domenica 7 aprile 2024

La paura fa 2'329

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Oramai Gigi Marzullo, il giornalista del "si faccia una domanda e si dia una risposta",  ha fatto proseliti in tutto il mondo ed anche noi la scorsa settimana c'eravamo fatti una domanda: "Chissà come reagirà il mercato al Personal Consumption Expenditures (PCE)?". Era appena stato pubblicato quel Venerdì Santo a borse chiuse ed era risultato poco convincente quindi,  altrettanto spontaneamente, ci eravamo dati una risposta: "non benissimo, pensiamo!" Purtroppo avevamo pensato bene. 

Infatti i successivi lunedì in America e martedì al di qua e al di là dell'Atlantico i mercati non erano troppo contenti ed hanno infilato due sedute che si sono chiuse con un pesante passivo. Era da tempo che non succedeva e siamo stati colti un po' di sorpresa: eravamo tutti presi a stare dietro a questo trend ascendente senza fine al punto tale che avevamo persino accarezzato l'idea, malsana, che di correzioni non ne avremmo più viste. Invece sono arrivate e abbiamo iniziato a temere che potessimo anche essere testimoni di un cambiamento di direzione dei mercati. Per fortuna non è stato il caso: abbiamo flirtato con i supporti per un paio di giorni ma fino a giovedì i trends erano ancora confermati. Più avanti vedremo come è finita la settimana...

Comunque sia da martedì in poi siamo anche stati testimoni della pubblicazione di una serie di dati che hanno rafforzato l'idea che in America non c'è assolutamente fretta di tagliare i tassi mentre in Europa gli spazi per un taglio ci sono, eccome, e se avremo ragione giovedì prossimo, leggendo tra le righe di quello che ci dirà la Lagarde, avremo altre prove di quanto stiamo pensando.

Ma vediamoli questi dati, anche se sappiamo che ne fareste volentieri a meno,  ma ci servono per tentare di entrare nella testa dei Governatori delle banche centrali ed evitare, se possibile,  di essere presi in contropiede. Come sempre iniziamo da quelli americani:


Lunedì 01.04

  • ISM Manufacturing (marzo): 50.3 (atteso: 48.1; precedente: 47.8). Persino il settore manifatturiero americano si sta portando in zona di espansione (sopra 50). Era quello che più aveva sofferto di questi tempi.
Martedì 02.04
  • Offerte posti di lavoro (marzo): 8.8 mio (atteso: 8.8 mio; precedente:8.8 mio). Si stanno cercando milioni di lavoratori (probabilmente nei settori dove è richiesta manodopera più specializzata...)
Mercoledì 03.04
  • Creazione posti lavoro privati (ADP di marzo): 184k (atteso: 155k; precedente: 155k). I numeri su nuovi impieghi creati non mollano la presa e risultano con costanza sopra le aspettative...
  • ISM servizi (marzo): 54 (atteso: 52.7; precedente: 52.6). Non è una sorpresa che i servizi sono in piena espansione... in questo settore la crescita accelera oltre le aspettative.
Giovedì 04.04
  • Richiesta iniziali di disoccupazione (marzo): 221k (atteso: 213k; precedente: 212k) di poco sopra le aspettative ma ampiamente compensate dagli ADP
Venerdì 05.04
  • Occupazione non agricola (marzo): 303k (atteso: 200k; precedente: 270k) il dato, in positivo,  è sorprendente!
  • Disoccupazione (marzo): 3.8% (atteso: 3.8%; precedente: 3.9%) ... stabilmente ai minimi.
  • Aumento costo del lavoro (yoy): 4.1% (atteso: 4.1%; precedente: 4.3%) intanto i salari aumentano con una certa costanza...
Riassumendo: Il comparto manifatturiero e quello dei servizi è in espansione, il mercato del lavoro non finisce di stupire in positivo, la disoccupazione è ai minimi e i salari crescono con una certa costanza... secondo voi c'è spazio per un taglio ai tassi? .... pensiamo che fatta la domanda vi siete già dati la risposta!

Quindi per tutta settimana e per la altre che seguiranno il tormentone di quanti tagli farà la FED da oggi alla fine dell'anno continua: assodato che non ne vedremo più di 3, leggiamo di analisti che ne prevedono solo 2,  altri 1 e, ipotesi da non scartare, addirittura nessuno!

Nel frattempo il mercato si porta avanti con i lavori e spinge i rendimenti al rialzo:


 Siamo ai massimi dell'anno: il Treasury a 2 anni (in rosso) ha chiuso la settimana con una resa del 4.75% che non è poi così lontana da quel 5% e un po' che abbiamo visto nel marzo 2023 quando l'inflazione negli USA era ancora superiore all'11%... Martedi prossimo non perdetevi la pubblicazione del CPI americano.


Ma ritorniamo in Europa:

Martedì 02.04
  • PMI manifatturiero (marzo): 46.1 (atteso 45.7; precedente: 46.5) meglio del previsto ma pur sempre al ribasso rispetto al precedente... per il momento non se ne esce ed è sempre contrazione
  • Inflazione Tedesca yoy (marzo): 2.2% (atteso: 2.2%; precedente: 2.5%) lemme lemme siamo vicini al 2%... vi dice qualche cosa?
Mercoledì 03.04
  • Inflazione Europa yoy (marzo): 2.4% (atteso: 2.5%; precedente: 2.6%) continua a scendere e per alcuni è il risultato della politica restrittiva della BCE, per altri è a causa del rallentamento economico in atto; più probabile che sia una combinazione delle due cose. Comunque sia il 2% non è lontano e di certo farà, speriamo, contenta la Lagarde. Lo sapremo giovedì prossimo.
  • Disoccupazione EU (febbraio): 6.5% (atteso: 6.4; precedente: 6.5%) stabile ma pure sempre decisamente alta (soprattutto se la paragoniamo a quella americana).
Giovedì 04.04
  • PMI servizi EU (marzo): 51.5 (atteso: 51.1; precedente: 50.2) i servizi in Europa se la passano meglio del settore manifatturiero e sembrano definitivamente in espansione (probabilmente con lo zampino decisivo della Spagna..) Finalmente un dato positivo anche per la povera Europa.
  • Inflazione Svizzera (marzo): 1% (atteso: n.a.; precedente: 1.2%) si capisce meglio la mossa della Banca Nazionale che ha tagliato il tasso direttore e con dati simili  un altro taglio dello 0.25% non ce lo toglie nessuno...  Immediata, un nanosecondo dopo la pubblicazione dell'inflazione, la reazione di rafforzamento del dollaro e dell'euro contro il franco:




Venerdì 05.04
  • Vendite al dettaglio EU (febbraio): -0.5%  (atteso: -0.3%; precedente: 0.0%) in Europa la propensione al consumo sta calando;  la mancanza di fiducia per il  futuro del consumatore è evidente e comprensibile...
Riassumendo: l'economia europea non è messa benissimo ed è innegabile che ha bisogno di un aiutino che potrebbe arrivare dalla BCE. L'inflazione si sta muovendo dalla parte giusta e non è troppo lontana da quel 2% anelato dalla Lagarde.... a questo punto ci vorrebbe solo un po' di coraggio!


La settimana sembrava avviarsi verso la fine senza ulteriori scossoni quando giovedì  verso le 3 del pomeriggio, il dormiente VIX (l'indice della paura), decide di darsi una svegliata...



...e pure noi entriamo in fibrillazione:  dopo una rapida analisi dei dati macro e una veloce lettura delle ultime notizie scopriamo che tutto questo movimento  è stato generato da alcune note di agenzia che hanno evidenziato quanto segue:

  • Sembrerebbe che a tutto d'un tratto l'Ucraina potrebbe perdere la guerra; la qualcosa non è improbabile visto che mancano armi e munizioni ma questo già lo sapevamo. Comunque sia se così fosse dobbiamo essere consapevoli che questo scenario non piace ai mercati.
  • Le tensioni geopolitiche nel Medio Oriente potrebbero prendere una piega poco piacevole: Israele oltre che a tenere sotto controllo Gaza deve pure avere un occhio di riguardo per le tensioni crescenti con l'Iran e con la Siria. Un allargamento del conflitto spaventerebbe oltremodo i mercati... Le pagine estere dei giornali le consulteremo nei prossimi giorni con maggior attenzione.
Se vi ricordate bene la scorsa settimana avevamo detto che oramai, a riguardo delle guerre in corso, era subentrata una certa assuefazione che hanno reso i mercati impermeabili alle notizie che arrivano dai fronti dove si combatte. Evidentemente ci siamo sbagliati e le conseguenze dei i rischi geopolitici sono sotto i nostri occhi:


La quotazione del Brent da inizio anno è già salita del 23% e non sembra volersi fermare lì: è spinta appunto dalle tensioni geopolitiche, dai tagli alla produzione e da una domanda che non è sparita e che ci risulta in ascesa...

... anche il suo cugino americano (WTI)  sta seguendo a ruota. 


L'indice Bloomberg dei costi energetici quest'anno è al rialzo del 7.62% e di certo questo è un dato che non sarà sfuggito alle banche centrali. Non vorremmo che la Lagarde fosse proprio spaventata da questi rincari...


...infatti anche le materie prime sono salite quest'anno del 4.31% e di norma questi rialzi possono essere guidati da un ritorno della domanda (...forse negli USA, un po' meno in Europa) oppure è la risposta alle tensioni geopolitiche (più probabile)...


...prova ne è che venerdì l'oro ha chiuso la settimana con un record storico a 2'329 $ per oncia e questo malgrado un aumento dei rendimenti sul dollaro che notoriamente hanno un effetto dissuasivo nei confronti dei compratori del metallo giallo. Stiamo iniziando al leggere di analisti che hanno spostato il loro target sull'oro verso i 2'500$ e in casi estremi a 3'000$ per oncia. Se le guerre dovessero espandersi pensiamo che non siano degli obiettivi impossibili.

***

***ridotta***

Purtroppo stanno arrivando dei segnali poco simpatici dalle borse (soprattutto quelle europee...) che hanno vissuto probabilmente la peggior settimana dell'anno:



Lo S&P500 (+9.11% ytd) tra lunedì e martedì si è divertito a farci vedere i sorci verdi flirtando con il supporto del canale ascendente... poi miracolosamente l'allarme è rientrato venerdì malgrado i dati macro non spianino la strada ai tagli dei tassi. Potrebbe significare che di liquidità in circolazione ce n'è ancora molta e i ribassi sono utilizzati per rimpolpare le posizioni azionarie (ammettiamo che quest'ultima affermazione ha il sapore più della speranza che non della certezza...) Comunque sia l'indice è rientrato nel suo canale confermando per il momento il trend. Certo è che iniziamo ad essere non  proprio tranquilli....


Chi invece il supporto l'ha sfondato al ribasso sembra essere il Nasdaq (+8.24% ytd): giovedì ha chiuso fuori dal canale ascendente e venerdì ha sì rimbalzato ma nel canale non ci è rientrato: sembra a tutti gli effetti un classico pullback (vedi freccia rossa)  che potrebbe avviare una fase ribassista (speriamo di breve portata). Sarà fondamentale la seduta di lunedì dove potremo vedere due cose: a) un rientro nel canale ascendente ed allora siamo stati testimoni di uno dei tanti falsi segnali che l'analisi tecnica, che non è una scienza esatta, genera oppure b) il pullback è confermato e assisteremo all'avvio di una fase ribassista se ci va male o ad una fase di consolidamento laterale se siamo fortunati. Ad ogni buon conto un segnale c'è stato, sta a noi interpretarlo correttamente e se del caso alleggerire. (sappiamo già  cosa...)



Discorso molto simile per l'Eurostoxx50 (+10.91% ytd), anzi il segnale di rottura sembra molto chiaro (vedi freccia rossa): ora lunedì vedremo se ci sarà anche per questo indice un pullback o un ritorno nel canale ascendente (la chiusura positiva dell'America potrebbe aiutare) altrimenti siamo già pronti a sganciare qualche cosa...



Eravamo speranzosi che venerdì, rientrato nel triangolo, l'indice SMI (+3.21% ytd) potesse anche decidere di sfondarlo al rialzo... Ovviamente ci eravamo illusi e la settimana chiude con un bilancio molto negativo: 2 punti percentuali sono andati a farsi benedire... Adesso ci troviamo con l'indice che si è appoggiato sulla media mobile dei 50 giorni e speriamo che faccia da supporto ma se dobbiamo essere sinceri lo sfondamento al ribasso del triangolo ci suggerisce che il potenziale di ribasso può portare il nostro indice a vedere gli 11'370 punti... Certo che fino a quando Roche (ha chiuso a 219.50!) e Nestlé (92.92 chf) non si decidono a cambiare trend c'è poco da stare allegri...


Buona domenica!


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