Per gli appassionati del genere, la soap opera trasmessa dai canali televisivi della Casa Bianca, è manna caduta dal cielo: l'improbabile relazione tra l'uomo più ricco del mondo (Elon) e di quello più potente, il Presidente degli Stati Uniti d'America (Donald), è una di quelle che fin dai suoi albori era destinata ad essere particolarmente tormentata ed infatti, dopo soli 4 mesi, è già al capolinea; ora a volare non sono i missili di SpaceX ma i piatti del servizio buono della State Dining Room, quella dove si svolgono i banchetti presidenziali.
Pomo della discordia, a quanto ci risulta, è stata la proposta legislativa che porta l'altisonante nome di "One Big Beautiful Bill" e che mirerebbe a semplificare radicalmente il sistema normativo e burocratico federale degli USA con un'attenzione particolare alla riduzione delle tasse e all'eliminazione delle vecchie norme ritenute eccessive o dannose per le imprese.
Agli occhi di Musk questa legge è una "disgustosa abominazione" in quanto aumenterebbe il deficit (+ 2.5 trilioni), sparirebbero gli incentivi per i veicoli elettrici e sarebbe in netto contrasto con l'efficienza governativa promulgata dal DOGE, il dipartimento condotto fino a non troppo tempo fa da Elon stesso.
Come era prevedibile la relazione tra i due è presto degenerata ed ora Elon sta accusando Donald di essere coinvolto nei file riservati relativi al caso Epstein; Donald ha replicato, esprimendo in tal modo la sua totale delusione, che non ci mette due minuti a revocare i contratti governativi dove coinvolte ci sono le aziende di Elon il quale, punto sul vivo, ha minacciato che potrebbe anche dismettere la navicella Dragon di SpaceX mandando all'aria le operazioni della Stazione Spaziale Internazionale. Ripicca di Donald: si vede costretto a mettere in vendita la fiammante Tesla color rosso ricevuta in omaggio dal suo creatore.
Potremmo continuare ma siamo sicuri che avete capito che aria tira all'interno dei muri della Casa Bianca. C'è da preoccuparsi? Diciamo che da un certo punto di vista tranquillissimi non siamo ma, considerati i miracoli che abbondano in molte soap opera, possiamo sempre contare sulla resurrezione di Elon come succede quando, per esigenze di copione, un protagonista che è già stato spedito nel regno dei cieli viene riportato in vita quando ci si accorge che, senza la sua presenza, gli ascolti sono in netto calo. Sotto sotto Donald aveva definito Elon " one of our great geniuses". Non è quindi detto che presto o tardi sul set possa fare la sua apparizione una lampada di quelle che si devono strofinare... La fantasia degli autori di soap opera non ha limiti!
Comunque sia è abbastanza evidente che i panni sporchi andrebbero lavati in casa altrimenti le conseguenze, soprattutto se hai una società quotata, sono facili da immaginare:
...il 5 giugno per Tesla e i suoi azionisti non è stata una giornata felicissima e i problemi potrebbero non essere finiti qui considerato che Steve Bannon sta attaccando frontalmente Elon: «Musk vuole solo soldi, è un immigrato illegale. Sono preoccupato, dobbiamo scoprire quali dati ha». Elon replica alla sua maniera e senza scherzare più di tanto ci avvisa che è intenzionato a fondare un nuovo movimento, "the America Party". La soap opera continua... Stay tuned!
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Torniamo seri. L'ultimo nostro post risale al 22 di maggio e da allora il discorso sui dazi si è momentaneamente cristallizzato - siamo in attesa del colloquio tra USA e Cina della prossima settimana - mentre alcuni dati interessanti sono stati pubblicati. I più seguiti in America sono quelli riguardanti lo stato di salute degli impieghi che oramai abbiamo capito essere l'ago della bilancia che influenza le decisioni della FED per quanto riguarda il taglio ai tassi:
- Posti di lavoro vacanti aprile: 7.4 mio (atteso: 7.1 mio; precedente: 7.2 mio)
- ADP: nuovi posti lavoro settore privato maggio: 37k (atteso: 110k; precedente: 60k)
- Disoccupazione per il mese di maggio: 139k (atteso: 125k; precedente: 147k)
- Tasso di disoccupazione americano maggio: 4.2% (atteso: 4.2%; precedente: 4.2%)
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Per quello che riguarda l'Europa vogliamo portare alla vostra attenzione un paio di numeri. Sono quelli che riguardano l'inflazione Europea e quella Svizzera:
- Inflazione Unione Europea (Eurozona) maggio: 1.9% (precedente: 2.2%)
- Inflazione Unione Europea (Eurozona) core maggio: 2.3% (precedente: 2.7%)
- Inflazione svizzera a maggio: -0.1% (precedente: 0.0%)
Lo S&P500 (+2.02% ytd) è tornato finalmente positivo da inizio anno: non molto, un paio di punti percentuali ma quello che ci piace è il canale ascendente nel quale il movimento rialzista si sta sviluppando. Ovviamente non perdiamo di vista i due gap rialzisti segnalati dai cerchi rossi e che prima o poi dovranno con ogni probabilità venir coperti ma per il momento non intravvediamo segnali tanto negativi da poter presupporre che siamo in prossimità di una forte correzione. E' vero che mercoledì prossimo ci sarà la FED ma oramai diamo per scontato che di ribassi non ne farà e se, per caso, venissimo smentiti ci sarebbe solo da che esser contenti. Per il momento siamo a 6'000 punti: il livello è di quelli psicologici e non sarà facile da superare ma l'abbiamo già fatto tra febbraio e marzo quindi non vediamo perché non ci si possa spingere fin lassù. E' vero che siamo in zona ipercomprato ma lo siamo già da metà maggio e il mercato non sembra farci caso...
E' andato bene anche il Nasdaq (+1.13% ytd) ma avevamo pochi dubbi sul suo percorso: una volta superati i 17'900 punti abbiamo potuto calcolare il target di questo indice per i prossimi mesi ed il spalla-testa-spalla rovesciato ci porta verso i 21'000 punti. Metà del percorso è stato fatto... vediamo mercoledì se Powell ci darà un altro colpo di mano e soprattutto siamo molto curiosi di vedere se e cosa si saranno detti cinesi e americani a proposito del tormentone legato ai dazi.
L'Eurostoxx50 (+10.91% ytd) è da diverse settimane che sta consolidando e si sta spostando lateralmente: ve bene così; l'importante è che non scenda sotto i 5'300 punti e se poi avrà voglia di superare i 5'500 si apriranno altre strade. Anche se dovesse chiudere l'anno con un +10% a noi andrebbe benissimo! A rovinare la festa ci potrebbero essere i dazi e di questo ne siamo più che consapevoli. Se si andrà sotto i 5'300 inizieremo ad alleggerire...
Anche lo SMI (+6.60% ytd) è in fase di consolidamento all'interno di un range costituito dalla media mobile a 50 giorni (linea viola) che fa da supporto e della media mobile dei 100 giorni (linea verde) che fa da resistenza. Sarebbe interessante se la prossima settimana potremmo assistere alla chiusura del gap rialzista segnalato del cerchio arancione ma molto dipenderà dalle decisioni della BNS che si riunirà il prossimo giovedì 19 giugno e da come il mercato avrà scontato la notizia che il Governo Svizzero esige dalle banche di natura sistemica (UBS, PostFinance, ZKB, Raiffeisen e Banque Cantonale Vaudoise) requisiti di capitale più severi. La più colpita da questa iniziativa è ovviamente UBS e per il momento gli investitori l'hanno presa piuttosto bene. Infatti Reuters ha pubblicato la notizia alle 15:01 a mercati ancora aperti e UBS ha chiuso con un rialzo del 3.8% (max di giornata +6%) segno che con ogni probabilità ritengono che le nuove regole siano gestibili: la loro implementazione è prevista per fine 2028 ed il periodo di transizione per portare a termine l'aumento dei requisiti di capitale sarà di 6-8 anni. Ermotti ha calcolato che ci vorranno circa 42 miliardi per capitalizzare la sua banca secondo le nuove regole e non ha fatto di certo i salti di gioia, anzi... Vedremo martedì alla riapertura della borsa se gli investitori, dopo tre giorni di riflessione, saranno ancora così accondiscendenti. (Lunedì borsa chiusa per la festività di Pentecoste).
E' evidente a tutti che il dollaro non sta passando uno dei suoi migliori momenti e malgrado offra un rendimento piuttosto attraente rispetto ai suoi competitors continua ad indebolirsi. Spiegare il perché non è semplice ed entrano in gioco una moltitudine di cause che si intrecciano tra di loro:
- E' probabile che presto o tardi i tassi in America, malgrado le resistenze della FED, dovranno essere tagliati: ma non perché lo vuole Trump ma perché la situazione macroeconomica lo suggerisce. Comunque sospettiamo che fino a quando il pasticcio dei dazi rimarrà sospeso nell'aria la debolezza andrà avanti.
- L'Eurozona, il Giappone e qualche mercato emergente stanno mostrano segnali di ripresa: il miglioramento delle prospettive economiche funge da calamita.
- Gli squilibri fiscali e geopolitici hanno un peso specifico importante: il deficit americano è sempre più importante e spaventa gli investitori. Per il momento la valuta americana è quella universalmente riconosciuta ed è utilizzata per regolare gli scambi commerciali di mezzo mondo ma molti Paesi (soprattutto asiatici) stanno cercando di accumulare riserve valutarie alternative al dollaro americano.
Dopo il ritracciamento del dollaro avviatosi a metà aprile e conclusosi verso metà maggio, la valuta americana ha ripreso ad indebolirsi contro il franco svizzero malgrado un differenziale tra i tassi dei due paesi di quasi 4 punti percentuali! 0.82 sembra essere un supporto che deve essere difeso con i denti ma non sarà facile: tra mercoledì (FED) e giovedì (BNS) le carte potrebbero venir scompaginate anche se temiamo che l'attuale forza del franco svizzero sia difficile da scalfire.
Malgrado l'ottavo taglio consecutivo ai tassi di interesse effettuato giovedì dalla BCE il dollaro ha continuato ad indebolirsi. Come abbiamo già sottolineato per un po' di ulteriori tagli non ve ne saranno e gli investitori l'hanno già messo in conto. Tecnicamente parlando la resistenza dell'1.15 sembra per il momento difficile da superare ma se la FED dovesse tagliare non escludiamo che si possa anche andare oltre... fino a mercoledì 18 giugno sospendiamo ogni giudizio.
Euro/franco in questo momento ci incuriosisce molto: apparentemente la valuta europea, dopo un periodo di consolidamento duranto un paio di mesi (vedi triangolo verde) sembra voler imboccare la strada del rialzo. Proprio in questi giorni potrebbe aver forato al rialzo il triangolo (vedi freccia) e se il movimento verrà confermato nei prossimi giorni non escludiamo che stia puntando ai 95 centesimi. La prossima settimana potremo essere più precisi.
L'uscita dal canale ascendente che ha portato il bitcoin dai 75'000$ di metà aprile agli attuali 105'000 è evidente (cerchietto rosso): nei tre giorni successivi abbiamo assistito ad un classico pullback che ha riportato il bitcoin verso il punto di uscita e che ci indurrebbe a rientrare. Lo si può fare solo se nei prossimi giorni rientra nel canale ascendente. Non è da escludere che se non rientra riprenderà ad indebolirsi.
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