domenica 16 febbraio 2025

Dazi reciproci

 Oramai è dal 20 di gennaio che al risveglio di buon mattino ci chiediamo cosa diavolo escogiterà il nuovo Presidente americano per iniettare un po' di volatilità nei mercati finanziari di tutto il mondo. Bisogna ammettere che è dotato di vivida creatività e di proposte bizzarre ne ha già sfornate a bizzeffe. Se ricordate bene ha proposto la sostituzione del nome del Golfo del Messico in Golfo d'America e già che siamo in zona non gli dispiacerebbe riprendersi il canale di Panama. L'annessione del Canada quale cinquantunesimo stato USA gli sembra una buona idea e allargare i confini nazionali ingurgitando pure la Groenlandia eleva la qualità dell'idea da buona ad eccellente. Per non farsi mancare proprio nulla, vorrebbe trasformare la Striscia di Gaza in un resort di lusso che potrebbe diventare, dice lui,  "anche meglio di Montecarlo" e questa potrebbe essere la classica ciliegina sulla torta. 

Potremmo continuare ma ci fermiamo...  E' evidente che a Trump piace pungolare ma questa settimana, messe da parte le provocazioni, pare che abbia avviato seri colloqui con Putin per trovare un accordo per la cessazione del conflitto con l'Ucraina. Peccato che si sia completamente dimenticato di coinvolgere l'Unione Europea e, da quanto ci sembra di capire, non ha nessuna intenzione di farlo. Purtroppo questa non è una boutade e stiamo cercando di immaginare quali potrebbero essere le conseguenze di una simile pace senza la partecipazione di noi europei. E' un po' presto per poterlo dire ma sarà senz'altro qualche cosa che seguiremo da molto vicino nelle prossime settimane. Il  presentimento è che, per l'EU, non finirà bene... Vedremo come reagiranno i nostri mercati anche se, dopo tanti morti, questo dovrebbe essere l'ultimo dei nostri problemi.

Altro capitolo indigesto è quello dei dazi. Più che indigesto sta diventando stucchevole: oramai abbiamo capito che siamo ancora in presenza di un Trump in modalità "can che abbaia non morde". Le minacce sono quotidiane ma questa settimana ha pensato bene di avviare un  programma che coinvolge il mondo intero e che prevede  "dazi reciproci" (se tu mi tassi ti tasso pure io del medesimo importo) ma che diventerà operativo solo ai primi di aprile. Insomma per il momento minaccia a destra e a manca ma di dazi effettivi se ne sono visti pochi e da qui ad aprile c'è tempo per avviare dei negoziati paese per paese che è poi il suo vero obiettivo. 


Ai mercati per il momento tutto questo procrastinare sembra non dispiacere e continuano imperterriti a salire grazie anche ai rendimenti dei Treasury che, dopo il varo del progetto "dazi reciproci", sono leggermente scesi fornendo un po' di carburante anche al comparto del reddito fisso.

Non ci è passata inosservata l'osservazione di Draghi a proposito dei dazi europei che, secondo la sua autorevole opinione, l'Europa ha imposto a sé stressa: è decisamente convinto che l'UE si è autoimposta delle barriere, equivalenti a dei dazi, attraverso ostacoli interni e regolamentazioni eccessivi che frenano la crescita economica. Cita le stime del Fondo Monetario Internazionale secondo il quale queste barriere interne corrispondono a dei dazi del 45% nel settore manifatturiero e del 110% nei servizi. Non siamo in grado di confermare o meno le stime che Draghi ha attinto dal FMI  ma quello che non possiamo ignorare è il messaggio che Draghi sta spedendo all'Europa tutta intera: pensiamo a farlo funzionare questo continente  e smettiamola di anteporre  regole e regolamenti ancor prima di mettere in atto tutto quanto è possibile fare per evitare il suo decadimento che,  purtroppo, è davanti ai nostri occhi.

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Martedì Jerome Powell ha testimoniato davanti alla Commissione bancaria del Senato americano che regolarmente gli chiede un aggiornamento sulla politica monetaria: fondamentalmente non ha detto nulla di nuovo e se proprio vogliamo provare a riassumere il contenuto del suo intervento possiamo sintetizzarlo come segue: la FED tenderà a mantenere un approccio molto cauto basato sull'analisi dei dati e nessuna mossa verrà fatta (leggi: taglio ai tassi) se i numeri non lo suggeriscono.

Ovviamente Trump è andato su tutte le furie in quanto ha capito che per il momento Powell non ha nessuna intenzione di tagliare i tassi e probabilmente, se le cose non cambiano, di tagli  nel primo semestre non ne vedremo.

 Infatti, i dati, stanno dando ragione al governatore della FED. Questa settimana ne sono usciti alcuni importanti:


  • CPI yoy  : 3%    (atteso: 2.8%; precedente: 2.9%)
  • Core CPI: 3.3% (atteso: 3.1%; precedente: 3.2%)
  • PPI         : 3.5% (precedente: 3.5%)
  • Core PPI: 3.4% (precedente: 3.5%
  • US Retail sales gen. : -0.9% (atteso: -0.25; precedente: 0.7%)
Insomma l'inflazione ha ripreso a salire e questo ancora in assenza dei dazi... immaginiamoci cosa succederà se i balzelli saranno applicati. 
Non dobbiamo comunque scordare che l'economia americana è in buona salute e quindi un po' di inflazione da domanda non è così sorprendente. Certo è che l'obiettivo della FED rimane sempre quel 2% che al momento pare irraggiungibile (...e anche Trump se ne dovrà fare una ragione).

 I consumi al dettaglio sono usciti ben al di sotto delle aspettative: in ottica inflazione non è una brutta notizia ma potrebbe esserlo per la grande distribuzione che la prossima settimana inizierà a pubblicare i numeri del quarto trimestre 2024. Anche in questo caso stiamo attenti: non vorremmo che gli americani stiano iniziando a consumare meno: per gennaio è così, siamo curiosi di vedere se il fenomeno continuerà anche nei mesi successivi.

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Nel frattempo in America continua la pubblicazione dei dati del quarto trimestre 2024 e sono tutto sommato piuttosto positivi; quello che potrebbe iniziare a preoccupare, ma era così anche lo scorso anno e poi sappiamo come è finita per le borse (molto bene...), sono le prospettive future degli utili delle società quotate in America e da febbraio sono in molti a vederle negative. Come detto, potrebbero anche sbagliarsi ma non vorremmo che questa percezione sia una buona scusa per avviare una bella correzione. Come al solito vigiliamo...



Comunque sia, in nostro aiuto, interviene come sempre l'amico Ned Davis con il suo comprovato algoritmo: anche in questo inizio di 2025 non sta sbagliando nulla... ciò significa che se ha ragione dovremo attenderci uno S&P500 che si sposterà lateralmente almeno fino alla metà di aprile. Dovremo tenere i nervi saldi. 
Purtroppo temiamo che l'algoritmo difficilmente ha messo in conto le intemperanze e la volubilità del Presidente americano:  quindi dovremo raddoppiare gli sforzi per tenere la nostra strategia (medio-lungo termine)  sotto controllo e non possiamo escludere che di tanto in tanto faremo anche degli errori tattici (breve termine)... 



Malgrado tutto il parlar di dazi imminenti lo S&P500 (+3.96%ytd) questa settimana ha sfiorato per l'ennesima volta il suo record storico. Insomma sale con una certa lentezza ma per il momento di correggere non sembra averne voglia. E' chiaramente in una fase di consolidamento ma tutto sommato il trend principale (le due linee verdi che partono da ottobre 2023) è ancora intatto. Per il momento noi teniamo le posizioni. Attenzione: lunedì 17 febbraio il mercato americano è chiuso (President's Day).


Anche il Nasdaq (+3.71% ytd) è in chiara fase di consolidamento: si trova all'interno del triangolo blu e se lo dovesse sfondare al rialzo c'è la concreta possibilità di aggiungere 700/800 punti alla sua quotazione. Ovviamente stiamo attenti: se sfonda al ribasso c'è da sperare che si fermi sul supporto dinamico del canale ascendente altrimenti son guai. Per il momento si tiene tutto.


L'Europa non finisce di stupire e anche l'Eurostoxx50 (+12.20% ytd) fa la sua parte. Malgrado le difficili condizioni della sua economia le borse europee stanno per una volta performando meglio delle cugine americane. Forse è proprio la consapevolezza che, a causa del precario stato di salute del sistema produttivo del nostro continente,  si deve reagire e tutto sommato anche la Banca Centrale Europea sta facendo il suo. I reiterati tagli ai tassi, pur non essendo una medicina per tutti i mali, stanno comunque iniettando un po' di fiducia anche tra gli investitori... se non comperi ora quando vuoi comprare? Quando i P/E saranno a 25 come negli USA? Non crediamo...


Bene anche la borsa svizzera! Lo SMI (+10.68% ytd) è riuscito a rientrare nel canale ascendente avviatosi ad ottobre 2023... fa una certa impressioneil movimento avviatosi a gennaio,  troppo verticale (!),  ed ora ha bisogno di un momento di consolidamento.  

Venerdì comunque abbiamo assistito ad una presa di beneficio avviata dal titolo Novartis che, a causa di risultati un pochino sotto le aspettative, è stato downgradato da UBS (da buy a hold). Pure i numeri di Swisscom non hanno convinto al 100%... Come detto una correzione ci può stare: l'indice è ancora in ipercomprato (cerchio rosso) mentre di buon auspicio sono gli incroci al rialzo delle medie mobili (vedi cerchio verde) che danno sostanza al movimento rialzista.

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 Come vi avevamo già segnalato la scorsa settimana il dollaro sta facendo un po' di fatica: la riduzione dei rendimenti e il procrastinare dei dazi hanno fatto sì che ci fossero più venditori che acquirenti della valuta americana. Contro franco purtroppo ha sfondato al ribasso sia la media mobile dei 50 giorni sia il supporto dinamico del canale ascendente che si è formato a partire da settembre 2024. Se nei prossimi giorni non cambia qualche cosa, almeno tecnicamente, dollaro/franco sarebbe da alleggerire.


Anche euro/dollaro si trova in una posizione delicata. La valuta americana si è indebolita ed ora l'euro sta tentando di sfondare al rialzo la resistenza posta a 1.05. Ci aveva già provato senza successo qualche settimana fa ma allora non c'erano le condizioni per andare oltre. Oggi ci sono: vediamo lunedÌ se si sale sopra l'1.05... se così sarà probabilmente un po' di dollari per chi pensa in euro andranno venduti.



Sarà contenta la nostra Banca Nazionale nel vedere che l'euro si sta rafforzando. Per un istante in settimana l'abbiamo visto anche sopra i 95 centesimi. E' dentro un piccolo canale ascendente e per il momento ha tutta l'aria di restarci. Domanda aperta:  se il franco andrà avanti ad indebolirsi contro euro  indurrà la BNS a non tagliare ulteriormente i tassi? Lo sapremo il 20 marzo.



Per il momento il bitcoin è sempre in una situazione di consolidamento: non riesce a superare la linea del trend discendente (riga rossa) e tecnicamente sta sempre puntando verso i 91'000. Forse non ci arriverà ma se proprio volete comprare bitcoin aspettate che rompa la linea rossa al rialzo.


Buona domenica!!


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