domenica 5 giugno 2022

L'inflazione non scende (per il momento)


 

Vorremmo fortissimamente riuscire a parlare d'altro, ma l'inflazione è decisamente un tema che sta influenzando in modo incisivo i mercati . Dai, mancava da un pezzo,  ed ora che c'è vediamo di tenerla sotto controllo.

 Sappiamo quanto il rincaro ha un'influenza nefasta tanto nel settore azionario quanto in quello obbligazionario: proprio quest'ultimo è il responsabile di quasi due terzi delle perdite che i portafogli hanno subito quest'anno e crediamo che non ha ancora finito di fare danni.

Infatti l'inflazione tedesca, dato pubblicato martedì scorso, è sempre in ascesa: dal 7.4% del mese di aprile ci si aspettava per maggio un 7.6% che nella realtà si è presentato con un 7.9%. Come termine di paragone vi rammentiamo che gli USA sono al 8.4% e la Francia al 5.4% (evidente l'influsso benefico dell'energia di fonte nucleare anche se di quest'ultima non siamo proprio dei fans sfegatati).



Due giorni dopo è stato il turno della Svizzera.  Siamo messi bene se ci paragoniamo agli altri, ma comunque anche alle nostre latitudini il rincaro inizia a preoccupare. Siamo al 2.9% (l'ultima volta era il 2008) e questa è una sgradita sorpresa che ci induce a pensare (e qui facciamo riferimento alle attese sui tassi svizzeri fra un anno visti la scorsa settimana) che le aspettative che vedono i nostri tassi passare da un -0.75% allo 0.43% non siano solo delle fantasiose ipotesi di lavoro. Come abbiamo già detto,  speriamo che la BNS non si muova prima della BCE, altrimenti le conseguenze sul cambio del franco svizzero non saranno facile di contenere:


...guardate che cosa è successo al cambio dollaro/franco alle 8.30 e qualche manciata si secondi del 2 giugno quando è stato pubblicato il dato inflativo: basta il pensiero rivolto ad un possibile aumento dei tassi per generare movimenti importanti. Figuriamoci se un giorno, a sopresa, la BNS ci annuncia un aumento effettivo: vi lasciamo immaginare dove il franco svizzero potrebbe andare.

Insomma, l'inflazione per il momento c'è ed è qui per rimanere. Poi vedremo se le politiche monetarie dei vari paesi riusciranno ad avere effetto. Lo ripeteremo fino alla noia: fino a quando non vedremo materie prime e costi energetici scendere con una certa decisione, sarà difficile che qualche cosa cambi drasticamente. 

Diamo quindi un'occhiata ai due grafici, ma sospettiamo che sapete già come si presentano...  (cliccateci sopra per vederli meglio: mat prime il primo ed energia il secondo):

  


...ovviamente entrambi al rialzo ed il secondo, quello dei costi energetici, non scherza.



Il prezzo del petrolio, malgrado l'embargo di quello russo (ma forse è proprio a causa di questo embargo) e l'accordo dell'OPEC per aumentarne la produzione, continua a salire. Riteniamo che per un po' ce lo possiamo solo sognare un calo del prezzo. Gli americani sono  diventati indipendenti energeticamente grazie al fracking oil che è costato un cifrone ed ora vogliono fortissimamente che si partecipi alle spese comprando il loro petrolio; è ovvio che non hanno interesse a far scendere il prezzo.  Il petrolio russo (che dovrebbe essere sotto embargo) viene venduto a caro prezzo alla Cina tanto per finanziare ancora un po' questa assurda guerra.  Forse non lo pagheranno 120 dollari al barile ma ne stanno comprando tanto. Non ci credete? Date un'occhiata a questo grafico che si commenta da sé:



... che i Russi stiano per cadere nelle braccia dei Cinesi ci sembra palese ( e siamo solo agli inizi).


Quindi per quanto riguarda l'inflazione e le sue conseguenze per il momento mettiamoci l'anima in pace e teniamoci ancora per un po' i soldi sui conti correnti (anche se le banche, ovviamente continuano a dire che bisogna investire per  evitare la perdita di potere d'acquisto). Per il momento ci accontentiamo di non perdere troppi soldi e ci armiamo di un po' di pazienza supplementare almeno fino a quanto l'inflazione non ci dimostrerà di non riuscire ad andare oltre gli attuali livelli.



Ovviamente, dopo quanto sopra esposto, non possiamo pretendere di vedere i mercati azionari esplodere di gioia. Siamo in una fase piuttoso noiosa e saremmo già contenti di vederele borse spostarsi lateralmente: non sarebbe chiedere troppo. Lo SMI sembra volerlo fare: si è tolto dalla zona degli 11'250 punti, bene, ma saremmo più tranquilli se lo vedessimo salire almeno fino ai 12'000 punti.

La prossima settimana, il 10, non perdetevi l'appuntamento con la pubblicazione del CPI USA per il mese di maggio. Lo stanno aspettando, comprensibilmente,  un po' tutti. Fino a mercoledì quindi cerchiamo di essere prudenti: non dovrebbe essere difficile; domani la borsa CH è chiusa e martedì vedremo che aria tira. 


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