sabato 18 giugno 2022

Grazie di cuore BNS!


Settimana impegnativa dove se ne sono viste di tutti i colori. Ce n'è abbastanza per creare quel clima di nervosismo diffuso che fa saltare i nervi anche a coloro che situazioni come questa ne hanno vissute tante.




Mercoledì la FED ha finalmente aumentato di 75 punti base i tassi e messo fine al teatrino del "sarà mezzo punto, no non basta sarebbe meglio 0.75 e perché no, già che ci siamo,  un bel rialzo di un punto e non se ne parla più?".

Come al solito il mercato all’annuncio dell’aumento vuol far festa e per poco non ci riesce. Infatti i mercati americani incassano elegantemente il colpo e chiudono in positivo; poi via tutti ad aprire un po’ di Dom Perignon. Il giorno seguente, a bocce ferme, ci si rende conto che l’ultima volta che la FED è stata costretta ad aumentare i tassi di tre quarti di punto tutti in una volta era il 1994 e allora si fa strada il sospetto che qualche cosa di serio sta succedendo… giovedì festa finita e mercati giù del 4% come è normale che sia dopo un simile aumento dei tassi.





Venerdì pomeriggio i mercati stanno pensando che i tassi americani a fine anno saranno attorno al 4.3%,  ovverosia quasi 300 punti base più alti  (la scorsa settimana si attendevano un 3.49%). 

Non è, a pensarci anche solo un po’ superficialmente, una bella prospettiva ed infatti è una delle ragioni principali di tutto questo nervosismo.  A nostro giudizio il 4.3% atteso dal mercato è probabilmente un po' troppo: Powell si fermerà prima... basterebbe vedere il prezzo del petrolio o del gas scendere in modo piuttosto consistente, non facile, ma neppure impossibile. Prima o poi anche per il conflitto ucraino si troverà una soluzione oppure un tetto al prezzo dei combustibili verrà messo.


Cosa significa tassi in forte rialzo lo capiamo meglio dalle conseguenze che questi movimenti generano: un esempio per tutti:





I tassi delle ipoteche americane a 30 anni sono passati in tre mesi dal 3.2% al quasi 6%. Le conseguenze di simili rialzi sono facilmente immaginabili e con la mente è quasi impossibile non tornare al 2008 quando il valore delle case era talmente depresso che non copriva in tanti casi nemmeno il valore delle ipoteche... (piccola nota di cronaca locale: le ipoteche svizzere a 10 anni sono tornate al 3.25%...)



Ma parliamo dell‘Europa: l'altro giorno riunione d‘urgenza della BCE. Infatti, come abbiamo già commentato la scorsa volta, ai mercati non è piaciuto quanto proferito dalla Lagarde a margine della riunione della BCE e l‘hanno costretta all'esame di riparazione rimandandola a luglio (21.7). Compitino per le vacanze: "Pensare a 10 modi per evitare l’allargamento degli spreads e metterne in pratica almeno uno".  Siamo curiosi di vedere quale strumento anti frazionamento intenderà adottare (per il momento si pensa alla flessibilità nel programma di acquisti del Pepp). Nel frattempo i mercati restano sul chi vive mentre  i tassi restano al -0.50%...


….mentre quelli svizzeri sono al -0.25%!! Colpo di scena da parte della nostra Banca Nazionale (BNS) che giovedì ci ha deliziati con un vero coup de théâtre tirando su i tassi di mezzo punto!!

Una bastonata tra i denti faceva meno male… Da tempo ci aspettavamo che prima o poi anche la BNS sarebbe stata obbligata ad invertire la dinamica dei tassi negativi, ma mai avremmo pensato che si attivasse prima della BCE e soprattutto non di mezzo punto tutto in una volta.

Ovviamente le borse e i mercati obbligazionari legati al franco non hanno gradito proprio per nulla e noi ci accodiamo. Jordan potrebbe anche aver ragione sul fatto che l'inflazione non la devi inseguire (... un calcio negli stinchi ai colleghi Powell e Lagarde) e se la vuoi dominare ti devi muovere in aticipio.  Questa gliela concediamo. Ma che oggi il franco svizzero, come dice lui,  non è più la moneta forte che tutti conosciamo ed è la ragione per la quale alza i tassi di quanto gli pare, non siamo pronti a digerirlo.




Come detto  avrà ragione lui, ma per il momento euro/chf a 1.01 e dollaro a 0.96 non ci paiono delle quotazioni da valuta debole… Per chi pensa in euro: teniamoci il franco… (clicca sui grafici per una miglior visione)



Ma veniamo alle borse.




Il nostro amico S&P500 ha quasi completato il ritracciamento a 3550 punti con volumi in rialzo abbastanza significativi.  Diciamo che a partire da settimana prossima iniziamo a guardare questo indice come uno di quelli che potrebbe anche essere pronto per un cambio di direzione che ovviamente non diamo assolutamente per scontato...

Infatti la correzione potrebbe continuare anche sotto i fatidici 3550 punti. Un amico ci ha fatto notare che il prossimo supporto sarebbe attorno ai 3400 punti, livello che guarda caso era quello di inizio pandemia (freccia viola): forse una mano invisibile ci vuole proprio trainare proprio laggiù per poi cominciare a ricostruire; ricostruzione che dovremo fare tenendo ben presente che non ci sarà più la FED a salvarci ogni 2x3 quando le cose vanno male. In queste condizioni ci vorrà più tempo per far fruttare il nostro denaro ma gli eccessi e i multipli stratosferici non saranno più, speriamo, la norma. 





A livello di multipli questa correzione ha riportato lo S&P500 (ma anche molti altri) con i piedi per terra ed ora le valutazioni sono più in sintonia con lo storico e pure con le prospettive di utili futuri delle società che, volenti o nolenti, temiamo non saranno più trionfali come quelli prodotti anche solo nel primo trimestre 2022. 

A questi livelli le aziende non le si strapagano: non è un buon motivo per riempirsene subito le tasche ma quel giorno che decideremo che è arrivato il momento di premere sull’acceleratore abbiamo la consapevolezza che il prezzo è meno irrazionalmente esuberante di quelli ai quali la droga del denaro a costo zero ci aveva abituati.

E' evidente che tutti stanno cercando di staccare il biglietto della lotteria vincente e noi non siamo certo da meno. Intuiamo che questa correzione sta regalandoci delle possibilità di investimento come non se ne vedevano da molto tempo. Dobbiamo "solo" intuire quando iniziare a muoverci ed in tutta sincerità, anche un po' di fattore C, avrà la sua importanza.  





Anche il nostro indice ha subito un'accelerazione al ribasso impressionante: grazie Jordan! Siamo in netto ipervenduto e, nota bene, navighiamo sotto il livello pre-pandemico (come tutte le borse europee). Cosa voglia dire è difficile saperlo oppure è semplicemente la dimostrazione che l'Europa come al solito è l'anello debole del sistema finanziario globale. 10'530 sembra comunque un supporto interessante...





Abbiamo voluto dare un'occhiata da molto vicino ai volumi dello nostro indice: nell'ovale quelli relativi allo scoppio della guerra ucraina. Poi i volumi sono stati tendenzialmente in calo per risalire in questi ultimi giorni quasi a segnalare la tanto attesa capitolazione del mercato. Sarà vero? Speriamo, verificarlo sarà il nostro lavoro per la prossima settimana.



Buon week end!

Nessun commento:

Posta un commento