mercoledì 28 ottobre 2020

Stocks selloff


 Se ieri parlavamo della presenza di un po' di agitazione sui mercati finanziari, oggi possiamo apertamente dire, senza tema di smentita, che l'agitazione si è trasformata in una sorta di panico generalizzato che sta dando decisamente fastidio e  ci sta ributtando le performances indietro di 6 mesi. Non bellissimo.

Ad indurre gli investitori a battere in ritirata è evidentemente l'accelerazione della diffusione del Covid19 che sta colpendo duramente diversi paesi Europei: la Francia sta pensando ad un lockdown della durata di un mese (lo sapremo questa sera) mentre la Germania sta pianificando un mini lockdown che potrebbe entrare in vigore il primo di novembre. Insomma pare che non ci siano alternative e sotto sotto  il mercato ne è consapevole... sta solo reagendo di conseguenza.

Stamani gli amici del trading desk del CS hanno portato alla nostra attenzione cosa potrebbe succedere il 3 di novembre. Come detto più volte noi saremo davanti a Bloomberg per tutta la notte ma, potrebbe essere piuttosto probabile (quasi certo...) che mercoledì mattina non saremo sicuri di chi sarà il prossimo presidente degli USA. 

Infatti quasi 65 milioni di americani si sono già espressi per corrispondenza per quanto riguarda la scelta del nuovo presidente: se fossimo nel 2016 corrisponderebbe al 47% di chi allora ha votato. Se ne deduce che da oggi al 3 di novembre più del 50% avrà già votato: mai successa una cosa simile. 

Si sarebbe portati a pensare che un numero considerevole di Democratici sia propenso ad utilizzare il voto per corrispondenza,  mentre i Repubblicani sarebbero più proni a recarsi ai seggi in prima persona. Se così fosse, potrebbe essere il caso che mercoledì mattina Trump potrebbe momentaneamente trovarsi in una posizione di vantaggio, pronto a celebrare una "vittoria", dimenticando che ci sono milioni di voti espressi per corrispondenza che devono essere contati. La conta dei voti per corrispondenza potrebbe durare, non stiamo scherzando, anche un mese... Lasciamo a voi immaginare quali  le possibili conseguenze di un evento simile! Basta ricordare alcune parole espresse dall'attuale Presidente ad inizio ottobre: "Stand back, stand by"...



In attesa di vedere come andrà a finire il 3 di novembre, prendiamo nota che la volatilità sta ritornando con una certa prepotenza: non è un male assoluto, dà la possibilità a coloro che amano vendere volatilità di realizzare qualche buon affare, ma francamente ne avremmo anche fatto a meno.


Qualche margin call è scattato e, come capita in questi casi, si corre a vendere i gioielli di famiglia: in questo caso  parliamo di once d'oro che stanno tornando sotto i 1900 dollari/oncia.


Anche il franco svizzero, dopo settimane di uno pseudo letargo, è tornato a rafforzarsi... non sarà contenta la nostra Banca Nazionale.

Che fare? Per il momento non è facile prendere una posizione. Avere della liquidità a disposizione sicuramente aiuta: in questi ultimi mesi è stato sicuramente fastidioso sapere di aver una abbondante liquidità sui conti apparentemente improduttiva. Tutti quei denari sul conto corrente alle banche costano (e allora ti vogliono convincere ad investire magari controvoglia) ma noi oggi siamo piuttosto contenti di essere liquidi: si stanno materializzando le condizioni per un rientro. Dobbiamo solo pazientare ancora  un po', chiarire chi sarà il nuovo presidente USA e decidere in quale direzione dovremo dirigere gli investimenti. Se sarà Biden prepariamoci ad una bella sterzata a favore degli ESG (Environmental, Social and Governance).

martedì 27 ottobre 2020

Un po' di agitazione...


 

Come avevamo anticipato, l'avvicinarsi dell'elezione del Presidente USA ha generato un aumento della volatilità che tra ieri ed oggi è stata alimentata dal profit warning di SAP (che ha perso un quinto del suo valore... reazione esagerata), dal mancato accordo sugli stimoli all'economia USA,  dalla dichiarazione dell'amministrazione americana che candidamente ha ammesso che probabilmente la pandemia è ingestibile e dall'ultimo "regalo" che Trump ha fatto agli Americani con l'elezione dell'ultraconservatrice Barrett alla Corte Suprema. Cosa aggiungere d'altro? Difficile da immaginare, ma dobbiamo comunque prestare attenzione giovedì ai risultati trimestrali di Apple, Amazon e Alphabet.. poi con la testa saremo proiettati  a martedì prossimo!

Per il momento la correzione è ancora contenuta e se rimane a questi livelli potrebbe essere letta con una certa benevolenza: infatti ci siamo staccati dai massimi del mese di agosto/settembre ma non abbiamo ancora visto un vero e proprio cambiamento di trend lasciandoci per il momento piuttosto tranquilli; consideriamo le ultime settimane come un periodo di consolidamento. Noi comunque qualche presa di profitto l'abbiamo fatta...  ;-)



Questa mattina abbiamo dato un'occhiata anche all'andamento dei tassi americani (sopra: Treasury a 10 anni) che stanno probabilmente già in parte scontando una vittoria di Biden e di conseguenza abbiamo notato un ritorno dei rendimenti attorno allo 0.80%.


Se le rese americane stanno leggermente salendo, quelle europee non accennano (e così non può che essere) a nessun aumento: infatti lo spread tra Treasury e Bund tedesco sta ricominciando ad allargarsi e questo potrebbe anche suggerire che il dollaro americano potrebbe approfittarne  a scapito della valuta europea.


Anche usd/chf potrebbe aver trovato il fondo a questi livelli è abbastanza probabile che sotto 0.90 non sarà facile vederlo.

Questa sera spetta a Microsoft pubblicare i dati: dita incrociate!


   

domenica 25 ottobre 2020

Elezioni USA


 


Quasi ci siamo!

In vista dell'appuntamento elettorale americano del 3 di novembre, ci sembra utile dare una rispolverata alle regole di un sistema elettivo indiretto che, se non ben conosciuto, richiede  qualche spiegazione per essere correttamente interpretato. 

In effetti non ha subito molti cambiamenti da quando nel 1788 è stato costituito e da più parti negli Stati Uniti ci si chiede se non debba essere profondamente rivisto: era nato con l'intento di trovare il modo di ridurre l'eccesiva influenza degli Stati maggiormente popolati a discapito di quelli scarsamente abitati; oggi un tale sistema non ha più ragione d'esistere ed un sistema ad elezione diretta sarebbe sicuramente più rappresentativo. 

Ma vediamo come funziona l'attuale sistema.

Ad ognuno dei 50 Stati viene attribuito un numero di Grandi Elettori (GE) equivalente al numero di deputati e senatori con il quale lo Stato è rappresentato a Washington: il numero di GE per ogni Stato è riportato nel grafico qui sopra. La somma di tutti i GE è 538. 

Ogni canditato alle elezioni presidenziali è legato ad una lista di GE: solitamente sono funzionari del partito o comunque persone molto vicine ad esso. Il 3 di novembre gli elettori di ogni Stato non sceglieranno direttamente il Presidente ma, votando per l'uno o l'altro,  sanciranno che si aggiudicherà i GE di uno stato piutto che dell'altro:  il candidato che riesce a far suo almeno 270 GE,  sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti. 

A complicare un pochino questo meccanismo di selezione è il principio del "The winner takes all" (il vincitore piglia tutto): in sostanza chi vince in uno Stato, anche per un solo voto in più, si aggiudica tutti i grandi elettori di quello Stato. 

 Facciamo un esempio didattico ipotizzando che gli USA siano composti solo da 3 Stati: California, Texas e Florida. Guardiamo ora la tabella:


Appare evidente qual'è la distorsione che questo sistema può provocare: non necessariamente chi prende più voti diretti diventerà il presidente degli USA: infatti il candidato B ha vinto in California ma ha perso negli altri due stati e pur avendo ottenuto un numero di preferenze personali più elevato (42 mio) si è aggiudicato solo 55 GE,  mentre il Candidato A ha vinto negli altri due Stati e si è portato a casa 67 (38+29) GE e malgrado il numero di voti personali inferiore (37 mio) al Candidato B è diventato così il nuovo Presidente.

E' fondamentalmente quello che è successo alla Clinton nel 2016: è stata la più votata con 3 mio di preferenze personali in più rispetto a  Trump, ma quest'ultimo si era aggiudicato 306 GE diventando di fatto il Presidente degli USA.

Allo stato attuale, se gettiamo uno sguardo al grafico iniziale, sembrerebbe che Biden sia piuttosto ben messo,  con una stima di 290 GE a suo favore contro i 163 di Trump. E' abbastanza probabile che questa stima verrà notevolmente rivoluzionata durante le votazioni e quello che cerchermo di tenere d'occhio sono soprattuto gli stati indecisi (quelli che non sanno ancora bene da che parte stare) e che possono costituire una vera sorpresa: è vero che allo stato attuale la somma dei loro GE arriva ad 85 e non sarebbero sufficienti a Trump per ribaltare la situazione ma, come detto, diffidiamo dei sondaggi o per lo meno non li consideriamo oro colato. Vedremo!

Il processo elettorale non si cocluderà il 3 di novembre ma l'iter è ancora lungo: il 14 dicembre ci sarà il voto dei Grandi Elettori (a quanto pare, pur potendo capitare, un GE vota sempre per il candidato che rappresenta, quindi la votazione è una pura formalità) , il 6 di gennaio 2021 la conta del voto in Parlamento ed il 20 gennaio 2021 il nuovo presidente entrerà ufficialmente in carica.

Per chi vuole nei prossimi giorni dare un'occhiata all'evoluzione dei sondaggi segnaliamo due siti:

270towin

Mentre chi è interessato ad andare un po' di più nei dettagli e vedere anche le stime per Senato e Camera   (importanti per capire se il nuovo presidente avrà pieni poteri avendo i due rami del parlamento dalla sua oppure se sarà un'anatra zoppa... e allora le cose si complicheranno) può accedere a:

RealClear Politics

Come detto la notte delle elezioni la passeremo davanti a Bloomberg dove, se lo vorrete, vi daremo attraverso Appunti Finanziari degli aggiornamenti puntuali.










venerdì 23 ottobre 2020

La paura fa 90



 Ieri è stato il giorno dei dati sulla disoccupazione americana: non male ma non benisssimo; soprattutto la curva degli Initial Jobless Claims sta iniziando ad appiattirsi e siamo ancora lontani dai livelli pre-covid. Probabilmente senza aiuti statali la situazione difficilmente migliorerà. La Pelosi ha ancora una settimana di tempo per far quadrare i conti altrimenti il tutto sarà rinviato a dopo le elezioni.



Stamani invece è stato il turno dei PMI europei e quello composito è uscito leggermente meglio delle aspettative ma pur sempre, anche se di un niente, sotto il 50 e con una poco simpatica tendenza al ribasso. Ricordiamo che si inizia a parlare di espansione economica quando questo indice evolve con una certa decisione sopra il 50. Attorno al 50 significa che non sei ne carne ne pesce...



Le borse questa mattina son partite in sordina e solo grazie ai PMI hanno iniziato a migliorare. Certo è che lo SMI è sceso durante questa settimana di un gradino, ed ora è probabile che evolverà lateralmente almeno fino alle elezioni americane... Certo che ce ne vuole di pazienza!







Dollaro (contro chf ed euro) ed Oro non hanno ancora capito bene che direzione vogliono prendere: diciamo che per il momento ci sta bene se restano dove sono, almeno non fanno danni.


Vorremmo concludere queste brevi riflessioni con una nota di colore, tanto per sdrammatizzare un po' le notizie che ci arrivano dal fronte Covid19:


A volte più che sofisticate elaborazioni statistiche, per leggere la realtà è sufficiente osservare con un minimo di attenzione il comportamento di noi comuni mortali: se prendiamo il caso tedesco, il grado di strizza provocato dalla pandemia è misurabile in rotoli di carta igienica che sono dati in forte rialzo! :-)

mercoledì 21 ottobre 2020

Non una bella giornata...


 Non è una bella giornata per le borse europee e l'aria che si respira sta diventando giorno dopo giorno sempre più instabile. Nulla di sorprendente, sia chiaro; con le elezioni americane che si stanno avvicinando a passo sostenuto e sopratutto con un'accelerazione del Covid19 a livelli forse non attesi,  non potevamo attenderci che questo genere di reazione. 

Sono soprattutto i mini lock-down che stanno preoccupando in quanto, se la situazione ci sfugge di mano, potrebbero essere forieri di chiusure più severe con tutto quel che ne consegue a livello economico... per non parlare poi degli effetti sull'umore della popolazione!


A dire il vero è già da qualche settimana che la crescita economica sta mostrando segni di debolezza... Negli USA per il momento tali aiuti sono in stallo al Congresso (la Pelosi nicchia...) e per quelli europei... campa cavallo... Senza aiuti non vediamo come sia possibile raddrizzare in tempi brevi la situazione.



In attesa degli aiuti, gli indici si muovono, ma purtroppo non nella direzione da noi auspicata: lo SMI proprio ieri ha sfondato il supporto dei 10215 punti ed oggi si trova pericolosamente a ridosso dei 10'000... inoltre a dar significanza al movimento abbiamo annotato un aumento dei volumi ben sopra la media: non un bellissimo segnale.

Il VIX, il famoso indice della paura, non è ancora esploso ma sembra pronto a farlo... in queste circostanze restiamo prudenti, pronti eventualmente a sfruttare l'aumento della volatilità vendendo qualche put options così come abbiamo fatto durante i mesi di marzo e aprile. In ogni caso in prossimità delle elezioni la volatilità salirà ulteriormente...



Chi sta soffrendo in modo particolare in questi giorni è il dollaro: contro chf sta andando, un po' come segnalatoci dall'analisi tecnica (vedi seconda freccia rossa), alla ricerca del suo supporto leggermente sopra i 0.90 cts. Fino a quel livello siamo sereni (si far per dire...), sotto un po' meno e dovremo probabilmente coprire le posizioni.


Mentre eur/usd sembra aver avuto la forza di superare la resistenza e sta entrando in una dinamica che potrebbe vederlo arrivare attorno all'1.20... per chi deve acquistare qualche tranche di dollari potrebbe essere fra un po' il momento giusto...



Oro e argento stanno approfittando dell'incertezza per guadagnare un po' di spazio ed è giusto che sia così. Non siamo compratori ma quel che abbiamo ce lo teniamo.




domenica 18 ottobre 2020

Aspettando il 3 novembre...


 Come avevamo annunciato ad inizio settimana, quella appena trascorsa poteva essere un pochettino meno movimentata e non ci saremmo lamentati più di tanto. Ammettiamo che non siamo sempre coerenti con quanto affermiamo e lo testimonia il fatto che dopo tanto lagnarsi per il piattume che contraddistingono le borse (soprattutto europee) basta una settimana un pochino più volatile per farci storcere il naso. 

La fase due della pandemia di covid19, per quanto francamente attesa (lo si sapeva che con i primi freddi sarebbe ripartita), sta creando qualche giustificata inquietudine che si riflette anche sulle quotazioni della borsa. Se ci aggiungiamo qualche dato societario non brillantissimo, una virata sostanziosa verso il basso (-1.7%) dell'inflazione cinese (l'unico paese che cresce) e la prospettiva di una rediviva ipotesi di hard brexit (che francamente ha rotto le scatole...) ecco giustificata una rottura in gap del supporto,  gap che è poi stato quasi ricoperto integralmente il giorno dopo (cerchio verde), meglio così, ma è comunque un segnale chiaro di un mercato che sta diventando sempre più fragile e man mano che ci avviciniamo al 3 di novembre lo sarà sempre di più.   




Anche il Nasdaq si sta mettendo sulla difensiva e il doppio massimo che ha fatto tra l'inizio di settembre e la metà di ottobre consiglia prudenza. Lo sappiamo, sono settimane che siamo prudenti, ma lo siamo in quanto  consapevoli che se il mercato decide di cambiar direzione, lo farà in modo piuttosto violento e repentino: considerato che le performances che abbiamo da inizio anno non sono proprio da buttare sarebbe da irresponsabili non muoversi con una certa circospezione...



Il dollaro non ha ancora deciso cosa vuol far da grande: si sposta in modo piuttosto erratico con uno spostamento che sembra piuttosto laterale ma sta covando qualche cosa... lo vedremo dopo le elezioni a dipendenza di chi sarà l'inquilino alla Casa Bianca.



Enche euro/ dollaro sembra non essere bene in chiaro sulla sua direzione: per il momento resisteza a 1.18 confermata...



L'oro per il momento ci pare un po' pigro e svogliato: di motivi per essere un po' più frizzante non gli mancherebbero ma per il momento sta consolidando e digerendo il movimento fatto da inizio anno. Ci sembra giusto e persino salutare. Per il momento siamo solo osservatori e non compriamo/vendiamo nulla.


Con il passare dei giorni ci stiamo avvicinando di gran carriera al 3 di novembre e a tal proposito saremo più attivi nel pubblicare i nostri post. Vi preavvisiamo che la notte delle elezioni saremo svegli fino al mattino successivo e aggiorneremo in tempo reale Appunti Finanziari per tutti coloro che avranno voglia di seguirci... e se di voglia ce ne sarà poca, resterà comunque una traccia di quanto accaduto durante la notte che si potrà leggere con calma.



martedì 13 ottobre 2020

Il ritorno della speculazione


 

Ci risiamo, gli speculatori sono di nuovo entrati in forze nel mercato azionario americano attraverso un massiccio uso di opzioni (sopratutto nel settore tecnologico) che sappiamo possono avere un effetto distorsivo sulle quotazioni. Le nostre antenne sono molto ben sincronizzate su questo mercato in quanto siamo coscienti di cosa potrebbe succedere quando tutti vogliono portare a casa gli utili;  fenomeno  che di norma avviene con un sincronismo strabiliante...



Non a caso il Nasdaq ha quasi raggiunto i massimi storici e se questa sera Apple non delude durante la presentazione della dodicesima versione del melafonino, si potrebbe anche assistere ad un nuovo massimo storico. Non siamo ancora in ipercomprato ma non ne siamo neppure troppo lontani. 

Altro fattore da tenere in debita considerazione:  oggi iniziano la pubblicazione di alcuni dati trimestrali. Ad aprire le danze ci pensa  JP Morgan che ha già annunciato un risultato miglior delle aspettative grazie all'investment banking e a minori costi di finanziamento: nel pre-market sale dell'1.6% e di sicuro darà una boccata di ossigeno anche all'asfittico settore bancario europeo.

Attendiamo con interesse i risultati di tutte le altre società pronti a farci sorprendere... oppure no, ed in questo caso non esiteremo ad alleggerire-



Se il Nasdaq se la ride, non possiamo dire altrettanto per la Svizzera e di rimando per il resto dell'Europa che, in mancanza di stimoli adeguati,  continuano a spostarsi lateralmente. Bisogna ammettere che con l'aumento dei contagi da Covid19 in costante crescita da una decina di giorni a questa parte, non è certo facile convincere gli investitori ad essere un pochino più positivi ed anche noi non abbiamo voglia di essere aggressivi più di tanto... Siamo tutti in attesa del vaccino e nel frattempo incrociamo le dita e facciamo gli scongiuri del caso. Un secondo lockdown non lo vogliamo vedere,  ma se la situazione precipita non ci saranno molte altre alternative se non quella di veder di nuovo gli ospedali presi d'assalto.

Purtroppo Johnson & Johnson ha annunciato la sospensione della sperimentazione del vaccino contro il Covid19 a causa dell'insorgere di una malattia inspiegabile che ha colpito un volontario. E' già successo con AstraZeneca e questo ci deve aiutare a comprendere quanto sia complesso lo sviluppo di un vaccino, facciamocene una ragione. 

Non vi nascondiamo che ci aspettiamo ancora l'annuncio eclatante di un vaccino da parte di Trump,  magari la prossima settimana o a ridosso dell'elezione,  ma oramai inizia ad essere chiaro a molti che ci vorrà del tempo: quanto? quel tanto che basta per non fare un autogol se un giorno vorremmo farci vaccinare.

(fra parentesi oggi J&J ha pure pubblicato i numeri del trimestre, decisamente molto interessanti,  ma questa notizia non può e non deve avere la priorità sullo stato di avanzamento nella creazione del vaccino... ci sono troppe vite in gioco).





giovedì 8 ottobre 2020

He is back...


 Questa mattina abbiamo gettato un'occhiata all'indice della paura (VIX) tanto per vedere se anche lui si è buscato una bella influenza al pari di Trump, ma per il momento ci pare tutto tranquillo, forse anche troppo,  se pensiamo che siamo a tre settimane da un evento che potenzialmente può scompaginare le carte degli assetti economici e finanziari di mezzo mondo.

Ci eravamo lasciati lo scorso venerdi con la coppia presidenziale aggredita dal Covid19 e stiamo per finire la settimana con un Super-Trump di ritorno, a dire il vero un po' claudicante, alla casa bianca ed in grado di sparare 50 tweets in un'ora e 20 minuti, attaccando un po' tutti ma soprattutto la FDA rea di rallentare la messa sul mercato di un vaccino come se,  a morir di covid o di un'altra malattia indotta da un farmaco non adeguatamente testato,  non fosse la stessa cosa.

E' comunque apparso non completamente ristabilito e ieri si è addirittura spinto a dire che "ulteriori stimoli all'economia (decisamente attesi da molti , diciamo noi) possono aspettare il dopo elezioni...":  non proprio quello che i mercati azionari volevano sentirsi dire! Evidentemente siamo in presenza di un cambio di strategia ma non abbiamo capito la ratio di quella nuova.



Nel frattempo le borse (tutte...) stanno continuando ad evolversi lateralmente, con volumi leggermente sotto la media degli ultimi 15 giorni, in evidente attesa dell'Evento di inizio novembre. Dobbiamo portar pazienza.



Pure dollaro / franco non sta facendo un granché e si muove in uno spazio piuttosto ristretto... Siamo piuttosto sorpresi dal fatto che la Banca Nazionale Svizzera in queste ultime settimane è stata estremamente attiva nell'acquisto di valuta estera, portando le riserve a livelli mai visti... non un bel segnale!


Dicasi la stessa cosa per euro/dollaro, dove effettivamente da giorni l'euro sembra voler tentare di superare la resistenza ( linea verde) ma senza riuscirci.



Per terminare, anche l'oro ci sembra aver perso un pochino il suo slancio rialzista e nicchia da tutta la settimana attorno ai 1900 dollari per oncia. 




Qualche minuto fa sono usciti i dati sulla disoccupazione USA. Che dire: continua a migliorare la statistica di coloro che sono da tempo in disoccupazione (10.9 mio) mentre le richieste di disoccupazione iniziali sono leggermente peggiorate (840k). Difficile dire qualche cosa di definitivo ma quel che sembra certo è che,  senza ulteriori aiuti da parte dello Stato o della FED,  c'è il grosso rischio che le riduzioni di posti di lavoro temporanei possano trasformarsi in licenziamenti definitivi... ed in questo malaugurato caso,  le statistiche settimanali dovrebbero iniziare ad essere lette sotto tutt'altra luce con grossi guai in vista per tutti.

venerdì 2 ottobre 2020

Trump e il covid19

 Ci siamo svegliati stamani con la notizia che Donald e Melania si son buscati il covid19... Reazioni di panico sui mercati asiatici e sussulto di dollaro (in giù) ed oro (in sù)... insomma, come ha ben evidenziato un amico del trading desk del CS: Today’s shocker is definitely the news of Trump testing positive for the “China-virus” and as expected, the market is reacting as if Trump has a 99% chance of dying instead of a 99% chance of surviving".

 I grafici che seguiranno lo confermano, ma tranquillizziamo subito i nostri lettori, la reazione è durata lo spazio di una ventina di minuti poi si è tornati ad usare la testa. Va comunque sottolineato che l'evento va sorvegliato attentamente in quanto il ragazzo, per stile di vita ed anagrafe, ci risulta essere "soggetto a rischio elevato" e quindi va monitorato attentamente. Di certo si dovrà riscrivere il programma della campagna elettorale per le prossime 2,  forse 3,  settimane  e a ridosso delle elezioni  questo potrebbe avere una certa influenza.  

Certo che Trump questa settimana non ci ha proprio fatto mancare nulla e la sua performance durante lo scontro con Biden di martedi scorso,  resterà negli annali della televisione americana come uno dei peggiori dibattiti televisivi mai visti. In effetti capirci qualche cosa non è stato facile e francamente ci stiamo chiedendo se tutto lo show fosse stato concepito proprio per confondere ulteriormente la già parecchio intricata trama delle imminenti elezioni. 

Una cosa sembra comunque abbastanza palese: se non vince Trump,  il ragazzo si porta via la palla e si va tutti a casa... purtroppo se si stesse parlando di una banale partitella di calcio nel cortile di casa ci sarebbe da ridere, ma qui stiamo parlando dell'elezione dell'uomo più potente del pianeta e quindi quel   "stand back, stand by" rivolto ai Proud Boys suona piuttosto inquietante. 


Ma vediamo la reazione dei mercati:


Considerata la notizia di un certo spessore, poteva andare peggio: la Svizzera perde mezzo punto percentuale ed il resto dell'Europa qualcosina in più,  tra lo 0.5 e l'1%, ma nulla di drammatico per essere oltretutto un venerdi... Come detto,   non vogliamo  sminuire le conseguenze future della quarantena di Trump e quindi si vigila attentamente.

Per il momento lo scorrimento laterale della borse continua, continua e continua...



L'oro ovviamente ha reagito come ci si attende reagisca l'oro in tempi di incertezza: in deciso rialzo sulla notizia per poi ritracciare una mezz'oretta dopo... a 1910 c'era già arrivato ieri in serata e si è quindi riportato a quei livelli.



Dollaro franco si è sulle prime indebolito,  per poi riportarsi sul trend rialzista avviatosi nel pomeriggio di ieri...






...euro dollaro è andato a fare una rapida visita alla resistenza posta quasi a 1.18 per riprendere il trend che potrebbe riportare il dollaro a 1,16 per poi attaccare 1.14.
 (Da un punto di vista prettamente didattico questo è un bellissimo esempio di come un supporto  (linea rossa) una volta sfondato (a 1.18 circa) diventa una resistenza (linea verde)).


Un'occhiata anche ad euro/chf che è un po' che non lo commentiamo: come diciamo noi nel Canton Ticino...."non ha fatto una piega" e continua  a spostarsi tra 1.0750 e1.0850... non c'è Trump che tiene!


Due parole sui dati della disoccupazione americana pubblicati ieri:



A prima vista bene ma non benissimo... forse l'osservazione migliore l'ha fatta un collega del CS che scrive: "Even though moratorium on job cuts have only ended yesterday, economists are just forecasting an average gain of 872k jobs, which would point to a significant deceleration in job creation when compared to prior months. However, we should be able to get a better picture of the dynamic from the new wave of layoffs with next week’s initial jobless claims, as yesterday’s initials did not either reflect the impact. As a reminder, in the US there are still more than 26.5m persons claiming unemployment insurance, which compares to just slightly more than 2m Americans claiming unemployment insurance at the start of the year. And the recent job cut announcements are moving up the ladder quickly. We are seeing layoffs at blue-chip companies like Goldman, Allstate, or Halliburton, with the latter even eliminating an entire layer of management. While hourly workers were the first to get laid off during the shock, the latest layoffs are noticeably stretching beyond those."

A riprova che si sta perdendo un po' di velocità nella creazione di posti di lavoro, 5 minuti fa hanno rilasciato i Nonfarm Payrolls: attesi 859k effettivi 661k:



...sono molti gli analisti che da un po' stanno dicendo che, considerato il rallentamento della ripresa (vedi post del 28.9.20) , senza un ulteriore intervento governativo si farà fatica a ritornare alla normalità. Quindi si dovrà continuare a stampare dollari. Non c'è altra via di scampo.

Buon week end!