domenica 31 maggio 2020

Rieccoci...

Buona domenica a tutti! Crediamo e speriamo di aver finalmente risolto la panne tecnica che ci ha impedito di essere costanti nell’aggiornamento del blog... 

Dobbiamo ammettere che durante questa ultima settimana non è successo nulla di trascendentale,  fatto salvo il perdurare di una certa qual aria “d’irrazionale esuberanza dei mercati” di greenspaniana memoria che sta facendo scorrere un sacco di inchiostro nel tentativo di giustificare e dare un senso ai rialzi di certe borse  che a ben guardare avrebbero ben poco da festeggiare. 

Non sappiamo se ve ne siete mai accorti, ma quando ci incaponiamo nel voler a tutti i costi  spiegare razionalmente l’irrazionale, sconfiniamo spesso nel ridicolo.  Se la situazione non fosse grave, a volte ci sarebbe pure da divertirsi nella lettura di certi articoli,  spesso redatti da illustri economisti, che a poco a poco stanno diventando sempre più incomprensibili: i neologismi si sprecano, i concetti sono sempre più arzigogolati, tante, troppe, le domande che restano senza una risposta , per non parlare delle regole del linguaggio che sembrano essere state momentaneamente sospese a favore di un certo metalinguaggio che si sta impossessando delle nostre coscienze portandoci piano piano alla convinzione  che tutto sta andando bene.

Tanto per non perdere il buon umore, tutto ciò ci riporta alla mente la “supercazzola”, geniale invenzione del regista Monicelli, quello di Amici miei, e come spesso accade per le cose geniali, il termine è entrato nel linguaggio comune e sta a significare, citando Wikipedia, “un nonsenso, una frase priva di logica composta da un insieme casuale di parole reali e inesistenti, esposta in modo ingannevolmente forbito e sicuro a interlocutori che, pur non capendo, alla fine la accettano come corretta.” Riflettete bene su questa definizione: non è esattamente quello che ci sta propinando la finanza mondiale? 

Come abbiamo già sottolineato piu di una volta,  noi non possiamo e non vogliamo rinunciare a seguire i mercati. Il nostro approccio è semplice e , come oramai avete capito,  facciamo abbondante uso di una spartana analisi tecnica, che malgrado i suoi limiti, è a nostro giudizio l’unica che è in grado di fornire pratiche indicazioni. 
A noi interessa soprattutto individuare un trend, sapere quanto restare dentro ad un mercato e quando uscirne. Questo basta e avanza sperando di evitare accuratamente le supercazzole...





Venerdì scorso, i mercati di mezzo mondo erano in attesa della conferenza stampa di Trump. Fra parentesi  è probabile che Trump sarebbe piaciuto molto al regista Monicelli che ne avrebbe fatto di sicuro una sua fonte d'ispirazione; 
a dir la verità anche noi venerdì avremmo gradito trarre ispirazione da quanto ha detto ma, e non è la prima volta che capita, siamo rimasti un po’ delusi: in buona sostanza ha ribadito che gli USA abbandoneranno l’OMS, oramai manipolata dalla Cina, e che Hong Kong verrà sanzionata (come?) per non esser riuscita ad opporsi efficacemente al potere di Pechino. 

Ed in un clima che sa già di campagna elettorale, ribadisce che per le aziende cinesi quotate in America ci saranno prossimamente delle novità poco gradite , così come come verranno prese precauzioni nei confronti degli studenti cinesi presenti negli atenei americani ed in generale verso quei cinesi residenti negli States che possono in un qualche modo essere d’impiccio agli USA.

Il clima per la verità è più da guerra fredda che non da campagna elettorale ma per fortuna le esternazioni presidenziali non sembrano, come temuto, aver scombussolato più di tanto i mercati che si sono ripresi nel finale confermando la direzione del trend di questi ultimi giorni. 

A proposito di trend, quello della borsa Svizzera continua ad essere laterale ma è abbastanza probabile che due giorni fa abbiamo assistito, supportata da volumi leggermente al rialzo, alla rottura della resistenza a 9810 punti  e che potrebbe, lo vedremo nei prossimi giorni, dare il via ad una nuova fase rialzista. Per il momento la rotazione settoriale è forse l’evento che maggiormente  sta caratterizzando il nostro mercato ma,  come detto,  la rottura della resistenza potrebbe scompaginare un po’ le carte. 

E’ probabile che , soprattutto nelle borse europee, assisteremo a delle performances positive su quei settori che fino ad oggi sono stati fortemente penalizzati quali le auto e il tempo libero. Banche ed assicurazioni sono pure in fase di leggero recupero. Occhio agli  alimentari e farmaceutici che sono ben quotati ed hanno perso un po’ di smalto.




Per coloro che investono o speculano con il dollaro, segnaliamo che il cross Euro/$, da quando l’EU ha palesato i suoi piani per evitare il tracollo, si sta rafforzando e la cosa ha un influsso anche sulla parità $/chf che , come potete vedere dal grafico,  ha perforato al ribasso il triangolo che si è formato a partire dalla fine di marzo. Non vorremmo essere eccessivamente allarmisti ma questa rottura potrebbe aver dato il via ad una fase ribassista che porterebbe il dollaro a 0.93/0.92 nelle prossime settimane. Per chi intendesse comprare dollari vale la pena attendere.


PS: se la supercazzola vi ha incuriosito e ancora non la conoscete,  clicca qui...

mercoledì 27 maggio 2020

Panne tecnica

Un inghippo tecnico ci impedisce da qualche giorno di postare i nostri consueti commenti corredati dai grafici esplicativi che di norma valgono più di mille parole...

Speriamo domani di aver risolto il problema...

In sintesi tra ieri ed oggi in tutta Europa c'è stato un  risveglio, parecchio atteso, dei valori azionari anticipatori della notizia importante di oggi scaturita dall'incontro dell'Eurogruppo che ha finalmente stanziato  un recovery Fund da 750 mia di euro in parte anche a fondo perso. Arricciano il naso i paesi cosiddetti frugali, stappano lo champagne quelli un po' più spendaccioni ma nell'insieme questa risoluzione è quello che ci voleva, sperando che ora il Consiglio Europeo e il Parlamento EU diano il loro consenso.

Borsa Svizzera da qualche giorno in cerca dello sfondamento della resistenza a 9810 punti ma senza successo a causa di una robusta rotazione settoriale che vede i classici difensivi arretrare (soprattutto Roche) mentre assicurativi e banche sono saliti in cattedra... per saldo è come se non fosse successo niente se si rimane dentro il canale laterale... per fondi ed etf indicizzati non bellissimo...




lunedì 25 maggio 2020

Eppur si muove


"Eppur si muove!"... finalmente qualche spiraglio di luce in fondo al lunghissimo tunnel di queste settimane ci sembra di vederlo. Un indice che sembrava inchiodato all'interno di un range piuttosto stretto sembra, grazie ad una Germania in giornata di grazia, volersi muovere e forse potrebbe addirittura superare la resistenza a 9810 punti.

Oggi con l'America chiusa è la Germania che ci delizia con dei segnali di buona speranza: Bayer forse riesce a trovare la quadra per risolvere il caso Roundup (+8.76%), Lufthansa viene graziata dallo Stato tedesco con un prestito di 9 mia restituibile in comode rate spalmate su 3 anni e vola a 8.55 euro (+6.44%), Daimler annuncia un nuovo sistema operativo per i modelli futuri che promette di avere lo stesso impatto di quando Microsoft ha messo sul mercato Windows e ridesta l'interesse per il settore auto germanico che era dato per disperso, SAP, uno dei pochi tecnologici europei che non sfigura davanti ai mostri americani, ha deciso di concedersi un rialzo del 4.5%.... insomma, godiamoci questo momento di grazia e vediamo se ha la forza di protrarsi per qualche giorno.

Questa settimana ci sarà da tenere d'occhio l'incontro dell'Eurogruppo e speriamo che arrivino a cavare il ragno dal buco... come già ipotizzato lo scorso venerdì, gli aiuti devono arrivare in fretta non a pandemia conclusa...

Gettiamo un'occhiata al nostro Bloomberg e vediamo che alle 15:14 lo SMI è a 9810, come dire che prendendo letteralmente a testate la resistenza... che per il momento, ahinoi, resiste...
buona serata!

venerdì 22 maggio 2020

Nulla di nuovo all'orizzonte



Non vi nascondiamo che siamo nuovamente a corto di argomenti. Proviamo quindi ancora una volta a paragonare alcuni indici per trarre qualche osservazione , speriamo, intelligente.

E' abbastanza chiaro che l'America sta marciando ad una velocità di crociera che può essere giustificata unicamente con gli enormi sforzi finanziari messi tempestivamente in atto dal governo e dalla lunga mano della FED, mentre l'Europa arranca e non può che essere, purtroppo, così. Infatti se andiamo avanti di questo passo gli aiuti arriveranno a pandemia terminata  e con una buona parte del tessuto produttivo europeo condannato ad una lunga e penosa convalescenza.

Dall'altra parte dell'Atlantico, forse potrebbero, almeno per quanto riguarda i mercati finanziari, avere il problema opposto: troppe sono le aspettative per un rapido ritorno alla normalità e tutta questa euforia, soprattutto alla luce dei dati sulla disoccupazione di ieri, non sempre è totalmente giustificata.
Una correzione sarebbe salutare...



Una veloce occhiata all'indice SMI la vogliamo dare: è oramai certo che il nostro indice è in chiaro spostamento laterale. Tradotto: una noia mortale...
Siamo molto curiosi di constatare se le riapertura parziale di una parte delle attività economiche, darà nuova linfa al covid19.... speriamo di no, un secondo lockdown sarebbe difficilmente digeribile!


Un curiosità: stamani un amico ci ha inviato un simpatico messaggio che vogliamo condividere con voi... buon week end!

Trump, Putin and Xi were arguing on who’s in charge of the world?... US, Russia or China? Without any conclusion, They turned to India Prime Minister Modi and asked him who’s in charge of the world?... Modi replied 'All I know is':


1. Google CEO is an Indian
2. Microsoft CEO is an Indian
3. Citigroup CEO was an Indian
4. SoftBank Vision Fund CEO is an Indian
5. Adobe CEO is an Indian
6. NetApp CEO is an Indian
7. PepsiCo CEO was an Indian
8. Nokia CEO is an Indian
9. MasterCard CEO is an Indian
10. DBS CEO is an Indian
11. Cognizant CEO was an Indian
12. Novartis CEO is an Indian
13. Conduent CEO was an Indian
14. Diageo CEO is an Indian
15. SanDisk CEO was an Indian
16. Motorola CEO was an Indian
17. Harman CEO is an Indian
18. Micron CEO is an Indian
19. Palo Alto Networks CEO is an Indian
20. Reckitt Benckiser CEO is an Indian
21. Now IBM CEO is also of Indian origin
22. Britain’s Chancellor is an Indian
23. Britain’s Home Secretary is an Indian
23. Britain’s Finance Minister is now Indian👌🙏🔥🇮🇳
So who's running the world?...

martedì 19 maggio 2020

Vaccino?


Verrebbe voglia di dire: " siamo appesi ad un vaccino!". E' bastata la notizia che la statunitense Modena (mrna) sta avendo un certo qual successo nella sperimentazione su cavie umane, che rispondono con una produzione di anticorpi, per scatenare la fantasia degli investitori inducendoli a pigiare con una certa frequenza sul tasto buy.
In effetti non sarebbe una brutta notizia sapere che un vaccino, soprattutto se efficace, è quasi a portata di mano,  ma non dobbiamo dimenticare che nella migliore delle ipotesi, prima di essere a disposizione su larga scala,  passano trimestri se non semestri, ovverosia un lasso di tempo sufficiente per continuare a creare non pochi danni all'economia.
Ma tant'è in molti, per la paura di mancare l'appuntamento con il rialzo delle borse, hanno anticipato i tempi e si sono fiondati su tutti quei titoli che sono rimasti al palo (leggi banche, assicurazioni e molto altro...);  è quello che è successo ieri ed in parte stamani anche se nel primo pomeriggio sono  già iniziati i primi ripensamenti...

Per il momento possiamo dire con una certa sicurezza che, malgrado questi rialzi, lo spostamento della borsa, non solo svizzera, è ancora laterale. Siamo vicini alla resistenza dei 9810 punti  e vedremo nei prossimi giorni se vi sarà una rottura e soprattutto se questa si trasformerà in un segnale di acquisto. Per il momento manteniamo la calma.





Certo che se vi fosse una conferma dell'efficacia definitiva del vaccino in esame, prepariamoci ad una rimonta dell'euro contro franco o comunque ad una rimonta di tutte quelle monete che contro quella svizzera hanno perso recentemete parecchio terreno...




Ovviamente anche l'oro potrebbe perdere ridimensionarsi ma in misura minore: come avevamo detto qualche post fa, la rottura al rialzo del triangolo poteva portarlo verso quota 1800... ci stava andando ieri di gran carriera quando la notizia di Modena ne ha rallentato la salita.
Per l'oro va comunque fatto un discorso leggermente diverso da quello legato alle valute,  in quanto la sua salita è giustificata anche dai tassi di interesse limati a zero o addirittura sotto zero. L'idea poi che anche quelli americani possano andare in negativo contribuisce alla buon andamento del metallo prezioso. Dal momento che di norma non è presente nei depositi in quantità industriale, in una fase come questa, è comunque da mantenere come piccola diversificazione del rischio.

lunedì 18 maggio 2020

CTA

Questa mattina abbiamo trovato particolarmente illuminante un commento dei nostri amici del trading desk del Credito Svizzero che tentano di dare una spiegazione ai movimenti di borsa che  si generano senza seguire una logica apparente. (il contributo è tradotto sommariamente ma comprensibile)

 CTA killed the trading star
 Ricordate, quello che abbiamo scritto nelle nostre Notizie di Mercato del venerdì sui deboli movimenti intraday e che la performance è fatta con l'essere giustamente posizionati durante la notte? Beh, per coincidenza, giovedì scorso è stata un'eccezione importante a questo fenomeno. Siamo ancora sbalorditi dalla massiccia inversione di tendenza intraday che il mercato azionario statunitense ha mostrato quel giorno. Come può accadere? Perché all'improvviso tutti comprano senza che nessuna notizia significativa venga pubblicata. Ebbene, noi crediamo che in questi giorni, il maggior credito a una così significativa e improvvisa direzione intraday  appartenga al trading automatico. Queste strategie basate sul computer sono chiamate CTA, che sta per "commodity trading advisor", ma al giorno d'oggi, fanno trading in tutte le classi di attività. I CTAs sistematici effettuano operazioni basate su modelli o programmi per computer. L'input o i segnali per questi modelli potrebbero essere basati su analisi tecniche che utilizzano grafici, trend following, indicatori di momentum e stocastici. Inoltre, potrebbero essere derivati da fattori fondamentali come i dati economici come la domanda e l'offerta di energia, i dati sull'occupazione, ecc. Un vero CTA sistematico si baserà esclusivamente sui segnali di acquisto e di vendita generati dal loro modello informatico. Ogni intervento umano  viene eliminato. Dato che le emozioni umane sono suscettibili di ampie oscillazioni, il trading fuori dai modelli tiene a bada questo problema. Attualmente, vediamo che molti di questi modelli considerano anche gli spread tra due diverse sottoclassi di una classe di attività. Ad esempio, l'oro contro l'argento nelle materie prime, i titoli grezzi contro le società di investment grade nel reddito fisso o, negli equites, lo slancio contro il valore. Così, se lo spread tra le azioni momentum e l'area di valore del mercato dovesse superare un certo livello di trigger, le macchine CTA cominceranno a negoziare il contrario per riportare lo spread in linea con quello che sono programmate per essere il giusto livello. Per ovvie ragioni, questi trigger point possono essere raggiunti solo durante le ore e dato che i fondi gestiti con tali strategie stanno crescendo e crescendo, dovremo abituarci a questi movimenti improvvisi dal nulla.

domenica 17 maggio 2020

Fallimenti in arrivo?

Non bisogna possedere particolari doti da veggente per prevedere che fra non molto ci potrebbero essere parecchie aziende, anche con un certo blasone, che andranno a gambe all'aria malgrado le banche centrali occidentali siano orami diventate onnivore e si mangiano di tutto senza badare troppo alla qualità di quanto ingurgitano.
In effetti la novità di questa crisi sta proprio nel cambio di paradigma delle banche centrali, che per evitare il peggio,  hanno iniziato a comprare obbligazioni non investment grade nel tentativo di salvare società oramai decotte. Se sia giusto o sbagliato probabilmente sarà solo la storia a dircelo, ma questo stravolgimento delle regole del moderno capitalismo, è già di per sé un evento eccezionale  sul quale bisognerà avviare una seria discussione.

Nell'ultimo numero del "The Economist" abbiamo trovato un articolo che evidenzia la problematica; tradotto come al solito ve lo proponiamo. Buona lettura!

The Economist, May 16th 2020 page 49
Chapter 11's new chapter

"Avrete fallimenti aziendali su vasta scala". Così ha dichiarato James Bullard, presidente della Federal Reserve Bank of St Louis, il 12 maggio scorso. Peter Orszag, ex funzionario della Casa Bianca di Barack Obama e ora con Lazard, una banca d'investimento, ha avvertito che l'economia americana potrebbe affrontare "un rischio significativo di fallimenti a cascata". Quanto andranno male le cose per America Inc?

Il Paese ha già visto un'impennata di fallimenti aziendali tra le grandi aziende che mette il 2020 sulla buona strada per essere l'anno peggiore dal 2009, all'apice della crisi finanziaria globale. Nelle ultime settimane sono fallite aziende ben note che vanno da Neiman Marcus, una catena di department-store, e J Crew, un rivenditore di abbigliamento, a Gold's Gym, un gruppo di allenamento sfarzoso. Hertz, una gigantesca azienda di noleggio auto, e Chesapeake Energy, pioniere dell'industria americana degli scisti, sono entrambe sull'orlo del fallimento.

Mentre l'economia americana affonda ulteriormente nei prossimi mesi, molte altre aziende sono sicure di finire nei guai. Questo solleva tre questioni. Quali segnali di preallarme potrebbero rivelare l'entità dell'imminente ondata di fallimenti? Come si confronta l'incombente disastro con il dolore sopportato durante la crisi finanziaria? E ci sono alternative significative al fallimento totale?

In primo luogo, ai forieri di sventura. Una è lo sconvolgimento del mercato delle obbligazioni "speculative grade" (o spazzatura). In America, due terzi delle obbligazioni societarie non finanziarie sono classificate come spazzatura o bbb, il livello appena sopra la spazzatura. In aprile, Goldman Sachs, un'altra banca d'investimento, ha previsto che oltre 550 miliardi di dollari di obbligazioni investment-grade cadranno allo stato di junk entro ottobre (aggiungendo circa il 40% del valore attuale al mercato delle obbligazioni spazzatura).

Edward Altman della nyu Stern Business School ritiene che circa l'8% di tutte le aziende il cui debito ha un rating di grado speculativo (circa 1.900 in tutto) sarà in default nei prossimi 12 mesi. Questa cifra potrebbe raggiungere il 20% in due anni. Egli si aspetta che almeno 165 grandi aziende, quelle con più di 100 milioni di dollari di debiti, falliscano entro la fine del 2020.

Una misura nota come "distress ratio" evidenzia anche il problema. I crediti in sofferenza sono junk bond con spread di oltre dieci punti percentuali rispetto Treasury. s&p Global, un'agenzia di rating, ritiene che i crediti in sofferenza come quota del totale dei junk bond in America siano cresciuti al 30% entro il 10 aprile, rispetto al 25% del 16 marzo. Dei 32 junk-bond default mondiali in aprile, un livello che non si vedeva dai tempi della crisi finanziaria, 21 si sono verificati in America. s&p Global stima che il tasso di trailing default a 12 mesi per i junk bond in America sia salito al 3,9% in aprile, dal 3,5% di marzo. In Europa è salito al 2,7% dal 2,4% al 2,7%.

Un'ondata di default potrebbe manifestarsi con diversa gravità nei diversi settori industriali. Grazie al crollo del prezzo del petrolio e ad altri problemi nel settore dello scisto, quasi il 70% del debito di grado speculativo dell'industria petrolifera e del gas è a livelli di sofferenza. Cinque altri settori hanno rapporti del 35% o superiori: commercio al dettaglio e ristoranti, industria mineraria, trasporti, automobili e servizi pubblici.


Il risultato è che si prospetta una seconda, più grande ondata di fallimenti. Come si può paragonare ai problemi del passato? Al culmine della crisi finanziaria, il tasso di default globale per le obbligazioni spazzatura era del 10%. Moody's, un'agenzia di rating del credito, prevede che se la crisi attuale è più grave di quella finanziaria, come sembra ora probabile, il tasso di default potrebbe salire al 20,8% . L'imminente ondata di fallimenti potrebbe essere peggiore che durante la crisi finanziaria perché sarà più diffusa, secondo Debra Dandeneau, specialista in fallimenti presso lo studio legale Baker McKenzie. Ma pensa che ci vorranno alcuni mesi per arrivare: "Ora siamo nell'occhio del ciclone".

Un'altra grande differenza rispetto alla crisi finanziaria deriva dall'incertezza. La natura di questa pandemia rende impossibile sapere quando l'economia potrebbe tornare alla normalità. Come sottolinea William Derrough, specialista in ristrutturazioni di Moelis & Company, "è molto difficile valutare un'azienda che non ha un chiaro flusso di cassa e visibilità sui suoi mercati futuri". Jared Ellias dell'Università della California di Hastings sostiene che "i finanziatori non sanno se ristrutturare fuori dal tribunale, concedere la tolleranza o insistere sul fallimento del Chapter 11 quando non si ha idea di quando un'azienda farà di nuovo soldi". Preoccupato per l'imminente diluvio di casi, ha organizzato un gruppo di esperti che la settimana scorsa ha presentato una petizione al Congresso per nominare un maggior numero di giudici fallimentari e aumentare i budget per gli impiegati di legge e altro personale.

"Sarà molto difficile per i tribunali stare al passo con l'assalto", dice Judith Fitzgerald, ex giudice fallimentare ora a Tucker Arensberg, uno studio legale di Pittsburgh. Amy Quackenboss dell'American Bankruptcy Institute, un ente del settore, riferisce che i membri sono impegnati, il che si tradurrà in ulteriori archiviazioni in seguito. Larry Perkins della Sierra Constellation Partners, uno studio di ristrutturazione, pensa che un collo di bottiglia legale sia "assolutamente" possibile a meno che le aule di tribunale "non si evolvano per digerirlo". Vince Buccola della Wharton business school pensa che parte della soluzione stia nell'abbracciare più velocemente accordi fallimentari "preconfezionati" e scambi di debiti (i finanziatori che accettano di scambiare un nuovo debito meno oneroso con un vecchio debito inutilizzabile) fatti fuori dal tribunale.

Un'incombente ondata di casi di fallimento indica la terza domanda: quanto sono praticabili le alternative? Ci sono buone e cattive notizie. La crisi finanziaria ha visto una massiccia crisi di liquidità e l'implosione del settore finanziario. Ma come osserva Bruce Mendelsohn della Perella Weinberg Partners, una banca d'investimento, "questa crisi è l'opposto". I mercati dei capitali sono forti e aperti, con molte imprese in grado di accedere ai capitali del governo o dei mercati, ma... le operazioni fondamentali delle imprese sono perturbate".

C'è una ventata di attività tra gli investitori che versano denaro nei cosiddetti fondi di salvataggio. Secondo Preqin, una società di dati, i fondi a debito in sofferenza stanno cercando di raccogliere quasi 35 miliardi di dollari. General Atlantic, una società di private equity, sta raccogliendo quasi 5 miliardi di dollari per investire in imprese altrimenti sane, temporaneamente costrette a chiudere i battenti. Bill Ford, il capo di General Atlantic, pensa che al di fuori del settore del commercio al dettaglio, dove molti modelli di business si riveleranno poco redditizi, "la maggior parte delle aziende cercheranno di evitare il fallimento e cercheranno invece capitali per il salvataggio".

Tutte le società di ristrutturazione stanno assumendo, nota Michael Eisenband di fti Consulting. Egli osserva che oggi ci sono più tipi di creditori che durante la crisi finanziaria, quindi ci sono "più opportunità di immettere liquidità nelle aziende in modi diversi". Pensa che pochi vogliano forzare la liquidazione perché "se si può dare un calcio alla lattina, forse arriva un vaccino e... c'è una migliore possibilità di ottenere un recupero per i creditori". Molti hedge fund e finanziatori non tradizionali (anche se non le banche tradizionali) stanno optando per gli scambi di titoli di debito in cambio di azioni. Questo è così che "ottengono il vantaggio quando l'economia si riprende", dice Thomas Salerno di Stinson, un avvocato fallimentare.

La buona notizia, quindi, è che molte aziende compresse che guardano alla bancarotta potrebbero essere salvate attraverso la ristrutturazione. Il signor Derrough, un veterano delle crisi finanziarie, spiega che questo comporta cinque fasi: fermare l'emorragia, valutare le lesioni, eseguire l'intervento chirurgico necessario, riabilitare la vittima e restituirla alla salute. La cattiva notizia è che America Inc. è all'inizio della prima fase. Come dice lui, "La maggior parte di ciò che stiamo facendo sono trasfusioni di sangue. Non siamo nemmeno riusciti a fermare l'emorragia".


giovedì 14 maggio 2020

SMI in correzione



Due giorni fa vi avevamo segnalato che i mercati azionari potevano essere considerati "cari" e che una correzione ci poteva stare... Oggi siamo entrati nel terzo giorno di ribassi e le cose iniziano a diventare serie. Ci stiamo avvicinando pericolosamente alla linea del supporto, con volumi non trascurabili,  e le nostre antenne si stanno drizzando... I dati sulla disoccupazione USA, altri 3 mio di disoccupati, questa volta ha lasciato un segno e ha contribuito all'accentuarsi nel pomeriggio del movimento.
Particolarmente sotto pressione banche ed assicurativi con perdite vicine al 5%, mentre Novartis  e Nestle contengono le perdite attorno al 2% e Roche che sale sull'onda dei test positivi per quel che riguarda il capitolo anticorpi/covid19.
Se aggiungiamo che domani è venerdì non siamo tranquillissimi. Per coerenza, se non si sfonda il supporto attorno ai 9350 punti,  teniamo ancora le posizioni.... sotto probabilmente andremo ad alleggerire. Se ne parlerà domani o lunedì.


Nel frattempo, proprio per non farci mancare nulla, accogliamo anche i futures sui Fed fund a 12 mesi con rendimento negativo... mancavano solo loro e non è certo un buon segnale...

martedì 12 maggio 2020

SMI e P/E


Questa settimana è iniziata sulla falsariga di quella , noiosetta, appena trascors: stiamo andando a testare la resistenza a 9810 punti,  ma per il  momento non vediamo quale sia l'evento che aiuterà a superarla...  vedremo cosa succederà nei prossimi giorni.

Nel frattempo, per pura curiosità, abbiamo paragonato la performance YTD di 4 indici borsistici:


Il risultato è interessante: l'indice SMI tutto sommato non si è comportato malissimo. Lasciamo perdere il NASDAQ , che compete in una categoria tutta sua, e guardiamo piuttosto il nostro indice contro lo S&P500 e il DAX: non se la passa così male,  mentre il DAX, che dovrebbe rappresentare la più forte economia europea, non diciamo che è fermo al palo ma è sotto quello svizzero di una buona decina di punti percentuali.

Ci è venuta voglia di investire qualche euro in Germania,  ma prima di procedere una sbirciatina al rapporto prezzo/utili, tanto per vedere a che punto siamo, l'abbiamo dato  e qui siamo rimasti sorpresi; ecco i P/E:

DAX: 20.24
S&P: 20.19
SMI: 19.90
NASDAQ: 36.02

Rammentiamo che un P/E "neutrale" è per definizione quello attorno al 15/16.

Senza manco accorgercene il P/E di tutti e 4 i mercati ci suggeriscono che se un mese e mezzo fa, in piena crisi pandemica, le borse erano a buon mercato (P/E attorno al 10/12), oggi lo sono molto meno e questo ci induce ad una certa prudenza.
Lo sappiamo, rischiamo di essere ripetitivi, ma i numeri sono numeri ed il nostro compito è quello di osservarli e di rendervene conto.

sabato 9 maggio 2020

A dangerous gap

La dicotomia tra mercati finanziari ed economia reale è davanti agli occhi di tutti e bisognerebbe avere due belle fettone di salame sugli occhi per non accorgersene. Anche l'Economist di questa settimana mette in evidenza il fenomeno e come al solito abbiamo passato l'editoriale nel traduttore automatico e ve lo proponiamo tradotto non in modo impeccabile ma comprensibile.

Non vi nascondiamo che sono oramai settimane che ci stiamo arrovellando le meningi  cercando di capire da che parte propendere: da quella della ragione, che ci suggerisce di tener giù le mani dalla finanza e stare ad una finestra a guardare che succede, oppure seguire il trend, che a quanto pare ha un sacco di amici, ed evocare la benevolenza del Santo protettore dei mercati finanziari (che non esiste ma che, con una certa urgenza, sarebbe ora di farne uno...)?

Per indole saremmo tentati dal compromesso , ma sospettiamo che non funzionerebbe: in questo caso, propensione al rischio permettendo, bisogna fare una scelta netta: o dentro o fuori. Abbiamo optato per il dentro, decidendo di giocare la nostra partita alla Franco Baresi, un difensore che leggeva le trame avversarie con intelligenza, quando interveniva era sempre al momento giusto e lo faceva con decisione ma evitando assalti alla baionetta da cartellino rosso. Tradotto: seguiamolo questo trend, non perdiamolo mai di vista e se la nostra spartana analisi tecnica ci suggerisce che è ora di lasciare il campo lo faremo con decisione. Vorremo , nel limite delle nostre possibilità , evitare il cartellino rosso...

Buona lettura!

PS: con la scelta di Franco Baresi non vorremmo aver fatto saltare i nervi a qualche patito del calcio che ci sta leggendo.. non è nostra intenzione trasformane "Appunti Finanziari" in una sorta di Gazzetta dello Sport: ne basta una e per quanto ci concerne pure avanza...


A dangerous gap
The Economist May 9th 2020 page 7

La storia del mercato azionario è piena di drammi: il crollo del 1929; il lunedì nero del 1987, quando i prezzi delle azioni hanno perso il 20% in un giorno; la mania delle dotcom nel 1999. Con questi precedenti, nulla dovrebbe sorprendere, ma le ultime otto settimane sono state comunque notevoli. A una sventurata svendita di azioni ha fatto seguito un delirante rally in America. Tra il 19 febbraio e il 23 marzo l'indice s&p 500 ha perso un terzo del suo valore. Da allora, con appena una pausa, è salito alle stelle, recuperando più della metà delle perdite. Il catalizzatore è stata la notizia che la Federal Reserve avrebbe acquistato obbligazioni societarie, aiutando le grandi imprese a finanziare i loro debiti. Gli investitori sono passati dal panico all'ottimismo senza perdere un colpo.

Questa visione rosea da Wall Street dovrebbe mettervi a disagio. Contrasta con i mercati di altri paesi. Le azioni in Gran Bretagna e nell'Europa continentale, per esempio, hanno recuperato più lentamente. Ed è un mondo lontano dalla vita di Main Street. Anche se il blocco in America si allenta, il colpo ai posti di lavoro è stato selvaggio, con la disoccupazione che è passata dal 4% a circa il 16%, il tasso più alto da quando sono iniziate le statistiche nel 1948. Mentre le azioni delle grandi aziende salgono vertiginosamente e ricevono un aiuto dalla Fed, le piccole imprese stanno lottando per ottenere denaro dallo Zio Sam.

Si riaprono le ferite della crisi finanziaria del 2007-09. "Questa è la seconda volta che gli abbiamo salvato il culo", ha brontolato Joe Biden, il candidato democratico alle presidenziali, il mese scorso. La battaglia su chi paga gli oneri fiscali della pandemia è appena iniziata. Sulla traiettoria attuale, è probabile che si verifichi un contraccolpo contro le grandi imprese.

Cominciamo con gli eventi sui mercati. Gran parte del miglioramento dell'umore è dovuto alla Fed, che ha agito in modo più drammatico di altre banche centrali, acquistando attività su scala inimmaginabile. Si è impegnata ad acquistare ancora più debiti societari, comprese le obbligazioni "spazzatura" ad alto rendimento. Il mercato delle nuove emissioni di obbligazioni societarie, congelatosi a febbraio, ha riaperto in modo spettacolare. Le aziende hanno emesso 560 miliardi di dollari di obbligazioni nelle ultime sei settimane, il doppio del livello normale. Anche le compagnie di crociera sono state in grado di raccogliere liquidità, anche se ad un prezzo elevato. Una cascata di fallimenti di grandi compagnie è stata prevenuta. La banca centrale ha di fatto bloccato il flusso di cassa di America Inc. Il mercato azionario ha colto l'allusione ed è salito.

La Fed ha poca scelta: una scossa al mercato delle obbligazioni societarie aggraverebbe una profonda recessione. Gli investitori l'hanno incoraggiata accumulando azioni. Non hanno nessun altro posto dove mettere i loro soldi. I rendimenti delle obbligazioni di Stato sono appena positivi in America. Sono negativi in Giappone e in gran parte dell'Europa. È garantito che si perde denaro tenendolo fino a scadenza, e se l'inflazione aumenta le perdite sarebbero dolorose. Quindi le azioni sono interessanti. Alla fine di marzo i prezzi sono scesi abbastanza da tentare i più coraggiosi. Si sono rafforzati con l'osservazione che gran parte del valore del mercato azionario è legato ai profitti che saranno realizzati molto tempo dopo che il crollo del covid-19 avrà lasciato il posto alla ripresa.

A quanto pare, però, il recente rialzo dei prezzi delle azioni non è stato uniforme. Anche prima della pandemia il mercato era asimmetrico, e lo è diventato ancora di più. Le borse in Gran Bretagna e nell'Europa continentale, piene di industrie in difficoltà come l'industria automobilistica, bancaria e dell'energia, sono rimaste indietro, e c'è un rinnovato nervosismo per la moneta unica. In America gli investitori hanno riposto ancora più fiducia in un minuscolo gruppo di beniamini della tecnologia - Alfabet, Amazon, Apple, Facebook e Microsoft - che ora costituiscono un quinto dell'indice s&p 500. C'è poca euforia, solo una corsa disperata alle poche aziende giudicate sopravvissute a tutte le intemperie.

A un certo livello, tutto ciò ha senso. Gli asset manager devono mettere i soldi per lavorare al meglio. Ma c'è qualcosa di sbagliato nella velocità con cui i prezzi delle azioni si sono mossi e dove sono tornati. Le azioni americane sono ora più alte di quanto non fossero in agosto. Questo sembra implicare che il commercio e l'economia in generale possano tornare a fare affari come al solito. Ci sono innumerevoli minacce a tale prospettiva, ma tre spiccano.

La prima è il rischio di una scossa di assestamento. È del tutto possibile che si verifichi una seconda ondata di infezioni. E ci sono anche le conseguenze di una forte recessione da affrontare con il Pil americano, che nel secondo trimestre dovrebbe calare di circa il 10% rispetto all'anno precedente. Molti singoli boss sperano che la riduzione spietata dei costi possa aiutare a proteggere i loro margini e a pagare i debiti accumulati. Ma nel complesso questa austerità aziendale deprimerà la domanda. Il risultato probabile è un'economia al 90%, molto al di sotto dei livelli normali.

Un secondo rischio da considerare è la frode. I bracci estesi tendono a incoraggiare un comportamento mutevole, e l'espansione prima dell'incidente covid è stata la più lunga mai registrata. Anni di denaro a basso costo e di ingegneria finanziaria significano che le truffe contabili possono ora essere messe a nudo. Nelle ultime settimane ci sono già stati due scandali degni di nota in Asia, al Luckin Coffee, un aspirante cinese di Starbucks, e Hin Leong, un trader energetico di Singapore che ha nascosto perdite gigantesche. Una grossa frode o un crollo aziendale in America potrebbe scuotere la fiducia dei mercati, così come la scomparsa di Enron ha distrutto i nervi degli investitori nel 2001 e Lehman Brothers ha guidato il mercato azionario nel 2008.

Il rischio più trascurato è quello di un contraccolpo politico. Il crollo danneggerà le imprese più piccole e lascerà le imprese più grandi sopravvissute in una posizione più forte, aumentando la concentrazione di alcuni settori che era già un problema prima della pandemia. Una crisi richiede sacrifici e lascerà dietro di sé un grande disegno di legge. Il clamore per la vendetta crescerà più forte solo se le grandi imprese avranno monopolizzato più della loro quota dei sussidi offerti. È facile immaginare le tasse a cascata sulle industrie in via di salvataggio, o una brusca inversione di tendenza del costante calo del tasso d'imposta federale sulle imprese, che è sceso al 21% nel 2017 dopo le riforme fiscali del presidente Donald Trump, da una media a lungo termine di ben oltre il 30%. Alcuni Democratici vogliono limitare le fusioni e impedire alle aziende di restituire denaro ai loro proprietari.

Per ora, gli investitori azionari giudicano che la Fed abbia le spalle larghe. Ma l'umore dei mercati può cambiare improvvisamente, come è stato dimostrato da un paio di mesi straordinari. Un mercato ribassista della durata di un mese sembra appena sufficiente per assorbire tutte le possibili cattive notizie della pandemia e dell'enorme incertezza che ha creato.


venerdì 8 maggio 2020

Buon week end!


Si sta per chiudere una delle settimane più soporifere e noiose da inizio anno... Lo SMI (ma anche le altre borse non fanno difetto) si sta spostando lateralmente con una lentezza esasperante dovuta alla rotazione settoriale. E' vero che c'è stata una leggera tendenza rialzista, ma la stessa è poco convinta come testimoniato dai volumi in calo...

 Nelle ultime settimane i numeri che arrivano dall'economia reale sono stati bellamente ignorati,  ma è altrettanto vero che i numeri americani, attesi per oggi pomeriggio,  un po' di preoccupazione l'hanno generata; da qui il morigerato comportamento delle borse.

Dai parliamo due minuti di questi dati: il primo e più atteso era quello sulla disoccupazione per il mese di aprile. Si aspettavano un tasso al 16% sono "solo" al 14.7%,  quanto basta al NASDAQ e al Dow per tirar fuori lo champagne e godersi il week end con un po' di tranquillità...

Stiamo invece cercando di capire cosa sia quell'aumento del 4.7% del salario medio orario, che ad una lettura veloce,  sembrerebbe addirittura iper inflattivo (il che giustificherebbe la ritrosia di Powel nel tagliare i tassi, cosa che ha fatto solo perché il parrucchino arancione gli l'ha chiesto...) Quando avremo capito meglio ve ne renderemo conto.

Reazione dei mercati: futures USA ben intonati (+261 punti) e dollaro che rimbalza.

Concedeteci una notarella per gli amici golfisti che, in occasione della riapertura dei golf di lunedì,  hanno già  piantato le tende sul tee della uno: la prossima settimana danno acqua a catinelle...

Bene, su quest'ultima nota di iper ottimismo,  auguriamo a tutti un buon week end!



giovedì 7 maggio 2020

Disoccupazione USA e oro



C'era una certa curiosità oggi a riguardo della pubblicazione dei dati settimanali sulla disoccupazione americana che sono usciti con numeri non bellissimi (3.16 mio nuovi disoccupati attesi 3 e le richieste continue a 22,6 mio  attesi 19.8 mio) ma, come è oramai diventata una abitudine, questi numeri sono utili solo per far statistica ed in effetti influenzano pochissimo i mercati a breve, mercati che sono invece già proiettati nel secondo semestre e nei primi mesi del prossimo anno.

Infatti in molti si aspettano, in tempi ragionevolmente rapidi, un vaccino, la Cina e i paesi asiatici in generale stanno già tornando a produrre e ad esportare (la Cina ad aprile ha un surplus commerciale pari a 45.3 mia $ contro i 6.3 mia attesi!) e si fa strada l'idea che ci saranno settori vincenti dove dovremo puntare gli occhi per abbandonarne altri che non avranno un grande futuro. E' impensabile che, come per magia, tutti i settori economici usciranno da questa crisi intatti. A tal proposito stiamo quasi per finire un'analisi che condivideremo con voi la prossima settimana.

Per il momento il nostro indice SMI, senza scomporsi più di tanto, si sta spostando da qualche giorno lateralmente, a parte gli sbadigli per mancanza di movimento, diremmo che non fa danni.

Per gli amanti dell'oro segnaliamo il grafico seguente:



Appare chiaramente la figura a triangolo che nei prossimi giorni dovrebbe essere bucata: se verso il basso (non probabilissimo) potremmo vedere un movimento ribassista che si esaurirebbe attorno ai 1600 dollari per oncia; più probabile uno sfondamento del triangolo verso l'altro e con ogni probabilità dare il via ad un rialzo con obiettivo finale in prossimità dei 1800 punti. La rottura del triangolo dovrebbe avvenire attorno ai 1710/15 dollari oncia e se confermato saremo compratori.




martedì 5 maggio 2020

Corte cost. tedesca


Oggi vogliamo portare alla vostra attenzione quello che potrebbe diventare un ulteriore elemento di disturbo nel già scricchiolante e farraginoso iter della ripresa europea post covid19.

Stiamo facendo riferimento alla odierna sentenza della Corte costituzionale tedesca a riguardo del Quantitative Easing avanzato dalla BCE,  che viene bollato come anticostituzionale. Questo non impedisce, per il momento, alla Bundesbank di garantire la propria partecipazione ai piani di riacquisto,  ma è pur sempre un forte elemento d'incertezza che pesa sulla testa della banca centrale europea e che potrebbe mettere in forse il piano di aiuti da 750 mia così come è stato pensato.

Che sta succedendo? In pratica la Corte costituzionale tedesca sta dando 3 mesi di tempo alla BuBa e/o BCE per dimostrare che "non stia deviando dal principio di proporzionalità" nei suoi acquisti di titoli.

Un esempio per capirci: L'Italia ha una partecipazione del 15.6% nel capitale della BCE ma gli acquisti di obbligazioni Italiane previste dall'intervento della BCE potrebbero superare il 30% ed essere così considerato un finanziamento monetario dell'italico deficit. Inoltre, per statuto, la BCE non può detenere più del 33% del debito di ciascun governo e con l'azione prevista non è escluso che questo avvenga.

Insomma, ai tedeschi proprio non va di finanziare parte dei debiti italiani...

Poi, sempre la suddetta Corte,  rincara la dose e spara ad alzo zero contro la politica della BCE accusandola di "permettere ad aziende economicamente insostenibili"  di restare in attività riducendo i costi dei debiti grazie ad una politica monetaria super accomodante, politica che sta pure minando i risparmi dei poveri tedeschi.

Tenete bene a mente quanto qui sopra riportato e ne riparleremo quando qualcuno dovrà salvare la Deutsche Bank o la Lufthansa dal tracollo finanziario... non manca molto. Forse non hanno tutti i torti ma questo punto una buona dose di coerenza è richiesta anche ai tedeschi. Vedremo se saranno virtuosi non solo a parole ma anche nei fatti.

Comunque, come se non bastasse Trump che in un qualche modo sta cercando di rilanciare la bagare con i Cinesi, ora ci si mettono anche i Tedeschi a complicare il quadro delle manovre europee: immediata è stata la reazione sia delle borse (ripresesi nel pomeriggio per fortuna)  sia del dollaro che ne ha immediatamente approfittato per rafforzarsi persino contro chf.

Come ripetiamo da un po'.... non se ne verrà fuori tanto velocemente da questo pasticcio!

lunedì 4 maggio 2020

SMI


Giornataccia! C'era da aspettarselo ma comunque quando la vivi non è bello... Il supporto è stato sfondato e siamo rientrati per il momento nel canale trasversale dove eravamo da diverse settimane.
Vediamo se tiene i 9350 punti (linea verde inferiore)  dove troviamo il prossimo supporto.

Oggi comunque abbiamo i mercati Europei sotto un treno mentre la Svizzera tutto sommato con una correzione del 1.78% non è un tragedia e possiamo ringraziare Roche, Lonza e in misura minore Nestle e Novartis. Ci preoccupiamo, come detto, solo se andiamo sotto i 9350 punti dove probabilmente saremo venditori almeno di un terzo e oltre delle posizioni. Vedremo...

Nel frattempo anche negli USA l'aria è pesante. Che dire: con Trump, che non perde occasione per bacchettare sulle dita i Cinesi, non crediamo che il clima si rassereni molto presto e se aggiungiamo le minacce di ricorrere ai dazi quale forma di parziale risarcimento danni, ecco giustificato il nervosismo delle  ultime due sedute di borsa.








venerdì 1 maggio 2020

Tempi lunghi

Ammettiamo che rischiamo di essere ripetitivi in quanto da parecchi giorni sembra non accadere nulla di particolarmente importante e quindi rischiamo di diventare noiosi, in primis a noi stessi. Sorry!

Forse qualche cosa di particolare oggi l'abbiamo potuto osservare e non sappiamo ancora come interpretarlo: dollaro e oro stanno entrambi perdendo terreno (in modo particolare contro chf, giù di 200 bps in 2.5  giorni...) e questo non ci pare di buon auspicio... di norma i due sono indirettamente correlati, giù uno sù l'altro, ma da due giorni non è così, con una accelerazione subita ieri dopo i dati USA ed una più che mai soporifera Lagarde che, in quanto a verve, fa sembrare il buon Draghi un tipo spumeggiante...

Torniamo seri: oramai negli USA i disoccupati si avvicinano ai 30 milioni, una decina in più delle peggiori previsioni fatte qualche settimana fa, il PIL cala copiosamente a -4.8% e anche altri dati macro non sono esaltanti... forse qualcuno inizia a sospettare che, ebbene si, "Houston we have a problem!"

Anche l'Economist, che abbiamo tra le mani, sta mettendo tutti sull'attenti e punta il dito su quello che succede in Cina che notoriamente, nel ciclo post-covid19, è in vantaggio di qualche settimana.

Ci permettiamo, in barba al copyright,  di proporvene due stralci sommariamente tradotti, tanto per capire di cosa stiamo parlando:

" In molte cose il 90% va bene, ma in un'economia è miserabile e la Cina ci dimostra il motivo. Il paese ha iniziato a terminare il suo blocco a febbraio. Le fabbriche sono di nuovo attive e le strade non sono più vuote. Il risultato è un'economia al 90%. È meglio di un grave blocco, ma è tutt'altro che normale. Tra i pezzi mancanti ci sono grandi pezzi di vita quotidiana. I viaggi in metropolitana e sui voli nazionali sono diminuiti di un terzo. La spesa discrezionale dei consumatori, ad esempio per i ristoranti, è diminuita del 40% e i soggiorni in hotel sono un terzo del normale. Le persone sono appesantite dalle difficoltà finanziarie e dalla paura di una seconda ondata di covid-19. I fallimenti sono in aumento e la disoccupazione, ha detto un broker, è tre volte il livello ufficiale, intorno al 20%."

E qualche riga più sotto aggiunge:

" Senza un vaccino aumentano le probabilità di un secondo picco e questo inibisce il comportamente di coloro che temono la malattia (...) Molte imprese usciranno dall'isolamento a corto di denaro, con bilanci malandati e una domanda  per i loro servizi debole. In un sondaggio condotto per Goldman Sachs, quasi due terzi dei proprietari di piccole imprese americane hanno dichiarato che il loro denaro si esaurirà in meno di tre mesi. In Gran Bretagna la quota di affittuari commerciali che sono rimasti indietro con l'affitto è aumentata di 30 punti percentuali. Questa settimana il capo della Boeing ha avvertito che i viaggi aerei non raggiungeranno il livello del 2019 per due o tre anni. Gli investimenti, che rappresentano circa un quarto del PIL, diminuiranno, non solo per risparmiare denaro, ma anche perché il rischio non può essere valutato (una ragione per pensare che un recente rally borsistico abbia fondamenta deboli)."

Insomma non sappiamo se l'Economist pecchi di pessimismo,  ma quello che sta sottolineando ha una certa logica che si potrebbe anche sottoscrivere ed evoca scenari da tempi lunghi e non certo da "correzione a V (strettissima) " così come anticipato dalle borse di mezzo mondo.

Passeremo il week end a leggere e se qualche cosa di interessante passerà sotto i nostri occhi non mancheremo di condividerlo con voi.

Buon week end (ancora in casa accidenti!)