Se ieri parlavamo della presenza di un po' di agitazione sui mercati finanziari, oggi possiamo apertamente dire, senza tema di smentita, che l'agitazione si è trasformata in una sorta di panico generalizzato che sta dando decisamente fastidio e ci sta ributtando le performances indietro di 6 mesi. Non bellissimo.
Ad indurre gli investitori a battere in ritirata è evidentemente l'accelerazione della diffusione del Covid19 che sta colpendo duramente diversi paesi Europei: la Francia sta pensando ad un lockdown della durata di un mese (lo sapremo questa sera) mentre la Germania sta pianificando un mini lockdown che potrebbe entrare in vigore il primo di novembre. Insomma pare che non ci siano alternative e sotto sotto il mercato ne è consapevole... sta solo reagendo di conseguenza.
Stamani gli amici del trading desk del CS hanno portato alla nostra attenzione cosa potrebbe succedere il 3 di novembre. Come detto più volte noi saremo davanti a Bloomberg per tutta la notte ma, potrebbe essere piuttosto probabile (quasi certo...) che mercoledì mattina non saremo sicuri di chi sarà il prossimo presidente degli USA.
Infatti quasi 65 milioni di americani si sono già espressi per corrispondenza per quanto riguarda la scelta del nuovo presidente: se fossimo nel 2016 corrisponderebbe al 47% di chi allora ha votato. Se ne deduce che da oggi al 3 di novembre più del 50% avrà già votato: mai successa una cosa simile.
Si sarebbe portati a pensare che un numero considerevole di Democratici sia propenso ad utilizzare il voto per corrispondenza, mentre i Repubblicani sarebbero più proni a recarsi ai seggi in prima persona. Se così fosse, potrebbe essere il caso che mercoledì mattina Trump potrebbe momentaneamente trovarsi in una posizione di vantaggio, pronto a celebrare una "vittoria", dimenticando che ci sono milioni di voti espressi per corrispondenza che devono essere contati. La conta dei voti per corrispondenza potrebbe durare, non stiamo scherzando, anche un mese... Lasciamo a voi immaginare quali le possibili conseguenze di un evento simile! Basta ricordare alcune parole espresse dall'attuale Presidente ad inizio ottobre: "Stand back, stand by"...
In attesa di vedere come andrà a finire il 3 di novembre, prendiamo nota che la volatilità sta ritornando con una certa prepotenza: non è un male assoluto, dà la possibilità a coloro che amano vendere volatilità di realizzare qualche buon affare, ma francamente ne avremmo anche fatto a meno.
Qualche margin call è scattato e, come capita in questi casi, si corre a vendere i gioielli di famiglia: in questo caso parliamo di once d'oro che stanno tornando sotto i 1900 dollari/oncia.
Anche il franco svizzero, dopo settimane di uno pseudo letargo, è tornato a rafforzarsi... non sarà contenta la nostra Banca Nazionale.
Che fare? Per il momento non è facile prendere una posizione. Avere della liquidità a disposizione sicuramente aiuta: in questi ultimi mesi è stato sicuramente fastidioso sapere di aver una abbondante liquidità sui conti apparentemente improduttiva. Tutti quei denari sul conto corrente alle banche costano (e allora ti vogliono convincere ad investire magari controvoglia) ma noi oggi siamo piuttosto contenti di essere liquidi: si stanno materializzando le condizioni per un rientro. Dobbiamo solo pazientare ancora un po', chiarire chi sarà il nuovo presidente USA e decidere in quale direzione dovremo dirigere gli investimenti. Se sarà Biden prepariamoci ad una bella sterzata a favore degli ESG (Environmental, Social and Governance).
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