Ammettiamo che rischiamo di essere ripetitivi in quanto da parecchi giorni sembra non accadere nulla di particolarmente importante e quindi rischiamo di diventare noiosi, in primis a noi stessi. Sorry!
Forse qualche cosa di particolare oggi l'abbiamo potuto osservare e non sappiamo ancora come interpretarlo: dollaro e oro stanno entrambi perdendo terreno (in modo particolare contro chf, giù di 200 bps in 2.5 giorni...) e questo non ci pare di buon auspicio... di norma i due sono indirettamente correlati, giù uno sù l'altro, ma da due giorni non è così, con una accelerazione subita ieri dopo i dati USA ed una più che mai soporifera Lagarde che, in quanto a verve, fa sembrare il buon Draghi un tipo spumeggiante...
Torniamo seri: oramai negli USA i disoccupati si avvicinano ai 30 milioni, una decina in più delle peggiori previsioni fatte qualche settimana fa, il PIL cala copiosamente a -4.8% e anche altri dati macro non sono esaltanti... forse qualcuno inizia a sospettare che, ebbene si, "Houston we have a problem!"
Anche l'Economist, che abbiamo tra le mani, sta mettendo tutti sull'attenti e punta il dito su quello che succede in Cina che notoriamente, nel ciclo post-covid19, è in vantaggio di qualche settimana.
Ci permettiamo, in barba al copyright, di proporvene due stralci sommariamente tradotti, tanto per capire di cosa stiamo parlando:
" In molte cose il 90% va bene, ma in un'economia è miserabile e la Cina ci dimostra il motivo. Il paese ha iniziato a terminare il suo blocco a febbraio. Le fabbriche sono di nuovo attive e le strade non sono più vuote. Il risultato è un'economia al 90%. È meglio di un grave blocco, ma è tutt'altro che normale. Tra i pezzi mancanti ci sono grandi pezzi di vita quotidiana. I viaggi in metropolitana e sui voli nazionali sono diminuiti di un terzo. La spesa discrezionale dei consumatori, ad esempio per i ristoranti, è diminuita del 40% e i soggiorni in hotel sono un terzo del normale. Le persone sono appesantite dalle difficoltà finanziarie e dalla paura di una seconda ondata di covid-19. I fallimenti sono in aumento e la disoccupazione, ha detto un broker, è tre volte il livello ufficiale, intorno al 20%."
E qualche riga più sotto aggiunge:
" Senza un vaccino aumentano le probabilità di un secondo picco e questo inibisce il comportamente di coloro che temono la malattia (...) Molte imprese usciranno dall'isolamento a corto di denaro, con bilanci malandati e una domanda per i loro servizi debole. In un sondaggio condotto per Goldman Sachs, quasi due terzi dei proprietari di piccole imprese americane hanno dichiarato che il loro denaro si esaurirà in meno di tre mesi. In Gran Bretagna la quota di affittuari commerciali che sono rimasti indietro con l'affitto è aumentata di 30 punti percentuali. Questa settimana il capo della Boeing ha avvertito che i viaggi aerei non raggiungeranno il livello del 2019 per due o tre anni. Gli investimenti, che rappresentano circa un quarto del PIL, diminuiranno, non solo per risparmiare denaro, ma anche perché il rischio non può essere valutato (una ragione per pensare che un recente rally borsistico abbia fondamenta deboli)."
Insomma non sappiamo se l'Economist pecchi di pessimismo, ma quello che sta sottolineando ha una certa logica che si potrebbe anche sottoscrivere ed evoca scenari da tempi lunghi e non certo da "correzione a V (strettissima) " così come anticipato dalle borse di mezzo mondo.
Passeremo il week end a leggere e se qualche cosa di interessante passerà sotto i nostri occhi non mancheremo di condividerlo con voi.
Buon week end (ancora in casa accidenti!)
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