Questa settimana il nostro intervento sarà breve e possibilmente conciso. Vogliamo iniziare partendo da una osservazione banale ma non priva di significato: negli ultimi giorni siamo stati bombardati, come è giusto che sia alla fine di ogni trimestre, dai dati societari spesso in linea con le aspettative ed in numerosi casi persino meglio. Malgrado ciò, i mercati non si sono entusiasmati più di tanto. Questa settimana lo S&P500 ha portato a casa 36 punti (+0.87%); il Nasdaq 154 punti (+1.127... probabilmente sente profumo di abbassamento dei tassi, ma ci pare troppo presto); l'Eurostoxx50 ne ha persi 49 (-1.11%) e lo SMI chiude quasi invariato a -23 punti(-0.20%). Lo ribadiamo: i risultati non erano malvagi ed in altri tempi le reazioni sarebbero state di ben altra portata. L'attuale assenza di entusiasmo da parte degli investitori è confermata pure dalla persistenza di volumi giornalieri piuttosto asfittici.
Come sottolineato l'eccezione è costituita dai titoli del settore tecnologico che da inizio 2023 hanno sistematicamente battuto la performance degli indici SPX (in giallo) e SPW (in blu) con Meta sopra tutti. E' molto probabile che la prossima rivoluzione alla quale assisteremo sarà fatta di metaversi e di intelligenze artificiali che, lo sospettiamo, sono quasi pronte a stravolgere la nostra vita... ne parleremo un'altra volta in quanto è un argomento che forzatamente dobbiamo tenere sotto controllo.
Torniamo alla realtà odierna e cerchiamo di capire da dove arriva la mancanza di entusiasmo dei mercati.
Una prima non graditissima sorpresa arriva giovedì 27 aprile quando veniamo a sapere che la crescita del PIL americano attesa al 2% (prededente 2.6%) in realtà ha subito una brusca frenata e ce la ritroviamo all'1.1%. E' il terzo trimestre di decrescita consecutivo ed ha tutta l'aria di non volersi fermare.
Malgrado un'economia che sta mostrando segni di rallentamento evidenti, la voglia di consumo degli americani non si scompone più di tanto, anzi... non è mai stata così alta da settembre 2021 e francamente facciamo fatica a crederci in quanto chi è ritornato recentemente da New York o da Austin ci ha raccontato di prezzi folli persino per chi vive in Svizzera che notoriamente non è proprio un paese a buon mercato. Ma così è, la voglia di consumo degli americani non la si stronca facilmente e la FED ne è pienamente cosciente.
...così si spiega come mai il "core PCE", l'indice inflattivo più seguito dalla FED, continua a rimanere a livelli (troppo) elevati: venerdi era atteso al 4.6% e così è stato. Non vorremmo evocare lo spettro della stagflazione ma quando l'economia è calante e l'inflazione rimane elevata non possiamo fare a meno di pensarci e sotto sotto un pensierino a quella che viene anche definita inflazione recessiva lo sta facendo pure il mondo della finanza. Speriamo di sbagliarci. In queste condizioni è ovvio che il compito della FED è sempre più delicato: un aumento dello 0.25% è atteso per la prossima settimana (3 maggio) ma non possiamo escludere con certezza che non ve ne saranno altri e questo anche il mercato lo sa...
Poi vedremo giovedì 4 cosa intenderà fare la Lagarde... con un'inflazione francese che rimane stabile da molti mesi, un aumento di mezzo punto non ce lo toglie nessuno.
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Malgrado lo scatto d'orgoglio degli ultimi 3 giorni lo S&P500 proprio non riesce per il momento a superare quota 4200 punti e sicuramente fino a mercoledì 3 sarà in fase di attesa, tanto per capire cosa frulla in testa a Powell. Se si riuscisse in un qualche modo a superare questa resistenza, l'evoluzione di questo indice potrebbe prendere una piega molto diversa e avremmo davanti a noi un potenziale di crescita (da un punto di vista tecnico...) di 200 o 300 punti...
...confermati anche dall'algoritmo di Ned Davis. Comunque, prima di aver superato quota 4200 con volumi in crescita, in America non si compera...
Anche il Nasdaq, malgrado i numeri confortanti di diverse società che lo compongono, ha i suoi problemi a superare quota 12'250. Oramai la stagione degli utili sta quasi volgendo al termine e grossi spunti che potrebbero essere utili per superare questa soglia non sappiamo da dove possono arrivare. E' probabile che siamo nella mani di Powell: se quello che annuncerà mercoledì potrebbe essere l'ultimo aumento dei tassi, allora i 12'250 punti potrebbero essere a portata di mano, ma se così non fosse rischiamo di rivedere gli 11'500.
Anche per l'Eurostoxx50 i 4'400 punti sembrano invalicabili e giovedì siamo pronti a scommettere che saremo confrontati con una Lagarde che nei confronti dell'inflazione non sarà tenerissima... come detto mezzo punto non ce lo toglie nessuno e speriamo che basti.
Malgrado i buoni risultati di Roche, Novartis e Nestlé anche il nostro indice fa fatica a mantenere il ritmo di crescita mostrato nell'ultimo mese. Per dimostrare che è in grado di avanzare ulteriormente deve essere capace di issarsi con una certa convinzione sopra gli 11'500 punti...fino ad allora saremo molto guardinghi.
Buona domenica!
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