sabato 12 giugno 2021

Inflazione


 

Abbiamo alle spalle una settimana che, in quanto a dati macroeconomici, non ci ha fatto mancare nulla. Indubbiamente l'evento più atteso è stata la pubblicazione dello stato dell'inflazione negli USA per il mese di maggio. Se ben ricordate ad aprile eravamo al 4.2 e giovedì gli analisti  si aspettavano un aumento al 4.7 ma ancora una volta si sono sbagliati per difetto:  il CPI è uscito con un bel +5%, come indicato dal bel grafico "preso in prestito" dal sito MarketWatch. 

Insomma, sembra proprio che i prezzi stiano scappando verso l'alto ed anche se prendiamo il Core CPI (l'inflazione depurata da due componenti piuttosto volatili come i costi dell'energia e del cibo) il quadro non cambia di molto e ci stiamo muovendo ben oltre il 2%, che sarebbe l'obiettivo di medio periodo fissato dalla FED.

A dir la verità, l'indicatore di aumento dei prezzi preferito dalla FED,  è il Core Personal Consumption (PCE). L'indice delle spese di consumo personale tiene conto dei costi diretti ed indiretti dei consumatori, congloba le spese mediche e registra anche i cambiamenti nelle abitudini dei consumatori: se una cosa diventa troppo cara quest'ultima viene sostituita da qualche cosa d'altro meno costoso; questo comportamento contribuisce a calmierare l'inflazione. Insomma anche PCE dimostra un discreto incremento (3.5%)  ma sembra per il momento non preoccupare più di tanto la banca centrale americana che come ben sapete ritiene questi aumenti solo temporanei.


Con una simile inflazione ci saremmo aspettati per lo meno un accenno di aumento dei rendimenti del Treasury Americano a 10 anni: diciamo che se si fosse portato al livello pre-pandemico (leggermente sopra il 2%) ci sarebbe sembrata la più naturale e spontanea delle reazioni. In realtà i rendimenti sono scesi e ieri in chiusura erano all'1.47%. Ammettiamo che facciamo un po' fatica a capire e probabilmente siamo in buona compagnia. Insomma, chi te lo fa fare di comprare un titolo decennale che ha una resa reale del -3.53? Eppure, a quanto pare, l'hanno comprato!

Ovviamente questa reazione è piaciuta alla borsa, che con ogni probabilità,  potrà ancora andare avanti ancora per un po' ad inanellare un massimo storico dietro l'altro. Ci sta bene e ci mancherebbe altro, ma noi non siamo tranquilli.

Ammettiamo che probabilmente una parte dell'inflazione il mercato obbligazionario l'ha già scontata nel rialzo di febbraio/marzo; ma l'unica spiegazione sostenibile, che ci aiuta a comprendere un ribasso dei rendimenti,  è che da qualche parte qualcuno sta già prezzando una possibile frenata dell'economia nel secondo semestre di quest'anno. La qualcosa potrebbe essere verosimile.

Pensateci bene: l'aumento del costo delle materie prime, del loro trasporto e di quello dei prodotti finiti, i colli di bottiglia nell'approvigionamento delle stesse con possibili blocchi alla produzione (anche in Ticino parecchi cantieri iniziano ad avere problemi e potrebbero anche temporaneamente fermarsi...), il trasferimento di questi costi sull'acquirente finale che desiste dall'acquisto o al contrario un loro totale assorbimento da parte della società, potrebbe in effetti innescare un rallentamento della crescita economica e degli utili delle società... Ma questo lo vedremo solo fra qualche mese.




La realtà di questi giorn invece ci porta a considerare che alle borse, quanto appena esposto,  per il momento non importa più di tanto. Quasi tutte stanno flirtando con i massimi storici e se avranno la forza di sfondare le resistenze potremmo assistere ad ulteriori incrementi di valore.

Riprendiamo lo schema aggiornato di NRD:



...si commenta da solo! Non lo diamo per scontato ma, accidenti!, che precisione...




Nell'ultimo post dicevamo che lo SMI poteva fare quache cosa di meglio: detto, fatto! Anche il nostro indice, grazie a Roche e Novartis, si è finalmente riportato a ridosso delle migliori borse europee. E' chiaro che ogni giorno che passa non sarà facile confermare un record storico dietro l'altro ma per il momomento, anche se l'RSI è chiaramente nell'ipercomprato, non si intravvedono inversioni di tendenza.

Proponiamo di tenere aperte le posizione ancora per un po',  anche se la tentazione di consolidare più i giorni passano più aumenta... poi quella strana reazione del reddito fisso è oramai lì, ben presente, nel nostro retro cranio e sta iniziando a lavorare...


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