Stiamo correndo il rischio di diventare stucchevoli, ma ci tocca ancora parlare (e molto) d'inflazione.
Infatti abbiamo tutti capito che la Omicron non è più ritenuta una minaccia mortale per il sistema produttivo e tanto meno per le persone, quindi la nostra attenzione è sempre più attirata dal problema inflattivo e la settimana appena trascorsa è stata prodiga d'informazioni a tal proposito.
Il quadro che ne esce per il momento lo potremmo definire misto: sappiamo che l’inflazione made in USA è al 7% ma poteva essere peggio, il PPI (cioé quanto costa produrre in america) è aumentato del 9.7% YoY, come mai nella storia di questo indicatore, ma c’é chi era pronto a giurare per un aumento ancora più marcato…Vi risparmiamo gli altri dati ma la musica non cambia.
Insomma pare che siamo messi male, ma non malissimo. Tant’è che molti analisti si sono già lasciati andare a commenti del tipo „siamo al top e non possiamo che scendere…“ facendo ovviamente riferimento all'inflazione.
Forse sarà come dicono loro, ma intanto dobbiamo fare i conti con quanto segue:
Il bloomberg Commodities Index, quello che registra l'andamento delle prezzo delle commodities a livello mondiale, è tornato prepotentemente a salire ed è ad un soffio dai massimi storici...
...il Bloomberg Energy Index ha un trend che più chiaro di così si muore...
... il costo dei trasporti rimane a livelli decisamente elevati.
Insomma l'inflazione sarà anche arrivata al suo massimo ma per il momento è qui per restarci.
A questo punto è maggiormente comprensibile la preoccupazione manifestata da Powell che questa settimana ha parlato davanti alla commissione del Senato affermando che "è davvero arrivato il momento di allontanarsi dalle impostazioni di emergenza pandemia e tornare ad un livello più normale".
Sappiamno tutti che il mercato si aspetta 3 aumenti dei tassi, con il primo di questi previsto già a marzo. A tal proposito registriamo anche una presa di posizione del CEO di JP Morgan che ad inizio settimana se n'è uscito con quest'affermazione: "personalmente sarei sorpreso se fossero solo 4 ..." ovviamente riferito ai rialzi, rialzi che verranno poi conditi anche da un assottigliamento trilionario del bilancio della FED previsto con delle tempistiche rapide (fine primo semestre) e decisamente inusuali.
A questo punto ci sorge spontanea una domanda: ma tutto questo allarmismo è veramente giustificato? Potrebbe esserlo, ma per dare una risposta alla questione dobbiamo rinfrescarci un po' la memoria e fare un passo indietro di quarant'anni quando nel 1982 è stata registrata per l'ultima volta un'inflazione al 7%.
Era un'inflazione che ci portavamo appresso dagli anni 70 e che fu innescata da una serie di eventi tra i quali la doppia crisi petrolifera che fece decollare il costo dell'energia. Oggi le cose sono molto diverse ma il rincaro energetico è ciò che accomuna l'inflazione di oggi a quella di ieri ed abbiamo il sospetto che non sarà facile riportare, soprattutto ora che si parla sempre più di riconversione energetica, il costo dell'energia a livelli più bassi. E' noto che l'energia alternativa costerà molto di più di quella attuale...
Ma quello che più spaventa è il ricordo di dove stavano allora i rendimenti del Treasury a 10 anni:
...stavano tra il 12 e il 16%. Poi il progresso teconologico ci ha aiutato a gestire meglio i cicli produttivi e l'inflazione ad un certo punto è addirittura sparita. Siamo tutti consapevoli che con la massa di debiti che abbiamo accumulato in questi anni e soprattutto negli ultimi due caratterizzati dalla pandemia, non possiamo permetterci di veder salire il costo del denaro a livelli siderali, ma forse a ben vedere non potremmo permetterci neppure i 4 o 5 aumenti attesi.
L'atteggiamento di Powell davanti al Senato non poteva essere diverso e affermare di voler con vigore tornare alla normalità era l'unica cosa che poteva dire; poi dovrà passare all'azione ed in cuor suo siamo certi che spererà in una magica dissoluzione dei colli di bottiglia e nel miglioramento della catena di distribuzione prima di dover effettivamente pigiare con forza sull'acceleratore dei tassi.
Per il momento il mercato non sembra credere troppo ai 4 o 5 aumenti:
Il rendimento non riesce ad andare oltre l'1.80%...
... e ad un anno le aspettative del mercato sono per un aumento di 95 basis points che corrispondono a 3 rialzi (da 0.25 l'uno) e mezzo e non oltre e speriamo che bastino, perché oltre non sarà facile andare. Ma ammettiamolo, un po' di inflazione che mangia una parte del debito accumulato non dispiace più di tanto ma nel contempo non si può tollerare a lungo una inflazione al 7% che per il ceto medio americano significherebbe una notevole erosione del potere d'acquisto con evidenti riflessi negativi anche sulla crescita economica. Quindi iniziamo ad esser convinti che l'azione di Powell ci sarà ma sarà probabilmente costretto a decelerare quanto saremo ad un niente dal destabilizzare i mercati finanziare e quello si che sarebbe un grave problema da risolvere di gran lunga peggiore dell'inflazione . Quindi siamo dell'opinione che tre aumenti potrebbero bastare.
Ma vediamo le borse:
Il trend di medio periodo per quanto riguarda lo SMI, che ha avuto una settimana piuttosto movimentata, è ancora intatto...
...a breve termine è fondamentale che tenga i 12'500 punti altrimenti rivedremo con una certa velocità quota 12'270... la foratura ribassista della media mobile dei 50 giorni (linea viola) non è un bel segnale.
...anche lo S&P500 continua il suo trend rialzista ma sta lottando pure lui con la media mobile dei 50 giorni... Ieri sono stati pubblicati i numeri dell'ultimo trimestre 2021 per Wells Fargo, Citigroup e JPMorgan: numeri discreti ma forse ci si aspettava di più... Un primo segnale che questa stagione degli utili, dove il mercato si aspetta una crescita media di oltre il 20%, potrebbe riservarci qualche sopresa non proprio gradita e con uno S&P500 che viene scambiato a 21 volte gli utili attesi per i prossimi 12 mesi, reagire malamente a numeri inferirori alle attese è un attimo.
Come sempre sarà ancora più importante dare ascolto agli outlook per il 2022 delle aziende e anche in questo caso qualche amara sorpresa non è da escludere.
A noi verrebbe una gran voglia di alleggerire un po' i portafogli e probabilmente la prossima settimana avvieremo una riflessione a tal proposito...
Buona lettura e buon week end!
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