Ammettiamolo, questa "operazione speciale" sta diventando sempre più intricata e facciamo fatica a intravvederne una fine... Nel giro di pochi giorni siamo passati, come da richiesta di Zelensky, da una fornitura di qualche decina di carri armati a quasi 300 che si materializzeranno in primavera e se continua così non ci meraviglieremo più di tanto se nei cieli ucraini vedremo volare anche gli F16.
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La prossima settimana abbiamo il sospetto che non ci annoieremo di certo: mercoledì sera alle 20 ci sarà la decisione della FED (atteso un aumento di un quarto di punto) poi giovedì sarà il turno della BCE che dovrebbe essere un po' più aggressiva e alzare il costo del denaro di 50 basis points. Scenari ampiamente scontati da tutti i mercati.
Ma ci stiamo comunque chiededo cosa potrebbe frullare nella testa di Powell dopo aver preso conoscenza dei principali dati macro pubblicati questa settimana:
Partiamo dai dati positivi (tra parentesi quelli attesi):
1) US New One Family Houses Sold Annual: 2.3% (-4.4%)
2) US Durable Goods New Orders Industries: 5.6% (2.5%)
3) US Initial Jobless Claims: 186K (205k)
4) US Personal Consumption Expenditures: 5% (5%), questo dato è sotto la lente della FED soprattutto in ottica misurazione dello stato di salute dell'inflazione; a metà 2022 era al 7%...
5) PIL Usa quarto trim 2022: 2.9% (2.6%). Il trimestre precedende si attestava al 3.2%: sta in effetti calando ma a quanto pare un po' meno del previsto...
Insomma non sembrano numeri che descrivono un'economia avviata verso una recessione e se fossimo nei panni della FED non ci faremmo troppi problemi a perseverare con l'aumento dei tassi.
Poi però veniamo a sapere che il Conference Board US Leading Index sta puntando al ribasso:
Non è un indice che gode di grandissima popolarità ma è seguitissimo dalla FED in quanto è costituito da 10 indicatori per la maggior parte anticipatori. In parole povere è come gettare uno sguardo nel futuro e quello che vediamo ci dice che stiamo andando dritti dritti verso una recessione... In questo caso perseverare con il programma di rialzo tassi potrebbe essere la mossa sbagliata.
Per quanto riguarda la situazione europea abbiamo intercettato questo grafico:
Non esistendo in Europa un "Dot Plot", Bloomberg ha cercato di sintetizzarne uno ricavato dalle esternazioni dei componenti del direttorio della BCE nel tentativo di stimare quello che potrebbe essere il terminal rate della banca centrale europea. Con il 60% di probabilità (linea gialla) a fine giugno dovremo avere i tassi al 3.5%. Francamente ci sembra un tasso eccessivo, soprattutto se l'inflazione continuerà a scendere, ma se lo scenario è quello giusto dovremo portar pazienza e non esagerare nell'imbottire i depositi di obbligazioni... Vedremo se giovedì la BCE riuscirà a spaventarci.
Un'occhiatina alle borse la vogliamo dare? Iniziamo da quella più importante:
Sembra che il trend discendente avviatosi nel gennaio del 2022 sia effettivamente stato superato: è da diversi giorni che le chiusure dello S&P500 sono sopra la linea blu. Bene! Ma vogliamo essere pignoli e prima di dichiarare che l'indice americano sta iniziando a mettere a segno un vero e proprio rally dobbiamo aspettare quello che gli analisti definisco il golden cross che vediamo meglio nel grafico successivo:
Si ottiene un golden cross quando la media mobile dei 50 giorni (linea viola) incrocia dal basso verso l'alto quella a 200 giorni (linea blu). Per il momento questo incrocio (vedi cerchio arancione) non è ancora avvenuto ma se la tendenza in essere continua, fra qualche giorno potremmo effettivamente assistere all'incrocio; sarebbe un'ulteriore testimonianza che il trend si sta consolidando.
Putroppo uno dei difetti del golden cross, se lo si segue alla lettera e quindi investiamo solo ad incrocio avvenuto, è che ritarda il momento d'ingresso nel mercato: nel nostro caso, ipotizzando che il cambio di trend si sia materializzato attorno ai 3800 punti e stimando che l'incrocio delle medie mobili avverà quando l'indice sarà sopra i 4100, significa che abbiamo "mancato" i primi 7-8 punti percentuali del rialzo ma in cambio entreremo nel mercato con un rischio ridotto.
Per il momento il trend dello S&P500 è confermato anche dall'algoritmo del nostro amico Ned Davis...
Anche l'indice SMI sta continuando la sua strada rialzista: malgrado la sottoperformance di tre colossi come Roche, Novartis e Nestlé, tutto sta andando come da programma. Gli 11'250 punti sono il nuovo supporto statico e se dovessimo (ma anche no!) ridiscendere fino a quel livello la cosa non ci preoccupa...
...anche perché siamo sostenuti dal golden cross delle medie mobili! (cerchio arancione) Qui si che l'incrocio c'è stato e possiamo quindi confermare il trend attuale. La prossima settimana comunque sarà determinante per la continuazione di questo movimento e molto dipenderà dalle scelte e dalle parole di Powell e della Lagarde. Un po' di apprensione l'abbiamo...
Vedremo anche quale sarà l'impatto della FED sul dollaro: contro franco sembra voler consolidare attorno ai 0.92 centesimi. Se il rialzo sarà di 25 bps non succederà nulla o quasi...dovessimo fare i conti con rialzi maggiori (che tenderemmo ad escludere) potremmo probabilmente vedere un dollaro più tonico...
Anche contro euro il dollaro mostra una certa debolezza: il trend per il momento è chiaro ed è pure supportato dal golden cross (freccia rossa) di inizio anno... Sospendiamo comunque ogni giudizio fino a mercoledi.
Buona domenica!
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