Ancora una volta la BNS si è mostrata molto indipendente e capace di prendere decisioni quando il contesto macro-economico lo impone e di questo bisogna dargliene atto! Se non si prendeva ora questa decisione di tagliare si sarebbe dovuto aspettare la fine del prossimo trimestre ma altri tre mesi di attesa sono stati giudicati da Jordan evidentemente un periodo troppo lungo.
Da un lato questa mossa ci autorizza ad essere un pochino più ottimisti per il futuro della nostra economia ma allo stesso tempo è sinonimo che qualche cosa non sta girando come dovrebbe e la cosa non deve essere presa sottogamba. Per quest'anno ci sono ancora due tagli all'orizzonte e speriamo che saranno sufficienti per dare un po' di fiato all'economia svizzera.
Nel frattempo i rendimenti del franco sono orientati al ribasso e probabilmente questo movimento continuerà per i prossimi mesi. Oramai Jordan ha mostrato in quale direzione dobbiamo muoverci e nei prossimi giorni, anche se un po' di lavoro è già stato fatto, vedremo come intervenire nei portafogli soprattutto in ambito obbligazionario.
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La settimana che sta per terminare è stata carente di dati macroeconomici ma a colmare il vuoto ci hanno pensato non solo la BNS ma pure le altre Banche Centrali:
- Il 19 marzo la Bank of Japan decide, un pochino a sorpresa, di dare un taglio dopo 17 anni alla politica dei tassi negativi avviata per combattere il pericolo deflazionistico e annuncia un aumento che porta il tasso di riferimento dal -0.1% all'interno di una forchetta che va dallo 0% allo 0.1%. Certo che se paragoniamo i nuovi tassi con quelli applicati dalle altre banche centrali si fa fatica a pensare che quella Giapponese sia in procinto di mettere definitivamente sotto naftalina la Negative Interest Rate Policy (NIRP), definita da alcuni economisti come "l'idea più stupida partorita dall'economia", ma diciamo che per la mentalità giapponese questo è un primo consistente passo che mira al ritorno verso una certa normalità coadiuvata pure da una deflazione che inizia a trasformarsi in inflazione e che sta convincendo le aziende a concedere, dopo innumerevoli anni di immobilismo, anche degli aumenti salariali...
- Mercoledì 20 la FED annuncia che i tassi rimango al loro posto e per il momento, come vedremo fra un istante, non ci sono molti cambiamenti di rilievo nel dot plot.
- Giovedì 21 è anche il turno della Bank of England che malgrado una diminuzione dell'inflazione decide anch'essa di non decidere e lascia i tassi invariati al 5.25%... è abbastanza probabile che per allentarli anche la BoE attenda le mosse della FED e quindi fino a giugno non succederà un granché .
- Cosa farà la BCE lo abbiamo già visto la scorsa settimana: la Lagarde sta cercando di tirare fino a giugno...
... e speriamo che non sia troppo tardi: i PMIs del settore manifatturiero europei sono in decontrazione (sotto il 50) e come sappiamo oramai fin troppo bene è soprattutto la Germania che preoccupa (linea nera) in quanto non riesce a venirne fuori...
Allo stato attuale i tassi di riferimento americani si situano tra il 5.25% ed il 5.50%. Sappiamo che l'inflazione è scesa ma non abbastanza per i gusti di Powell, l'economia non mostra segnali di cedimento evidenti, i salari crescono e la disoccupazione è a livello strutturale (più sotto di così è difficile che possa andare). Sappiamo anche che è un anno elettorale, la qualcosa dovrebbe suggerire a chi è a capo della FED una certa prudenza... meno le cose cambiano, meglio è... Ergo: per quest'anno 3 tagli sembran bastare (non si andrà sotto il 4.75% che è pur sempre un accidenti di tasso d'interesse).
Venerdì abbiamo visto la valuta americana infrangere per un istante la barriera dei 90 centesimi per poi chiudere la settimana leggermente sotto ma è chiaro che il grosso della spinta è arrivato giovedì mattina a ridosso della decisione della BNS.
Anche per euro/chf il taglio dei tassi svizzeri ha fatto da propulsore e non siamo andati tanto distanti dai 0.98 cts. Anche il trend di questa parità sembra ricevere il sostegno del golden cross tra la media mobile dei 50 e dei 100 giorni (vedi freccia rossa) e la prossima settimana sarà interessante osservare se quello che era la resistenza statica a 0.9690 diventerà il suo supporto: sarebbe una buona base per prendere lo slancio e arrivare a raggiungere i 0.98 cts / 0.99 cts che corrisponde al lungo periodo di spostamento laterale evidenziato dall'ovale verde. Non sarebbe male!
Abbiamo esaurito i superlativi con i quali possiamo descrivere quella che è la performance dello S&P500 (+9.74% ytd) che oramai ha segnato quest'anno, andiamo a memoria, il venticinquesimo o ventiseiesimo record storico e sembra non volersi fermare. Il trend è in essere, anzi di più, ha persino tentato di forare la resistenza (freccia rossa) sfidando tutte le leggi della fisica... Stiamo cercando delle spiegazioni ad un tale movimento che, come potete ben immaginare, non è affatto usuale. Siamo arrivati alle seguenti parziali conclusioni:
- E' l'ennesima dimostrazione che quanto un trend è in essere bisogna seguirlo fino a quando non abbiamo l'evidenza che la musica sta per cambiare... Quando cambia di norma ce ne accorgiamo e abbiamo ancora un po' di tempo (non molto a dir la verità) per agire.
- Non siamo sicuri che sia solo la prospettiva dei 3 tagli ai tassi che stia spingendo il mercato; anzi, l'impressione è che per il momento questo tipo di discorso interessa ben poco...
- ...è più probabile che l'attenzione sta virando verso il capitolo utili aziendali che sono ancora visti al rialzo ed è qui entra prepotentemente in gioco l'Intelligenza Artificiale e la promessa che un suo massiccio impiego possa spingere l'efficienza di moltissime aziende in netto rialzo... con evidente positiva ripercussione sui guadagni delle società. Diciamo che stanno facendo una scommessa sul futuro.
- Infatti l'indice, che fino a poche settimane fa era dominato solo o quasi dai Magnifici 7, ora si sta mostrando spinto al rialzo da una moltitudine di altre aziende che rendono il moto rialzista molto più ampio e sostenibile.
Anche il Nasdaq (+9.44% ytd) continua imperterrito a salire confermando il suo trend: la scorsa settimana ci stavamo chiedendo se avesse avuto la forza di issarsi nuovamente sopra il livello del suo record storico ed in effetti sembra che ci stia riuscendo... Qualche problemuccio tra i Magnifici 7 (Apple: -10.52% ytd; Tesla: -31.25% ytd) gli sta impedendo di replicare tout court la performance dello scorso anno ma va anche bene così... non si può sempre salire del 40%, non vi pare?
L'Eurostoxx50 (+11.27% ytd) sembra una replica dei suoi amici americani: trend in deciso rialzo in questo caso effettivamente determinato dalla prospettiva di un taglio ai tassi che dovrebbe arrivare prima di quelli americani. Infatti il settore finanziario, il piccolo drappello di società tecnologiche ed il settore del lusso, stanno facendo miracoli... Strada da recuperare ce n'è ancora, speriamo solo di non incappare in qualche brutta sorpresa che ci rispedisca sulla terra. Se qualcuno dovesse avvistare un cigno nero è pregato di farcelo sapere!
Vediamo se il taglio ai tassi riesce a fornire un po' di carburante al nostro indice SMI (+4.62% ytd) che ogni due per tre è appesantito da qualche notizia non proprio positiva: la scorsa settimana Logitech annuncia le dimissioni del suo CFO che aveva assunto da neppure un anno (non un bel segnale...); questa settimana è ancora stata Roche ad appesantire il listino a causa di un farmaco che non ha dato i risultati sperati se non solo parzialmente (sta diventando un vizio...).
- Malgrado la concorrenza di rendimenti di tutto rispetto (soprattutto sul dollaro) l'acquisto di numerose tonnellate d'oro da parte delle Banche Centrali (Cina e India) ha sconquassato la classica correlazione inversa che sussiste tra oro e rendimenti che faceva in modo che se uno saliva l'altro scendeva e viceversa...
- Il mondo degli ETF sull'oro fisico, che da svariati mesi continuava ad essere vittima di riscatti non facilmente giustificabili, sembra che recentemente abbia beneficiato di un ritorno degli investitori che hanno riportato in positivo il bilancio tra acquisti e riscatti.
- L'industria orafa indiana sta assorbendo quasi la metà dell'oro fisico disponibile: considerata la passione per i monili d'oro degli indiani, il numero di abitanti e le migliorate condizioni economiche sembra il miglior modo per dare sostegno alla quotazione del metallo giallo...
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