Quasi ci siamo!
In vista dell'appuntamento elettorale americano del 3 di novembre, ci sembra utile dare una rispolverata alle regole di un sistema elettivo indiretto che, se non ben conosciuto, richiede qualche spiegazione per essere correttamente interpretato.
In effetti non ha subito molti cambiamenti da quando nel 1788 è stato costituito e da più parti negli Stati Uniti ci si chiede se non debba essere profondamente rivisto: era nato con l'intento di trovare il modo di ridurre l'eccesiva influenza degli Stati maggiormente popolati a discapito di quelli scarsamente abitati; oggi un tale sistema non ha più ragione d'esistere ed un sistema ad elezione diretta sarebbe sicuramente più rappresentativo.
Ma vediamo come funziona l'attuale sistema.
Ad ognuno dei 50 Stati viene attribuito un numero di Grandi Elettori (GE) equivalente al numero di deputati e senatori con il quale lo Stato è rappresentato a Washington: il numero di GE per ogni Stato è riportato nel grafico qui sopra. La somma di tutti i GE è 538.
Ogni canditato alle elezioni presidenziali è legato ad una lista di GE: solitamente sono funzionari del partito o comunque persone molto vicine ad esso. Il 3 di novembre gli elettori di ogni Stato non sceglieranno direttamente il Presidente ma, votando per l'uno o l'altro, sanciranno che si aggiudicherà i GE di uno stato piutto che dell'altro: il candidato che riesce a far suo almeno 270 GE, sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti.
A complicare un pochino questo meccanismo di selezione è il principio del "The winner takes all" (il vincitore piglia tutto): in sostanza chi vince in uno Stato, anche per un solo voto in più, si aggiudica tutti i grandi elettori di quello Stato.
Facciamo un esempio didattico ipotizzando che gli USA siano composti solo da 3 Stati: California, Texas e Florida. Guardiamo ora la tabella:
Appare evidente qual'è la distorsione che questo sistema può provocare: non necessariamente chi prende più voti diretti diventerà il presidente degli USA: infatti il candidato B ha vinto in California ma ha perso negli altri due stati e pur avendo ottenuto un numero di preferenze personali più elevato (42 mio) si è aggiudicato solo 55 GE, mentre il Candidato A ha vinto negli altri due Stati e si è portato a casa 67 (38+29) GE e malgrado il numero di voti personali inferiore (37 mio) al Candidato B è diventato così il nuovo Presidente.
E' fondamentalmente quello che è successo alla Clinton nel 2016: è stata la più votata con 3 mio di preferenze personali in più rispetto a Trump, ma quest'ultimo si era aggiudicato 306 GE diventando di fatto il Presidente degli USA.
Allo stato attuale, se gettiamo uno sguardo al grafico iniziale, sembrerebbe che Biden sia piuttosto ben messo, con una stima di 290 GE a suo favore contro i 163 di Trump. E' abbastanza probabile che questa stima verrà notevolmente rivoluzionata durante le votazioni e quello che cerchermo di tenere d'occhio sono soprattuto gli stati indecisi (quelli che non sanno ancora bene da che parte stare) e che possono costituire una vera sorpresa: è vero che allo stato attuale la somma dei loro GE arriva ad 85 e non sarebbero sufficienti a Trump per ribaltare la situazione ma, come detto, diffidiamo dei sondaggi o per lo meno non li consideriamo oro colato. Vedremo!
Il processo elettorale non si cocluderà il 3 di novembre ma l'iter è ancora lungo: il 14 dicembre ci sarà il voto dei Grandi Elettori (a quanto pare, pur potendo capitare, un GE vota sempre per il candidato che rappresenta, quindi la votazione è una pura formalità) , il 6 di gennaio 2021 la conta del voto in Parlamento ed il 20 gennaio 2021 il nuovo presidente entrerà ufficialmente in carica.
Per chi vuole nei prossimi giorni dare un'occhiata all'evoluzione dei sondaggi segnaliamo due siti:
Mentre chi è interessato ad andare un po' di più nei dettagli e vedere anche le stime per Senato e Camera (importanti per capire se il nuovo presidente avrà pieni poteri avendo i due rami del parlamento dalla sua oppure se sarà un'anatra zoppa... e allora le cose si complicheranno) può accedere a:
Come detto la notte delle elezioni la passeremo davanti a Bloomberg dove, se lo vorrete, vi daremo attraverso Appunti Finanziari degli aggiornamenti puntuali.
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