giovedì 3 novembre 2022

Non abbiamo ancora finito!

 Ieri doveva essere il giorno della FED e così è stato! Tre quarti di punto ci sono stati serviti su di un vassoio d'argento al quale ha fatto seguito il discorso di Powell, che non era atteso, di più!

Se vogliamo ridurre all'osso il messaggio della banca centrale americana di ieri sera, potremmo utilizzare 4 semplici parole: "Non abbiamo ancora finito!" ... ovviamente di alzare i tassi.

Eppure la giornata non era iniziata così male e addirittura un attimo dopo aver annunciato i 75 basis points di aumento i mercati americani hanno iniziato a far festa,  spronati dal solito comunicato che segue la decisione della FED dove,  leggendo tra le righe,  si poteva quasi intravvedere il famoso "pivot" che tutti stanno aspettando:  ovverosia l'annuncio dell'inizio di un rallentamento degli aumenti che è l'anticamera, prima o poi, di un movimento ribassista.

Evidentemente qualche cosa deve aver spaventato Powell: forse la positiva risposta dei mercati, che può far da sprone all'aumento della propensione al consumo degli americani,  è stata interpretata come una evidente minaccia alla lotta all'inflazione e rammentandosi di essere un banchiere centrale gli è tornato alla mente l'ex collega Greenspan che soleva dire "se dico qualche cosa che voi capite perfettamente, probabilmente ho commesso un errore!". Ecco allora corrrere ai ripari e, durante la sessione delle domande poste dai giornalisti, abbiamo visto un Powell che ha scompagginato le carte utilizzando un linguaggio molto più da falco che da colomba. La confusione è solo stata una logica conseguenza e tutti noi sappiamo quanto i mercati odino il marasma.

Ovviamente ci sono nella testa di Powell e compagni anche dei buoni motivi per essere cauti e non comunicare false speranze:


La principale preoccupazione è quella di un mercato del lavoro troppo "caldo" e anche la disoccupazione continua ad essere a dei livelli storicamente molto bassi: nella testa dell'americano questo stato di cose sprona il consumo e a queste condizioni la lotta all'inflazione si fa difficile. Insomma, come spesso accade nel mondo della finanza, per vedere delle reazioni positive dei mercati bisogna che le notizie siano pessime...



 

Comunque questa mattina ci siamo ritrovati con le aspettative sui tassi americani ad un anno che sfiorano il 6%: forse non arriveranno al 6,  ma comunque il solo fatto di pensarlo fino a poco tempo fa non era minimamente immaginabile. Fino a quanto il mood sarà questo, se proprio non possiamo fare a meno di investire a reddito fisso, cerchiamo di stare (molto) corti; per andare lunghi c'è sempre tempo e se lo facciamo assicuriamoci che il famoso "pivot" sia cosa fatta. Ne abbiamo tutti da guadagnare.


Per il momento il Treasury americano a 10 anni (4.17%, linea nera) e quello a 2 anni (4.71%, linea rossa) sono ancora sotto il 5%, ma la tendenza è chiaramente al rialzo e ci induce alla prudenza.




Ovviamente le borse questa mattina, sulla scia di una chiusura americana decisamente sotto tono, non brillano; va un po' meglio nel pomeriggio...



Soprattutto la borsa svizzera per il momento non ci preoccupa più di tanto: eravamo già in presenza di un mercato ipercomprato (cerchio nero)  e ci aspettavamo delle prese di beneficio da un momento all'altro... la FED ha solo accelerato i tempi e se la correzione rimane di questa entità possiamo solo che rallegrarci. Infatti il canale ascendende per il momento è confermato e queste prese di beneficio, come detto, sono salutari.




Ci preoccupa maggiormente il settore tecnologico americano: sta flirtando prericolosamente con il supporto a 10'500 punti e considerato quanto questo settore è sensibile all'aumento delle rese non siamo tranquillissimi...



...e ad essere sinceri anche lo S&P500 non se la passa benissimo: oggi sta scivolando fuori dal canale rialzista... per il momento nulla di veramente drammatico ma considerata l'aria che tira non prendiamo la cosa alla leggera: non vorremmo che i recenti aumenti siano solo il rimbalzo all'interno di un movimento fondamentalmente ribassista. Vediamo se nei prossimi giorni si rientra nel canale discendente che abbiamo lasciato alle nostre spalle una settimana fa: non saremmo per nulla contenti!




Con uno scenario simile saremmo sorpresi se il dollaro non si rafforzasse: cosa che si sta puntualmente avverando. Siamo ben al di sopra della parità contro chf  e siamo praticamente ai massimi dell'anno. Considerati gli  spread con le altre valute per il momento non vediamo grossi cambiamenti nel suo trend.


Buona serata!



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