo rimasti senza Bloomberg per un giorno e non abbiamo potuto stampare i consueti grafici. Lunedì saremo di nuovo perfettamente operativi. Questa settimana utilizziamo i grafici della scorsa e abbiamo messo un puntino rosso dove gli indici hanno chiuso la settimana: quello che noi controlliamo è il trend e ci basta un puntino per capire dove siamo.


Non brillantissimo lo S&P500 da inizio anno: ha chiuso a 6040 (+2.70% ytd) ma comunque è rimasto all'interno del canale ascendente. Per il momento il trend è confermato. E' ovvio che l'app DeepSeek ha creato imbarazzo e un po' di confusione non solo per i titoli legati al tecnologico... l'effetto "Sputnik" si è fatto sentire anche su questo indice. Sarà invece fondamentale vedere come reagiranno i mercati all'introduzione dei dazi sulle importazioni dal Canada e dal Messico... temiamo non benissimo ma speriamo di sbagliarci.


Malgrado lo spavento di lunedì il Nasdaq ha chiuso la settimana a 19'627 punti (+1.64% ytd) confermando, anche se di poco, il suo trend. C'è da sperare che i dati societari che usciranno la prossima settimana riusciranno a ridargli un po' di smalto ma, ripetiamo, forse una pausa di consolidamento gli può fare solo che bene. 


Malgrado l'evidente stato di ipercomprato che già la settimana scorsa poteva dare adito a qualche correzione, l'Eurostoxx50 ha tirato diritto per la sua strada ed ha chiuso a 5'286 punti (+7.98% ytd) beneficiando del taglio ai tassi condotto dalla BCE. A rovinare la festa a questo punto possono solo essere gli eventuali dazi introdotti da Trump. In un momento delicato come questo i dazi proprio non ci vorrebbero ma iniziamo a comprendere come il presidente degli USA intende condurre questa guerra: di prigionieri non se ne fanno. Quindi, prepariamoci.


Molto bene si è comportato il mercato svizzero supportato da alcuni buoni risultati societari (Novartis e Logitech ad esempio) e dal suo statuto di safe haven che rende la nostra piazza finanziaria un pochino meno sottoposta alle bizze di Trump. Lo SMI ha chiuso a 12'597 punti (+8.59% ytd) ed ora non è facile intuire se di potenziale ve n'è ancora... siamo rientrati nel canale ascendente e questa è già una bella cosa... speriamo di restarci! Da non sottovalutare il fatto che la resistenza dei 12'550 punti sembra essere superata ma per esserne certi dobbiamo aspettare la prossima settimana. Per il momento godiamoci quanto fatto fino ad ora: la nostra è una delle migliori borse continentali da inizio anno... da quanto tempo stavamo aspettando questo momento? Troppo!!

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Rimandiamo alla prossima settimana i commenti sui cambi: non ci sono stati grossi movimenti di rilievo sulle parità che seguiamo abitualmente. I grossi movimenti contro dollaro, come è normale che sia, si sono invece visti per quanto riguarda il dollaro canadese ed il pesos messicano.
Rimane invece molto ricercato l'oro fisico che questa settimana ha chiuso a ridosso dei 2'800 dollari. Non saranno facili da superare ma se Trump continuerà a giocare duro non ci meravigliamo se andremo ben oltre questa soglia.

Buona domenica!

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